Da “Il Campanile”

 

 

 

Lo studio sulle famiglie solofrane alla Biblioteca Comunale.

 

 

 

Da qualche tempo la Biblioteca solofrana è impegnata in un importante lavoro di ricostruzione storica delle famiglie solofrane e non solo di quelle che hanno avuto tra i loro membri persone che si sono distinte nei campi più disparati. Emerge da questa ricostruzione l’intero tessuto sociale che nei secoli si è andato costituendo sul nostro territorio e che dagli antichi casali si è esteso, ora più denso o ora meno e in forme sempre diverse, fino a giungere ai nostri giorni.    

La ricerca si è sviluppata con un lungo e certosino lavoro di indagine sulle fonti storiche, che sono principalmente archivi e catasti, ma è andata anche oltre, ai rogiti notarili del XVI secolo, quando i notai, e solo quelli cosiddetti “regi”, ebbero l’obbligo di depositare i loro protocolli in archivio e non distruggerli, come invece si era fatto fino ad allora e continuarono a fare gli altri notai.

Gli “atti di compravendita”, che alimentavano il commercio solofrano, i “prestiti” che ne erano l’anima, il “passaggio di beni” che ne erano la garanzia, i “testamenti”, precisi monumenti della consistenza commerciale e patrimoniale del testatore, i “capitoli matrimoniali”, veri atti economici, le “dichiarazioni”, strumenti preziosissimi e molto usati nello svolgimento delle cause o nella risoluzione delle liti giudiziarie, e poi i “contratti di lavoro”, la “costituzione di società economiche e familiari”, tutti questi atti, ed altri ancora, sono stati una fonte preziosa ed inesauribile. Abbiamo così potuto tracciare un primo ordito socio-economico, abbastanza completo, poiché a quei tempi l’intera famiglia partecipava all’economia del tempo, la cosiddetta “impresa familiare”, in cui avevano un ruolo non secondario le donne. Di queste famiglie ora conosciamo la consistenza economica, i possedimenti e la loro collocazione sul territorio, le attività, i prodotti commerciati ed altro.

Su questo tessuto, che riguarda, vale sottolinearlo, la Solofra cinquecentesca, si sono innestati, nella nostra ricostruzione, i dati ricavati dai catasti  - il più importante è il Catasto onciario del 1754  -  che, data la loro caratteristica, hanno permesso di avere una fotografia statica, ma completa, della società solofrana.

Insostituibile è stata la fonte archivistica, sia quella parrocchiale che quella comunale, anche se carente di notizie di tipo economico. 

Presso le parrocchie gli archivi cominciarono ad essere costituiti dopo il Concilio di Trento, che li istituì, ma all’inizio, mancando regole precise ed esperienza, furono solo un elenco di nati, di matrimoni o di morti con poche date e nessun particolare. Essi tuttavia hanno permesso di tracciare la consistenza delle famiglie, in periodi in cui erano, in questo campo, l’unica fonte. Solo più tardi gli atti parrocchiali divennero più precisi, pur dipendendo dalla sensibilità e dalla capacità del parroco. Dobbiamo arrivare infatti al XVIII secolo per avere notizie più estese, dalla provenienza e dal mestiere del capofamiglia o dello sposo, alla malattia che aveva portato alla morte l’estinto, al luogo in cui era stato seppellito, oppure conoscere i nomi dei testimoni, dei padrini e persino delle levatrici.

Presso le parrocchie danno un buon contributo “gli stati delle anime”, elenchi delle famiglie abitanti sul territorio della parrocchia con i loro membri, i gradi di parentela e con l’annotazione dei sacramenti ricevuti, che i parroci erano tenuti a redigere periodicamente. Alcune volte il parroco vi aggiungeva particolari notizie sulla famiglia o su qualche suo componente, altre volte annotava fatti o eventi importanti avvenuti nella parrocchia, permettendo di ricostruire una storia locale minima, fatta di quella quotidianità che si vede magicamente emergere dal buio del passato. Queste fonti però comportano non pochi problemi di lettura.

 L’archivio comunale è quello più preciso ma con questo siamo ai tempi moderni, per il meridione al periodo napoleonico all’inizio dell’Ottocento, quando, formato lo stato moderno, esso fu costituito. Questo archivio ci permette di avere una netta definizione delle famiglie, dalla loro formazione  - gli atti di matrimonio sono preziosissimi - , alla nascita dei figli, alla morte dei suoi membri. A volte si riescono a trarre anche altre importanti notizie.

Tutta questa mole documentaria è alla base della ricostruzione che è in atto presso la Biblioteca, che si avvale degli strumenti informatici. Essa viene costantemente arricchita con l’apporto di altri dati documentali, che le ricerche ci fanno scoprire o che la sensibilità di molte persone ci fornisce.

 Ora siamo in grado di andare a ritroso negli anni e di ricostruire una linea generazionale fino ai primi individui che si insediarono nella nostra cittadina e sono molti quelli che hanno scoperto questa strada e sono giunti al primo insediamento del loro ceppo a Solofra. Costoro nello stesso tempo hanno arricchito la nostra ricerca dandoci particolari e precise notizie tra le quali riteniamo importanti quelle sulla emigrazione, estera e interna, che ci hanno permesso di individuare i rami che si sono formati fuori delle mura cittadine e di prendere contatto con i tanti figli di solofrani che vivono nei luoghi più disparati d’Italia e del mondo. Abbiamo in tal modo conosciuto fatti grandi e piccoli ma tutti importanti perché capaci di precisare il momento storico che li ha prodotti e soprattutto perché vissuti sulla pelle di chi ne è stato protagonista. Questa testimonianza familiare è la più preziosa, perché permette di fissare situazioni eventi o ricostruire realtà che rischierebbero di andare perduti nelle profondità del passato.

Tante sono le fonti che possono consentire di arricchire o precisare il profilo delle famiglie solofrane e ogni solofrano può contribuire a questa operazione, ognuno portando il proprio tassello a questo enorme affresco che stiamo componendo. Se tale ricostruzione viene arricchita con foto, diplomi, documenti vari, essa diventerà più preziosa e feconda. Comunque non ignoriamo, e lo vogliamo far sapere a chi ci vuole aiutare, che stiamo costruendo un patrimonio di inestimabile valore a cui potranno attingere le generazioni future e che sarà un solido fondamento per la Solofra di domani, se è vero che senza passato non si costruisce nulla di valido e duraturo. Gli strumenti informatici ci permettono di non privare il cittadino di alcuna reliquia familiare poiché a noi basta scannerizzare la foto o il documento, che poi viene subito restituito o, ancora più semplicemente, basta riceverlo per via telematica.

Mimma De Maio

 

 

Le famiglie solofrane

 

 

 

 

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