Francesco D'Urso
Nacque a S. Andrea di Solofra nel 1866, da Luigi
e Teresa D'Urso in una famiglia di organari,
un'arte esercitata dal 1730 e molto apprezzata con premi anche internazionali.
Iniziò gli studi nelle scuole locali e poiché mostrò subito la vocazione li
continuò nel Seminario di Sarno. Spinto dal desiderio
di essere di aiuto agli altri, quando dovette prestare
il servizio nell'esercito, scelse di arruolarsi in sanità dove
Dopo il congedo continuò gli studi e fu
ordinato sacerdote nel
Nel 1899 fu chiamato a dirigere il Ginnasio
vescovile di Amalfi dove stette per cinque anni e dove
mise in mostra doti di umanità e capacità di insegnante.
Di questa esperienza abbiamo il discorso
tenuto nel corso del suo primo anno in cui egli afferma che il suo primo
compito fu quello di conoscere il terreno, su cui lui e suoi colleghi
avrebbero dovuto operare, e si accorse che non era molto vasto né fertile,
come sperava. Appena prese l'incarico sottopose gli allievi
ad una prova per conoscere la situazione per apportare in tempo i rimedi ed
ebbe a costatare che l'educazione in Italia lasciava a desiderare, che gli
allievi non avevano fatto un corso regolare delle elementari dove si gettano
le basi, che c'era molta confusione e disordine portata dalla diversità di
metodo e dei libri adottati. Decise quindi di scegliere
libri più adatti alle capacità e allo stato degli allievi. Nelle classi superiori eliminò la retorica, dando spazio alla
letteratura e badando a che le lezioni fossero
soprattutto chiare. Speciale cura fu data alla composizione, ampio sviluppo
alla lettura con prosatori adatti e all'esercizio della memoria con brani di
poesia Fu curato lo studio della lingua latina nella quale si giovò di un
professore preparato e di un metodo unico, quello del Gaudino, facendo sì che
l'Italiano servisse di aiuto al latino ed ottenendo
risultati ottimi, specie nelle prime classi dove non c'era disordine.
L'insegnamento del francese e del greco fu affidato al Forcellini
ed ebbe ottimo risultato. Lo studio delle scienze avvenne in aule con carte
geografiche e buon materiale didattico. Fu dedicata molta cura alle classi elementari considerate come
preparazione al ginnasio. Si educò il cuore, poiché la bontà è "un
utensile di prima necessità", a cui bisogna rivolgere molte cure, visto
che da più parti si lamenta la carenza di questo tipo di educazione. Nulla fu tralasciato a che il Ginnasio fosse al centro della pubblica stima, per il quale il D'Urso chiese che si sostenesse l'opera dell'Arcivescovo che si era molto impegnato per lo sviluppo della scuola, dotandola di nuove aule. |
Ebbe tra i suoi allievi Francesco Celentano,
professore del Fonseca di Napoli e l'arcivescovo di
Manfredonia Cesarano.
Ritornato a Solofra continuò l'attività di insegnamento che lo impegnò per tutta la vita e a cui si
dedicò come ad una missione. Per dare al suo operato
un'azione più organica aprì un collegio privato - "Francesco Guarini"
- nel quale passò gran parte della gioventù studiosa di Solofra. Questa sua
attività lo prese in modo intenso ma dedicò anche il
suo tempo come corrispondente da Solofra di molti giornali della Campania e
dell'Irpinia e fu nella redazione anche dei giornali
locali curando la pagina della cronaca.
Nello stesso tempo si distinse come
predicatore che portava la parola del Vangelo nelle chiese della zona e durante
le ricorrenze. Il 6 giugno del 1919 fu
nominato canonico della Collegiata di San Michele Arcangelo, sostituendo
Filippo Giliberti.
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Il 31 maggio
del 1892: Baccalaureum in Facultate
Teologica.
Napoli,
2 settembre 1894, l’arcivescovo di Napoli Guglielmo Tito di S. Clemente consegna a Francesco D’Urso la “Licenza in Sacra
Teologia”
Roma, 1°
ottobre 1942: Diploma di benemerenza di I classe e
medaglia d’oro a Francesco D’Urso, insegnante in pensione per il lodevole
servizio prestato”. Firmato: Ministro dell’educazione nazionale, Bottai.
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