Francesco Guarini
volgarmente detto Ciccio Guarino
Nota sulla grafia del
cognome di Francesco Guarini
Dice lo studioso di Francesco Guarini, Michele Grieco, Francesco
Guarini da Solofra nella pittura napoletana del ’600,
Avellino, 1963, (pp. 83-84):
"Il vero esatto nome è Guarini, non Guarino"
come accerta:
·
l’iscrizione posta
nel 1653 all’altare ov’è il quadro della
"Madonna di Costantinopoli", in S. Andrea di Solofra, ove si legge: Franciscus Guarini pinxit;
·
il fatto che la
dizione "Guarini" è data con insistenza nelle cronache locali e negli
scritti a Lui dedicati da studiosi della sua Terra;
·
l’Arciconfraternita
dei Bianchi in Solofra, nella Tabella dei Defunti, ov’è
ricordata l’epoca della sua morte e dove si legge: "Francesco Guarini
Pittore insigne, morto il 13 luglio 1654".
Osservazioni posteriori:
·
Sull’atto di
nascita c’è una correzione avvenuta con altro inchiostro che trasforma "Guarini" in "Guarinis".
L’atto
di nascita dove è chiara la scritta Guarini e il tentativo di aggiungere una s che è fatto con altro inchiostro.
·
Negli atti
notarili dell’epoca riguardanti l’intero ceppo solofrano c’è la dizione
"Guarino".
·
In una memoria del
notaio Vitant’Antonio Grassi c’è la soluzione di
questo problema: Guarino era la trasformazione volgare di Guarini. Dice
infatti il notaio: Francesco Guarini volgarmente detto Ciccio Guarino,
cosa che era frequente in quei tempi (avveniva anche per Francesco Solimena chiamato Ciccio Solimeno).
.
Vedi
il testo del notaio Vitan’Antonio Grassi
·
È chiara l’intenzione del Guarini di
tramandare ai posteri la vera grafia del cognome (lo dice in modo
inequivocabile la sua firma sulla lettera scritta all’Orsini) superando una
storpiatura che sapeva troppo di un chiuso mondo paesano. Comunque il problema
della grafia del cognome fu posto, visto che sull’atto di nascita dell’artista
c’è una s
aggiunta alla i che dà alla parola il grafema latino. Vale anche
tenere presente che i parenti del Guarini (nonno, padre e fratelli) erano
pittori molto mediocri del manierismo e che l’artista a Napoli faceva parte
della prestigiosa scuola del Ribera e dello Stazione
di derivazione caravaggesca e che lui stesso con le sue opere aveva operato una
rivoluzione nella pittura napoletana. È infine da sottolineare che i suoi
contemporanei, Honofrio Giliberti e Vitantonio
Grassi, usarono la forma corretta del cognome, come lo fecero gli studiosi
solofrani Luigi Landolfi nella Vita e opere di Francesco Guarini in Scritti
vari (Napoli, 1887), Giuseppe Didonato nel volume
dedicato agli Uomini illustri e benemeriti in Solofra nella
tradizione e nella storia (Messina, 1923), Vito Garzilli in Francesco Guarini solofrano pittore del sec.
XVII, in “Emporium”, vol
XIV, n. 83, 1901; Onofrio Giliberto, Il vinto inferno da Maria, rapresentatione sacra del dottore Honofrio
Giliberto da Solofra, Stampato in Trani, per Lorenzo Valerji,
1644 (l’autore dedica l’opera a Francesco Guarini).
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I documenti dell’archivio di S.
Andrea hanno definitivamente risolto il problema
Tutta la famiglia del pittore aveva il cognome Guarini e non Guarino
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Gli errori degli storici dell’arte
Quando lo storico dell’arte
ricorre a superficiali interpretazioni di lectio facilior.
I vari Braca, Tavarone e Lattuada hanno
pensato bene di dare un’interpretazione della questione del cognome
dell’artista solofrano che falsa il fatto storico.
Nessun documento, notarile o ecclesiastico,
può in questo caso essere una fonte attendibile, sia perché nel XVII secolo i
documenti non avevano valenza anagrafica, sia perché non possono registrare la
volontà dell’autore che invece è ben chiara nella dedica che lo stesso fece
agli Orsini, firmandosi Guarini.
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gli errori degli storici dell’arte
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