Famiglie solofrane
Chi ha documenti o è in grado di precisare la storia della propria
famiglia nei secoli XIX-XX può rivolgersi a questo indirizzo
web oppure recarsi presso il Centro di studi di storia locale della Biblioteca Comunale di Solofra, via Casapapa, Largo Marello. Solofra. |
Per evitare la confusione che si fa circa gli stemmi delle
famiglie solofrane si ricorda che quelli solofrani,
nella maggior parte erano di origine borghese, legati al fatto che
appartenevano a famiglie facoltose che si distinguevano nella società locale. Solo poche famiglie ebbero uno stemma, di origine
reale o ecclesiastica, legato ad un titolo ma non ad un feudo. ........... Per saperne di più. Agli inizi per
definirsi nobile bastava essere un guerriero al servizio del sovrano a cui veniva rilasciato un terreno da gestire in nome dello stesso;
oppure un funzionario di corte, caso già meno comune. Nel periodo di mezzo la
nobiltà si era arrogata talmente tanti di quei diritti, che la nobiltà
guerriera aveva spesso un potere equivalente se non superiore al sovrano
stesso, potere diretto legato al feudo su cui comandava. É
il momento dei grandi principi e duchi che tanto male hanno fatto al
Meridione d'Italia. Con la dominazione
spagnola e borbonica la nobiltà di spada decade definitivamente e si
affermano altre forme di nobiltà, quella mercantile e quella togata
(magistrati ma non solo, anche semplici funzionari statali
o, spesso, grandi appaltatori). Per diventare tali bisognava solo comprare un
feudo da una delle famiglie di spada oppure pagare il titolo alla corte. Sia
in un caso che nell'altro il dominio diretto sul territorio era, per motivi
storici, decisamente diminuito o assente. Spesso la
nobiltà di toga aveva un titolo collegato al cognome o ad un feudo che, di
fatto, neanche dominava. La nobiltà mercantile e di toga è valida a tutti gli
effetti perché era il re, in definitiva, che dava il
permesso di comprare o vendere il feudo o creava i nuovi nobili. Nei casi di
compravendita c'era un atto di acquisto, poi
l'infeudazione (riconoscimento dalle camere nobili, parlamenti, ecc.) e poi
la creazione del titolo (o conferma se il titolo sulla terra esisteva già).
Le creazioni ex novo erano standard in tutti i
secoli, solo che nel tardo periodo avevano i limiti territoriali di cui
sopra, cioè erano solo titoli senza sostanza. La nobiltà di toga e mercantile
spesso veniva così ricompensata per i soldi che dava
alla causa del sovrano o per servigi resi allo stato. Dopo la nomina erano
tali e quali alle vecchie famiglie... solo con molta meno storia. All'inizio
questo tipo di nobiltà aveva problemi ad agganciarsi in matrimonio con le
famiglie antiche, che le snobbavano. Ci sono anche i
casi di incartamenti antichi che poi, con i feudi
che passano ad altre famiglie per vendita o eredità, rimangono con titoli
nobiliari e davano qualche lustro a dinastie di campagna decadute. Sono
piuttosto comuni nel Mezzogiorno, da cui la formula attuale del predicato di
"dei Conti, dei Duchi, dei Baroni di" data ai cadetti o ai
discendenti di linee cadette senza più feudo. Nella nobiltà
meridionale non vigeva la successione germanica da padre in figlio maschio, e
sempre maschio, anche in linea collaterale, per cui
i feudi avevano numerosissimi passaggi in via femminile e i cadetti delle
famiglie e i loro discendenti erano costretti a cercare fortuna e una nuova nomina
dal sovrano, oppure sposare l'ereditiera di un'altra dinastia. In caso
contrario si accontentavano del mediocre titolo di cui sopra (qualche volta
poteva essere connesso a qualche attività del feudo, ad es. rappresentazione
della dinastia nella "universitas",
piccoli privilegi del tipo della legna o dei frutti, ma col tempo persero
anche tutto ciò) . Le cosiddette famiglie di "distinta civiltà" (spessissimo avvocati, proprietari terrieri, sindaci o facoltosi commercianti) non fanno parte della nobiltà anche se godono di uno stemma. Lo stemma poteva essere concesso dal sovrano, da un ecclesiastico locale o anche dalla comunità, se per qualche ragione la famiglia si era distinta nella vita civile. Era l'equivalente delle croci o dei commenda che si rilasciano e creano oggi, solo che il privilegio poteva essere trasmesso ai discendenti. Se dunque manca un titolo allo stemma, la famiglia non è parte della nobiltà. |
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