SOLOFRA ALLA METÀ DEL XVIII SECOLO

 

Un palazzo solofrano del XVIII secolo col suo arredamento

 

Dal Catasto onciario del 1754

 

Dall’unità di misura, l’oncia, fu una forma di censimento dei beni introdotta nel 1741 nel Regno di Napoli da Carlo di Borbone. La famiglia considerata unità contributiva veniva chiamata "fuoco" che poteva essere costituita anche da più famiglie che vivevano sotto lo stesso tetto.

 

 

Casale

individui

Fuochi

Caposolofra

705

119

Sorbo

299

46

Balsami

171

34

Forna

274

51

Cupa-Toppolo-Capopiazza

405

73

S. Angelo e strada vecchia

473

100

Volpi

358

63

Fratta

395

75

Toro

284

49

S. Agata di Solofra

440

88

 

 

 In questo elenco non erano comprese due categorie:

Vedove e vergini: individui 104, fuochi 39

Forestieri abitanti: individui 44, fuochi 11

Totali: individui 3952, fuochi 748

 

 

Non faceva parte di Solofra, ma era posto in territorio solofrano, il Casale di S. Agata di Serino con 567 abitanti e 100 fuochi.

 

Intorno a Turci si era formato un grande casale, Caposolofra (63 abitazioni di cui 2 palazziate e 25 medio-alte, tutte con giardino, orto e stalla), che aveva inglobato i quattro precedenti, un casale commerciale ed artigiano (aveva un fondaco, 11 concerie e diversi magazzini) per la sua vicinanza a Turci. In posizione isolata c’era il Monastero di S. Domenico, mentre a Turci, in parte anche nel feudo di Serino, la Cappella di S. Maria della neve aveva l’abitazione di un "eremita".

Il casale del Sorbo giungeva fino a Capopiazza (la parte alta della piazza) e attraverso la via Afflitta (detta così per la Chiesa di S. Maria degli Afflitti) e via Croce, portava a Caposolofra il traffico commerciale proveniente dalla Platea. Con le sue 40 abitazioni di cui metà "palazziate", era un casale residenziale, che nella parte alta aveva il Monastero di Santa Teresa e il Convento dei Cappuccini, c’era poi la Cappella del SS. Crocifisso, né mancavano magazzini e concerie.

Il casale Balsami, toccato dall’alto corso del fiume, lungo il quale c’erano 15 botteghe di conceria, e comprendente i monti a sud fin quasi a Passatoia, aveva 50 abitazioni di cui metà medio-alte, numerosi magazzini per il deposito di pelli e lana, una bottega lorda e la chiesa dell’Ascensione.

Il casale Forna (con 60 abitazioni di cui 1/3 palazziate) si sviluppava lungo l’asse viario (Balsami-zona delle concerie) costituito da due tronconi (via L. Landolfi e via Forna) spezzati da uno slargo (piazza del Popolo) in cui sorgeva la chiesa del casale dedicata a S. Maria del Popolo ed aveva, verso il vallone, 4 concerie.

Toppolo-Cupa-Capopiazza era un grosso insediamento che comprendeva l’ex casale del Fiume (ora Toppolo con 15 abitazioni), la via di accesso alla zona di S. Agostino, detta Cupa (ora via Abate Giannattasio) con 41 abitazioni di cui 16 palazziate e 3 sedili, e la piazza (Capopiazza) con 13 abitazioni tutte palazziate ed un comprensorio di case. Si sviluppava trasversalmente, da sud a nord (torrente Solofrana-vallone di S. Domenico), al servizio dell’attività di concia e della mercatura con 34 concerie (di cui 28 al Toppolo-Fiume, 5 alla Cupa ed una a "le roselle"), 50 botteghe (tutte a Capopiazza, molte erano corpi autonomi appoggiati alle abitazioni), delle quali 20 appartenenti al monastero di S. Agostino, 7 in piazza S. Giacomo e 3 al largo "le roselle" (via Felice De Stefano), un fondaco, una Taverna e una stalla. Dallo spiazzo dinanzi S. Giacomo partiva verso occidente la strada "Lavinaio", che conduceva verso i "giardini di S. Agostino" e "i giardini del Palazzo" dove c’erano 5 botteghe di proprietà del feudatario. Al Toppolo apparteneva la chiesa del Soccorso di jus patronale della famiglia Garzilli.

S. Angelo e Strada vecchia comprendeva due zone ben distinte: "Strada vecchia" (60 abitazioni di cui 20 grandi) era l’odierna via della Fortuna fino alla Chiesa di S. Rocco con, verso il fiume, una conceria, 18 botteghe (4 di proprietà dell’Orsini) più una "casa della corte"; la via nuova (via Gregorio Ronca) con 17 botteghe, un sol "comprensorio" di case, un locale adibito a scuola; "S. Angelo" (85 abitazioni, 10 case sottane ed una conceria) era tutta la via chiamata piè’ S. Angelo (ora Regina Margherita) con il Convento e la chiesa dell’Addolorata.

Il casale Volpi (80 abitazioni, 3 comprensori di case, 6 magazzini, 1 bottega lorda e 11 concerie) si sviluppava intorno all’asse viario che cominciando dalla chiesa dello Spirito Santo giungeva al confine con Montoro (via Michele Napoli-Dodici Apostoli-Consolazione), dove c’era la Chiesa della Madonna della Consolazione e una taverna con fondaco. Il casale comprendeva una parte alta (Casate) e una parte bassa con vigneti e masserie con abitazioni.

Il casale Fratta andava da S. Angelo al confine con Montoro in un ampio territorio che comprendeva la zona abitata intorno alle chiese di S. Giuliano e della Madonna della Misericordia (100 abitazioni di cui 12 comprensori e diverse botteghe) e una zona a coltura con seminativi e masserie (tra Toro, S. Agata e Montoro).

Il casale Toro (70 abitazioni di cui alcune palazziate) si estendeva tra Caposolofra, S. Andrea, S. Agata e la Fratta, nel suo territorio aveva la collina del castello, le pendici del Pergola. Aveva una parte alta intorno alla casa dei Maffei, con la chiesa di S. Maria del Carmelo di jus patronale di questa famiglia, e alla Carcarella.

Il casale di S. Agata di Solofra (ora S. Andrea) sulle pendici del Pergola S. Marco giungeva fino al passo di Castelluccia. Aveva abitazioni nella maggioranza di media grandezza con molte vigne e selve, non c’erano concerie mentre molti abitanti erano trasportatori ("viaticali").

 

S. Agata di Serino aveva 6 concerie e la famiglia più ricca di tutta la zona (6000 ducati impegnati nella mercatura) ed altre poche famiglie facoltose.

 

Si distinguono due aree conciarie: quella lungo il corso del Fiume con i casali gravitanti su di essa e quella intorno al vallone Cantarelle. La prima la più ampia con ben 5 casali (Balsami, Forna, Cupa Toppolo e Capopiazza, S. Angelo e Strada vecchia, Volpi) che avevano un’alta concentrazione non solo di botteghe ma anche di magazzini per la vendita del prodotto-pelle, di cui solo i Volpi si caratterizzava come un casale di attività conciaria dipendente. La seconda area era costituita dalle concerie di Caposolofra e servita dalla via mercantile del rione. I valori più bassi si riscontrano a S. Agata di Solofra che però non restava fuori dall’area della concia sia per i molti operai al servizio delle concerie di S. Agata di Serino che per la presenza dei viaticali. La conceria non era lontana dall’abitato si estendeva con la seconda parte del suo processo nei casali corcostanti accolta nei sottani o nei magazzini impegnando un numero di persone tra cui ragazzi e donne di gran lunga più ampio di quello che emerge dal catasto.

 

I tre luoghi di raccolta dei prodotti si trovavano uno al confine con Montoro, un altro al confine con Serino su passo di Turci, l’altro nel centro mercantile più antico "Capopiazza". In questi tre luoghi avveniva il deposito e il prelievo delle merci, di qui partivano i viaticali con i loro carri. Accanto ad ogni fondaco c’era una taverna e una stalla.

 

Il patrimonio fondiario solofrano era estremamente parcellizzato, quasi mille unità di non grande estensione e ciò per l’attività creditizia di cui aveva bisogno il commercio; quello boschivo (549 selve e 85 boschi) era costituito sia dal castagneto e dal querceto delle zone alte, sia da terreni a vegetazione mista con altri tipi di alberi che scendevano fin nella parte bassa; quello seminativo della parte bassa, era sempre arborato con olivi e vigne e comunque non molto esteso. Quest’ultimo tipo di terreno era detto, laddove acquistava caratteri più estesi, "masseria". I "giardini" e gli "orti" erano annessi alle abitazioni, in quelle signorili c’era il giardino-orto definito "murato", mentre quello fiorito ("di delizie") si trovava presso le case palazziate.

Le abitazioni, sia se erano "palazziate" o "sedili di case", avevano sempre il cortile, il pozzo, la scalinata esterna, la loggia. Anche queste erano molto parcellizzate, divise in parti autonome con vani "superiori e inferiori". La "cortina" era costituita di varie unità abitative molte volte di un solo ambiente "soprano" ed uno "sottano" dove il capofamiglia svolgeva anche la sua attività artigianale. Molti ambienti delle case sia a fronte strada che nei cortili, indicati come magazzini o sottani o propriamente botteghe erano usate per la corredatura, il deposito delle pelli conciate o grezze, di altri prodotti mercantili o per altre attività artigianali.

 

Approfondisci questi argomenti nello studio sul catasto onciario

  

 

 

 

 

Popolazione divisa per categorie

 

Categorie

Individui

fuochi

Conciapelli

660

127

Battiloro e battargento

348

70

Mercanti

579

85

Bracciali

312

104

Altri artigiani

594

113

Vari

202

38

Attività liberali e individui viventi del proprio

509

77

Vedove e vergini

104

39

Forestieri abitanti

44

11

Totali

3952

748

 

Solofra fu definita il paese "più ricco della provincia per l’estesissimo commercio".

 

I conciapelli. Gli addetti alla concia sia se facevano parte di famiglie interamente dediti a questa attività, sia se si trovavano in altri nuclei familiari erano di consistenza economica medio-bassa, possedevano l’abitazione, ma non sempre la conceria, che prendevano in fitto o lavoravano la pelle in Û locali sottaniÜ . Alcuni possedevano in piazza il magazzino per il deposito e la vendita della pelle, altri collocavano direttamente la merce sul mercato.

Addetti alla mercatura. Anche in questo periodo la mercatura solofrana costituiva la parte più importante della economia locale, e continuava a gravare su Salerno, sulla Puglia e specialmente su Napoli, attraverso le famiglie ivi stabilitesi. Erano distinti in viaticali, mercanti e negozianti, i primi addetti al trasporto delle pelli, gli altri alla vendita e al finanziamento della produzione. Solo una ventina di famiglie formavano il gruppo dominante, la borghesia del commercio, una lobby familiare, con membri nel clero o impegnati in attività liberali e insediamento a Napoli. Queste famiglie costituivano la classe dirigente locale, che si assicurava il potere municipale con la gestione dei tributi, una classe ricca che viveva in case palazziate con giardino, cortile, pozzo, stalla e altre comodità, e che era riuscita anche ad entrare nel ceto aristocratico con l’acquisto di titoli nobiliari.

Speziali. Le tre spezierie, vendevano i prodotti vegetali per la concia, gestite da sei famiglie sostanzialmente benestanti, con un giro di affari esteso ad altre mercanzie. Tra i membri di queste famiglie c’era un dottore-fisico perché esse erano in sostanza drogherie prima di diventare farmacie.

Battiloro e battargento. Era questa una attività molto diffusa con botteghe al Toro, alla Fratta e a Caposolofra. I battiloro solofrani, non benestanti, costituivano una specie di zoccolo lavorativo al servizio di pochi battiloro di Napoli, ma svolgevano un’arte che aveva acquisito una specificità propria, da nicchia artigianale.

Altri artigiani dell’area della pelle costituivano la parte povera di questo artigianato. La produzione delle scarpe, molto alta nel XVI secolo, si era ridotta a non molti addetti che lavoravano in 14 botteghe dislocate nei casali lungo l’asse viario percorso dal commercio, o in case sottane facenti parte dell’abitazione, appartenevano a famiglie monoreddito non benestanti con un modesto impegno economico. C’erano poi gli scardalana, i cordari e i tamburari che erano un residuo di antiche attività ora svolte da famiglie tutte dello stesso ceppo.

Artigiani vari erano sartori, lavoratori del legno, del ferro e della pietra, fabbricatori e maestri di pingi, un artigianato modesto al servizio locale, esercitato in poche botteghe da nuclei familiari uniti dall’attività, di fascia economica bassa ma col possesso dell’abitazione. I sartori erano il numero più consistente con famiglie di media ampiezza; i lavoratori del legno, distinti in falegnami e maestri d’ascia, erano impegnati nelle due forme della costruzione col legno, con una buona dinamica familiare, mentre l’unico intagliatore ed da vedersi come residuo di un’attività precedente; i lavoratori del ferro, divisi in chiavettari, ferrari, focilieri, coltellari, avevano qualche legame con i battiloro per la comune specificità, il servizio del castello per la necessità della manutenzione dei fucili delle truppe di stanza e si presentano come una industria familiare diversificata nelle varie specializzazioni, con quattro botteghe tutte a Capopiazza per i servizi di ferratura dei cavalli, un gruppo non benestante ma che dominava il mercato in regime di monopolio; gli scalpellini solofrani dislocati tra il Sorbo e i Volpi, erano anch’essi un’industria familiare; i "maestri di Pingera" erano concentrati a S. Agata in un unico ceppo familiare e nell’unico opificio in località "Pingera", ed erano forniti del mezzo di trasporto del prodotto lavorato.

Altre attività sono barbieri, soldati, servitori, di cui i primi, che ancora a quel tempo praticavano la bassa chirurgia (cavavano sangue agli ammalati, mettendogli le ventose, medicavano le ferite, facevano le stoppie, cavavano i denti guasti ecc.) in nuclei familiari sensibili a istanze di miglioramento sociale infatti un membro "si fa chirurgo", un altro era avviato alla carriera ecclesiastica ed uno alla scuola.

Bracciali. I bracciali solofrani nella maggior parte impegnati nella concia che richiedeva una massiccia presenza non specializzata ma che svolgevano anche il lavoro dei campi, erano diffusi su tutto il territorio (quelli di S. Agata di Solofra lavoravano nelle concerie di S. Agata di Serino), ed erano la parte più povera e bassa della società attiva solofrana, nuclei familiari nella maggior parte monoreddito con il patrimonio limitato per i più all’abitazione, non avevano membri avviati agli studi o alla carriera ecclesiastica né impegnati in attività liberali, partecipavano però alla vita dell’Università, che richiedeva due rappresentanti tra i deputati. Uno di essi fu tra i deputati del Catasto, che firmò il verbale di chiusura del documento con un segno di croce.

Attività liberali. Di quelli che svolgevano attività liberali (detti così in opposizione alle attività servili che nell’ancièn regime erano quelle non basate sugli studi), in posizione preminente erano i "dottori o professori di legge" e i "notai", appartenenti a nuclei familiari ampi, con membri impegnati in attività liberali o agli studi, molti ecclesiastici, servitori e famigli e con residenza a Napoli. La condizione patrimoniale, con case di abitazione palazziate, giardini di delizie o murati, cortili, pozzi, con fondi rustici, censi riservativi e crediti, ne dimostrano la agiatezza e il legame con l’attività mercantile da essi finanziata. Altri svolgono attività di minore valore tra cui quella di "giudice a contratti", "giurato", "agrimensore".

Fuochi senza attività. C’erano famiglie che vivevano di rendita derivata dal possesso di beni, anche concerie e botteghe, o da crediti, nelle quali si coglie la dinamica che aveva portato alla formazione del reddito e quindi all’evoluzione sociale, avvenuto attraverso la mercatura e il suo finanziamento ancora attivo. I nuclei familiari avevano membri impegnati in attività lavorative o mercantili, agli studi, alla vita ecclesiastica e residenza a Napoli.

Vedove e vergini. Alcune famiglie non avevano maschi in età lavorativa quindi i capifamiglia erano donne che vivevano di lasciti del marito, del padre o dei fratelli oppure di beni propri. Erano nuclei familiari piccoli con figli o sorelle, cognate o nipotini, con abitazioni proprie, rendite catastali e anche crediti.

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La donna nell’onciario. Dal documento catastale emerge la condizione femminile che sicuramente era inferiore rispetto a quella maschile ma la donna solofrana non perdeva la propria identità, come in altre comunità, infatti aveva il proprio cognome, possedeva e gestiva i beni, era soggetto attivo nell’atto legale, pur se insieme al marito o al fratello, ma anche da sola. Di lei non veniva indicata l’attività, che pure svolgeva, perché non sottoposta a tassazione.

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I sacerdoti si trovavano sia nelle famiglie di provenienza sia in fuochi a sé. Il nuclei familiari di appartenenza erano di ampiezza superiore alla media, benestanti, con attività liberali, o della borghesia artigianale che tentava il salto di qualità.

 

 

 

 

ATTIVITÀ O CONDIZIONI

 

Addetti alla mercatura

Mercante, Negoziante, Corriere, Viaticale, Fondachiero.

Attività di concia

Maestro conciapelle, Lavoratore conciapelle, Maestro corredatore, Maestro coiraro, Lavoratore coiraro, Scarnatore, Maestro di pergamene, Scardalana.

Attività legate alla pelle

Maestro calzolaio, Lavoratore calzolaio, Solapiannelli, Tamburaro, Cordaro.

Lavorazione della pelle

Maestro battiloro, Maestro battargento, Lavoratore battargento, Orafo.

Altre attività

Bacciale, Sartore, Maestro d’ascia, Maestro di pingi, Barbiere, Scalpellino, Macellaro, Salsicciaro, Tessitore di panni, Tallonaro, Coltellaro, Chiavettaro, Custode d’armenti, Ferraro, Fabbricatore, Fattore di campagna, Falegname, Intagliatore, Focillaro, Pizzicarolo, Tarallaro, Tavernaro, Tavolario, Speziale di medicina, Cerusico, Causidico, Castellaro, Servitore, Nutrice, Militare.

Condizioni e attività liberali

Dottore, Professore di legge, Notaio, Sacerdote, Giurato di corte, Agrimensore, Scolaro o studente, Suora, Vivente del suo.

Senza attività

Inabile, Mendico.

  

 

 

 

MAESTRI E LAVORATORI DELLA PELLE

°

Caposolofra

Ardolino Michele e figlio Pasquale, più nipote Niccolò Landolfi, Caropreso Matteo, Cerino Giambattista e fratello Salvatore (coiraro), Cerino Lorenzo, De Maio Carmine Antonio, De Vito Nicolandrera, Gallo Serafino (mastro corredatore), Garzillo Ciriaco, Garzillo Giuseppe di Costantino con Alessio Grassi, nipote negoziante, Garzillo Giovan Vittorio, Garzillo Natale e fratello Pasquale (lavoratore coiraro), Giaquinto Alessio e fratello Felice, Graziano Pietrantonio (mercante e conciapelli), Grimaldi Pietrantonio, Guarino Domenico, Iasimone Angelo Antonio, Iasimone Michele, Ilaria Giuseppe, Ilaria Antonio e figlio Pasquale, Landolfi Felice di Pietrantonio, Liotti Paolo, Luciano Costantino, Luciano Michele, Luciano Vincenzo di Filippo, Mosca Ciriaco e figlio Salvatore, Pepe Carmine, Pirolo Libero, Solimene Niccolò, Troisi Marino.

Balsami

Conti Cristofaro e fratello Bernardo, D’Urso Angiolo, Famiglietti Gennaro, Ferrandina Nobile, Giannattasio Filippo e figlio Niccolò, Grimaldi Donato, Grimaldi Geronimo, Guarino Antonio (coiraro), Guarino Giacomo, Guarino Quintiliano, Iasimone Antonio e figlio Taddeo, Natale Carmine, Pandolofelli Niccolò di Gennaro (conciatore e mercante), Pandolfelli Tommaso e nipote Gabriele Russo, Russo Felice, Russo Taddeo.

Sorbo

Cotone Donato (coiraro), Ferrazzano Felice e fratello Salvatore, Ginolfo Arcangelo e figli Tommaso e Ciriaco, Ginolfo Domenico di Raffaele e fratello Giuseppe, Ginolfo Niccolò di Giacinto e fratello Aniello, Romano Niccolò, Ronca Francesco e fratello Angelo, Ronca Domenico (coiraro), Salerno Niccolò di Francesco (coiraro), Salerno Tommaso e figlio Angelo.

Forna

Buonanno Niccolò e fratello Pasquale, Giannattasio Gaetano, Giannattasio Luciano e figlio Pietro, Giliberti Filippo di Michelangelo (pergamene), Giliberti Vincenzo e fratello Basilio più il nipote Ostilio Giliberti (coiraro), Ginolfo Andrea, Grimaldi Niccolò e fratello Antonio (coiraro), Pandolfelli Vitantonio, Russo Pasquale e Vincenzo (corredatori), Santoro Filippo.

Cupa Toppolo Capopiazza

De Maio Pasquale di Stefano e fratello Paolo (scarnatori e conciapelli), Garzillo Arcangelo e fratello Michele, Garzillo Carmine di Costantino (conciatore e mercante), Garzillo Libero, Garzillo Vito (mercante e conciapelli), Giannattasio Antonio (conciapelli e mercante), Giannattasio Cesareo e figli Pasquale, Francesco e Biagio, Giannattasio Felice, Giannattasio Giosafath e fratello Santo, Giannattasio Niccolò, Giliberti Gaetano, Giliberti Giuseppe di Michele (conciatore di pergamene), Grimaldi Niccolò di Filippo, Guarino Fabrizio (coiraro), Guarino Francesco, Guarino Giuseppe Antonio e fratelli Pasquale e Antonio, Guarino Giuseppe di Domenico, Pandolfelli Taddeo e figli Salvatore e Pasquale (coirari), Russo Domenico (coiraro), Russo Felice, Russo Liberato (coiraro), Russo Michele di Domenico e fratello Carmine, Savignano Nunziante di Giuseppe, Scalone Giuseppe e fratello Alessio.

S. Angelo e Strada vecchia

Buongiorno Ambrosio, Bruno Michele e figlio Pietro, D’Arienzo Giuseppe di Carminantonio, De Maio Ciriaco, Gallo Pietro e fratello Vito, Garzillo Ignazio, Giaquinto Domenico (coiraro), Giannattasio Nicola, Guarino Antonio, Guarino Carmine e figlio Michele col fratello Gio Santo, Guarino Carminantonio di Nicola, Guarino Ciriaco, Guarino Gio Santo e figlio Lucantonio, Guarino Nicola, Guarino Paolo, Guarino Taddeo (corredatore) e fratello Michele (coiraro), Nuzzo Carmine, Pastore Gabriele e figlio Giuseppe Antonio, Petrone Nicolanndrea e fratello Sebnastiano, Romano Nicola di Giovanni, Santoro Consolato, Santoro Michelangelo e figlio Nicolantonio, Terlizzi Giuseppe e fratelli Nicola e Alessio, Troisi Carmine e figlio Domenico, Troisi Filippo e figli Donato, Nicola e Salvatore, Troisi Nicola, Troisi Sabato e figlio Pasquale, Trombone Giuseppe, Trombone Nunziante con fratello Basilio e nipoti Nicola e Pasquale, Ziccardi Costantino e figlio Pasquale, Ziccardi Niccolò, Ziccardi Soccorso.

Fratta

De Maio Pietro, Di Pierri Gio Giacomo, Guarino Carmine, Lauro Pietro di Michele (scardalana), Pandolfelli Pasquale. 

Volpi

Bruno Ciriaco, Buongiorno Filippo, Corsaro Domenico e fratello Pasquale e Gennaro (scardalana), Di Vita Domenico Antonio (corredatore), Francolanza Francesco, Guarino Cristofaro, Guarino Felice e fratello Ferdinando (scardalana), Guarino Francesco e figli Antonio e Donato, più il nipote Aniello, Guarino Gabriele e nipote Donato, Santoro Felice e fratello Pasquale. Tura Gaetano,Verità Filippo (corredatore e mercante) e figli Antonio e Sabato col nipote Tommaso, Vigilante Fiore e figlio Felice. 

Toro

De Maio Carmine, Di Pierro Vitantonio, Di Vita Filippo, Gagliardo Pasquale (conciatore di coire), Giannattasio Angelo, Maffei Giacomo e figlio Andrea, Maffei Consolato, Maffei Nicola, Santillo Montervino, Troisi Angelo e fratello Nicola.

S. Agata di sopra o di Solofra

De Maio Alessio di Michelangelo, Ferrandina Matteo e fratello Vito, Troisi Antonio.

S. Agata di sotto o di Serino

D’Arienzo Benedetto e figlio Pasquale, D’Arienzo Carmine, D’Arienzo Salvatore e fratello Niccolò, D’Arienzo Serafino, De Maio Alessio di Michelangelo (maestro conciatore e coiraro), De Maio Daniele, De Maio Gennaro e Angelo, De Masio Giovanni, De Maio Giuliano, De Maio Stefano di Rocco, De Maio Orazio, De Maio Pietro Antonio, De Maio Vito di Miochele e figlio Gioacchino e Basilio, Vigilante Girolamo. 

 

 

 

 

  

ADDETTI ALLA MERCATURA

 

 

Caposolofra

Cavallo Arcangelo (viaticale), Corona Michele e fratello Giuseppe, Criscillo Francesco e nipote Michele, Barbarisi Lucio (viaticale), Bettalico Carlo e figli Tommaso e Michele, Garzilli Carmine e figli Onofrio, Garzilli Gabriello, Grassi Alessio, Grazani Bartolomeo, Graziani Pietrantonio, Grimaldi Arcangelo, Grimaldi Gianfranco di Carlo e figlio Benedetto, Grimaldi Orazio, Grimaldi Tommaso, Guarino Alessandro, Guarino Domenico (viaticale), Liotto Orazio, Papa Filippo, Papa Lorenzo, Pirolo Giuseppe e fratello Giovanni, Pirolo Michele, Ronca Salvatore, Vigilante Carmine, Vigilante Matteo.

Sorbo

Grassi Felice, Grassi Giacomo Filippo, Grassi Giuseppe Antonio, Grassi Michelangelo, Ginolfi Silvestro, Natale Giuseppe, Ronca Angelo, Rubino Flavio, Rubino Francesco Niccolò, Scarano Antonio, Vigilante Bartolomeo.

Balsami

Pandolfelli Cristofaro, Ronca Costantino, Rubino Marino.

Forna

Ciccarello Domenico (viaticale), Di Donato Tommaso, Giliberti Antonio con figlio Saverio e fratello Gabriele, Giliberti Francesco, Giliberti Pasquale, Ioio Niccolò, Morena Ambrosio e figlio Matteo.

Cupa Toppolo Capopiazza

Barberio Giuseppe, Bari Pietro (viaticale), Garzillo Angelantonio, Garzillo Nicolantonio, Garzillo Costantino, Garzillo Vincenzo di Nicolantonio, Garzillo Vito e fratello Massenzio, Giannattasio Antonio, Giannattasio Carminantonio e fratello Domenico, Giannattasio Valerio (viaticale), Giannattasio Valerio, Giannattasio Vito Antonio e fratello Filippo, Giaquinto Orazio Antonio, Giliberti Domenicantonio e fratello Michele, Guarino Agostino, Guarino Angelantonio di Niccolò, Murena Francesco Antonio, Pandolfelli Niccolò fu Andrea e figlio Cesare, Papa Felice di Niccolò, Ronca Donato.

S. Angelo e Strada vecchia

Di Donato Francesco, Garzillo Pietro, Giannattasio Donato e figli Ignazio, Giliberti Pietrantonio, Petrone Gabriele, Petrone Rubino e figlio Lucantonio, Vigorita Libero.

Volpi

Aleide Giovanni, Buongiorno Francesco, Di Donato Marcoantonio, Garzillo Massenzio, Guarino Filippo, Guarino Gaetano, Guarino Giovanni, Guarino Matteo e fratelli Nicolantonio e Vito, Guarino Sabato e figli Alessandro e Pasquale, Petrone Crescenzio, Tura Michelangelo e cugini Aniello e Domenico.

Fratta

De Maio Giuliano, De Maio Marcantonio, Pierri Michele, Vigilante Michele, Vigilante Soccorso.

Toro

Vigilante Domenicantonio.

S. Agata di sopra o di Solofra

Corona Pietro Paolo (viaticale), Cotone Domenico (viaticale), De Maio Francesco (viaticale), Giliberti Niccolò e figli Angelo, Nigro Gabriele (viaticale).

S. Agata di sotto o di Serino

De Maio Andrea di Stefano, De Maio Biaso, De Maio Carmine di Salvatore e fratello Sabato, De Maio Felice, De Maio Gennaro e fratello Angelo, De Maio Michele, De Maio Onofrio, Guarino Felice Antonio, De Maio Tomaschino.

 

 

 

Maestri e Lavoratori Battargento e Battiloro

 

 

Caposolofra

Alessio Niccolò (bottega a Caposolofra), Angelino Libero e figli Angelantonio e Felice (bottega Caposolofra), Caropreso Giuseppe e figlio Niccolò (bottega a S. Lucia), De’ Liguori Niccolò e figlio Matteo (orafo) (bottega a Caposolofra), Di Donato Luca e fratelli Arcangelo e Domenico, Ferraro Gaetano di Antonio, Garzillo Giuseppe, Garzillo Lorenzo, Garzillo Michele e figlio Francesco (bottega di battiloro a Caposolofra), Garzillo Salvatore (battiloro), Giannattasio Nunziante e figlio Francesco (bottega a Caposolofra), Grimaldi Felice di Gennaro, Grimaldi Giovanni, Guacci Giovan Giacomo e frstello Giuseppe, Landolfi Michele di Soccorso (bottega a Caposolofra), Landolfi Pasquale, Landolfi Pasquale di Liberato, Landolfi Vitantonio (bottega a Caposolofra), Liotto Lorenzo e figlio Felice (bottega di argento in foglio e tamburi a Caposolofra), Liotto Paolantonio (bottega di battargento e tamburaro alla piazza), Papa Michele, Vigilante Giosafath, Vigilante Lucantonio e figlio Pietrangelo.

S. Angelo e Strada vecchia

Bari Francesco e cugino D’Oria Pasquale (bottega a Pie’ S. Angelo), D’Arienzo Salvatore e fratello Crescenzo, Forino Taddeo e figlio Marco (bottega a Pie’ S. Angelo), Garzillo Pompeo Carmine, Ginolfo Giuseppe, Grassi Donato (bottega alla piazza), Guarino Stefano, Morena Domenico, Nuzzo Vitantonio, Ronca Niccolò, Terlizzi Donato, Troisi Carmine di Vincenzo, Tura Francesco (bottega a Pie’ S. Angelo), Vigilante Rocco

Sorbo

D’Auria Francesco e fratello Orazio, Ferrazzano Felice e figlio Gianvittorio, Ferrazzano Matteo e fratello Giuseppe e Pasquale (bottega alla piazza), Ronca Tommaso, Scarano Gennaro e fratello Vincenzo.

Balsami

Fasano Fillippo di Basilio e figlio Donato.

Forna

Giliberti Arcangelo, Giliberti Carmine di Francesco, Giliberti Carminantonio di Giovanni, Giliberti Marco Felice, Giliberti Michele, Pandolfelli Antonio.

Cupa Toppolo e Capopiazza

Giliberti Giuseppe (bottega alla piazza), Grimaldi Andrea, Pandolfelli Orlando.

Volpi

Buongiorno Andrea, De Maio Niccolò di Giovanni (battiloro), Ginolfi Natale, Guarino Francesco, Guarino Nicola, Guarino Orlando (bottega alla Strada nuova), Maffei Nicola di Carmine, Maffei Pasquale, Petrone Domenico (bottega alla Strada nuova), Scarano Alessio, Scarano Domenico.

Fratta

Vigilante Carlo e fratello Giuliano, Vigilante Gabriele e fratello Felice, Vigilante Gabriele e fratello Agostino, Vigilante Giuseppe (bottega alla Fratta), Vigilante Marco e fratello Francesco, Vigilante Michele, Vigilante Serafino e cognato Carmine D’Arienzo.

Toro

De Maio Alessandro, De Maio Biagio, De Maio Gennaro, De Maio Michele e frstello Salvatore (bottega al Toro), Gagliardo Felice (battiloro), Galdo Nunziante, Garzillo Felice e fratello Saverio, Guarino Nicola, Maffei Alessio di Francescantonio, Maffei Francesco Antonio e figlio Alessio, Maffei Marcello e fratello, Giuseppe e Vincenzo (bottega al Toro), Savignano Ambrogio, Troisi Antonio, Vigilante Filippo, Vigilante Gennaro e fratello Angelo (bottega al Toro), Vigilante Giovanbattista, Vigilante Soccorso, Vigilante Tarquinio.

S. Agata di sopra o di Solofra

D’Arienzo Salvatore, De Maio Daniele, Guarino Antonio, Troisi Angelantonio.

S. Agata di sotto o di Serino

D’Arienzo Carmine, D’Arienzo Domenico (maestro), De Maio Arcangelo, De Maio Colantonio, De Maio Daniele, De Maio Gennaro e fratello Taddeo (maestro), De Maio Salvaore fu Aniello e fratello Giuseppe (maestro), Guarino Antonio, Troisi Angelantonio.

  

 

 

 

 

MAESTRI CALZOLARI

*

Caposolofra

Balsami

Forna

Cupa Toppolo Capopiazza

S. Angelo Strada vecchia

 

Volpi

 

 

Fratta

Toro

 

S. Agata di sopra o di Solofra

 Cerino Niccolò, Garzilli Niccolò di Felice (bottega a Caposolofra), Verità Michele.

Ferrandina Domenico e figliastro Verità Giovanni.

Di Donato Albenzio.

Campagna Francesco e fratello Gennaro (bottega alla piazza), De Maio Basilio, Martucci Vincenzo (bottega a Capopiazza).

Andinolfi Carmine, Mila Francesco, Nuzzo Sabato, Pandolfelli Ambrosio (bottega alla piazza), Romano Pasquale e fratello Giuseppe, Petrone Ambrosio (bottega a S. Angelo).

Buongiorno Taddeo e fratello Michele, Di Donato Cristofaro (bottega ai Volpi), Francolanza Francesco (bottega alla strada vecchia), Giannattasio Michele e fratello Nicola, Lamberto Carminantonio, Minonno Domenico (bottega ai Volpi), Pandolfelli Nicolantonio e figli Pasquale e Michele (bottega alla piazza), Pandolofelli Salvatore.

Di Donato Pietrantonio e figlio Geronimo (bottega alla piazza), Di Vita Michele, Savignano Pietro e fratello. Felice.

Tura Silvestro

 

De Maio Angelantonio, D’Orso Gregorio e genero De Maio Angelo, Favagno Niccolò, Giliberti Angelo di Tommaso, Guarino Giulio,

 

 

 

 

 

 

Luoghi pii censiti a Solofra

*

Chiesa matrice

 

·       Collegiata di S. Michele Arcangelo (S. Angelo Strada Vecchia)

 

Monasteri

 

·       Monastero di S. Agostino a Capopiazza con Chiesa.

·       Monastero di S. Domenico "in località di campagna" con Chiesa

·       Monastero di S. Teresa al Sorbo con Chiesa.

·       Monastero di S. Chiara e S. Maria delle Grazie a Pie’ S. Angelo.

·       Monastero dei Cappuccini a S. Maria delle selve.

 

Chiese autonome

 

·       Chiesa di S. Maria delle Grazie (Pie’ S. Angelo)

·       Chiesa di S. Maria di Loreto (Sorbo)

·       Chiesa di S. Giacomo (Capopiazza)

·       Chiesa di S. Maria del popolo (Forna)

·       Chiesa della SS Annunziata (Caposolofra)

·       Chiesa di S. Maria degli Afflitti (Caposolofra-Capopiazza)

·       Chiesa di S. Andrea (S. Agata di Solofra)

·       Chiesa di S. Maria del Carmine (Toro)

·       Chiesa Ascensione di nostro Signore (Balsami)

·       Chiesa di S. Maria della Consolazione ("eretta in campagna al Galdo")

·       Chiesa di S. Maria di Costantinopoli (Volpi)

·       Chiesa dello Spirito Santo (Volpi)

·       Chiesa "ossia ospedale sotto il titolo di S. Croce" (Strada Vecchia)

·       Chiesa di S. Maria del Soccorso ("eretta in campagna poco discosto dal casale Toppolo")

 

 

Benefici

 

·       Beneficio di S. Sebastiano al Toro sottano (Chiesa)

·       Beneficio della Speranza di jus patronato della famiglia Iuliano (Chiesa)

·       Beneficio di S. Nicola di Bari di jus patronato della famiglia di Donato al Toro (Chiesa)

·       Beneficio S. Giovanni Battista jus patronato della famiglia Vigilante (Chiesa).

·       Beneficio S. Maria della Misericordia alla Fratta (Chiesa).

·       Beneficio S. Maria del Carmine eretto nella Chiesa di S. Giuliano di jus patronato della famiglia Vigilante.

·       Beneficio di S. Maria dell’Arco nella parrocchiale chiesa di S. Andrea Apostolo a S. Agata di Solofra.

·       Beneficio del SS Crocifisso eretto nel casale Sorbo (Chiesa).

·       Beneficio della Consolazione del Vicinanzo di jus patronato della fam. Grimaldi (Chiesa).

·       Beneficio sotto il titolo di S. Lucia in località fontane sottane (Chiesa).

·       Beneficio di S. Francesco di Assisi eretto nella Chiesa di S. Giacomo di jus patronato della famiglia Murena.

·       Beneficio dello Spirito Santo eretto nella Chiesa di S. Andrea.

·       Beneficio Spirito Santo jus patronato famiglia Troisi (Chiesa)

·       Beneficio dell’Immacolata Concezione nella Chiesa di S. Giuliano.

·       Beneficio S. Maria di Porto Salvo jus patronato della famiglia di Giuseppe Petrone nella Chiesa dello Spirito Santo.

·       Beneficio di S. Maria di Porto Salvo nella Chiesa di S. Maria del Popolo.

·       Beneficio del SS. Rosario nella Chiesa dello Spirito Santo.

·       Beneficio di S. Gaetano jus patronato famiglia Gabriele Petrone nella Chiesa di S. Rocco.

·       Beneficio S. Carlo ius patronato famiglia Garzillo nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

·       Beneficio S. Filippo e Giacomo jus patronato famiglia Fasano nella Collegiata S. Michele Arcangelo.

·       Beneficio S. Giovanni Battista jus patronato famiglia Guarino nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

 

Confraternite

 

·       Confraternita della SS. Annunziata del casale di S. Agata di Solofra (Chiesa).

·       Confraternita di S.  Maria della pietà nella Chiesa di S. Giovanni Battista.

·       Confraternita SS. Annunziata (Chiesa).

·       Confraternita SS. Salvatore eretta nella Chiesa della SS. Annunziata.

·       Confraternita del SS. Sacramento eretta nella Chiesa di S. Giuliano.

·       Confraternita Ascensione nella Chiesa di S. Croce.

·       Confraternita di S. Rocco (Chiesa)

·       Confraternita S. Maria dell’Arco nella Chiesa dello Spirito Santo.

·       Confraternita S. Maria del popolo nella Chiesa omonima.

·       Confraternita Monte della Pietà nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

·       Confraternita Immacolata Concezione nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

  

Cappelle

 

·       Cappella della SS. Trinità eretta nella Chiesa di S. Giuliano.

·       Cappella di S : Matteo di jus patronato nella Chiesa di S. Giuliano.

·       Cappella di S. Maria della Neve, Grancia dell’Ospedale di S. Croce a Turci (Chiesa)

·       Cappella di S. Caterina jus patronato della fam. Di Gregorio Giliberti (Chiesa).

·       Cappella S. Maria Addolorata nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

·       Cappella del Sacro Monte dei Morti nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

·       Cappella di S. Basilio nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

·       Cappella del SS. Sacramento nella Collegiata di S. Michele Arcangelo.

 

Mense arcipretali e parrocchiali

 

·       Mensa Arcipretale (Primiceriale) del Collegio di S. Michele Arcangelo

·       Mensa parrocchiale del Canonico della Chiesa di S. Giuliano

 

Massa

 

·       Massa comune del Collegio di S. Michele Arcangelo (12 canonici e 6 Mansionari)

·       Massa comune dei sacerdoti Mansionari del Collegio di S. Michele Arcangelo.

 

Monti laici

 

·       Monte della famiglia di Pompilio Vigilante.

·       Monte della Famiglia Landolfi.

·       Monte della famiglia di Gregorio Giliberti.

·       Monte della famiglia Iuliani.

·       Monte della famiglia Giannattasio.

·       Monte della famiglia Verità.

·       Monte della famiglia Papa

 

Sacerdoti

 

Bari Francesco, Buongiorno Giustino, Buongiorno Luca, Caropreso Gennaro, Ciccarello Soccorso (clerico), Corona Niccolò (novizio), Corona Gennaro (canonico), Corona Salvatore, Corona Tommaso, Di Donato Stefano, Di Maio Niccolò, Di Maio Vincenzo (clerico), Ferrara Felice, Ferrazzano Geronimo (accolito), Ferrazzano Michele Arcangelo (accolito), Ferrazzano Orazio, Fiordalisi Pompilio, Garzillo Angelo (clerico), Garzillo Angiolo Santo (clerico), Garzillo Carlo, Garzillo Carmine Filippo, Garzillo Francesco Antonio, Garzillo Giovanni (clerico), Garzillo Giuseppe, Garzillo Marco, Garzillo Niccolò, Garzillo Onofrio, Garzillo Taddeo, Giannattasio Domenico, (canonico), Giannattasio Giuseppe, Giannattasio Michele, Giannattasio Taddeo (novizio), Giaquinto Giuseppe (parroco), Giliberti Alessandro, Giliberti Andrea, Giliberti Angelo, Giliberti Carmine, Gilliberti Ciriaco, Giliberti Domenico, Giliberti Domenico, Giliberti Donato, Giliberti Ferdinando, Giliberti Fiorentino, Giliberti Francesco, Giliberti Giovanni (canonico), Giliberti Giuseppe, Giliberti Matteo, Giliberti Mattia, Giliberti Niccolò (accolito), Giliberti Orazio, Giliberti Rinaldi (canonico), Giliberti Salvatore (novizio), Giliberti Sebastiano (novizio), Grassi Agostino (canonico), Grassi Francesco, Grassi Paolo (novizio), Grassi Pasquale (novizio), Grassi Pasquale, Grimaldi Arcangelo, Grimaldi Emilio, Grrimaldi Fabio, Grimaldi Flavio, Grimaldi Giovanvittorio (novizio), Grimaldi Giuliano (parroco). Grimaldi Pasquale. Grimaldi Taddeo, Guarino Bartolomeo, Guarini Carmine, Guarini Carmine Antonio, Guarini Domenico, Guarino Felice, Guarino Ferdinando, Guarini Francesco, Guarino Gio Antonio, Guarini Gio. Massilio, Guarini Giangrazio, Guarino Giuseppe (clerico), Guarino Matteo, Guarini Nicolantonio, Guarino Nunziante, Guarini Vincenzo (chierico), Vigilante Ciriaco, Vigilante Francesco, Vigilante Francesco, Vigilante Giambattista, Vigilante Rocco (diacono), Vigilante Salvatore, Vigilantte Sebastiano (chierico), Ziccardi Vincenzo (clerico).

 

 

 

 

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