Tra le priorità che i sempre più ampi
studi su Solofra pongono c’è quella di avere un luogo che offra
materiale e indirizzi, e che ne promuova gli approfondimenti e le
specificità. Con questo scopo è stato istituito, e già funziona presso Una istituzione
come Il sito solofrastorica.it, che in
cinque anni si è arricchito di ben tremila pagine che costituiscono una
ricchezza che molti ci invidiano e che fa conoscere
il nostro paese in tutto il mondo -
come e più della sua produzione -
fornirà al Centro tutto il suo materiale non solo con l’accesso
diretto ad esso anche dai locali della Biblioteca dove ora si sta istituendo
il servizio internet, ma anche in formato cartaceo. È iniziata infatti la pubblicazione di dispense di argomenti
solofrani edite dalla Biblioteca che forniscono agli interessati il materiale
di cui hanno bisogno. E questa iniziativa già
incontra il favore di quelli che se ne sono serviti fino ad ora. È chiaro che per portare avanti tali
attività il Centro ha bisogno dell’aiuto di tutti, di quelli che vogliono
usufruirne, di quelli che voglio collaborare più
direttamente alle sue attività o semplicemente dare una mano. Mi auguro
quindi che si trovino persone interessate a partecipare alle nostre attività.
Il volontariato è la risorsa più bella dell’epoca moderna
poiché è fatta col cuore, ma esiste anche un volontariato della
cultura. Che le persone di buona volontà se ne
facciano carico! Mi voglio augurare che quanto detto
sia servito ad informare tutti quelli che fino ad ora non sapevano, e mi
auguro che sia servito a eliminare quelle sacche di
superficialità sulla reale validità della nostra Biblioteca e delle sue
potenzialità. Certo se i libri si lasciano dormire, essi dormono e non
parlano -
come è successo - ma se si dà loro la
dovuta considerazione i libri parlano e sanno dire molto, anzi tutto. E mi auguro che questa l’Amministrazione comunale, che ha
mostrato sensibilità al problema della cultura locale, possa continuare a
sostenere questa nostra realtà dandole tutta la cura e l’attenzione che
merita. Mimma De Maio (da “Il Campanile”, 2003) |
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