Famiglie solofrane
Giaquinto
Ceppo diffuso
nel serinese e nel montorese il cui patronimico depone per un primitivo
impianto in loco di provenienza da Andria dove è documentato un mercante
angioino. Già nel XI secolo si ha notizia di un Giaquinto
presente nella società locale ed abitante a S. Agata e del figlio Citro, presbitero e possidente.
All'inizio
del XIV secolo la famiglia è citata tra quelle civili di Solofra. Nel XV secolo
si ha notizia di Iacobo, insediato alle Casate e dei figli
Tuccioli, Alessandro, Gaspare, del giudice Guzule, mentre
Andrea è mercante. Di questi Alessandro, tavolario e rappresentante nel gruppo
degli Statuti è ancora attivo all'inizio del XVI secolo. In seguito il ramo si
sposta al Fiume con Adamiano e con i figli Colella e Iacobo, introdotti tramite il matrimonio di
Colella con Antonella Troisi. Questa famiglia nel 1528 venne falcidiata dalla
peste per cui i beni passarono ad Antonella. Interessante è il legame con la
famiglia Garzillo, infatti Paolo e Iacobo si trasferiscono in questo casale
proprio con un matrimonio con una Giaquinto. Altro legame determinante è con i
Ronca e i Ciccarello. Al Fiume la famiglia possiede una conceria cui è
legata una scarperia e ciò determina un interessante rapporto con i Giliberti e
i Guarino. Un ramo dello stesso ceppo è insediato a S. Agata con Ettore ed
Adanese e con i figli di Iacobo (Alessandro) e Colella (Bernardo e Mosè). Un
altro ramo facente capo ad Iacobo con i figli Alessandro (marito di Ciccarella
Pinto), Ercole, Cola (con la moglie Emilia Guerriero), la famiglia di P.
Angelo, e Adamiano di Cola è insediato tra Caposolofra e le Fontane sottane
dove abita una casa detta lo palazzo che occupa una parte di Canale
e va verso il castello infatti c'è un viridario castro. Qui avviene il
legame con la famiglia Guerriero.
L'attività
dell'intero ceppo ruota intorno alla conceria al Fiume e alla scarperia
(Orazio, Cosma, Nicola, Angelo, Battista, Cesare) che viene anche ingrandita in
società con i Troisi, il cui commercio è svolto con molti mercanti solofrani
anche grazie ai diffusi legami parentali. Importanti società con i Ciccarello
per l'uso del legname, con i Troisi nel commercio della lana e nella
lavorazione della pergamena, nè manca il commercio degli animali, delle suole.
Con
Alessandro, Ettore e Tommaso la famiglia partecipa alla vita della Universitas
con la gestione delle gabelle e della rettoria di S. Angelo. Carlo ha la
gabella della salata, Abondanzio quella della farina, tenuta anche da
Tommaso e Catanio, Alfonso quella del pane, tenuta anche da Pietro Paolo
XVII
In
questo secolo la peste ferma la fiorente attività artigiano-mercantile di
questa famiglia che però si riprende soprattutto attraverso matrimoni con
membri dello stesso ceppo
Si
citano: Carlo, Giovanni Battista (col figlio Antonio), Angelo, Michele (con i
figli Salvatore e Michele), Francesco (col figlio Domenico Antonio), Pompilio che fonda il Monte
dei battitori d'oro a Napoli
nella Chiesa di S. Maria della Moneta (A.S.A., Notai, M. A. Giliberto,
ff. 84-86v. 1655).
XVIII
Nel
catasto onciario sono censite le seguenti famiglie:
Cupa-Toppolo-Capopiazza
Orazio
Antonio, negoziante di 83
anni (sposato con Dorotea Giliberti) con i figli Giuseppe
(sacerdote di 53 anni), Angelo, Vittoria (45 anni) col genero Donato Landolfo
(negoziante di 40 anni) e con i nipoti Taddeo, Anna, Dorotea, Agnese, Giovanni
Battista e Aniello. Abitazione propria con cortile vitato e murato, diverse
mercanzie, terreno arborato castagnale a li Laurielli. Impegna nella mercatura
200 ducati. Ha vari pesi.
Il
figlio di Orazio Giuseppe, nato nel 1698 e morto nel 1758, fu
parroco di S. Giuliano. Aveva i seguenti beni: una bottega di conceria al Fiume,
4 stanze soprane alla Piazza, tre selve castagnali di beni
extrapatrimoniali a le Janeste, a Selva piana e a S. Andrea, il
Beneficio della Cappella di S. Nicola di Bari di patronato della famiglia.
Domenico, coriaro di 38 anni, sposato con
Annamaria Guarino con i figli Beatrice, Orsola e Francesco Antonio. Abitazione
propria di più stanze ai piedi di S. Angelo, case sottane per uso proprio ivi.
Caposolofra
Alessio, conciatore di pelli di 35 anni col
fratello Felice, conciatore di 30 anni, e la sorella Angela di 22 anni.
Abitazione in due case soprane e sottane con orto a S. Lucia. Impegna
nella sua attività 50 ducati. Anna sposa Pasquale Garzillo di Caposolofra
Liberato (sposato con Ursula Guacci con i figli
Domenico Antonio), Alessio (con i figli Antonio, Ferdinando, Giuseppe, Nicola
Vincenzo), Filippo Carlo, Felice (col figlio Michele).
Luigi, sposato con Maria Ferrandino con i figli
Raffaele, Pietro Paolo (col figlio Luigi), Michele (con i figli Bernardo,
Francesco, Giovanni, Antonio), Gennaro, Consolato e Luigi.
Nicola (1732-1797) è eremita e vive presso la
Chiesa di S. Maria della neve a Turci.
Le
botteghe di conceria di questo secolo:
·
Bottega del
Sacerdote Giuseppe Giaquinto
sita al Fiume.
·
Magazzini
di coiraria di Domenico Giaquito
sita a Pie' S. Angelo.
XIX
In
questo secolo il ceppo non ha intitolata alcuna conceria.
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