Il vallone dei Granci

 

È un ampio invaso dominato da Castelluccia.

 

Era percorso dall’antica via del omonimo passo che nel periodo romano fu chiamata via antiqua que badit ad Sancta Agathe

 

 

 

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Parte alta del vallone dei Granci visto da Castelluccia

 

La via percorreva a mezza costa il vallone ed era in forte pendenza tanto che una sua località era chiamata sferracavallo.

 Questo invaso fu percorso dai pastori sanniti quando andavano a svernare in pianura e da quelli che abitavano l’insediamento del Toro di Solofra.

 

I Romani la introdussero nel loro sistema viario. Dopo aver attraversato la pianura di Montoro a San Severino la via si immetteva nella Capua-Reghium, un’importante arteria romana di comunicazione tra la  Campania e la Calabria. Qui si pagava una tassa detta rotarico perciò S. Severino si chiamò Rota.

 

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Una località del vallone dei Granci con un deposito di acqua sorgiva nei pressi delle fornaci

 

Il nome viene da “granchio”, crostaceo di acqua. Ciò dice che nei tempi antichi era ricco di acque. Ancora nel XVIII secolo causava rovinosi straripamenti tanto che i contadini erano costretti a rinnovare le coltivazioni distrutte.

 

Fu un territorio di confine tra Montoro, S. Agata di Serino e di Solofra. Le sue località si chiamano: serroni, scioccole, cigliano, cardolle, scoccata, selva grande, boschi vecchi, visciglito, recupido, fornaci, il fossato.

 

 

 

 

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