Cognome di origine patronimica
da Laurienzo, forma antica di Lorenzo.
Nel casale di S. Agata di
Solofra ha dato origine al toponimo Casarienzo, località dove il ceppo
risiedeva.
La famiglia, proveniente da Candida, nel XVI
secolo è impiantata a S. Agata di Serino con vari individui impegnati nel
commercio della suola e delle pelli, e degli animali con le zone di origine ed
in altre attività (Carlo è fornaio, Camillo è giudice annuale) che mostrano il
ceppo ben introdotto nella economia locale.
Nel XVIII secolo il catasto conciario mostra
diversi individui impegnati nella concia e nel battiloro.
S. Agata di Solofra
Salvatore, battargento
di 26 anni, vive col fratello Crescenzo, battargento di 23 anni, e con le
sorelle Elisabetta di 28 anni e Felicia di 19 anni. Possiede l’abitazione di 4
stanze con orto.
In questo casale abitano alle Cortine
Nicola (nato nel 1778),
figlio di Giovan Sabato, corredatore
e scamosciatore con la moglie Angela
De Maio e il figlio, Domenico Antonio (nato nel 1812).
Giuseppe, cardaseta (nato nel 1777) con la moglie Palma
Rosa De Maio e col figlio Salvatore (nato nel 1816).
Abita a Casarienzo
Alessio, pellettiere (nato
nel 1772), con la moglie Rosa Jannelli.
Sant’Angelo Strada vecchia
Carminantonio (di Nicola e
di Giacinta Vuovolo) di 24 anni, calzolaio
alla Strada vecchia, vive col fratello Giuseppe, conciatore di 21 anni, e con
le sorelle Maria di 26 anni ed Anna di 22 anni. Possiede l’abitazione propria
con vani soprani e sottani. Ha un peso a favore del Monte dei Morti.
Abita a Pie’ S. Angelo Diego, barbiere,
con la moglie Diletta Antinolfi, e i figli, Pietrantonio (nato nel 1807),
Michele (nato nel 1809), Nicolantonio (nato nel 1812), Donato (nato nel 1813),
Raffaele (nato nel 1817).
S. Agata di Serino
Benedetto, coiraro di
50 anni, vive con la moglie Agata De Maio e con i figli Camillo (soldato),
Pasquale, (coiraro), Giovanni, Donato, Antonio, Santo, Felice e Teresa. La casa
di abitazione ha un cortile con un “pennalone” (pensilina) sotto cui ci sono
due “tenatori per conciar cuoi”, c’è il pozzo con acqua sorgiva e un’entrata
grande per il passaggio. Benedetto con
i figli Pasquale e Felice ha un debito di ducati 184 con Nicola Buonanno per la
vendita di “corame asciutte e conce”.
Donato sposa Rachele
Guarino ed ha Benedetto nel 1784 ed Emilio nel 1789.
Santo sposa Rachele
Grimaldi, ed ha Michelarcangelo nel 1779, Giuseppe nel 1782, Grazia nel 1785 ed
Emilio nel 1790.
Carmine, lavorante
battargento di 32 anni, vive con la madre Angela De Maio, e con la zia Elena
D’Arienzo. Possiede una porzione di conceria nel luogo detto la Conciaria data in affitto e un
terreno castagnale alla Selva Piana.
Domenico, battargento di 40
anni, marito di Cecilia Trammaglia di
33 anni. Domenico è baglivo del casale, cioè portolano. Ha fatto il
bando per tenere pulite le strade e “scampare le siepi”.
Giuliano, conciapelli di 42
anni, marito di Carmena Cortesia di 26 anni, con i figli Nicoletta e Agnese.
Pietrangelo, venditore di
tabacco di 50 anni, marito di Elisabetta De Maio di 43 anni, con i figli Giuseppe,
accolito di 15 anni, Carmine di 15 anni, Francesco, Filippo, Chiara,
Maria e Teresa.
Salvatore, mastro
coriaro di 40 anni con i fratelli Nicola, coriaro di 38 anni, Antonia di 31 anni e la madre Diana Corona
di 60 anni.
Tra le famiglie di questo casale si ricorda
Antonio, negoziante nato nel 1778 che fu vice-sindaco quando il casale
si staccò da Serino ma fu rimosso dall’incarico nel 1822 perché affiliato alla
Carboneria.
Alla Fratta abitano le famiglie di
Pietro Paolo (di Nicola) e
Dorotea de Vito con i figli Felice Antonio (nato nel 1728), Rosa (1734),
Carmine Antonio (1736), Angela (1740) e Pietro Paolo (1743).
Camillo (di Benedetto), nato
nel 1729, e di Teresa Guarino con i figli Anna (1759), Donata (1768), Domenico
(1770), Gaetano (1773) e Lucia (1777).
Felice e di Anna
Mastrojanno, con i figli Giovan Andrea (1757), Gennaro (1758) e Teresa (1760).
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D’Arienzo Carmelo
Una presenza solofrana alla guerra di Russia
Partito il 15 maggio del 1941, ritorna 4 febbraio del 1943.
È uno dei reduci della disastrosa ritirata.
All’ospedale di Villa Mazzacorata tra i reduci.
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