Un protagonista solofrano

 

Michele Buonanno

 (1827-1888)

 

 

 

Industriale della pelle

 

Figlio di Gennaro e di Annamaria De Maio. Sposato con Carolina Savignano.

Michele e Carolina De Maio hanno: Gennaro (nato nel 1854), Francesco (nato nel 1856-1940), Giuseppe (nato nel 1863, avvocato e procuratore di Corte d'Appello), Giacomo (nato nel 1870), Filomena (nata nel 1864), Anna (nata nel 1855, sposata con Gaetano Notari, industriale di Capriglia), Vincenza (nata nel 1865, sposata con Luigi Izzo di Napoli), Nicola Vincenzo (nato nel 1856, morto in giovane età), Nicola (nato nel 1861, morto in giovane età), Giovanna (nata nel 1867 e morta in giovane età).

 

Questo depliant accompagnava le spedizioni di pelli

 

In basso

Stabilimento di Solofra

Via Ponte della Ferriera che era il ponte del Toppolo

 

 

La conceria Buonanno.

 

Si noti sulla destra l'ampio terrazzo detto lamia.

Nel cortile a sinistra un cumulo di scorza, un importante prodotto conciate vegetale.

 La foto è di V. D’Alessio

 

 

 

La conceria Buonanno

 

Sorgeva nel rione Toppolo

lungo il vallone della Forna prima che si immettesse nella Solofrana.

 

 

La ditta partecipò alla Esposizione nazionale di Torino nel 1884 risultando al primo posto tra le concerie del Meridione.

Ecco la partecipazione alla Esposizione di Torino del 1889:

 

 

 

 

La vetrina che accolse i prodotti della Ditta Buonanno alla esposizione di Torino.

 

 

 

 

 

 

 

Ecco come ne parlò la organizzazione della mostra:

.

La vetrina, accolta sotto un rialzato padiglione della ditta Michele Buonanno di Solofra, vetrina e padiglione disposti con artistico gusto.

Di vetustà antichissima sono gli opifici per la manifattura delle pelli e dei cuoi nel principato ulteriore (Avellino) della Campania; ma gretti erano questi per lo addietro da ricordare i tuguri da pastorizia. Ai tempi nostri invece anche laggiù l’industria acquistò più larghe proporzioni. Vistose ed ordinate divennero le concerie che non cedono per eleganza, congegnamento e grandiosità ed altre simile genere altrove edificate; e tutto ciò in prima linea lo stabilimento Buonanno, fondato da oltre mezzo secolo, per l’operosità del defunto Michele Buonanno. Quest’uomo che mancò nell’88 e dedicò tutta l’opera sua all’incremento, dell’industria delle conce, mi è caro qui ricordare come una gloria della conceria meridionale. Lo stabilimento Buonanno era nei primordi solamente limitato alla concia delle capre e della montoneria; e man mano oltre che allargare tale produzione, aggiunse quella dei cuoi da suola e da tomaia. Oggi, intanto, mentre per le mutate condizioni dei tempi e delle cose le industrie tutte del Mezzogiorno si accingono a diminuire, la ditta Buonanno si sforza sempre più a mantenersi all’altezza delle progredite consorelle dell’alta Italia e dell’estero. E così conservare alta l’importanza di quest’industria per cui il fondatore bene spese la sua vita.

La conceria Buonanno provvede al sostentamento di circa 200 famiglie, tanti essendo gli operai che vi trovano impiego.

I principali prodotti sono: suola, vitelli bianchi; capre segrinate, nere, lucide, colorate; bazzane; pelli bianche; montoni colorati e neri; in guisa di poter soddisfare qualsiasi richiesta per calzoleria, selleria, valigeria, legatoria od altra che sia. La suola è ben trattata di calce e di concia, e nulla la si può appuntare per la rifinizione. Ha il pregio della sostenutezza e forza, del bel colore, della concia che appare genuina e pura, forse è un po’ più permeabile di quello che non appaia. Non di meno presenta una bella durezza che non possiamo non apprezzare. È opportuno rilevare che il sistema di concia per questa suola è il lento e proprio all’uso napoletano. Il Buonanno non è che non si valga dei mezzi celeri di concia, per non volerli o non poterli adottare, ma unicamente perché così richiedono i consumatori, il giudizio dei quali è in conseguenza, senza discussione, imponente. Difatti checché si voglia dire, è certo che la concia della suola sul sistema napoletano è la sola preferita ed usata nella basa e media Italia. È con vera soddisfazione che la ditta Buonanno vede, nonostante il continuo aumento di lavorazione, tale sua produzione non bastare mai sempre a soddisfare le richieste. I vitelli risentono del limitato lavoro e consumo; fatti come articolo competitivo, non ricevono tutte quelle attenzioni che sono domandate e francamente avremmo preferito non averli nella mostra. Le pelli di capra rifinite in segrinate nere, lucide, colorate, non toccano forse la perfezione, ma indiscutibilmente sono fatte bene. È fuori di ogni discussione che la montoneria è l’articolo più importante della ditta Buonanno. Specialmente le pastiglie o biancolatti, e più ancora le bazzane tengono il primato assoluto negli svariati articoli - forse troppi - prodotti. E mi permetto questo giudizio perché, a mio modo di vedere, il Buonanno, trattando la sola montoneria potrebbe, specializzandosi, toccare l’apice della fabbricazione: - clima, ubicazione, sistema, ecc., tutto vi contribuirebbe. Infatti, le bazzane di perfezionata concia, con una morbidezza eccezionale, di un colore bellissimo, uniforme, costante e compatto, nelle varie loro rifinizioni, riescono di sommo gusto ed eleganza in lavori per selleria, forniture militari ed altri molti usi. Tali articoli sono apprezzati assai in Italia e trovano largo favore all’estero. Non trascurerò di far menzione della rifinitura dei montoni neri per zoccoli, di quelli neri marocchini per valigeria, carrozzeria e selleria. Per quanto riguarda le pelli colorate si può dire benissimo che il Buonanno ha fatto un bel passo nella tecnica dei colori. Ora che la moda ha sostituito alle pelli nere quelle di colore, la ditta Buonanno non mancò di seguirne con distinto progresso tutti i capricci, preparando montoni satinati avana in qualsiasi tinta, incontrando così il favore del consumatore. Dirò che concorre alla riuscita della montoneria uno dei tanti sistemi di depilazione a base di solfuri alcalini, perfezionato dal Buonanno, e che ha lo scopo di togliere la lana preservando questa e la pelle; la quale dilanando senza calce - mentre la lana acquista assai in valore - è più presto liberata dalla poca calce successivamente data per le operazioni di gonfiatura. Così è ovvio ch’io mi dilunghi a decantare i vantaggi del sistema e mettere in evidenza che si elimino i danni della calce nelle marocchinate, danni, a mio dire, di molto maggiori che in altre specie di lavorazioni. Devo ricordare che il Buonanno a Torino nel 1884 benché allora concorresse con una mostra limitatissima e parziale, riportò il primo premio delle province meridionali. A tale riguardo scriveva una molto lusinghiera relazione il comm. De Cesare, allora membro della giuria.

"Questo espositore ebbe l’eccellente idea di corredare la sua mostra di una distinta dei prezzi correnti dei principali articoli - prezzi che senza l’intenzione di fare un soffietto al Buonanno - non è la Conceria, troppo notorio, quella che a ciò si presta, voglio riportare. È un esempio che avremmo desiderato generale, allo scopo di dimostrare e affermare - ai maligni almeno (oh !) - che non si sono preparate delle pelli per l’esposizione, ma che l’articolo presentato è veramente il corrente o abituale ! Difatti nell’intenzione dell’esposizione non dovrebbe esservi altro sottinteso che la presentazione del suo prodotto o campionario, quindi: qui il prodotto, là il prezzo. Così fece il Buonanno e - siamo giusti - ha fatto cosa molto importante.

Ecco i prezzi:

cuoio di macello a suola (£ 3,10 il kg); vitelli bianchi di macello (£ 5,50 il kg); vacchette (£ 4,00 il kg); capre granite nere di 1 dozzina da kg 7 (£ 6,50 al hg); idem di I e II doz. da kg 7 (£ 5,50 al kg); capre nere lucidate di I doz. Da 7 kg (7,00 al kg); bazzane raffinate I doz. da kg, 3 a 10 (£ 4,00 al kg); idem I, doz. da 2 kg (£ 3,50 al kg); idem I e II doz. da kg 2 (£ 3,00 al kg); idem, II, doz. da kg 2 (£ 2,50 al kg); idem, III, doz. da kg 2 (£ 2,00 al kg); montoni neri all'olio (£ 3,30 al kg); detti, lucidati per zoccoli (£ 4,20 al kg); biancolatti o pastiglie I marca A extra (£ 23,00 p. doz.); idem I A (£ 21,00 p. doz.); idem I C (£ 18,00 p. doz.); idem I, I (£ 15,50 p. doz.); idem II, G (£ 12,00 p. doz.); idem, II, F (£ 10,00 p. doz.); montoni colorati in qualunque tinta, I, (£ 20,00 p. doz.); montoni avana I, doz. da kg. 5 (£ 25,00 p. doz.); idem, I, doz. da 4 kg (£ 22.00 p. doz.); idem, I, doz. da kg 3 (£ 19, 00 p. doz.); idem, I e II, doz. da kg 2 (£ 16.00 p. doz.); capre colorate (£ 55,00 p. doz.); montoni graniti per carrozzeria (£ 36,00 p. doz.); montoni mezza concia al sommacco (£ 18,00 p. doz.); lane bianche lunghe per materassi (£ 1,85 il kg); lane bianche o nere per filatura da (£ 1,50 a 1,80 il kg)".

La produzione annua nella montoneria raggiunge le 200.000 pelli, nelle capre sorpassa le 1000 dozzine, mentre in cuoi per suola e vitelli sorpassa le 6000 pelli.

Tutta la materia prima entra in fabbrica allo. stato crudo, ed esce completamente finita, nelle lavorazioni su elencate, per le quali si adoperano diversi materiali concianti in natura cioè: sommacco, scorza di quercia, elce, sughero, e vari in forma di estratti. Ha un personale specialmente adibito per l’incetta dl pellame sui principali centri dell’Italia Meridionale, oltre per quello estero. La vendita del conciato è fatto in tutte le province del regno: la suola e i vitelli sono assorbiti a preferenza nel meridionale.

Attualmente gli interessati, che con forze unite menano avanti tale industria, sono i quattro fogli Gennaro, Francesco, avv. Giuseppe e Giacomo, ma la gestione è condotta dai primi due mentre il signor Francesco è il direttore della manifattura.

Tutto sommato è considerevole una lavorazione così vasta, che abbraccia tanti, e fin troppi, articoli, tutti portati ad un bel punto sì da meritare il largo favore dei mercati ed esteri. L’aver vinta l’importazione delle bazzane francesi e viceversa l’aver varcata la frontiera per esportare le bazzane di propria concia; la ditta Buonanno può menare vanto di aver tenuto alto il prestigio, anche da parte sua, dell’industria conciaria italiana. Se ancora le si tiene conto dell’ambiente anti-industriale del mezzogiorno e, ciò malgrado, della relativa importanza del suo stabilimento non può non mancarle il plauso dei giusti per la sua riuscita mostra, ed io con intimo convincimento, che i fratelli Buonanno hanno fatto molto bene il loro dovere, me ne rallegro sinceramente ! (pp. 40-46).

 

 

 

Luigi Landolfi alla sua morte gli dedicò questa epigrafe pubblicata nell'Elogio funebre:

In queste pagine / il lutto filiale / ha raccolto le memorie / del dolore e del pianto / in morte/ di/ Michele Buonanno / uomo non dimenticabile / il quale / d modesta origine / seppe / con le audacie del naturale ingegno / con l'indomita operosità industriale / con l'intelletto nel cuore / procurare / agiatezza alla famiglia / educazione ai figliuoli / prosperità al paese // Invidiato vivo / rimpianto morto / desiderato sempre / come solo ai valorosi è dato / Solofra ne ha vanto // Morì nel gioro XXIX gennaio MGCCCLXXXVIII / aveva LXI anno // Riposa in pace / anima benedetta.

___________________

La sua attività dall'Elogio funebre letto nella Collegiata di S. Michele Arcangelo dal canonico teologo Antonio Giliberti:

"Di vetustà remotissima sono gli opificii per la manifattura delle pelli e dei cuoi, ma gretti eran eran questi per lo addietro e informi, quasi tuguri da pastorizia. Ai tempi nostri invece acquistò più larghe proporzioni l'industria, vistose ed ordinate divennero le fabbriche, che non cedono per eleganza, congegnamento e grandiosità ad altre di simil genere altrove edificater, e tutto ciò in poeriferia per l'operosità del defunto Buonanno. Niente vi dico, la cosa è all'universale notoria, quanto incremento e perfezione siasi per lui aggiunta alla manifattura del cuojame, salita quasi all'apogeo, fino a non temere rivalità, talchè ne meritò medaglie d'onorificenza nell'ultima esposizione nazionale di Torino. Taccio lo splendore e la gloria, che, per la costruzione di tali edificii, fu per lui a Solofra creata: taccio quanti lavorieri diversamente e opportunamente impiegati, tolti all'ozio, guadagnano un pane onorato ed abbondante.

________________

 

Ebbe molte amicizie e conoscenze

 

_______________

 

Da un documento del 1888. Le condoglianze espresse alla sua morte.

Avvocato Giuseppe Maffei (consigliere della Corte di Cassazione e Consigliere provinciale di Avellino da Napoli). Parroco Izzo da Boscotrecase. Pugliese Castagnetta da Palermo-Napoli. Giordano da Bari. Raffaele Grassi da Napoli. Carmelo Semeraro da Napoli. T. Marconcini (scrive a Luigi Rizzo) capostazione di Solofra. Giuseppe Della Rocca da Napoli (scrive a Vincenzina Izzo-Buonanno). B. Notari da Napoli (scrive ad Annina Notari-Buonanno). Antonio e Concetta Taglialatela (scrive a zia e cugini). Cesare Lojacono di M.le (amico). Gaetano Lojacono da Bari (scrive alla vedova). Raffaela Notari scrive ad Annina). Nicola Buonanno (sac. scrive a Giuseppe) Michele Castelli da Napoli (scrive a Michele fu Gennaro). Carmelo Semeraro da Napoli (scrive a Giuseppe). Matteo D'Arienzo da Salerno scrive a Francesco). Gaetano Parlato (Consigliere da Napoli ). Francesco Giella di Aiello (frate scrive da Materdomini ai fratelli). Michele De Maio da Lioni (scrive ai fratrelli e li chiama amici). Cecilio Semeraro Casavolo da Martina-Franca (scrive a Giuseppe). Krebs & C.° da Napoli (scrive a Carolina ved. Buonanno). Augusto Dalmazzoni da Bologna. Lorenzo Fresca da Bari (scrive a Gennaro). Antonia M. Sborile (ved. De Cristofaro scrive a Gennaro). Avvocato Antonio Ruotolo da Salerno (scrive a Francesco). Carlo Leone da Canosa (scrive a Gennaro). Raffaele Dellernia da Alatri (scrive a Gennaro. Dice che suo padre commerciava col defunto). Girolamo Spagnoletti da Andria (scrive a Gennaro). Avvocato Pantaleo Landolfi da Napoli (con carta del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati scrive a Giuseppe). Giandomenico e Pasquale di Ciò da Capracotta (scrive ai fratelli). Stefano Repetti da Livorno (scrive agli eredi). Fratelli Bona da Caselle Torinese. Gaetano Gambirasi e figlio Filippo da Roma. Antonio Trombetta da Messina. Nicola Magaletti e figlio Michele da Bari. Vincenzo Raffoni da Messina (scrive a Gennaro e Francesco). Giovanni Guerani da Roma (amico e cliente). Domenico Antonio Di Guglielmo da Andretta (a Francesco e Gennaro). Gaetano Fiorentino fu G. da Napoli. Sergio Tatulli da Molfetta.

Senatore Tommasi (professore di Clinica medica da Napoli). Senatore Semmola (professore all'Università di Napoli). Prof. Cardarelli, (deputato al Parlamento da Napoli). Comm. Luigi Iorio (Consigliere di Cassazione da Napoli). Comm. Sabino Loffredo (Consigliere di Cassazione da Napoli). Avvocato Luigi Landolfi da Napoli. Comm. Giovanni Della Rocca (Deputato al Parlamento, Segretario Generale del Ministero degli Interni). A. La Mola (Prefetto di Avellino). Antonio Pennino (Questore di Napoli). Avv. Luigi Seneroni (Deputato da Napoli). Elisa Simeoni da Napoli. Avv. Luigi Napodano (Deputato da Napoli). Annibale Corrado (Professore della R. Scuola di Applicazione per gli Ingegneri da Napoli). Avv. Raffaele Anzelmo (Presidente del Tribunale di Catania). G. Notari (Viceconsole d'Italia da Costantinopoli). Felice Nazzaro (Giudice Istruttore da Napoli). Avv. Pietro Filotico da Napoli. Pietro Tiboliti (Ispettore delle strade ferrate mediterranee da Napoli). Dott. Alessandro Olivetti (Ufficiale veterinario e prof. in odontalgia da Firenze). Margherita Borrelli (ved. Olivetti da Napoli). Stefano e Gennaro Mastrangelo da Montoro. Raffaele Tedeschi da Atripalda. Camillo Pagliara e Adelina Tedeschi da Capriglia. Orazio Cosentini da Napoli. Gaetano Mari da Baronissi. Francesco Lojacono da Bari. Rag. Angelo Bonassi da S. Ferdinando Puglia. Luigi Del Soldato da Prato Toscana. Dott. Antonio Pelosia da Boscotracase. Sac. Carmine Ciotola da Napoli. Raffaele Pastore da Salerno. Fratelli Bona (fabbricanti di pannilana da Caselle Torinese). P. Langlois da St. Denis-Paris. A. Lendormy da St. Denis Paris. Famiglia Fiorio da Torino. Guglielmo Iona da Wien. Fam. Criscuoli da Castellammare di Stabia. Antoni Liuzzi da Spinazzola. Giulio Bolaffi da Firenze. E. C. Reuther da Livorno. Mario Ruschema da Catania. Anselmo Dionisio da Trani. Nicola Mancinelli da Aquila degli Abruzzi. Emilio Muller da Torino. Vittorio Maletti (per l'Associazione italiana dei Conciatori da Torino). Paolo Roncero da Biella. M. Marcellino da Torino. Raffaello Cassuto da Firenze. Raimondo Seitz da Bari. Cesare Servadio da Firenze. Alessandra Perelle ved Bini da Roma. Charbonier Ribet & C. da Torino. Saverio Ganguzzo & Nipote da Termini Imerese. Chiarotto Carattoni & C. da Verona. Ogniben Bajetta & Nipote da Verona. Giuseppe Bajetta da Verona. Carlo J. Hofer & C. da Genova. Dante Socci da Firenze. J. Chapot da Torino. Giovanni Taglioni da Torino. Matteo Sergio e Luigi da Salerno. Gaetano Murolo da Napoli. Rag. Ambrogio Fenci da Milano. Rag. Paolo Ferraro da Milano. David Taurel da Roma. Giacomo Essinger da Pisa. Luigi Rossi da Jesi. Michelangelo Paoli da Prato. Fratelli Varnaccini da Pisa.

 

 

 

 

Scrissero della sua morte il "Roma" di Napoli (7 febbraio 1888) e il "Giornale del Procuratore" (5-6-7 febbraio 1888).

Ebbero ringraziamenti: Sindaco Avv. Giliberti. Coinsiglieri. Circolo Leonardo Santoro. Conciatori. Canonici. Capostazione ferroviario. Gaetano Buonanno, Direttore della Banda. Società Operaia di Mutuo Soccorso. Società Operaia Conciapelli. Società operaia agricola. Operai. Popolo.

 

Telegrammi in occasione dell'Anniversario.

Raffaele Anzuoni da Serino. Avv. Biagio De Giovanni da Montoro Superiore. Sabino Piroli da Solofra. Nicola Grassi da Solofra. Emanuela Grassi-Barbaro da Solofra. Avv. Vincenzo Fortunato, Segretario Corte dei Conti da Roma. Carmela Fortunato nata De Maio e Liborio De Maio da S. Agata di sotto. Sac. Geremia De Maio da S. Agata di sotto.

Scrissero di lui i giornali: "La sentinella irpina" a firma di Alessandro Rossano (Avellino 4 febbraio 1889). Il "Si dice" (Napoli, 14 febbraio 1889).

 

 

Vedi la pagina dedicata al figlio Francesco

 

Si ringrazia la famiglia per aver messo a disposizione il materiale oggetto di questa pagina.

 

Vai a

Famiglie solofrane

Uomini illustri

Home

Scrivi