Dove sorse la prima
concia a Solofra?
I toponimi raccontano
Ormai si è certo che l’attività di
concia è nata a Solofra come attività pastorale. La curiosità però va oltre e
si trova tutta espressa in questa domanda che i ragazzi a scuola spesso mi
hanno fatta: “Dove sorse la prima concia a Solofra?”. A tale interrogativo
non si può rispondere con certezza ma sicuramente
possiamo dire che la concia sorse dove c’era acqua. Posso però fare
un’osservazione. Tra i primi documenti scritti che riguardano il territorio
di Solofra ce n’è uno che descrive un grosso fondo
chiamato “costantini” che occupava tutta la zona
sulle falde dei monti ad est, comprendente i Balsami e il Sorbo fino a
Caposolofra. Ora la prima osservazione da fare è sul nome del fondo, che ne
indica l’origine greco-bizantina, e che conferma la
presenza di questa realtà nella nostra conca, impiantatasi subito dopo la
fine della guerra greco-gotica (535-555),
quando dalla Salerno bizantina, che aveva vinto quella guerra, giunse,
in tutta la nostra zona, l’influsso di questa civiltà. Questo fondo, la cui
costituzione quindi deve porsi in quel periodo, accoglieva attività sia
agricole che pastorali, in più nel 1015, data del
documento, i suoi abitanti già svolgevano una certa attività mercantile
andando vendendo i prodotti dei fondi e dei lavori che si svolgevano in essi.
Uno degli abitanti, infatti, si allontana da Solofra per motivi mercantili e
stipula un contratto societario con un altro abitante del fondo per la tenuta
di una parte di esso durante la sua assenza. In
questo fondo dunque c’era l’agricoltura e la pastorizia, due attività che in
quei tempi erano interdipendenti. Se c’era la
pastorizia, c’era anche l’attività di concia delle pelli degli animali, e
c’era la produzione della lana, quella del formaggio e della carne salata - in quei tempi
ciò avveniva in tutti fondi - che
saranno le caratteristiche attività economiche solofrane. Ora fermiamo
l’attenzione su quattro toponimi esistenti in questo fondo: “caprai”, “campo del lontro”, “vellizzano”
e “balsami”. Il primo
- caprai - si
riferisce alla pastorizia che qui doveva essere preminente se ha lasciato un
toponimo, il secondo - campo del
lontro - si riferisce ad antichi
fossi in cui venivano conciate le pelli nel meridione, per il quale vale lo
stesso discorso di prima e cioè l’attività doveva essere preminente per aver
lasciato il toponimo, il terzo - vellizzano -
si riferisce al vello, la pelle degli animali, e per essere dato addirittura ad un monte
doveva indicare qualcosa di diffuso, infine il quarto - balsami
- si riferisce alle sostanze
odorose che servivano per eliminare l’odore della concia ed anche ammorbidire
le pelli. Consideriamo pure che verso Caposolofra c’è un vallone chiamato
nella parte bassa “cantarelle” - i cantari sono vasche per la
concia - lungo il quale, e fino alla
località di Fontane sottane (S. Lucia), si sviluppò un’intensa attività di
concia. Vale fare un’altra considerazione e cioè che le prime forme di concia in un secondo momento si
spostarono lungo i corsi d’acqua e diventarono, diciamo, autonome dal fondo
pastorale, e ciò, come è avvenuto in tutti i paesi pastorali, è avvenuto pure
a Solofra. Infine, per non togliere antichità a quello che sarà il rione
delle concerie, vale considerare il toponimo “scorza”, cioè
la corteccia dei castagni e delle querce macinata ed usata come prodotto
conciante e più giù quello di “cortina del cerro” poiché il cerro è una
ghianda (ma anche l’albero) usata anch’essa per la concia. Ecco per
rispondere a quella domanda sono andata alla ricerca dei toponimi, che sono
come impronte fossili che i nostri lontani
progenitori hanno lasciato sul territorio solofrano. Sono essi a indicarci dove per prima sorse la concia e in quali
forme e a dirci che la concia Solofra l’ha impressa nei nomi dei suoi luoghi
più antichi. Mimma
De Maio |
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