Aurelio Guarino detto Ronca
(ASA, Notai, anni 1521-1532)
5 gennaio
1521. (f. 26r).
Locatio
apotheca di Giliberti Marangelo. T: Antonio Migliore, Golio Troisio,
Paulo Alfano.
1521 marzo 20.
(f. 53v).
Hercole de Troisio con i fratelli Francesco,
Giovanni e Paolo dichiara di aver ricevuto da Alessandro de Giaquinto uno
spanditoio, dove una volta c’era una bottega di conceria diruta e dove ne ha
costruito una nuova fabrita de super et
de supta cum astraco, che confina col vallone, alias fiume, e con i beni
di Gilforte Ronca e che deve essere divisa tra i fratelli.
Idem. (f. 54r).
Locatio apotheca a favore di Capuano Giliberti da parte di Catanio
Giliberti, della madre Angela Vigilante moglie del fu Rainaldo (mundoaldo
Gentile Giliberto) di una rata di una bottega
arte conceria indivisa (1/3 di P. Cola Alfano) sita al Fiume, confinante con la bottega di Germano Giliberto con spanditoio
altri suoi ajmenti dove può lavorare ad annua pensione incominciando dalla
festa di ogni santo di novembre durante il quale tempo Capuano non può
stipulare altra convenzione, né sublocare
né farenge lavorare altri senza licenza eccetto che facesse compagni, non
deve far lavorare alcuno della linea Giliberti, può tenere come compagno Marco
de Federico, rendere la parte a P. Cola Alfano e agli altri due pagare
habitando solvendo. G: Evangelista Giliberto. T: Germano Giliberto, Paulo
Landolfi, Delettuoso Guarino, Marino Caropreso.
1521, maggio 11. (f. 82r).
Alessandro de Bonojuorno dichiara che va girando e vendendo per l’uso di un
capitale di once 10 di Pietro de Vigilante fino a tutto giugno e che tiene
anche locata una potheca di Ungaro
Pirulo per ducati 6 ½. G: Bello Ronca. T: Fumillo de Graziano, Scipione de
Donato.
1521, giugno 27. (f. 101r).
Convenzione tra i fratelli Leonardo, Geronimo e
Pasquale de Vigilante col fabbricatore magistro Cesare de Guarino per la
costruzione di una potheca de consaria,
a lo fiume tra i beni di Antonio de
Pirulo e Mattiunzo de Garzillo, con patto di fare beni i calcinari, i cantari e lle astrachene e con una spesa di ducati
23. G: Luca Ronca.
1521, settembre 28. (f. 145v).
Convenzione tra Cola de Jannettasio e i maestri
fabbricatori Cesare, Giovanni e Costantino de Guarino per la costruzione di una bottega di conceria nell’orto di sua
proprietà con 70 travi di fabbrica. G: Luca de Jacobatis.
Idem. (f. 146r).
Convenzione tra Antonio e Delettuoso Jacobatis e
suddetti fabbricatori per la costruzione di tre poteche de fabrita a la piazza. G: Luca Ronca. T: Adante Fasano,
Palamidesso Guarino.
1521, ottobre 1°. (f. 147r).
Annibale Ronca affitta ad Adamante de Parrello
metà bottega artis consaria con
spanditoio, indivisa col nipote Pasquale Ronca, sita al Fiume tra i beni di Domaschino Ronca e di Nardo Ronca, con l’uso di
ajmenti, tine e tabula da regoliare
per ducati 5 da pagare a rate ogni 4 mesi, col patto di prendersi anche l’altra
metà della bottega. G: Domenico de Garzillo.
1521, ottobre 21. (f. 151r).
Nardo de Todaro, presente Razulina sua moglie, e
il figlio Aurelio stipulano con Albenzio de Giliberto un contratto per ducati
20 per l’uso di una conceria sita ai Burrelli
tra la via pubblica e l’abitazione di Nardo, con patti per l’uso dello
spanditoio e per l’ampliamento della conceria
nel cortile del Todaro. G: Palmisano de Troisio. T: Evangelista de Giliberto,
Inaurato de Donato, Antonio de Troisio, Giosia Savignano, Sabato Coramino.
1521, novembre 26 (sic). (f. 179r).
Annibale Ronca loca per ducati 5, da pagare ogni
4 mesi per un anno, al messere Antonello e ad Adamante de Parrella, una bottega di conceria, posseduta
indivisa con Pasquale e Giovanni Ronca e con Princivallo de Caropreso, posta
lungo la via pubblica e confinante con i beni di Domaschino e Nardo Ronca, che
è fornita di acqua, spanditoio e altri stabili necessari per detta arte, col
patto che tutti gli ajmenti necessari
siano comprati a sue spese. G: messere Galieno Fasano, venerabile Jacobo Ronca,
Luca Garzillo, Ludovico Ronca, Galante de Ciccarelli.
1522, gennaio 5. (f. 195r).
Venerabile Cosmo Ronca stipula con magistro
Ioannello e Cola de Petrone un patto per la costruzione, entro agosto, di due apothece in località la corte sotto S. Angelo, confinanti con la via pubblica, che
fitta agli stessi per tutta la vita, col patto, per il cappellano, di mantenere, regere et riparare. T: notaio
Pascale de Giliberto, Delettuoso Donato, Hercole Troisio, Salvatore Pirulo.
1522,
marzo 5. (f. 218r).
Pasquale de Giliberto vende per once 11 e tarì 15
a Ippolito de Giliberto una apothecam
scandolis sopram iuxta dittam plateam et cum iuribus et usis, col patto di
tenerla bene.
1522, marzo 21.
(f. 221v).
Paolo de Pirulo fitta per 3 anni e 3 mesi e per d
16.0.7 ad Jacobo de Benedetto la sua terza parte di una bottega artis contrarie, sita al fiume cum spanditoio, aqua, quatuor tinis et aliis
aymentis solitis et consuetis pro usu ditte contrarie, confinante con i
beni di Marco ed Antonio de Pirulo, e che è integra ed indivisa con Giosia e
Ungaro de Pirulo; con il patto che a carico del locatario sono le spese di
manutenzione ed anche la possibilità di poter usare la bottega. G: Ballo Ronca.
T: Battista de Guerrieri, magistro Silvestro Chianette, Matteo Ronca.
1522, aprile 26. (f. 240v).
Nobile Alberano Fasano loca a Leonardo de
Vigilante per due anni quamdam apothecam
cum quod terreno retro sitam in platea puplica iuxta ditta platea, iuxta bona
de Pascale de Ronca cum omnibus juris per ducati 8 di cui riceve subito d 6
mentre il resto dopo aver fatto degli accomodi. G: Messere Valerio de Giudice.
T: Angelo de Mosè Guarino, Giovanni de Bonojuorno, Jacobo de Ronca, Luca de
Guarino.
1523, agosto 13. (ff. 27r,v).
Compromesso tra Annibale de Giliberto e Vallarano
de Caropreso erede del fu Adasso per l’uso di una bottega di conceria in divisa tra di loro, che sono buoni amici e
consanguinei, sita in località fiume
e confinante col vallone e con altri beni degli stessi, per prorogare il
termine della convezione fatta con nobile G. Cola de Vicariis di Salerno u. j.
d. per migliorare l’attività. G: Giulio de Gentile Guarino. T: Annunzio de
Alfano, Marco Caropreso, Battista de Sabato Caropreso, Adario de Titulo, Luca
Ronca.
1523, settembre 3. (f. 47r).
Annibale Giliberto dichiara di aver comprato, per
notaio Pasquale de Giliberto, da Adasso de Caropreso, padre di Vallarano, metà bottega di conceria, sita al fiume e confinante col suo spanditoio e
con beni del Caropreso; poiché l’altra metà è di sua proprietà, non vuole ad
essa sia poggiata la bottega di conceria del Caropreso il quale afferma che
aggiusterà la parte a beneficio dell’una e dell’altra bottega. G: Cesare de
Morena. T: Bindo de Giliberto, magistro Francesco de Ginolfo, Sabato de
Ginolfo, Antonio de Ginolfo di S. Agata di Serino.
1523, ottobre 11. (f. 66r).
Composizione della discordia, per precedenti atti
fatti dai notai Ottaviano de Caropreso e Pasquale de Giliberto, e convenzione
tra Annibale de Garzillo e Vallarano de Caropreso per l’uso di uno spanditoio,
sito a lo fiume, che il fu Adasso Garzillo aveva venduto al Caropreso insieme alla bottega di conceria, confinante col
vallone a nord, con un terreno a latere
di Cortese e M. Antonio de Vigilante, in cui si stabilisce il passaggio per
detto spanditoio con bestie carreche et
scarreche per accedere allo spanditoio della bottega nuova del Caropreso,
sita in località lo campo e alla
bottega nuova del Garzillo, con vari patti per la riparazione e manutenzione
della comune via che corre lungo il fiume. G: Jacobo Ronca. T: Taddeo Ronca,
Vertenoro de Petrone, Nicola de Giliberto, Arcangelo de Vigilante, Raimondo de
Guarino, Arcangelo de Parrello, Leonardo de Tura, G. Battista de Parrello.
1523, novembre 10. (ff. 88r,v).
In relazione alla convenzione stipulata
tra i fratelli hn Leonardo, Hieronimo e Pasquale de Vigilante con magistro
Francesco de Paladino di Montoro ma abitante a Solofra per la fornitura di
tutto il legname lavorato per la bottega
di conceria, sita a lo fiume e
confinante con i beni degli stessi, secondo como
appare propre una lista scripta fra epsi per mano et mezo del vn Iacobo Ronca
de Solofra et ancora secondo appare per una polizza notarile in cui si
evince che Francesco ha ricevuto d 14 su d 43 pattuiti oltre ad uno paio de bovi domati uno de pilo lumbardo e laltro
de pilo bianco, si stabilisce che
il Paladino deve ancora fornire la bottega di porte e finestre, di tutte le
opere in legname ben lavorati atti a
tenere acqua. G: Giulio de Gentile Guarino. T: Angelo de Mosè Guarino, Alessandro
de Bartolomeo Guarino, Petruzo de Parrello, Perri de Minico Ruberto di Serino.
1523, dicembre 7. (ff. 104r/v).
1. Raimondo de Giliberto
dichiara di avere in possesso una bottega
di conceria cum arno seu cacavo, cum tinis pro ditta arte et aliis ajmenti pro
uso et exersitio ditta apotheca et arte contrarie con una parte di una
fonte a servizio della bottega, con una
parte di cortile in cui scorre un rivum con
acqua fluentis ex flumine vivo detto
l’acqua de lo molinello che per metà
è destinata per uso della bottega e l’altra metà deve essere usata da un’altra
bottega di Raimondo, con una rasula de
terra detta lo spanditoio confinante a ponente e a levante con beni di P.
Angelo e Paolo de Tore Garzillo e di Annunzio de Guarino. Detta bottega con le
sue pertinenze è sita nel casale lo fiume in località lo
toppolo confinante con l’altra bottega di Raimondo, con la bottega e lo
spanditoio di Colantonio e Giovanni de Giliberto con altri beni dei detti
Garzillo e Guarino, col vallone liarvo a
sud. Lo stesso dichiara di venderla per once 36 a Germano de Giliberto con
diritto di passaggio, di ampliare la bottega e fare una nuova via con una scarpa seu padamento fabrito, con
l’impegno di rifare lo spanditoio ogni volta che il fiume lo guasta, di
lasciare per tre anni gli attuali locatari, Nardo e Sabato de Federico, mentre
Raimondo pagherà lo pesone.
2. Raimondo de Giliberto asserisce che gli fu concessa da Annunzio
de Guarino e da P. Angelo e Paolo de Tore Garzillo di far passare nei loro beni
un rivo che porta acqua nel proprio
spanditoio e in quello di Germano dal liarvo,
concessione che egli estende ai beni di Ciardo de Giliberto.
3. Germano de Giliberto
dichiara di aver ricevuto da Raimondo de Giliberto once 14 da estinguere in tre
anni. G: Palmisano de Petrone. T: Hercole de Tore Garzillo, Jacobo di Amelio
Guarino, Amelio de Guarino, Giulio Corona, Carlo de Garzillo, Federico de
Federico, P. Cola de Amelio Guarino, Maco de Domaschino Ronca, Pasquale de
Gilberto Ronca. (Cassato il 4 febbraio 1524).
Idem. (f. 108).
1. Venerabile Battista de
Pellegrino Giliberto concede per once 29, di cui ne riceve 12, a Pellegrino de
Caropreso la propria metà di una bottega di conceria, che egli possiede con
Vallarano de Caropreso, sita in località lo
campo e confinante con i beni di Annibale de Giliberto e dello stesso
Vallarano con patto di fare arte
contraria e di portare acqua dal fiume delle bocche.
2. Il detto Giliberto riceve
da Vallarano de Caropreso ducati 15 che restituirà alla fiera di Atripalda.
T: Palmisano Petrone,
venerabile Paolo Papa, Angelo de Mosè Guarino, Ludovico Ronca, Gabriele
Guarino.
1523, dicembre 12. (ff. 112r,v).
Divisione della bottega e
dello spanditoio di Vallarano de Caropreso e Battista de Giliberto sita in località
lo campo e confinante con i beni di
Annibale de Giliberto, Cortesio de Vigilante e M. Antonio de Vigilante ove sono
indicati i termini del nuovo confine fino alla ripa dei beni di Vallarano dove ave
comenzato ad fare vingna, con impegno per le spese e per tenere la via. G: P. Antonio de
Garzillo. T: Alessandro de Giaquinto, Arcangelo de Jannettasio, G. Luca de
Maffei, mgs Cesare de Morena, Mattiunzo de Garzillo, Giosia de Garzillo.
1523, dicembre 12. (f. 113r).
Battista e Pellegrino de
Giliberto vendono pro fustem a Potente
Morena e Nicola de Rubino una apotheca
arte contrarie cum spanditoio ante e corso d’acqua, indivisa con Vallarano
de Caropreso proprietario della restante parte, con patto che il Giliberto può
usarla con lo spanditoio, la vigna, la rata
in capo de lo spanditoio di Bello de Giliberto e il condotto che va al vallone, per once 12 tarì 15 con possibilità di
rinnovo della donazione.
1523, dicembre 16. (f. 114r).
Germano de Giliberto locò una bottega per 10 anni con atto del notaio
Pasquale de Giliberto, ora ne chiede la restituzione. G: Julio de Gentile
Guarino.
Idem. (f. 114v).
Vallarano de Caropreso
dichiara di possedere ½ bottega con
spanditoio e acqua corrente, confinante con i beni di Annibale de
Giliberto, di Cortese e M. Antonio de Vigilante, che consegna a Nicola de
Rubino e magistro Potente Morena per ducati 27, mentre si impegna di dare i caccavi e di pagare tre tine de la arte che dovrà far fare il Rubino il quale sottrarrà
la spesa dalle ultime paghe. G: Rainaldo de Giliberto. T: Angelo de Mosè
Guarino, Pietro Vigilante, Fante de Barberio Guarino, Leone de Troisio,
Antonello de Tura, Nicola de Julio Guarino, Clemente de Giliberto.
1524, gennaio 26. (f. 139r).
Venerabile Ciardo de Guarino afferma di aver
locato per dieci anni una bottega con
impegno di riparazione a Goliuso de Caravita, abitante di Solofra per ducati
40, alla ragione di ducati 4 l’anno, che ora rinnova. G: Angelo de Parrello. G:
Matteo de Troisio di S. Agata, Cortesio de Giliberto, mgs Silvestro Longobardo,
mgs Adante Fasano.
1524, febbraio 1°. (ff. 143r,v-144r).
1. Raimondo de Giliberto afferma che nella terra
di Gentile de Giliberto, confinante con i beni di Bartolomeo de Garzillo, di
Domaschino Ronca, de Vallarano de Caropreso e del notaio Ottaviano de Caropreso,
passa un condotto fabrito che porta
l’acqua dal fiume nella apotheca di
Germano de Giliberto e che questo giunge fino alla sua bottega, detta la potheca nova, sita nel casale de lo fiume e
confinante con la potecha di Germano,
i beni dello stesso Raimondo, di Gentile e di Altobello de Giliberto e col
fiume. Afferma ancora che concessioni e patti per l’uso dell’acqua a titolo daptionis in solutum furono dati, in uno
strumento del nt Ottaviano de Caropreso, da Nicola de Garzillo, figlio del fu
Mazzeo, al fratello Mario e poi da questi al fratello Raimondo, che si
riferivano alla sua potheca vechia che
ora è di Germano, fittata all’altro fratello Gentile e al figlio Altobello.
Dopo molti anni si stabilisce che è lecito a Raimondo portare l’acqua nella
terra de li marduni. G: Altobello de
Vigilante. T: Gio. de Giliberto, Valerio de Giliberto, P. Angelo de Giaquinto,
Colantuono de Giliberto, Bello de Giliberto, Luisi de Civita de Cippaloni.
2. Mutuo tra i detti due de Giliberto di d 6 da
estinguere alla fiera di Salerno.
1524, marzo 9.
(f. 170v-173r).
Raimondo de Giliberto afferma di aver avuto da
Bindo de Giliberto e dai figli Pompeo, Polidoro e Cosimo, in solutum, per nt
Ottaviano de Caropreso, una bottega di
conceria, sita al fiume e
confinante con i beni di Colantonio e Giovanni de Giliberto e con la bottega di
Bindo Giliberto da essi a loro volta avuta da Ciardo de Giliberto e dal fu
Fiorillo, anch’essa in solutum per
notaio Pasquale de Giliberto. Ora, essendosi estinto il debito, per la
restituzione del bene, si viene ad una convenzione in cui si assorbe anche una sentenza arbitraria per l’uso
dell’acqua.
1524, aprile 15. (f. 196r).
Alessandro de Giliberto stipula un contratto per
il matrimonio della figlia Laura con Arcangelo de Jannettasio, assegnandole una
dote di once 12, di cui ducati 3 in corredo e ducati 6 in denaro, da versare
dopo la celebrazione della cerimonia, che è a carico dello sposo, il quale le
assegna l’antefato ad usum Solofre.
Il Giliberto permette inoltre allo sposo l’uso di una sua bottega, sita al fiume
con l’uso di 2 tine, di un calcinaro
gratis e di ajmenti per l’esercizio della stessa, mentre le altre due tine e i restanti ajmenti sono in potere del donante, e con la facoltà di poter
comprare l’uso di altre tine e ajmenti che
sono nella stessa bottega o che ad Giliberto piacerà comprare. Si stabilisce
inoltre che l’uso della bottega è per due anni, di cui in uno Alessandro può
lavorare cum sociis e in un altro sine sociis solo con garzoni; che se il
matrimonio si scioglie per morte della moglie, il Jannettasio lascerà la potheca, eccetto le tine in suo potere;
che i figli non possono chiedere lo
pesone de ditta potheca per tempo che nge ave lavorato ma quillo pesone ex
titulo donatione che il Giliberto fa al genero. G: Giulio de Gentile
Guarino. T: Ludovico Ronca, diacono Jacobo Ronca, Alessandro Ronca.
1523, dicembre 20. (f. 115v).
Alfonso de Graziano, la moglie
Allegrezza de Amore, i mundoaldi Pellegrino de Caropreso e Ferdinando de Amore,
danno per ducati 42 a Giulio Corona una casa a due piani cum astracatam coperta di scandolis, con supporto e terreno avanti detta la
potheca, sita in località fontane soprane e confinante con la via,
con i beni di Annibale de Minada, comprati da Tommaso e M. Antonio de Pirulo,
per nt Pasquale de Giliberto, su cui ci sono gli iura dotalia di Allegrezza con il diritto di prelazione a favore
dei Pirolo. G: Salvatore de Garzillo. T: Alessandro de Graziano, Sinibaldo de
Rutolo Guarino, Valerio de Graziano, Paolo de Alfano, Hettore de Graziano,
Persiano de Garzillo.
1523, dicembre 20. (f. 119r).
Alfonso de Graziano dichiara
di aver avuto la dote della moglie, Allegrezza de Amore, dai fratelli di lei,
Alessio e Luca, su una bottega per
ducati 42 che vende a Giulio Corona con vari patti tra cui quelli di fare altri
ambienti e col rinnovo dei patti matrimoniali secondo i capitoli e le
consuetudini di Solofra e con la fideiussione di Cola de Graziano.
1524 [1523], dicembre
ultimo. (f. 121v).
Avendo honorabile Ciardo de
Giliberto, del fu Fiorillo, nei tempi passati comprato in solutum, per nt
Pasquale de Giliberto, da egregio Brundo de Giliberto, con l’intervento del
figlio Pompeo e con vari patti, una bottega
di conceria con spanditoio, e poiché la vendette a Raimondo de Giliberto e
questi a Germano de Giliberto, senza la presenza di Pompeo lontano, lo stesso
chiede a Brundo di fare in modo che Pompeo, nonostante l’atto, si rivolga al
consiglio di un saggio. G: Palmisano de Petrone. T: Evangelista de Giliberto,
Alfonso de Garzillo, Valerio de Giliberto, Brando detto accetta.
1524, gennaio 3. (ff. 122r,v).
Convenzione e patti tra il
notaio Pasquale de Giliberto e magistro Luca Orciolo di Aiello di Atripalda per
la costruzione di una calcara, alta e
larga 20 palmi, da terminare entro febbraio con pagamento di ducati 5.5 per
spese e fatiche e con l’impegno del
Giliberto per la costruzione della fossa. G: nobile Adante Fasano. T: Vitale
Ronca, L. Antonio de Landolfo, Colantonio de Giliberto, Nicola de Gentile
Garzillo, Battista de Marco Caropreso.
1524, gennaio 7. (f. 127r).
Nicola de Rubino locò da
Vallarano de Caropreso metà bottega di
conceria, sita al fiume in
località lo campo e confinante con
beni di Vallarano e con la bottega di Annibale de Giliberto, pro iure congrui Nicola prese anche
l’altra metà bottega di proprietà di Annibale de Giliberto, che chiede che lo
stesso si impegni a non sublocare o traferre
in alieno dominio ed altri patti. G: Palmisano Petrone. T: messere Galieno
[ ?], Antonio Troisio, Carlo de Colella Guarino, Corasino de Giliberto,
Matteo de Garzillo.
1524, gennaio 26. (f. 139r).
Venerabile Ciardo de Guarino
afferma di aver locato per dieci anni una bottega
con impegno di riparazione a Goliuso de Caravita abitante di Solofra per ducati
40, alla ragione di ducati 4 l’anno, che ora rinnova. G: Angelo de Parrello. G:
Matteo de Troisio di S. Agata, Cortesio de Giliberto, magistro Silvestro
Longobardo, magistro Adante Fasano.
1524, marzo 9. (f. 170v-173r).
Raimondo de Giliberto afferma di aver avuto da
Bindo de Giliberto e dai figli Pompeo, Polidoro e Cosimo, in solutum, per notaio
Ottaviano de Caropreso, una bottega di
conceria, sita al fiume e
confinante con i beni di Colantonio e Giovanni de Giliberto e con la bottega di
Bindo Giliberto da essi a loro volta avuta da Ciardo de Giliberto e dal fu
Fiorilli, anch’essa in solutum per
notaio Pasquale de Giliberto. Ora, essendosi estinto il debito, per la
restituzione del bene, si viene ad una convenzione in cui si assorbe anche una sentenza arbitraria per l’uso
dell’acqua.
1524, marzo 26.
(f. 178r).
Cola de Pirulo vende pro fustem per ducati 12 ad honorabile Ascanio de Grimalda una bottega fabrita sita al Vicinanzo
e confinante con i beni di Ungaro de Pirulo con la via, con vari patti. G: M.
Antonio de Pirulo. T: Julio Ronca, Ragone de Guarino, Antonio de Pirulo,
Gregorio de Pirulo, Bazino de Pirulo, Lisi Corona.
1524, aprile 15. (f. 196r).
Alessandro de Giliberto stipula un contratto per
il matrimonio della figlia Laura con Arcangelo de Jannettasio, assegnandole una
dote di once 12, di cui ducati 3 in corredo e ducati 6 in denaro, da versare
dopo la celebrazione della cerimonia, che è a carico dello sposo, il quale le
assegna l’antefato ad usum Solofre.
Il Giliberto permette inoltre allo sposo l’uso di una sua bottega, sita al fiume
con l’uso di 2 tine, di un calcinaro
gratis e di ajmenti per l’esercizio della stessa, mentre le altre due tine e i restanti ajmenti sono in potere del donante, e con la facoltà di poter
comprare l’uso di altre tine e ajmenti che
sono nella stessa bottega o che ad Giliberto piacerà comprare. Si stabilisce
inoltre che l’uso della bottega è per due anni, di cui in uno Alessandro può
lavorare cum sociis e in un altro sine sociis solo con garzoni; che se il
matrimonio si scioglie per morte della moglie, il Jannettasio lascerà la potheca, eccetto le tine in suo potere;
che i figli non possono chiedere lo
pesone de ditta potecha per tempo che nge ave lavorato ma quillo pesone ex
titulo donatione che il Giliberto fa al genero. G: Giulio de Gentile
Guarino. T: Ludovico Ronca, diacono Jacobo Ronca, Alessandro Ronca.
1527, gennaio 12. (f. 5v).
Locatio seu
condutio apotheca da parte di Nicola Rubino della bottega di Vallarano Caropreso,
sita al casale fiume in località lo campo e confinante con i beni di
Annibale Giliberto, con metà bottega di Potente e Cesare Morena. Con l’aumento rispetto
ai ducati 8 del 1524 a ducati 33 e con la partecipazione di honorabile Cesare
Morena. G: Agnello Parrello. T: Matteo de Garzillo, Vertenoro de Garzillo,
Marco de Garzillo, Pellegrino de Petrone.
1527, gennaio 19. (f. 7r).
Locatio
apotheca subtus astracata cum supporto ante sita alle fontane
soprane e confinante con i beni di Balio [Annibale] de Minada e con
un’altra domus supta dittam astracatam
locata ad altri, da parte di honorabile Giulio Corona a Marco Antonio Pirulo
per 14 anni. G: Francesco Pirulo. T: Antonio Garzillo, Cortese Garzillo,
Alessandro de Liotta, Ferrante Graziano, P. Angelo Graziano.
1527, gennaio 20. (f. 11v).
Divisione tra i fratelli Ercole, Andrea e Angelo
de Liotta di una casa terranea con cortile, sita alle Fontane soprane e di un terreno arbustato con viti latine e vigna
contigua, sita alo cerzito,
confinante con la corte de Garzillo, con beni del notaio Altobello Garzillo e
fratelli e col vallone (gravata di un reddito alla curia di Solofra di grana
4). La prima parte è la casa terranea detta lo
vottaro con il cortile, confinante con i beni di Jacobo de Liotta, con le
case degli eredi del fu Belardino Liotta, con astraco e cellari. Ci si accorda
affinché i beni restino in famiglia. G: Angelo Parrella. T: venerabile Cosmo,
lo arciprete, magistro Annibale de Minada, Persiano de Jannettasio, Lisi A. de
lo andolfo, Antonello Titulo, Antonio de Ottaviano Guarino.
1527, ultimo gennaio. (f. 16r17r).
Convenzione tra i fratelli honorabile Ercole ed
Alessandro de Fiorillo Giliberti col figlio di quest’ultimo M. Antonio per
l’uso della loro conceria, detta la
potheca nova grande con spanditoio, acqua et aliis suis ajmentis, cum supportico spanditorio e suolo ante, sita
al casale fiume e confinante con il
fiume, con un’altra bottega dei Giliberti, con la bottega di Alessandro
Buongiorno, col cortile di Nicola Garzillo, con lo spanditoio di Pellegrino
Caropreso e fratelli, della quale metà spettano ad Alessandro e al figlio.
Accordo per l’uso dello spanditoio che Ercole ha diviso con Alessandro
Buongiorno, dell’altra metà bottega che va verso ponente e che Ercole possiede
col Buongiorno al quale si dà licenza di vendere senza arrecare molestia. G:
Tommaso Ronca. T: Ciardo Giliberti, Belardino Garzillo, Francesco Vigilante,
Salvatore Garzillo, Alberico Giliberto, Antonello Violante, Princivallo
Caropreso, Nicola Garzillo, Palmisano delo andolfo, Alberico Alfano, Marco de
Domaschino Ronca.
1527, febbraio 6. (f. 20r).
Dichiarazione di honorabile Marco de lo Signo,
maestro battiloro et argento di Napoli, nei riguardi di Loisio de Landi e
Sebastiano Bonocore, napoletano battargento, circa la convenzione intercorsa
tra i tre di battere argento ed oro nella
bottega di Solofra con l’impegno di ducati 23 come da obbliganze avute
dalla Gran Corte di Napoli e l’impegno di augmento
dell’arte e di beneficio della società, nella quale il de lo Signo chiede al
Landi e al Bonocore di lavorare e
augmentare secondo i patti. Il Bonocore afferma che egli ha lavorato
secondo i detti 24 ducati mentre c’è il danno del Landi che non lavora. Il
Landi afferma che il danno è invece dei suoi soci che non danno il conto dei
ducati impegnati. G: Luca Ronca. T: venerabile Francesco Guarino, Paulo de lo
Giudice Guarino, Matteo de Ronca, Graziano de Giliberto.
1527, febbraio 7. (f. 20r).
Dichiarazione di Gio Loisio de Landro di Napoli,
che asserisce che Marco de lo Signo di Napoli non ha dato alcun capitale, come
aveva invece asserito a Sebastiano Bonocore che hanno avuto solo ducati 20 per l’oro
che si batte nella bottega di Santo Augustino di Solofra, confinante con la via
con altri beni della chiesa, mentre il Lando fa nella bottega tutto quello che
è necessario secondo quanto stabilito dalla Gran Corte e tutto a sue spese. G:
Evangelista Giliberto. T: Laurenzio Caropreso, Galante de Ciccarello, Andrea de
Andeto Guarino, Luciano de lo andolfo.
n Marco asserisce che egli è
contento di come il Bonocore e il Landro lavorano e che vuole il conto di 23
ducati e non di 20 e che 4 ducati sono stati già consegnati.
n G. Loisio de Landro replica
che essi hanno avuto ducati 20.
n Sebastiano Bonocore afferma
che deve avere i 4 ducati e che non si deve perdere tempo perché c’è il garzone
alla bottega.
n Marco de lo Signo conferma che
i 4 ducati sono stati dati.
1527, febbraio 11. (f. 22v).
Dichiarazione di G. Loisio de
Landro, napoletano, Marco de lo Signo, napoletano, maestro battiauri et argento in cui il de Landro afferma che contro
la convenzione di battere argento nella terra di Solofra con Sebastiano Bonocore,
come da obbligo presso la Gran Corte, sono stati versati solo ducati 20 e gli
altri 4 sono in potere di Ludovico Ronca e di Galante Ciccarello e che senza
denari l’arte non si può svolgere. Il de lo Signo invece afferma che il conto è
stato dato. G: Taddeo Ronca. T: venerabile Francesco Guarino, Matteo Troisio,
Catanio Giliberto, Lorenzo Megliore, Antonio de Andeto Guarino.
1527, aprile 1°. (f. 39v).
Emptio di honorabile Cesare de Morena con Vallarano Caropreso di metà apotheca arte conciaria scandolis copertam
subtus et supta astracatam, sita in località lo campo essendo l’altra metà di Potente Morena e Nicola de Ruberto
e confinante con i beni di Vallarano Caropreso a sud, per ducati 20 che il Vallarano
ha ricevuto con vari patti. G: Brando Grasso. T: Nicola de Rubino, Albentio
Ciccarello, Hercole de Giaquinto di Solofra, Valanzano de lo Litio, lavorante dell’arte delle pelli rosse.
Idem. (f. 40).
Patti tra i due contraenti per
la retrovendita della bottega. Idem giudice e testi.
1527, aprile 8. (f. 45r).
Divisione apotheca de contraria sub astracata con condotto di acqua dal
torrente seu aqua che sorge da Turci,
sita nel casale Fontane soprane
confinante con la via a sud, con il ponte e beni di Pietro Garzillo e fratelli
ad est, col cortile di Stefano Garzillo a nord, tra i fratelli Petrino, Jacobo,
Persiano, Adanese, i fratelli Valerio, Giosia e Ferdinando Garzilli e i
fratelli Hettore e Stefano Garzillo. In detta bottega ci sono due archi fabriti
che la dividono a metà verso il ponte ad est. Si stipulano patti per la
costruzione di muri divisori, per il canale per l’acqua e il passaggio dalla
strada. G: Domenico de Garzillo. T: Cortesio Garzillo, Iannuario Garzillo,
Antonio Garzillo, Bello de Goglielmo Guarino, Hettore Graziano.
1527, aprile 23.
(f. 55v).
Patti tra i fratelli Germano e
Catanio Giliberto e la vedova Angela Violante del fu Raimondo, con honorabile
P. Cola Alfano e Marco Giliberto, mundoaldi e tutori dei figli Pomponio e
Alberino Giliberti per l’uso di una apotheca
de consiaria sita al fiume e confinante col fiume, con la bottega di P.
Cola Alfano, di Catanio Giliberti, di Giulio Ronca, in cui ci si accorda per
l’uso del cortile per il transito e la possibilità di costruire ed alienare. G:
Tommaso Salvatore Ronca. T: Annibale Giliberto, G. Cola Rubino, Paulo
Caropreso, Natale Violante, G. Battista Ciccarello.
Idem. (f.
63v)
Vincenzo Ronca e vn Jacobo Ronca aprono una
situazione debitoria con Pellegrino de Liotta di Montoro di d 12 per l’uso di
una calcara olim cotta da Pellegrino
da chiudere a fine ottobre e il 10 giugno. G: hn Hettore de Giliberto. T: Gioe
Caropreso, Mattiunzo delo Andolfo, Marino Liotta, Sabato delo andolfo.
1527, aprile 29. (f. 64r).
Evangelista Giliberti
asserisce che nei tempi passati Bartolomeo Giaquinto e il padre Bernardo stipularono
un contratto per chiudere una calzoleria
che non fu finita per cui ora dovrà farlo l’altro figlio Evangelista col
pagamento dei danni. G: Mattiunzo Garzillo. T: Alessandro Giaquinto, Loisio
Petrone, Adamiano Grasso, Petro de Violante.
1527, maggio 8. (f. 68r).
Concordia tra Vincenzo de
Roberto Pescatore di Serino e Carlo Verità per l’uso di una buzeria e della relativa sulla carne e
per il pagamento del danno. G: Perri Antonio de Garzillo. T: Cortese Violante,
Palmeri de Arienzo di S. Agata, Alessandro de Bartolomeo Guarino.
1527, agosto 16. (f. 114r).
Locatio a favore di magistro
Galietta de Jacobatis e del figlio Scipione di una domos cum furno et cortinella et aliis aymenti, la archa, la marca ad
cassa, tavoli de chiuppo, co lo gran
migliaro, lo grannoleri, uno copellone, una banchetta de reglia, una botte, uno
gautino da parte di Ippolito de Giliberto, con patti di pagare ducati 8 per
10 anni ogni 4 mesi, di non fare piancha,
né inpiudere (inchiudere) bestie de pianche, né soblocare senza licenza e di
difendere. G: Laurenzio de Petrone. T: Cesare de Troisio, Renzo de
Parrella, dn Angelo de Guarino, Luca de Garzillo, Cosimo de Giliberto.
1527, settembre 15. (125r).
Convenzione tra honorabile
magistro Galietta Jacobatis e Cola e Salvatore de Luca Guarino con la presenza
di Angelo de Luca Guarino per quendam
domore cum cellaro, uno stabulo supporto et cortilio ditta la taberna cum uno
abitaculo subta ditto lo cellario, sita nella platea pubblica e confinante con i beni di magistro Galietta de
Jacobatis, altre poteche e apotechelle,
la chiesa di S. Jacobo, per once 13. G: Tommasi de
Andrea Ronca. T: Petro de Vigilante, Cesare Parrello, Arcangelo de Jannettasio,
Persiano de Jannettasio, Francesco de Perreca.
1527, settembre 25. (f. 130r).
Vincenzo de Montichio di Montefusco, ma abitante
a Solofra, riceve da Marino Pirulo una apotheca
fabrita supra et supta astracatam et scandolis cohoperta cum quendam cortilio
et supportito, sito alle Fontane
soprane e confinante con la via, con i beni di Annibale de Minada, per
ducati 58. Vari patti. G: Hercole de Caropreso. T: Andrea de Guerrerio,
Gregorio de Pirulo, Gio de Caropreso, Guerrerio de Guerrieri.
1527, ottobre 20. (f. 140v).
Hercole de Fiorillo Giliberto,
Altobello ed Hercole de Giliberto convengono per la costruzione di un condotto
di fabbrica nuovo vicino al vecchio che passa per la bottega di Altobello per
portare l’acqua alla bottega di Minico de Donato mentre i Giliberti hanno la
possibilità di fare una nuova bottega e un nuovo corso d’acqua attraverso i
beni di Cristoforo de Jacobo Tura senza nulla pagare.
1527, novembre 11. (f. 155rv).
Divisione tra magistro
Cristoforo de Troisio e il fratello Hercole di S. Agata di Solofra di un sedile cum cortilio et orto cum aliis bonis
stabili, siti ivi e confinanti con lo
cellaro sottoatracato, lo intrato grande, la via, la cammarella e gaifetto,
supta la poteca de Grandonio e fratelli con tanto de la cammara, confinante
con i beni di Silvestro Lumbardo, chianettari, con terreno e introito in basci
verso ponente. Vari patti [...].
1527, novembre 16. (f. 157r).
Permutatio tra Donato de Violante e i fratelli Battista e Gioe de Sarro
Guarino di S. Agata di Solofra di una terza parte di una bottega di arte conceria
indivisa con Antonio de Guarino fratello di Gioe e confinante con i beni di
Belardino Violante, di Matteo Juliano, con acqua
fluente cum aeno, cantari aymenti, suppellettili, spanditoio e terreno supto e
supra, gravata di un reddito alla curia di Serino che fu del quondam
Vincenzo Violante, con 219 pelles pelosas
de montonina. G: Luca Ronca. T: Lisi Antonio delo andolfo, Leonardo
Parrella, Ludovico Ronca, Giulio Corona, Perri Parrello.
1527, novembre 17, (f. 157v).
Contratto tra Scipione
Jacobatis e Aurelio de Cambio per pensione
apotheca di tarì 5 da pagare alla fiera di Salerno di maggio e di
settembre. G: Valerio de Donato figlio di Inaurato. T: Renzo Parrella, Leonardo
Parrella, Alessandro Guarino, Cesare Troisio.
1527, novembre 21. (f. 159v).
Locatio
furnum e domus da parte di Alessandro Ronca a Scipione de Jacobatis sita al
casale Burrelli e confinante con la
via, con beni della Chiesa di S. Croce. G: idem. T: nt Pasquale Giliberto, G. Jacobo
Petrone, Cesare Morena, Petro de Violante, Marco de Minada.
Idem. (f. 164r).
Emptio tra Bartolomeo de Gilforte Ronca e nb
Ladislao Fasano di un suolo sterile in località arco confinante con arco alla
hisca del nb Dionisdi Fasano con un albero di noce, con fiume seu risicco a
nord, con la via pubblica con beni della cappella di S. Maria della Neve jus patronato del domino Zurlo, in cui il
Ronca da il permesso di far passare nei suoi beni l’acqua del fiume. G: Julio
de G. Guarino. T: Palmisano Petrone, G. Paulo de Litteri, Rubino de Donato,
Vincenzo de Breze calabrese abitante a Solofra.
1527 novembre 26. (f. 164v).
Convenzione tra honorabile Antonio de Pirulo,
Julio Corona e Scipione de Iasimone per l’armatura di una bottega con legname da
ricevere da Cristoforo Troisio per ducati 10 da estinguere a fine gennaio, a
fine febbraio e a fine aprile. [...]. G: Antonio de Parrello. T: Domenico
Ronca, Lisi Antonio delo andolfo, Cico de Donato, Santulo Savignano.
1528, gennaio 2. (ff. 2v-3r).
Convenzione tra Scipione de
Jacobatis e Angelo de Luca Guarino col figlio G. Antonio e la moglie Allegrezza
(mundoaldo dn Nardo Antonio de Perreca) per il fitto di un oliveto con olmi e
querce confinante con i beni di Cortesio de Guerrerio, Giovanni e Alessandro
Caropreso (redditizio alla chiesa di S. Maria delle Grazie) e di metà taberna subtus et suptus astracata con
cortile, stalla, sita nella platea e
confinante con la via alias platea
pubblica, con beni del Jacobatis, con la potechella di Salvo de Guarino, la poteca degli eredi del fu magistro
Crispiano Pandolfello e beni degli stesso de Guarino. G: G. Battista de Maffei.
T: venerabile don Paulo Papa, magistro G. Belardino de Minada, magistro Alessandro
de Guarino, Arcangelo de Parrella, L. Antonio de lo andolfo.
1528, gennaio 7. (f. 7v).
Alessandro Ronca dichiara di
aver dato in consegna a Leonardo de Petrillo Violante una bottega a Prepezzano di Giffoni per un impegno di ducati 30 da
risolvere a fine mese. G: Giulio de G. Guarino. T: nt Pasquale [Giliberti],
Valerio de Caropreso, Simonetto Garzillo, Sabato Capitignano.
1528, gennaio ultimo. (f. 18v).
Contratto tra Sinibaldo de
Rutolo Guarino e Adanese de Garzillo per la compera di una bottega di conceria con stigli
da Lisi Garzillo con patti di non augmentare
non cominciare cosa alcuna, né vendere o donare né trasferre in alieno dominio.
1528, febbraio 1°. (f. 18v).
Contratto tra Sinibaldo de
Rutolo Guarino e Adanese de Garzillo per la compera di una bottega di conceria con stigli da Lisi Garzillo con patti di non augmentare, non cominciare cosa alcuna,
né vendere o donare, né trasferre in
alieno dominio.
1528, febbraio 9. (f. 23v).
Contratto tra G. Francesco de
Stabile di Torchiati e Sebastiano Pepe per l’uso di una apotheca astracata e trabiata
sita in detto casale. G: Julio de Giulio. Guarino. T: mastro Rubino Petrone,
Bello Giaquinto, Giulio de Colella Guarino, Verdino de Petrone, Antonio de
bello Guarino, Bianco Guarino, Nicola de Pirolo, Rubino Guarino.
1528, febbraio 10. (f. 28v).
Locatio apotheca a favore di Giulio Ronca da parte di G. Antonio
de Jannettasio e Domenico Violante tenuta indivisa con Antonio Pirulo, con 5 tine, rata di ajmenti acqua,
spanditoio e altri ajmenti faciendi ad usum detta arte conceria, confinante
con i beni di Giosia e Ungaro Pirulo per ducati 8 con l’impegno di farne uso
proprio, di difendere, bene tenere e
solvere ogni anno. G: Julio de Giulio Guarino. T: Bartolomeo Giaquinto,
Silvaggio Pirulo, Dattolo de Donato, Cesare de Parrella.
1528, febbraio 14. (f. 30v).
Permutatio tra Donato de Violante e i fratelli Cristoforo, Battista e
Antonio de Sarro Guarino di S. Agata di Solofra di una apotheca di conceria, sita a S. Agata di Serino con spanditoio suptus supra, con corso di acqua fluente e ajmenti, confinante con i beni di Belardino de violante, Marco de
Juliano, censuale alla curia di Serino, con due selve arborate castagnali, una
sita in località lo anzillo di S.
Agata, confinante con i beni di Loisio de Iasimone, di G. Paolo de Maffei e
l’altra sotto la grotta dela acera,
confinante con i beni di Iannunzio de Guarino, della chiesa di S. Andrea. G: Scipione de Jacobatis. T: Carlo de Guarino, Domenico de Violante, Antonio de Violante,
Scipione Garzillo, Cesare de Parrella.
1528, febbraio 20. (f. 34v).
Permutatio tra Vallarano de Caropreso e Cesare Morena di una quarta parte
di una potechella arte conciaria frabita
scandolis coperta super, posta al Fiume e confinante con reliquam apothecam magnam conciaria
degli stessi e di Nicola de Rubino, con i beni di Angelo de Giliberto, con la
quarta parte della bottega del Caropreso, con i beni di Annibale de Giliberti,
da scambiare con 24 tumuli di grano a misura di Solofra col patto per il Morena
di poter fare le finestre alla sua apotechella.
G: Jacobo de Petrone. T: Matteo de Garzillo,
Alessandro Ronca, Antonio Ciccarello, Guerrino de Arienzo di S. Agata, Adorisio
de Benedetto.
1528, febbraio 21. (f. 35v).
Convenzione tra il nobile
fisico Valerio Fasano e Grazio de Parrella per una fabrita con condotto d’acqua ai Balsami confinante con il viridario del Fasano e con la via
pubblica, con patti per il passaggio dell’acqua da parte del Parrella. G:
Angelo de Parrella. T: L. Antonio de lo andolfo, Raimondo de Guarino, Luciano
de Parrella, Perri Garzillo, P. Angelo Fasano, Dionisi Ronca, G. Luca Grasso.
1528, febbraio 23. (f. 37r).
Emptio tra Capuano Giliberti che fa valere il jus appropiandi e il nobile Adano Fasano col figlio Colandrea per
una selva con 4 castagni, sita ai Balsami e confinante con la bottega di conceria di Ascanio de
Grimalda, con i beni di Galieno Fasano, il vallone e la via pubblica ad ovest,
per ducati 6 pro fustem. G: Angelo
Fasano. T: Bianco Ciccarello, Ascanio Grimalda, Nicola de Parrella, Bellodoro
Grasso, Adamante de Parrella.
1528, febbraio 23. (f. 37v).
Emptio tra Bianco de Ciccarello e nobile Adante e Colandrea Fasano di quendam corrigeam soli sterile sita nel
casale Balsami di fronte alla loro potheca,
confinante con la via pubblica e con beni del Ciccarello, per tarì 5 e ½ da tenere
e difendere.
1528, marzo 20. (f. 52r).
Emptio tra Sebastiano de Garzillo e i fratelli nobile P. Angelo e
Melchionne Fasano per domum subtus et
supta con cortilio ante, scandolis copertam supta et subtus, sita nella platea publica dove si dice la taberna, confinante col cortile di
Sebastiano, con la apotheca dei
Fasano, con la via pubblica et alias stratam
e platea pubblica, con beni di don Riccardo Guarino e di don Valerio Fasano
(con un censo di grana 1 alla chiesa) in cui il Garzillo tiene la taverna per
ducati 31. I Fasano promettono di chiudere la porta che va nella restante
bottega sub astracata mentre il
Garzillo può accedere alla taverna e gli
sia lecito mutare la finestra e farla in altra parte della bottega dalla parte
del cortile e che sia in loco comodo e congruo. Altri patti. G: Angelo de
Parrella. T: magistro Annibale Minada, dn Cesare Ronca, clerico G. Cola Ronca,
Alfonso Garzillo puzaro, Arcangelo Tura, Goliuso Caravita
1528, marzo 20. (f. 52v).
Mutuo tra i Fasano e il
Garzillo di ducati 19 da chiudere alla fiera di Atripalda di questo anno e del
prossimo anno. Idem.
1528, marzo 22. (f. 54r).
Locatio a favore di Capuano Giliberti da parte di Catanio Giliberti,
della madre Angela Vigilante, moglie del fu Rainaldo (mundoaldo Gentile Giliberto)
di una rata di una bottega arte conceria
indivisa (1/3 è di P. Cola Alfano), sita al Fiume e confinante con la
bottega di Germano Giliberto, con spanditoio e altri suoi ajmenti, dove può
lavorare ad annua pensione incominciando dalla festa di Ogni santo di novembre, durante il quale tempo il Giliberto non può
stipulare altra convenzione, né sublocare
né farenge lavorare altri senza licenza, eccetto che facesse compagni, nè deve far lavorare alcuno della
linea Giliberti, può tenere come compagno Marco de Federico, rendere la parte a
P. Cola Alfano e agli altri due pagare habitando
solvendo. G: Evangelista Giliberto. T: Germano Giliberto, Paulo Landolfi,
Delettuoso Guarino, Marino Caropreso.
1528, aprile 26. (f. 70r).
Inventario dei beni del fu Ferdinando
Giliberti fatto dai fratelli dello stesso Cesare, Petrino ed Evangelista,
tutori del figlio Adamiano e delle figlie Carissima e Narda, fatto nella casa
sita alla Forna e confinante con la casa del fratello Evangelista e con la via
pubblica, dinanzi al giudice magistro Rubino de Petrone, al notaio e ai
testimoni.
Tra i beni si cita la bottega costruita vicino la chiesa di S.
Agostino nella platea pubblica dove
sono state trovate 100 cerchia sana et
atta ad conciandam cartas membranos, doe copella e tre tronchetti et uno copelloncello
e doe tomena de calzi. T: Adamiano de Giliberto, Martinello de Giliberto,
Terenzio de Giliberto, Febo de Giliberto, Cortese de lo andolfo, Augustino de
Santulo del casale de Villa famulo di Petrino e Adamiano Guarino.
1528, aprile 27. (f. 75r).
Permutatio tra Vallarano e Princivallo de Caropreso di mezza bottega artis conceria cun aqua viva in
cui ci sono cantari e calzinarii,
sita in località fluminis alias a lo
campo vicino alla bottega di Nicola Rubino e magistro Potente Morena alias Cesare Morena, con un pezzo di
suolo sterile, sito allo stesso posto e confinante con la vigna di Vallarano e
con beni di Annibale Giliberto e 240 para
di scarpe montoninare grande de mortella in bianco e 12 corduane conciatore e 4
bache conciatore e incercate, con patti per l’uso della bottega da parte di
Vallarano fino a quando avrà completato la bottega
nuova, sita in località lo campo
e confinante con i beni di Cesare Fasano, di Princivallo e Battista Caropreso.
Patti per l’uso dell’acqua, quando sarà messa in opera la bottega nuova. G:
Angelo de Parrella. T: Graziano de Giliberto, Matteo de Ladi, Giosia de Donato,
Palmisano de Bello Giliberto, Pellegrino de Morena, Antonello de Parrello,
Cesare de Giliberto.
1528, maggio 13. (f. 82r).
Convenzione tra Cortesio de
Rutolo Guarino e i fratelli Martinello, Guerrieri, Natale, Galeri e Gioe de
Giliberto per una apotheca artis
conciarie cum spanditoio orto contiguo cum curso aqua fluente sue de rivulus ex
flumine in condotto frabito cum arno 4 cantari et aliis aymenti e suppellettili,
sita al casale Fluminis e confinante
con i beni di Germano e Delettuoso de Giliberto e con la casa di Alfonso de Garzillo
detto puzaro.
1528, luglio 26. (f. 108v).
Locatio tra Alberino Fasano e Petrino de Violante con annua pensione e pro fustem di una domus la piancha cum cortilio e orto, sita in la platea e confinante con la via vicinale, con beni di Angelo,
di Salvatore de Guarino e di Pasquale de Gilforte Ronca, per 10 anni per ducati
50, con patti di tenere ad usum boni
inquilini, mentre il Fasano sarà tenuto a retrociare porte e finestre, fare
tenaturo, recopernela e fare scalandrone ed altri bisogni. G: nobile Adante
Fasano. T: Julio de G. Guarino, Petruzo de Parrello, Ferrante delo andolfo,
Hercole de Giliberto alias de Bartolomeo.
1528, agosto 10. (f. 117r).
Emptio tra i fratelli Tommaso, Cristiano e Battista di Donato de
Violante di una apoteca de conciaria con
aqua spanditoio ajmenti e stilemi, sita a S. Agata di Serino e confinante
con i beni di Matteo de Juliano e Belardino de Vigilante. G: Salvatore de Troisio. T: Andrea de Caropreso, Germano de Giliberto, Cesare de Troisio,
Adamiano de Garzillo, G. Petro de Troisio.
1528, dicembre 21. (f. 160)
Convenzione tra G. Francesco
de Stabile di Torchiati, Guarente de Grimalda e i figli del fu Sebastiano Pepe,
Giosia e Morlandino per un mutuo di ducati 12 con patti per la sua estinzione e
per l’uso della bottega. G: Scipione de Jacobatis. T: Jacobo de Petrone, Antonio
de lo Andolfo, Hieronimo Guarino, Capuano de Giliberto.
1529, gennaio 3.
Gennaro Garzillo dona la sua quarta parte di una bottega di conceria con spanditoio,
acqua e corticella, sita alle Fontane soprane, al fratello Domenico che ne
possiede un altro quarto affermando che l’altra parte è dei figli di Antonio
Garzilli, suo fratello, con patti di tenere bene e difendere. G : Lorenzo
Garzilli. T : magistro Luca Guarino, Loisio Antonio Landolfi, Salvatore
Petrone, Capuano Guarino P. Angelo Petrone.
1529, gennaio ultimo (f. 16 v)
Emptio tra Domaschino Ronca e
honorabile Cola Giattasio di una apotheca
di conceria con astraco, spanditoio cacavo ereo, tini, tabolis ed altri ajmenti
e con tutte le suppellettili, sita al fiume e confinante con la via, con i beni
di Valerio Parrella, di Cesare Pacifico, con l’uso dell’acqua del fiume
molenello (gravata di un reddito a Ludovico de la Tolfa secondo uno strumento
rogato dal notaio Pasquale Giliberto) con l’impegno di ducati 110 che
Domaschino ha pagato a Nicola e Samuele Ebreo, con fideiussione di Vincenzo de
Amore di Napoli [...] G: nobile P. Angelo Fasano. T: domino Hieronimo Ronca
u.j.d., egregio notaio Andrea Alfano, clerico Annunzio Alfano, magistro Daino
Ausolerio de Leonardo capitano di Solofra, Evangelista Giliberti, domino
Vincenzo de Amore di Napoli.
Locatio e conventione tra i detti per la citata
bottega per due anni. [...].
1529, febbraio 26 (f.32v)
Locatio di una bottega di conceria sita al fiume
e confinante con la via e con i beni di Domaschino Ronca e di Princivallo
Caropreso da parte di Pasquale e Giovanni Ronca a Gregorio Giaquinto. [...].
Idem. (f. 34v)
Emptio tra Valerio Parrello e i
fratelli Cola e Battista alla presenza della madre comune Maria Moscato
(mundoaldo Antonio Parrello) e di un altro fratello, Ferrante, di una bottega di conceria con spanditoio,
caccavo ereo, uso del fiume, posta in località Fiume e confinate con l’orto
di Valerio. G: Colandrea Fasano. T: Cola Giattasio, Gesomondo Parrella, Bello
Parrello, Simonetto Parrella, Nicola Rubino, Cortesano Verità.
Atto di retrovendita tra gli stessi.
1529, marzo 3. (f. 37r)
Daptio in
solutum tra Gesomondo Parrella e Cola Juliano con i fratelli Battista e
Sebastiano di una terra sita a S. Agata e detta la corte dell’acqua posta davanti alla bottega dei de Juliano e
confinante con la stessa bottega e con beni di Belardino Vigilante, di Natale
Vigilante e col vallone, per risolvere un debito di ducati 15 per 1 migliaio di
calzarelli rossi di auripelle e 30 scarpe. G: Gentile de Gentile Guarino. T:
Santo de Scano, Ottaviano de Domenico Vigilante, G. Battista Scano.
1529, aprile 27. (f. 60r).
Concessio pro Ascanio Grimaldi e Ludovico de la
Tolfa, barone di Solofra e Serino, che asserisce di avere la terra con
castello, vassalli e redditi sulle acque e diversi altri suoi diritti, tra cui
quelli sulle acque del fiume detta acqua
delle bocche. Ascanio invece asserisce che insieme a Minichiello Tura
possiede una bottega di conceria, da poco costruita ed indivisa nel casale
Balsami la quale non si può esercitare senza l’acqua per cui chiede al
feudatario di poter costruire un condotto per prendere l’acqua dal fiume ad uso
della bottega in quantità necessaria. Il feudatario concede l’acqua alle
botteghe di Solofra usufruendo dei suoi diritti.
1529, maggio 7. (f. 65r)
Donatio a favore di Alessandra,
figlia di Belardino de Maio, di una bottega
di conceria sita al fiume come
dote per il matrimonio con Belardino de Minada. Patti per l’uso della bottega.
G: Giulio de Colella Guarino. T: Altobello Papa, Leonardo de Jacobo Vigilante,
Arcangelo Ronca, Gilforte Ronca.
1529, maggio 28. (f. 74r)
Patti per l’uso di una bottega di conceria, detta
la bottega piccola e posta al fiume, confinante col la via, con la bottega di Pellegrino Caropreso, con il
cortile di Nicola Garzilli e con lo spanditoio della bottega grande. La bottega è metà di Alessandro Buongiorno e metà
di Alessandro, M. Antonio ed Ercole Giliberto. Altri patti per l’uso della
bottega grande.
1529, giugno , 7. (f. 78v).
Convenzione tra Gio Battista Caropreso e Cesare
Guarino, fabbricatore, per la costruzione di una bottega di conceria in località Fontane
sottane con patti per la costruzione delle finestre secondo il disegno e lo
armagio. G: Angelo Parrella. T: Martiniello Rutolo, Ranaldo Tura, Tommaso de
Donato, Giannunzio Guarino, Giulio Corona.
1529, giugno 28. (f. 86v).
Patti tra honorabile Persiano Garzillo e i suoi
fratelli Pietro e Jacobo per l’uso di una bottega
di conceria, sita al fiume, che
quale metà è di Delettuoso e del figlio Dionisio de Donato fratello di Minico
marito della sorella dei Garzillo. Si stabiliscono norme per la costruzione di
un condotto di acqua. G: Valerio de Angelo Guarino. T: Delettuoso de Donato,
Donato Verdoteri, Santolo de Guarino, Perri Giliberti, Cola de Venosa, Santolo
di Delittuoso Donato, Gio De Donato, Bello Alfano.
1529, agosto 11. (f. 110r).
Convenzione tra Cola Giannattasio e P. Angelo
Fasano per il transito dell’acqua nella selva dei Balsami che già era stato
concesso dal padre Ladislao, erede del fu Valerio fisico, al Giannattasio
attraverso un condotto fabrito fino
alla sua conceria posta nel casale fiume. Si conferma il tutto. G: Giulio
de Colella Guarino. T: G. Paulo Parrella, Marco Vigilante, Adario Titulo,
Jacobo Pirulo, Federico Parrello.
1529, agosto 17 (f. 117).
Convenzione tra il notaio Andrea Alfano e il
magistro Adonisio Lombardo di Nocera per rifare e reconciare le fosse della calcaria
sita alle celentane di proprietà di
Valerio Parrello. G: Scipione Jacobatis. T: Antonio Giaquinto, Cortese
Landolfi, Cosimo Landolfi.
1531, aprile 25. (f. 81v).
Patti tra honorabile Capuano Giliberti e i figli
G. Luca, G. Francesco, G. Antonio, eredi del quondam Ippolito suo fratello per
una bottega di conceria fabrita coperta
una parte de stentenoriis ed una parte de scandolis cum spanditoio davanti
lungo il vallone con aimo seu cachavo ereo con condotto fabrito e un rivolo di
acqua che viene dal fiume delle bocche con molti stabili e tavole con calcinai
e certe tine, indivise tra gli eredi di Ciardo di Tommasetto Guarino, posta
nel casale Forna e confinante col vallone. Si vende la bottega a Capuano si fa
una cautela e un mutuo con patto di retrovendita, G: nobile P. A. Fasano. T:
Matteo Garzilli, Salvatore Giliberti, Vello Parrello.
1531, maggio 8. (f.)
Convenzione tra Simonella Carpentieri, vedova di
Nardo Ronca e i fratelli Angelo e Belardino (mundoaldo Jacobo Ronca
consanguineo) per la pensione di metà bottega
che Nardo aveva col fratello Angelo, stabilendo che se Belardino ha del corame
può conciarlo nella bottega. Altri patti per il vitto e l’alloggio da dare a
Simonella. G: nobile Alberico Perreca. T. venerabile Cesare Ronca Catanio
Ronca, Annodantio Parrella, Defendino Rubino, Cristoforo Troisi, Antonio
Troisio, Jacobo Vultu.
1531, giugno 23. (f. 170r).
Masio e Bartolomeo Pirolo asseriscono di
possedere insieme al cugino Domenico una
bottega di conceria coperta di scandoli con tavolato avanti e spanditoio e al
lato un connolo per l’acqua che viene dal fiume del molinello con arno con 10
tini e aimenti, sita al fiume e
confinante con i beni di Hieronimo e Leonardo Vigilante, di Gioe Pirolo e di
Belardino De Maio, e di aver fatto una convenzione per usarla per sei anni. G:
P. Angelo Fasano. T: Tommaso Troisi, Ercole Troisi. Domaschino Parrella.
1531, giugno 243. (f 172).
Divisione tra mastro Lorenzo Pacifico e i
fratelli Adamiano e Augustino col consenso del padre Cesare di una bottega di fabbrica scoperta e coperta per
l’arte della ferraria sita al casale fiume.
1531, novembre 19. (f. 248r).
Emptio tra honorabile Paolo de Tore Garzilli e i
fratelli Ferdinando, Persiano, Adario e Diomede di una bottega di conceria con soprani e sottani, scandolis coperta cum
integro uno spanditoio et rivoli aque vive et aymenti stilore et paramentore
seu suppellettili in detta apotheca per usum arte conciaria indivisa posta
nel casale fiume e confinante con la
bottega di G. Pietro Paolo e Francesco e nipoti de Troisio, con la bottega di
Ercole, Antenore e Alfonso Garzillo. Patti per l’uso della bottega. G: honorabile
Catanio Ronca. T: Annibale Giliberto, magistro M. Antonio Tura, Petrino
Giliberto, Domenico Violante, Andrea Violante, Marco Ronca.
1531, dicembre 18. (f. 268r).
Emptio tra Cosimo de Persiano Giliberto e i
fratelli Raimondo e Carlo e la sorella Paola (mundoaldo Antonio Salvatore
Giliberti consanguineo) di una bottega di
conceria con acqua che viene dal fiume del molinello, sita alla Forna, vicino al torrente con cortile,
acqua, aymo e altri aymenti et paramenti con vari patti per il suo uso patrimoniale.
1531, dicembre 29. (f. 270r).
Divisione transazione e concordia tra Ciardo
Giliberto, Carodasio e Catanio per una bottega
di conceria con spanditoio sita al casale fiume con vari patti per il transito dell’acqua che deve
raggiungere la bottega nuova di
Hercole, Gentile e Petrino Giliberti. In particolare Ciardo si impegna di far
costruire le finestre e la porta dalla parte della bottega vecchia e di fare un passaggio dalla parte di sopra,
consegna a Catanio una caldaia che è nella bottega vecchia per l’uso della
bottega nuova e una caldaia nuova di libre 30 per poter usare una rasula de lo terreno arborato di
Catanio, sita al casale Fiume dove si
dice lo olivito e dove si fa la strada
verso il fiume col permesso di potervi far passare uno o più corsi di acqua per
l’uso di una o più botteghe senza nulla pagare. [...].
1532, gennaio 7. (f. 8r).
Belardino de Maio vende pro fustem a Paolo Pirolo una terra con bottega di conceria con soprani e sottani, astracata con rata di gaifo
e spanditoio, indivisa con Giosia Pirolo di cui lui ha 3 rate, sita al
casale fiume e confinante con i beni
di Giulio Corona, di Tommaso Pirolo, di Antonio Parrella e col torrente, con
l’impegno di once 22 con varie clausole stabilite con atto del notaio Andrea
Alfano nell’agosto del 29 e con patto di retrovendita. G: Luca Ronca. T:
Bartolomeo Ronca, Galante Ciccarello, Cristiano Landolfi, Francino Ronca,
Vincenzo Monochio e Belardino Luciano.
1532, gennaio, 14. (f. 11r).
Emptio a favore di Marco de Federico di una conceria coperta di scandoli con vani
superiori e inferiori astracata con spanditio con jure facendi fonte et rivolo
aque fluente in flumine molinello che Catanio di Cola Guarino tiene con
Sabato de Federico, eredi del fu Baldassino, e che fu presa in fitto dal padre
di Catanio quondam Brando e dagli eredi di Valentino Guarino, sita al casale
fiume e confinante con i beni di Sebastiano Guarino, di Paolo Garzillo erede
del quomdam Valentino, di Federico Garzillo, erede del quondam P. Angelo de
Tore Garzillo. Si stabiliscono patti per la divisione a metà tra Catanio e
Sabato e per tenerla con amore e si stabilisce che Marco avrà once 13. G:
Vincenzo de Giulio Guarino. T: Alessandro Buongiorno, Ciardo Giliberti, Petrone
Giliberto, mastro Cristiano Troisio, Bianco Guarino, Golio Guarino, Sabato de
Federico.
1532, gennaio 21. (f. 17r).
Divisione tra Graziano Parrello e il nipote
Donati di un sedile di case con più membri inferiori e superiori con apotheca de conceria e una sala sulla
apotheca, con cortile avanti, con fonte, sita ai Balsami, che è indivisa così come per le altre case: la stalla
sotto astraco con giardino e gaifello avanti, la casa de lo bottaro che sta
sotto la camera di Donato, altra casa focale con cortile e gradinata. Patti per
le parti in comune. G: Antonio Grasso. T: Bartolomeo Parrello, Delettuoso Tura,
Nicola Parrello, Albenzio Grasso.
1532, aprile 9. (f. 42v).
Galieno Fasano cede ad Ascanio Grimaldi una bottega di conceria della quondam
Francischella Petrone, madre di Dante e Dionisio Fasano, sita ai Balsami. G:
messere Matteo Garzillo. T: messere Scipione Jacobatis, Brando Giaquinto,
Domenico Ronca, Tofano Troisi.
1532, luglio 3. (f. 81v).
Captio
possessionis a favore di Antonio Cenese, mercante catalano abitante a Napoli
di una bottega di conceria sita al fiume con spanditoio un condotto di acqua un areno ereo ajmenti del fu Ercole
Troisi tenuta dai figli Pacilio, G. Pietro, Giulio, Nicola Tommaso, eredi del
quondam Grandonio e altri Troisi per il credito vantato dal Canase da parte dei
fu Hercole, Cartesio Vigilante e Delettuoso de Donato di ducati 144.1.5. G:
Nicola de Giulio Guarino. T: Angelo Garzillo, Capuano Garzillo, Stasio Forino,
Cesare Troisio, Belardino Treglia di Castromare de Stabia.
1532, agosto. 27. (f. 103v).
Divisione di una bottega di conceria tra Vallarano Caropreso e i fratelli Jacobo,
Odorino e Ferdinando de Benedetto, sita al fiume e confinante con i beni del fu
Cesare Fasano e di Princivallo Caropreso, con patti per l’uso e cauzione.
Altro atto di permutatio della metà bottega di Princivallo e Vallarano
Caropreso, sita al fiume confinante
con i beni di Cesare e Potente Morena, con la bottega di Annibale Giliberti, posseduta a metà tra i due. Poiché
sulla metà di Vallarano lo stesso ha il possesso di un quarto con denaro si
stipula un mutuo a favore di Princivallo. G: Luca Ronca. T: G. Marco Ronca,
Cortese Landolfi, Dionisi Giannattasio,
Salvatore Longobardo.
Altri patti per la stessa bottega e per la bottega che
Vallarano e i De Benedetto hanno al campo e convenzione per once 22 a favore di
Vallarano,
G: M. Antonio Pirolo. T: Donato Parrello, Santolo
Pepe, Amelio Cambio, Adario Titulo, Leonardo Parrella.
1532, ottobre 10. (f. 121r).
Convenzione tra il magistro Giulio Guarino e il
figlio Tommaso, Princivallo Caropreso e Marcino per la costruzione di una conceria entro settembre del prossimo
anno. Il Guarino promette di erigerla a fundamenta de fabrita con tutto ciò che
sarà necessario per una bottega che sarà costruita in località campo. I
Caropreso metteranno le pietre da mettere alle bardature e alle arcate delle
porte e delle finestre e l’armatura. Si stabilisce di fare i calcinari, la fornace, un tenaturo e altri strumenti di fabbrica necessari
alla bottega. La fabbrica sarà fatta in abbondantia
e ben fatta a giudizio e lode di esperti in questa arte. Il murò sarà di
due palmi, i cantari, la fornace, i
calzinari, la fornace, lo tenaturo dovranno essere intonacati. I Caropreso
daranno ancora il suolo sterrato ala altezza de lo astraco, 4 operai da loro pagati, tutte le pianche che ge
abbisognano e altri lignami e tamoschi che servono. G: Vallarano Caropreso. T:
Defendino Rubino, Costantino Giliberti, Cristoforo Troisi, Sebastiano
Delettuoso.
1532, novembre 12. (f. 139).
Convenzione tra honorabile Ciardo e Catanio
Giliberti e il notaio Ottaviano Caropreso per l’uso dell’acqua affluente dalle bocche nei beni del notaio a lle padule confinante con il fiume,
con i beni di Altobello Giliberto, per l’uso di due botteghe di conceria di Ciardo e di Catanio, site al casale fiume e confinante con la bottega del fu
Germano Giliberti, con la possibilità di costruire un canale che possa andare
dal luogo lle padule alle dette
botteghe e con l’impegno di pagare anche i parenti di Germano Giliberti. Altri
patti. G: Marco Ronca. T: honorabile Bartolomeo Ronca, Altobello Giliberto,
Francino Ronca, Catanio Ronca, Simone Iasimone. Battista de Belardino Garzillo.
Idem (f. 140v)
Protestatio di Altobello Giliberti per la
costruzione del canale che passa nei suoi beni a cui Ciardo e Catanio
rispondono che da venti anni l’acqua passa per quella terra per raggiungere le
botteghe prima che le possedesse Altobello.
N. B. Una parte di questo regesto è stato
pubblicato in M. De Maio, Solofra nel
Mezzogiorno angioino-aragonese, Solofra, 2000, pp. 237 e sgg. Gli altri
documenti regestati sono inediti.
|
La concia a Solofra nel
Cinquecento
|