Ernesto
De Maio
Socialista
della prima ora, divenne podestà e morì fascista
Era figlio di Matteo e di Nicolina Roma,
nacque il 16 febbraio del
Così si legge di lui nello Schedario
presso
Nell’opinione pubblica non gode buona fama. È di
carattere violento, tenace e provocatore, poco educato, ma di impegno vivo e
destro. Non possiede titoli accademici, tuttavia ha sufficiente cultura.
Appartiene a famiglia agiata, onesta e in buona posizione sociale. È dedito
all’ozio vivendo a carico del padre e si comporta poco bene verso la famiglia.
Nel 1899 sottrasse a suo padre alcune migliaia di lire, che dissipò con le
donne. Non occupò mai cariche amministrative. Condotta relativamente ai
principi sovversivi che professa. È e fu sempre iscritto al partito socialista
nel quale però non esercita influenza. Si mantiene in relazione coi partiti di
Salerno e di Avellino. Non costa abbia dimorato all’estero. Fussi promotore
della lega di resistenza fra gli operai conciapelli di Solofra della quale è
presidente, benché ami dissimularlo per evitare compromissioni. È
corrispondente dei giornali “Il
E nello stesso Schedario il 17 giugno
del 1923:
L’arma dei RR. CC. Riferisce che l’individuo in
oggetto non professa più idee socialiste e che ora fa parte del Direttorio
Fascista del Comune di S. Agata di sotto.
(ACS,CPC, n. 5698)
(da A. A. Famiglietti, I miei ricordi, 1989, pp. 111-112)
Lo “Schedario” fu istituito nel 1896
presso le Prefetture per far fronte alla situazione insurrezionale dell’ultimo
decennio. Le prefetture erano tenute ad inviare al Ministero dell’Interno i
dati somatici con fotografia e cenni biografici degli individui considerati per
le idee politiche pericolosi e a fare comunicazioni periodiche sull’attività
degli stessi.
Vedi
Il processo di
fascistizzazione a Solofra e a S. Agata
|
|