Alle radici di Solofra

Dal tratturo transumantico all’autonomia territoriale

Presentazione di Francesco Barra

Avellino, 1997

 Studio dedicato all’antichità e all’Alto Medioevo in cui sono delineati i quadri ambientali e i caratteri geomorfologici primari che furono all’origine della nascita e dello sviluppo di Solofra.

 

Si sottolinea la posizione favorevole della conca di Solofra aperta su una pianura che costituisce un importante e vitale nodo delle comunicazioni tra le zone costiere e quelle interne.

 

Si pongono in risalto i marcati caratteri difensivi della conca che si è prestata all’arroccamento di due siti indicati con espressivi e pregnanti toponimi di Le cortine e Cortina del cerro.

 

Arteria fondamentale fu l’odierno torrente Solofrana, chiamato nel medioevo Flubio a Solofra, Rivus siccus nella piana di Montoro e Saltera a S. Severino. Esso assolse il fondamentale ruolo di via naturale del bacino che costituiva l’unico passaggio naturale tra i bacini del Sabato e dell’Irno. La via, che da Abellinum risaliva lungo il crinale Aiello-Cesinali Banzano Sant’Agata, rappresenta un importante diverticolo trasversale della Capua-Reggio.

Si individuano gli elementi sanniti presenti nella conca, si analizza l’espansione insediativa del periodo augusteo quando la via di Taverna-Castelluccio fu inserita nell’ampio sistema di comunicazioni poi potenziato con numerose tabernae sia nel tratto Rota-Montoro che nella conca solofrana e sino ad Aiello.

Con la scomparsa di Abellinum e delle numerose villae romane del territorio solofrano-montorese, il bacino trasse offrì ospitalità e protezione a quei nucleo che cercavano scampo dalla pianura.

Importante fu l’ingresso di questi primi aggregati insediativi nell’orbita di Salerno che nel riassetto del territorio furono inglobati nei distretti pievani dell’episcopio salernitano con funzioni economiche e civili.

L’esistenza della pieve di S. Angelo e S. Maria del locum Solofre alle dipendenze del vescovo di Salerno attesta il passaggio dalla dimensione abitativa romana a quella curtense.

Arroccata in alto lungo la riva del flubio, non lontano da Cortina del cerro, la pieve costituiva un importante punto di riferimento perché inglobava due componenti di base della vita comunitaria, quella religiosa e quella economica.

Nel 849 con la scissione del vecchio Principato longobardo di Benevento la conca solofrana divenne un delicato territorio di confine per cui la sua naturale vocazione difensiva fu ulteriormente valorizzata e rafforzata.

Solofra fu inserita del Gastaldato di Rota di cui costituiva l’estrema zona orientale che comprendeva anche Serino.

Si colloca in questo periodo, caratterizzato dallo stretto legame politico-religioso con salerno, lo stabilizzarsi in loco delle prime forme di concia delle pelli, il cui impianto era legato sia all’abbondanza dell’acqua, che all’ampia disponibilità di materia prima, oltre che alla presenza di un importante prodotto conciante, la galla del cerro, di cui i boschi erano ricchi.

A fianco alla concia e quasi in simbiosi con essa, grande ruolo aveva la lavorazione della lana, anch’essa tipico prodotto dell’industria pastorale.

A stimolare l’attività protoindustriale contribuiva la presenza di una cospicua comunità ebraica a Salerno che di tali attività aveva in pratica il monopolio.

Si analizza il periodo normanno quando il locum divenne vicum mentre la pieve divenne parrocchia.

La divisone della contea normanna di San Severino tra i due rami della famiglia dei Sanseverino portò Solofra, serino, Sant’Agata e parte di Montoro al ramo dei Caserta Tricarico.

Sotto Federico II l’Universitas solofrana acquistò la piena autonomia territoriale ed amministrativa acquisendo una propria precisa identità giuridica.

A questo periodo risalgono i primi capitoli degli Statuti.

 

 

 

 

Sono pubblicati i capitoli dell’opera in pdf

 

Capitolo primo

PRESENZE SANNITICHE E ROMANE

NEL BACINO DEL FLUBIO-RIVUS SICCUS

 

 

Capitolo secondo

Influssi bizantini e realtà Longobarda

 

 

Capitolo terzo

Il Periodo Normanno-Svevo

 

 

Parte seconda

 

La Conca del Flubio-Rivus Siccus

Nelle carte di Cava e di Montevergine

 

 

Appendice

I DOCUMENTI CARTACEI  X-XIII

 con tavole

TAVOLA GENEALOGICA CASA NORMANNO-SVEVA

 

I SANSEVERINO SIGNORI DI SOLOFRA-S. AGATA

 

 

 

 

 

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