Attrezzi di conceria del XIX secolo

 

 

Alcuni attrezzi esistenti in una conceria di Solofra nel 1836

 

Tine 9 per concia, una caldaia grande di rame alla fornace con coperchio di legno, pala di calcinaio, tavola per scarnare con cerchio di ferro, tavolone per tavoliare, un guanto di legno per la calce, 8 tavoloni sopra la tinatoia lunghi 8 palmi e larghi due, 4 oncie massicce, 6 tavoloncelli piccoli sopra la tinatoia, catena di ferro, tavola grande per dar sego, tavola per corredare, 6 scanni per sotto dette tavole, 32 pertiche nella conceria, 10 pertiche nello spanditoio con le forche, due calcinai vivi di due palmi di prima pasta, altri di seconda pasta con tavole sopra, due moggia di calce vergine, una suppressa per la sugna. 

 

 

 

Vedi le parole e gli attrezzi, detti ajmenti, usati nelle concerie solofrane nel Cinquecento

 

 

 

In tre secoli le cose non sono cambiate di molto.

 

La conceria ha subito una profonda trasformazione con la introduzione della concia chimica che richiese l'uso delle macchine. Questa evoluzione stava avvenendo in questo secolo. Le concerie a Solofra si modernizzarono alla fine del secolo XIX.

 

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La descrizione si trova negli atti del notaio Luigi Grimaldi depositati all'Archivio di Stato di Avellino, secondo versamento, B.1537, f. 52 e si riferisce alla conceria sita a S. Agata di Sotto (ora S. Agata Irpina) in località Le Cortine di proprietà di Pasquale Maiorsini, figlio di Francesco Antonio che affittò la conceria a Raffaele De Maio di Tommaso.   

 

 

 

 

La concia a Solofra

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