DOCUMENTI SOLOFRANI

 

L’autore dell’organo, del pulpito e delle porte

della Collegiata di San Michele Arcangelo

fu l’intagliatore napoletano

Gio Antonio Sclavo

e la sua bottega

*

Le tappe del lavoro in legno della Collegiata

 

Un primo intervento

1572. (ASA, B6549). Altobello de lo Pezzano e Tommaso Camerlengo, maestri carpentieri di Nocera, lavorano tavole di castagno per la Collegiata.

 

Il primo incarico ad Antonio Sclavo: l’organo

 

1580 (ASA, B6565, f. 200, Virgilio Guarino detto Ronca). Gli economi della Fabbrica di S. Angelo affidano all’intagliatore napoletano Antonio Sclavo l’incarico di intagliare il legno dell’organo della chiesa..

 

Altro incarico: porta grande e completamento dell’organo.

 

 1583 (ASA, 21 marzo 1583. f. 34). Contratto tra Antonio Sclavo, intagliatore di Napoli, e gli economi della Fabbrica di S. Angelo, Mario Petrone, Cesare Garzilli, Marano Minada, Ottavio Forino, per l’intaglio della porta grande della chiesa, in cui si impegnano i proventi della gabella della farina, per lavori, fatiche, legnami e chiodi e in cui si stabilisce il completamento dell’organo.

 

Per l’organo e per il pulpito

L’intervento dell’artista napoletano fu contrastato

 

1585, maggio 29 (ASA, Notaio Virginio Ronca, B6565, ff. 200r-202r). Transazione tra i procuratori della Collegiata e Gio Antonio Sclavo di Napoli per la costruzione dell’organo e del pulpito della Collegiata.

 

I maestri economi e procuratori della Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra i "magnifici domini Emilio Fasano u. j. d., Gio Antonio Vigilante, Taddeo Pirolo, Imperio de Giliberto et Andrea de Buonojuorno" stipulano con il "magistro Gio Antonio Sclavo di Napoli" un compromesso per la fine del "litigio" circa la costruzione dell’organo. Essi dichiarano che il "Magistro Gio Antonio have lavorato et facto in la dicta matrice ecclesia de Santo Agnilo predicto una musica con lo pede con unica porta et pulpito existenteno in decta ecclesia et in quelle have posta la sua manifattura tantum circha lo lavore delli lignami de dicte opere per le quali opere ut supra per esso magistro Gio Antonio facte litigavano et litigano in lo Sacro Regio Consiglio" per cui giungono al seguente accordo. I procuratori della chiesa "diceno et declarano haverno havuta complita la dicta opera" "excepto che decto magnifico Gio Antonio sia tenuto al pulpito predicto da dietro guarnirlo de tavoli de noce con le cornice et complire quello poco de intaglio da trarsi et dalli cantuni conrespondente allo incorniciato" ed ancora "accomodare le colonne cioè le fissure de esso come megliore se potrando accomodare con ponerege et farege le stellecte et ancora sia tenuto fare lo telaro delle portelle della decta musicha et decto telaro ponerlo in decta musica". Promette lo Sclavo "de novo lavorare et fare una trave in la decta matre ecclesia et quillo ponere allo arco magiore della nave della decta ecclesia" per la quale opera i procuratori metteranno "legnami, chiovi, colla, fabbricaturi, scarpellini oro, pictura et altre cose necessarie como concerneno allo intaglio mastria et manifactura". Per la trave ancora promette lo Sclavo di "farege et ponere dui agnili quale teneno dicta trave facta et quacto altri agnili quali manteneno lo subcielo dello cornicione, et quacto puttini seu figliuoli quali manteneno lo dicto subcielo dalla banna soprana verso lo altare suprano dello altare magiore et sopre decto trave ge li habia da ponere et fare uno Cristo et dalla destra et sinistra de decto Crocefisso ge li habia da ponere una Maria et uno Santo Gioanne ben facti de relievo; et fare in decto trave le cornice con li intagli et lavori de tabelle con li puctini o cartogi quello che più conveniente conresponderà per lo lavore dello decto trave; et sotto li piedi delli angeli ge li habia da ponere da la banna di socto decti angeli le mensole con le teste de puctini et tucti altri ornamenti necessari et convenienti; lo quale trave con tucti li cerimoni supra dicti et lavori esso magistro Gio Antonio sia tenuto darlo complito et puosto in dicto luoco". I procuratori promettono di dare allo Sclavo ducati 1300 e cioè 960 per la "manifattura de la musicha et suo pede et dela porta et pulpito" già fatte e poste nella chiesa, ducati 340 per l’opera della trave che dovrà essere apprezzata da due esperti da nominare entro due mesi. Se l’apprezzamento sarà superiore ai 340 ducati lo Scavo donerà alla chiesa per la remissione dei peccati il di più, se sarà invece inferiore ai 340 ducati lo Sclavo restituirà alla chiesa il di più. L’apprezzatore sarà a carico della chiesa. Lo Sclavo dichiara di aver ricevuto ducati 644, il resto 656 lo riceverà così: 114 entro giugno, 142 "servendo e pagando" fino a quando sarà finita l’opera e posta in loco e i restanti 400 in quattro anni (100 all’anno) sulla gabella della farina dell’Universitas di cui la chiesa gode 200 ducati l’anno, mentre lo Sclavo può chiedere ai gabellotti la completa estinsione del dovuto. Durante il lavoro lo Scavo avrà "una stancia dentro la sacrestria con uno lecto dove possa stare et habitare" e ciò anche quando verrà a Solofra per esigere il dovuto.

Firmano la transazione il giudice a contratti egr. Aurelio Ronca, il rev. don Paulo Papa, magco Alessandro Fasano, mag.co Nicola Ronca, mag,co Giovanni Maffeo, mag.co Gio Maria Ronca et egr. notaio Claudio Ronca.

 

 

Ancora l’organo: suo completamento e soluzione del contrasto

 

1586, maggio 28. (ASA, B6565. Notaio Virgilio Guarino detto Ronca).

Contratto per l’organo. I maestri economi della Collegiata (Emilio Fasano, ujd, Giovanni Antonio Vigilante, Taddeo Pirolo, Gregorio Giliberti, Andrea Buongiorno) stipulano con Giovanni Antonio Sclavo di Napoli un contratto per la musica e pulpito, un arco che copre quello della navata maggiore. Lo Sclavo promette di accomodare le colonne come meglio può, di fare il telaro delle porte della musica. Gli economi devono fare una trave e porla all’arco maggiore della nave della chiesa (f. 200)

Economi: Domiano Emilio Fasano, Giovanni Antonio Vigilante, Taddeo Pirolo, Imperio Giliberti, Andrea Buongiorno.

 

 

 

L’intagliatore napoletano Francesco Catorano completa la porta maggiore

 

1611, luglio 4. (ASA Avellino, B6583). Francesco Catorano, intagliatore napoletano, lavora una parte della porta maggiore ad intaglio.

1612. (ASA Avellino, B6583, f. 321). Francesco Catorano di Napoli riceve da Marino Giliberto, Gio Angelo e Gio Domenico Parrella, economi di S. Angelo, 280 ducati per la manifattura delle porte della chiesa di S. Angelo. Indennitas: Claudio Ronca, Lorenzo e Salvatore Parrella.

1612, dicembre 19 (ivi). Francesco Catorano di Napoli riceve da Cerino Petrone, Giovanni Landolfo. Gio Domenico Giliberti, Gio Maria Maffei, notaio Antonio Petrone, economi di S. Angelo, altri 165 ducati per la manifattura e l’intaglio in pietra delle porte di S. Angelo. G.: Claudio Ronca. T.: Gio Graziano Ronca. Donato Ronca, Gio Rosario Parrella,  Gio Battista Garzillo, Ostilio Pandolfelli, Flavio Vigilante.

1613, aprile 4 (ASA Avellino, B6583, f. 321ivi). Francesco Catorano, napoletano, riceve ducati 101 dagli economi di S. Angelo, Gio Salvatore Landolfi, Gio Maria Maffei, Domenico Giliberti per l’intaglio delle porte di S. Angelo. G.: Claudio Ronca. T.: Angelo Maffei Gio Felice Garzillo, Santolo Papa, Ciarlo Guarino, Marco Antonio Fasano, Tarquinio Ronca.

 

 

Una data a sigillo del completamento del portale

 

1614. (ADS, Mensa Arc. Atti vari, filza I). Sul portale della Collegiata si scrive Universitas 1614 che indica la data di definizione del portale con le ultime aggiunte tra cui il profilo di donna ai due lati.

 

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 L’oro delle dorature fornito dal solofrano

Troiano Vigilante della famiglia di Giulia, madre di Francesco Guarini

 

ASA 1631-1633 e 1642. B6634. Claudio Ronca, (ff. 318-321 e ff. 321-324). I procuratori della Chiesa di San Michele dottore Tommaso Garzilli, Giovanni Nicola Guarino, Giovanni Vincenzo Marino stipulano un contratto con i doratori napoletani Giuseppe Rosano e Michele Pistelli lucchese e con Troiano figlio di Giovanni Antonio Vigilante, battiloro solofrano, per la fornitura dell’oro, buono come quello fornito precedentemente, per la intempiatura dell’altare maggiore che sarà pagata dall’Universitas su ciò che la stessa dà alla chiesa e su altre sue entrate.

 

L’organo e il pulpito come sono oggi. Manca la trave ordinata allo Sclavo che ornava l’arco della navata centrale

che si vede alla destra dell’organo

 

 

 

 

 

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