Solofra
è ora più ricca
Quando fui nominata Direttrice della Biblioteca di Solofra e
quando decisi di creare in essa un Centro di studi di storia locale non avrei
mai immaginato che avremmo fatto tanto cammino. Da allora
infatti il Centro si è arricchito di documenti importanti e utili che,
anziché dormire sparpagliati in cassetti privati sono venuti ad arricchire il
nostro Centro che può offrire agli studiosi un materiale ricco ed anche
inedito. Come una gara ho visto non poche persone
consegnare al nostro archivio lettere, ingiallite fotografie, diplomi, opere,
e tutto ciò che ha il peso degli anni e che costituisce la storia. Una gara
che poggia sul valore del documento, che non deve rimanere infruttuoso e
solitario, anche se ben tenuto, perché esso parla meglio insieme agli altri e deve parlare a tutti. È così che si fanno azioni meritorie per il nostro paese quando si
comunica, si fa partecipare, si offre, si aprono i propri scrigni perché ciò
che il tempo nasconde possa essere svelato e raccontare le sue storie. Già abbiamo
detto del valore della raccolta di opere di Nicola e
Michele Corsaro e posso solo accennare, per ora, alla ricchezza del Fondo
Buonanno che permette di avere un quadro completo di ciò che fu Tutto questo
però impallidisce di fronte all’ultimo acquisto, i documenti dell’archivio
Orsini che sono alla Biblioteca dell’Università di Los
Angeles (UCLA) e che coprono ben due secoli e mezzo di vita solofrana,
permettendoci di chiarire e precisare tanta parte della nostra storia. Per
ora sono solo 2500 documenti dei quali ci è giunto
il regesto di ben 103 pagine che riassumono il contenuto di quei documenti,
che a presto, in copia, saranno nel nostro Centro a disposizione di tutti.
L’archivio di quella Università conserva altri
documenti che sono ancora da catalogare e regestare,
a cui stiamo collaborando e che non ci sarà difficile avere. Fu una grande emozione per me avere tra le mani quel regesto,
perché da esso, gradatamente che leggevo, emergevano fatti, eventi, notizie
situazioni del nostro passato. C’è tutta una parte che riguarda il governo
cittadino, come veniva convocata l’Assemblea
popolare, come eletti i governi lungo tutti gli anni del dominio orsino, con
i nomi dei sindaci, degli eletti, dei cassieri, e dei razionali
dell’Università e come la casa feudale interveniva e controllava tali
elezioni nonostante le leggi del regno non lo permettessero. Quali erano e
come si comportavano gli “erari” del feudatario, che erano solofrani
schierati dalla parte del feudatario e che avevano sostenuto il partito
feudale anche quando Solofra perdette l’autonomia e si
vendette alla Ferrella-Orsini. Conosceremo lo stato
dei fuochi, le entrate e le uscite, di periodo in periodo, l’attrasso dei fiscali spettanti a vari creditori della
nostra Universitas, le spese per chi offriva i suoi servizi al governo cittadino o per ciò che
era necessario ad esso, lo stato delle gabelle, i gravami orsini sulla nostra
economia e i tentativi fatti dalla comunità per sottrarvisi,
le liti intercorse con la casa feudale, i nostri ricorsi presso Un registro
di 243 carte riguarda i diritti giurisdizionali, sia delle prime che delle seconde cause, della casa feudale con le
controverse riguardanti sia i singoli cittadini nel loro essere privati, sia
i sindaci e gli ufficiali del governo cittadino, sia i gabellotti,
dalla lettura delle quali sarà chiaro come funzionava il tribunale locale e
quale era la vera funzione delle carceri. Un altro registro raccoglie 347
carte che riguardano i contrasti per la nomina del governatore, che era una
persona molto importante poiché di nomina feudale
attraverso cui l’Orsini controllava tutta la vita amministrativa solofrana,
compresa l’elezione del sindaco. Si pensi solo, per aver un’idea dell’influenza
di questa persona, che le leggi del Regno impedivano ai cittadini di avere
rapporti commerciali con il paese di origine del
governatore. E si pensi al danno che aveva il nostro
commercio se questa persona era di Cava o di Napoli, centri mercantili importanti
per i nostri prodotti. Numerosi furono i contrasti tra costoro e l’Università
e quelle carte li descrivono tutti, anche quelli del
terribile periodo della guerra civile solofrana che fu anche un contrasto
politico-amministrativo. Uno
specifico fascicolo contiene 220 carte che riguardano le cause agitate dalla
Casa Ducale contro l’Università solofrana per gravami, per la portolana, per i crediti strumentarii.
Sostanzioso è il capitolo che riguarda i censi feudali che gravavano su molte
proprietà, il laudemio un’odiata tassa feudale che rendeva oneroso il prestito,
inutilmente protetto dagli statuti, e altri tributi dovuti alla casa feudale.
C’è tutta la questione della Camera riservata, che avrebbe
dovuto proteggere Solofra dai danni degli alloggiamenti militari,
quella per la piazza davanti al palazzo ducale, per l’uso dell’acqua, per la bonatenenza, per la vendita del vino, di cui il
feudatario impose l’esclusiva. Ci sono i contrasti circa le carcerazioni per
debiti anche nelle persone dei sindaci, se i conti del loro mandato non erano
corretti, e per la vendita fatta da alcuni amministratori dell’acqua del
vallone liarvo. Infine ci sono le piante a colori
che riguardano i beni che Solofra dava al
feudatario, un restauro fatto al palazzo ducale nel 1736, l’acquedotto che
portava l’acqua al palazzo, i confini tra Serino e Solofra, la taverna di
Turci, venduta ai Caracciolo feudatari di Serino.
Altri disegni riguardano il monastero di S. Maria della Grazie, quello di S.
Domenico, il castello, la starza, alcuni territori
di Solofra e di S. Agata, e l’interno del palazzo
Orsini. Sicuramente
tutto ciò costituisce una ricchezza inestimabile per Solofra che non
riuscimmo ad avere quando ne facemmo richiesta negli
anni ottanta, ma che ora a presto conserveremo in un archivio presso il
Centro studi di storia locale della nostra Biblioteca, il luogo più idoneo a
proteggere e conservare questo tesoro. Mimma De
Maio |
Approfondisci
|
|