Articolo da “Il Campanile”, 2003 (XXXIV, n. 11, p. 4).

 

 

Dove sorse la prima concia a Solofra?

 

I toponimi raccontano

 

 

Ormai si è certo che l’attività di concia è nata a Solofra come attività pastorale. La curiosità però va oltre e si trova tutta espressa in questa domanda che i ragazzi a scuola spesso mi hanno fatta: “Dove sorse la prima concia a Solofra?”. A tale interrogativo non si può rispondere con certezza ma sicuramente possiamo dire che la concia sorse dove c’era acqua. Posso però fare un’osservazione. Tra i primi documenti scritti che riguardano il territorio di Solofra ce n’è uno che descrive un grosso fondo chiamato “costantini” che occupava tutta la zona sulle falde dei monti ad est, comprendente i Balsami e il Sorbo fino a Caposolofra. Ora la prima osservazione da fare è sul nome del fondo, che ne indica l’origine greco-bizantina, e che conferma la presenza di questa realtà nella nostra conca, impiantatasi subito dopo la fine della guerra greco-gotica (535-555), quando dalla Salerno bizantina, che aveva vinto quella guerra, giunse, in tutta la nostra zona, l’influsso di questa civiltà. Questo fondo, la cui costituzione quindi deve porsi in quel periodo, accoglieva attività sia agricole che pastorali, in più nel 1015, data del documento, i suoi abitanti già svolgevano una certa attività mercantile andando vendendo i prodotti dei fondi e dei lavori che si svolgevano in essi. Uno degli abitanti, infatti, si allontana da Solofra per motivi mercantili e stipula un contratto societario con un altro abitante del fondo per la tenuta di una parte di esso durante la sua assenza. In questo fondo dunque c’era l’agricoltura e la pastorizia, due attività che in quei tempi erano interdipendenti. Se c’era la pastorizia, c’era anche l’attività di concia delle pelli degli animali, e c’era la produzione della lana, quella del formaggio e della carne salata  - in quei tempi ciò avveniva in tutti fondi -  che saranno le caratteristiche attività economiche solofrane. Ora fermiamo l’attenzione su quattro toponimi esistenti in questo fondo: “caprai”, “campo del lontro”, “vellizzano” e “balsami”. Il primo  - caprai -  si riferisce alla pastorizia che qui doveva essere preminente se ha lasciato un toponimo, il secondo  - campo del lontro -  si riferisce ad antichi fossi in cui venivano conciate le pelli nel meridione, per il quale vale lo stesso discorso di prima e cioè l’attività doveva essere preminente per aver lasciato il toponimo, il terzo  - vellizzano -  si riferisce al vello, la pelle degli animali,  e per essere dato addirittura ad un monte doveva indicare qualcosa di diffuso, infine il quarto  - balsami  -  si riferisce alle sostanze odorose che servivano per eliminare l’odore della concia ed anche ammorbidire le pelli. Consideriamo pure che verso Caposolofra c’è un vallone chiamato nella parte bassa “cantarelle  - i cantari sono vasche per la concia -  lungo il quale, e fino alla località di Fontane sottane (S. Lucia), si sviluppò un’intensa attività di concia.

Vale fare un’altra considerazione e cioè che le prime forme di concia in un secondo momento si spostarono lungo i corsi d’acqua e diventarono, diciamo, autonome dal fondo pastorale, e ciò, come è avvenuto in tutti i paesi pastorali, è avvenuto pure a Solofra. Infine, per non togliere antichità a quello che sarà il rione delle concerie, vale considerare il toponimo “scorza”, cioè la corteccia dei castagni e delle querce macinata ed usata come prodotto conciante e più giù quello di “cortina del cerro” poiché il cerro è una ghianda (ma anche l’albero) usata anch’essa per la concia. Ecco per rispondere a quella domanda sono andata alla ricerca dei toponimi, che sono come impronte fossili che i nostri lontani progenitori hanno lasciato sul territorio solofrano. Sono essi a indicarci dove per prima sorse la concia e in quali forme e a dirci che la concia Solofra l’ha impressa nei nomi dei suoi luoghi più antichi.

 Mimma De Maio

 

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