Antonella Russo

 

 

 

 

 

Un caso che ha meritato la Medaglia d’oro al valor civile post mortem

 

 

 

Nata a Solofra nel 1984 da Francesco e Lucia De Stefano, Antonella si mostra subito una bambina vivace e intelligente, al centro delle attenzioni dei genitori e della sorella maggiore. La perdita del padre ad appena 10 anni le fa affrontare la vita con maggiore consapevolezza del suo ruolo di sostegno affettivo accanto alla madre rimasta sola con due bambine piccole. Affronta gli studi con ottimi risultati, si diploma nel settore turistico e fa le prime esperienze lavorative, senza tralasciare gli studi all’Università di Salerno presso la facoltà di Lingue e Letterature straniere per il turismo culturale.

Intenso è il rapporto con la madre e la sorella, intessuto di affetto e profonda confidenza e, quando questa si sposa, lei sente più forte la necessità della sua presenza filiale accanto alla madre.

Nella stesso tempo vive la vita di giovane studentessa con gli amici della sua età, con cui intesse ampi rapporti permeati di altruismo e generosità.

Quando dopo molti anni di vedovanza la madre decide di riempire la sua solitudine di donna con un compagno, Antonella ne è contenta ben consapevole che, quella donna che aveva dedicato tanti anni alle due figlie, ormai grandi, avesse bisogno di un diverso appoggio.

Era però sempre attenta e vigile, e, quando si accorge che quell’uomo, ormai padrone nella casa di due donne, ha verso la madre manifestazioni di brutale prepotenza ed aggressività, non ha alcun timore ad affrontarlo chiedendo rispetto per e per la madre.

Sono queste giuste ragioni a dar vita alla violenza omicida dell’uomo che si rivolge contro chi aveva osato rivendicare ciò che spetta ad ogni donna.

 

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Questa delicata figura di giovane è descritta da chi l’ha avuta vicino, giorno per giorno. La sua triste fine è raccontata da chi non può cancellare dalla mente che al posto di Antonella poteva esserci lei. Dal racconto emerge un’altra figura di donna forte e coraggiosa, quella dell’autrice, che ha voluto con questo diario di vita con la figlia, arricchito da foto ed ogni altro documento che le riguarda, come la tesi di laurea che avrebbe dovuto discutere a breve, non perderne la memoria.

 

Un grido di accusa contro ogni prepotenza

 

 

La tragica fine di questa giovane vita ha provocato un forte rammarico in tutta la popolazione solofrana e in tutta Italia.

Il suo caso è stato trattato a livello nazionale ed è documentato nel libro testimonianza.

 

 

 

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