Carcere circondariale di Solofra
Il carcere ha sede nei locali del Monastero
di San Domenico che era stato
soppresso.
Occupa la parte meridionale, che è
stata messa in sicurezza con porte e finestre protette da inferiate cementate
ai telai di travertino.
L’edificio ha mura ben solide. Il
cortile è circondato nella parte nord da mura invalicabili, lungo le quali si apre una porta chiusa con la chiave posseduta dal colono
della terra che appartiene alla Trinità di Cava.
Nella parte nord ci sono due stanze in
rovina a causa del terremoto, che, anche se non fanno parte del carcere hanno
bisogno di essere restaurate per non essere causa del deterioramento di tutto
l’edificio.
La porta di chiusura della cappella che si trova vicino alla scala
ha bisogno di rinforzo.
C’è un sol custode che abita al piano
superiore e che non può vigilare di notte, per cui se
ne chiede uno stabile di notte che vigili sui luoghi adiacenti.
C’è una parte che accoglie i detenuti
civili ed una quelli criminali.
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Distribuzione degli ambienti del carcere circondariale istituito nei locali del soppresso Monastero di San Domenico
Il progetto contemplava l’istituzione di una stanza per il
sacerdote, una per i fanciulli ed una per i testimoni
in esperimento, la cucina e la stanza per il custode, il rifacimento della
facciata dell’intero locale.
L’ingegnere è Carmine Biancardi di Avellino (1857)
Sindaco: Michele Napoli. Deputati: Nicola Maffei, Michele
Giliberti. Decurione: Gaetano Guarino. Ingegnere: Giosuè Speranza.
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Altri locali precedentemente
addetti alle carceri
Palazzo Zurlo
Locali del monastero di S. Chiara
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