La conceria di Filippo Vigilante e la sua attività mercantile nel XVIII secolo

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l piano terra e i due piani soprastanti di questo edificio fotografato nel 1980 costituiscono la conceria di largo Santa Caterina descritta nel testamento del 1751

 

Dal testamento:

"robbe mercantili sistenti nella bottega di Congiaria sita alla Forna al largo detto di Santa Caterina"

e cioè:

Cuoi bufalini, e vaccini di varie specie e numero quattrocento novantasei che si stimano di valuta circa di ducati duemila, e duecento, non potendosi dare determinato prezzo, per ritrovarsi in concia, né si è possuto osservare che sarebbe riuscito di notabile danno.

Porcini nostrali numero trecento, e cinque che si stimano di valuta circa docati venti non ancora conciati.

Altri cuoi conci esistenti in casa numero quindeci, che sono di valuta docati sissanta.

Sevo vaccino cantara quattro docati quaranta. Insogna fracida cantaro uno, docati nove. Oglio per negozio docati centoquaranta. (Sono i grassi per con cui si conciavano le pelli).

 

Filippo è un conciapelli e mercante che ha rapporti commerciali, oltre con i vicini centri del salernitano, del serinese e dell’Irpinia, con Potenza, Atella, Rionegro, Atrani Candela, Cava, Nocera, Amalfi, Bisegna d’Abruzzo, Altamura, Lavello, Ruvo, Benevento, Morcone, e soprattutto con Napoli dove possiede anche un arrendamento.

 

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