Solofra si apre
alla sua storia
Le esperienze
alla Scuola Media e all'Istituto Tecnico
"Gregorio Ronca"
Conoscere la
storia del proprio paese è come dare le fondamenta ad una costruzione. Sapere
ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il presente, dargli un
lustro diverso, significa far parlare luoghi e cose; significa
ancora scoprire che la storia che si studia sui libri non è qualcosa di
lontano e amorfo o una fredda sequela di date, di nomi e di fatti, ma che
questi non fanno altro che fermare momenti vitali vissuti da gente come noi
che ha avuto i nostri stessi problemi, ha affrontato le nostre stesse
difficoltà, ha vissuto la nostra stessa quotidianità, naturalmente con
contenuti diversi. Tutto questo porta a scoprire la validità della storia
come disciplina umana per eccellenza e a nutrirsi della sua ricchezza. Quando
si parla di Solofra ai ragazzi - e questa non è solo la mia
esperienza - il loro interesse si fa
grande, le loro domande diventano spontanee, e il loro desiderio di sapere
dice a noi insegnanti come dovrebbe essere tutta la scuola ed ogni suo
argomento. Il tutto acquista un ulteriore valore se
consideriamo che noi del sud ci troviamo in una situazione estremamente negativa
per quanto riguarda la nostra storia. Essa infatti è
la cenerentola dei testi di storia - e
non solo da quelli scritti e stampati nel nord - che tanto spesso sorvolano su di essa o la
trattano molto superficialmente. Basta aprire un qualsiasi libro di storia
per costatate quanto poco spazio sia dedicato ai Sanniti, che pure dettero
tanto filo da torcere a Roma, o agli Angioini, che
pure governarono da noi per più di centocinquanta anni, oppure agli Aragonesi o ancora al Viceregno.
La cosa è diventata più evidente da quando i nuovi
programmi hanno dato posto nell'ultimo anno, sia di scuola media che delle
scuole superiori, allo studio del Novecento, facendo lievitare il periodo di
storia studiato nelle classi precedenti. Basti pensare che in prima media si
va dalla preistoria alla fine del XIV secolo (un
numero di secoli veramente grande), in seconda si arriva alla fine
dell'Ottocento. E bisogna tenere presente che questa disciplina è un
continuum, per essa non si possono fare salti, anche
se si possono approfondire periodi o episodi. Ecco allora
che la storia locale diventa l'occasione per introdurre gli approfondimenti
necessari, per chiarire degli episodi troppo sintetizzati, per dare valore e
profondità a ciò che sembra una fredda notizia, in una parola per far parlare
il passato con un linguaggio più vivo e attraente. Lo scoprire che i
Sanniti non sono solo un popolo elencato tra quelli che abitarono gli Appennini sottomessi da Roma, ma che hanno lasciato segni
evidenti nel nostro territorio non solo nelle tombe di Starza,
ma nei toponimi -
veri e propri reperti linguistici - di molti luoghi e persino nel nome di
"Solofra"; il ragionare sulla nostra morfologia e scoprire che essa
si adattava ai bisogni e allo stile di vita di questo popolo che d'altronde
aveva nei nostri monti Mai il confine meridionale del loro territorio,
significa veder parlare il territorio e rendere viva una storia lontanissima.
Che dire poi della conformazione della conca protetta dalle postazioni di Castelluccia e Chiangarola ed
aperta sulla stretta valle di Montoro dove bastava lo straripamento del fiume
per isolarla dalla pianura e proteggerla dai suoi pericoli ?.
Si deve a questa conformazione alle sue zone pedemontane
se da noi c'è stata continuità abitativa quando,
dopo la caduta dell'Impero di Roma, le zone abitate si ridussero di molto. E
che dire della Repubblica
di Amalfi che si conosce come la prima a tenere floridi commerci con
l'Oriente?. Ma dove questa potenza marinara prendeva i prodotti che vendeva
in tutto l'Oriente, se non nel mercato di Salerno dove affluivano i prodotti
di tutto l'hinterland di questo grosso centro mercantile - già tanto famosa e
non solo per la sua Scuola medica fin dal periodo longobardo - e tra questi anche
i prodotti solofrani (il documento che
ne parla è del 1042)?. Ed anche
circa questo argomento - i prodotti solofrani - ci sono i luoghi che parlano e hanno da
dire tante cose solo se si sanno ascoltare. Il lontro (campo del lontro e non di Londra) è
nel meridione un'antica fossa dove si
ponevano a bagno le pelli col tannino. La stessa cosa sono i burri (il casale Burrelli
era l'antico casale di pie' S. Angelo) e i cantari che hanno dato il
nome al vallone Cantarelle; e cosa sono le tine, citate nel documento del 1042 insieme al calce, la
macina che triturava la scorza (altro toponimo significativo) di castagno e
di querce e le stesse ghiande (i cerri) insieme alla farina (questo tipo di
mulino con la doppia funzione è esistito fino a tempi alquanto recenti lungo Ecco allora a cosa serve la storia locale. Per fortuna
ci sono persone che hanno compreso questa valenza e la storia di Solofra da
tempo fa capolino qua e là, ma oggi essa gode di un
particolare favore. Forse perché c'è un materiale facilmente reperibile nel
sito solofrastorica.it che contiene tutto ciò che
ho raccolto nei miei lunghi anni di "passione solofrana". Ma il
sito nacque proprio per fornire gli allievi di un materiale facilmente
utilizzabile, infatti inizialmente fu un insieme di
schede divulgative, poi, sotto la spinta di varie considerazioni e di alcune
circostanze, si è ampliato ed ora contiene - in più di tremila pagine - tutto ciò che i miei studi hanno raccolto, anche i documenti, anche le
opere di alcuni solofrani e financo gli studi fatti
all'Università di Bari e di Napoli su alcuni nostri uomini illustri o su
alcune nostre realtà. Ma al di là del materiale a disposizione, se non ci sono le
persone giuste al posto giusto, che sostengono e determinano certi indirizzi
la cosa sarebbe rimasta solo una buona cosa. Invece noi abbiamo nella Scuola
Media un dirigente, la preside prof.ssa Concetta Guida, che ha fatto una
scelta intelligente e lungimirante quando ha voluto che nelle classi si insegnasse la storia di Solofra. E così mi sono trovata
a ritornare nella scuola, dalla quale ero uscita come pensionata solo qualche anno prima, con il compito di realizzare quanto
detto. Ed ancora, tenuto presente l'interesse
suscitato dal primo tentativo, l'insegnamento quest'anno
si è esteso a tutte le classi e coinvolge non solo la storia, ma anche altre
discipline per i monumenti e l'arte, per le tradizioni, per la concia. Esso
ora è corroborato da un libro, Il racconto di Solofra - fermamente
voluto dalla preside - dove gli allievi trovano il riscontro di ciò che si va
loro dicendo ed un supporto a questo nuovo insegnamento. E non basta poiché
il Laboratorio di studi ambientali, che ha già alcuni anni di vita, ha ora una sede
valida e strumenti adeguati e può essere concretamente e più facilmente
utilizzato dai gruppi che vogliano approfondire particolari argomenti. Quest'anno lo studio della storia locale ha
trovato sbocco in un'altra attività scolastica che coinvolge questa volta
l'Istituto Tecnico Commerciale "Gregorio Ronca" che ha approvato di
recente un progetto dal titolo "Solofra, ieri, oggi, domani" che
focalizza alcune tematiche "storiche,
ambientali, artistiche e giuridico-economiche con
il costante intreccio tra la storia locale e quella generale".
L'iniziativa prese le mosse da una proposta del docente di Diritto, Nunzio Repore, che aveva trovato nei nostri Statuti una materia
valida per studiarli da un punto di vista non solo storico, per approfondirne
cioè gli istituti giuridici in esso contenuti e per
confrontarli con quelli che sono nei codici moderni. Al Repore
si è affiancata la professoressa Antonietta De Piano, perché il progetto
possa essere allargato anche al campo della storia proprio in virtù delle
considerazioni fatte sopra; e si avvarrà del contributo mio personale e di
quello della dott.ssa Marisa Giliberti che accompagnerà gli allievi in visite sul territorio. Voglio
qui sottolineare, oltre al valore indubbio che ha il
progetto nel tentare di dare alla storia una maggiore profondità e al
territorio una nuova pregnanza, lo studio degli Statuti solofrani attraverso
il quale i giovani possono scoprire "le coordinate giuridiche ed
economiche" di questi straordinari documenti. L'affrontare lo studio
degli Statuti da questi angoli visuali è una esperienza
che si fa per la prima volta ma che è ricca di interesse poiché i nostri
documenti statutari sono di grande valore. Sono tre corpi che si collocano in
diversi periodi della storia di Solofra. Il primo, che è antichissimo ed
interessantissimo anche dal punto di vista linguistico, è da collocarsi tra
il XIII e il XIV secolo, il secondo è il corpus
concesso da Ercole Zurlo nel 1522, ma comprendono capitoli creati lungo tutto
il XV secolo. Il terzo sono i capitoli concessi
dalla Ferrella-Orsini, che nell'atto di compera del
feudo stabilì con la comunità di Solofra alcune clausole e prerogative che
poi non mantenne. Il loro studio, che coinvolge un periodo di
estremo interesse, quando la comunità si dibatteva in problemi di
vitale importanza, quando difendeva la sua attività artigianale già matura e
già ricca e la proteggeva contro le prepotenze baronali, mette in piena luce
un momento della storia del Meridione che è quella in cui si formarono e
presero consistenza quelle situazioni e quegli abusi che saranno alla base di
tutta la nostra realtà meridionale. Da queste pagine va il mio ringraziamento al preside prof.
Luciano Di Rienzo che ha trovato valido ed interessante il progetto e che è
da annoverare tra quelle persone lungimiranti ed intelligenti, quelle persone giuste al posto giusto, di cui si diceva
prima. A lui va il plauso di tutti coloro che hanno
a cuore il fatto che questo Istituto superiore si qualifichi per le sue
scelte di valorizzazione del territorio e della ricerca d'ambiente. Nel segnalare
con la dovuta sottolineatura l'importanza di queste
iniziative si vuole anche sollecitare coloro che molto possono fare per
ulteriormente sostenerle. Il Comune è il grande assente, finora questo ente, che dovrebbe agire in prima persona - e ne ha
tutto l'interesse e l'obbligo - , non ha posto in opera alcun sostegno in
questo campo (ci sarebbero molte e interessanti iniziative). Restano le
aziende che hanno la possibilità - alcune lo hanno fatto e lo stanno
facendo in modo encomiabile - di sostenere economicamente queste iniziative;
e per fortuna Solofra ha imprenditori coraggiosi e intelligenti che
troveranno il modo di intervenire affinché Solofra non perda questa occasione
di cultura e di progresso. Mimma De Maio |
Le
pagine dedicate alla storia di Solofra
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