La Collegiata di San Michele Arcangelo

Particolari

 

Pannello della porta centrale, in legno intagliato, rappresenta S. Girolamo

 

 

Sia la porta centrale che quelle laterali sono formate da pannelli finemente intarsiati opera delle bottega napoletana di Antonio Sclavo.

La porta, a due battenti, è divisa in 28 riquadri di varie dimensioni ornati da finissimi motivi a grottesche e contornanti da cornicette ad ovuli e dentelli. I sei pannelli più grandi, che si distinguono per maestria dell’intaglio e l’accuratezza esecutiva dei particolari, ritraggono alcuni momenti della leggenda del santo: San Michele combatte gli angeli ribelli e li precipita negli abissi, il Combattimento con il drago, l’Umiliazione di Lucifero, l’Apparizione del toro sul monte Gargano, l’Apparizione sul Mausoleo di Adriano, la Celebrazione del miracolo del toro. Essi evidenziano la mano di un artista abilissimo che si muove con intelligenza e disinvoltura tra i diversi modelli culturali ed espressivi.

 

Organo e pulpito

"Notevoli affinità stilistiche inducono ad attribuite ad un unico artista anche il pulpito della chiesa. Le due opere presentano, infatti, un’analoga caratterizzazione dei volti dei vari personaggi, uno stesso modo di condurre i riccioli felle folte barbe, una comune cura nella resa degli abiti, una indubbia sapienza prospettica, in particolare nella raffigurazione del Creatore nel pulpito e in quello che compare alle spalle di S. Michele nel panello con l’umiliazione di Lucifero nella porta" (Perriccioli).

 

 

 

Le porte laterali anch’esse a due battenti sono divise in 24 riquadri ornati da motivi che derivano da quelli della porta centrale, ma sono di fattura meno raffinata.

La porta della navata destra ha sei pannelli di maggiori dimensioni rappresentano i quattro Evangelisti, di migliore fattura e due l’Annunciazione di fattura più corsiva.

La porta della navata sinistra rappresenta nei sei pannelli centrali S. Giovanni Battista, l’Angelo custode, di migliore fattura, S. Agostino, S. Ambrogio, S. Gregorio e S. Girolamo di fattura più dura e meno raffinata.

 

 

 

Gli autori dei lavori in legno della Collegiata

 

Gli intagliatori napoletani lavorarono all’organo e alle porte della Collegiata.

Antonio Sclavo aveva una bottega in cui lavorò anche Francesco Catorano.

 

 

 

L’oro delle dorature fornito dal un solofrano-napoletano

Troiano Vigilante della famiglia di Giulia, madre di Francesco Guarini

 

 

 

 

 

Affresco della sacrestia raffigurante lo stemma di Solofra col sole raggiante che testimonia l’origine comunitaria del Tempio. L’Universitas, che ne sostenne la spesa, e il Collegio canonicale, formato dai rappresentanti delle famiglie locali, ebbero nella chiesa il loro simbolo. I feudatari Orsini tentarono in vari modi di controllarlo e per questo ci furono diversi contrasti. Il più acerbo avvenne tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII e vide schierata da una parte il primicerio Giovan Sabato Juliani con gran parte della comunità, dall’altra il feudatario con le famiglie che avevano interesse nello stare dalla parte del principe.

 

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 Sarcofago in pietra locale intarsiata dell’arciprete Cosma Guarino detto Ronca, che visse la trasformazione del Capitolo canonicale della chiesa in Capitolo Collegiale costituito da dieci canonici più un primicerio. Fu il primo primicerio della Collegiata ed era stato rettore delle chiese di S. Giuliano, S. Andrea e S. Angelo. Fu fratello del notaio Aurelio Guarino detto Ronca, di cui si dispongono i rogiti notarili che hanno permesso la ricostruzione della realtà solofrana all’inizio del XVI secolo. Apparteneva ad una delle famiglie più rappresentative del Cinquecento solofrano.

 

 

 

Da Aa. Vv., Restauri a Solofra. La Collegiata di San Michele Arcangelo, Roma, 1987; A. Perriccioli, L’arte del legno in Irpinia dal XVI al XVIII secolo, Napoli, 1975.

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