Famiglie
solofrane
GRIMALDI
I Grimaldi di Solofra sono venuti da Genova come quelli dell'area salernitana
e napoletana. Si impiantarono nell'antico casale delle Fontane sottane
emergendo, già all'inizio del XIV secolo, tra le famiglie "civili".
La famiglia mise in atto una buona politica di alleanze familiari che la portò
ad unirsi ai ceppi solofrani più importanti con i quali intraprese fruttuose
iniziative economiche. Di questa famiglia si hanno notizie sistematiche
dall'inizio del XVI secolo quando gli atti notarili la mostrano ben impiantata
nella economia locale con attività nella concia delle pelli e nella produzione
delle scarpe e col commercio dei prodotti locali. Come tutte le famiglie
emergenti fu presente nel clero e nella gestione di altari e chiese.
Nel secolo XVI la famiglia più importante fu quella di Agamennone
col figlio Antonio che possedeva una conceria e commerciava in vari prodotti
locali. Possedeva una cappellania in S. Maria delle Grazie ed una in S.
Giuliano.
Presenti negli atti legali: Costantino, Crescillo, Stefano,
Bartolomeo, Federico.
Altre attività svolte da membri di questa famiglia sono quelle di
Cubello e Battista, che possedevano un forno, e di Paisano che commerciava e
allevava animali.
Ascanio fu un attivo mercante, viveva al Vicinanzo con 12
figli dei quali erano noti Ambrosio, Giovanni, Lorenzo, Nicola e Bartolomeo,
che lo aiutano nella sua attività. Tra i prodotti del suo commercio ci sono
lane nobili, vari tipi di pelli, suola, scarpe, vino, animali, scarpe e
calzarelli. Era impegnato anche nella gestione delle chiese come quella di
Santa Maria delle Grazie.
Il figlio Bartolomeo si recava spesso in Puglia a vendere
mercanzie.
Altri membri di questo ceppo solofrano erano specializzati nella
fabbricazione e vendita di scarpe.
Tra gli ecclesiastici ci sono Nardo, Cola, Adorisio e Andrea.
Vedi la
Chiesa di S. Anna e S. Maria della Consolazione al Vicinanzo di jus patronale della famiglia
XVII
In questo secolo i Grimaldi parteciparono in modo più attivo alla vita
pubblica. Tra essi Sebastiano fu eletto al governo (1606-1607), e Lorenzo nel
1647.
Ci furono membri nel ceto civile come Lorenzo (notaio) e Felice
(medico).
La famiglia subì forti perdite a causa della peste del 1656.
Nel 1657, subito dopo la peste, fu nominato primicerio della
Collegiata Fabrizio, figlio di Giovan Vittorio, fu
dottore in utroque jure. Nato nel 1624 fu prima canonico della Collegiata nel
1646, poi primicerio ricoprendo la carica per molti anni. Morì nel 1675. La
popolazione solofrana si era ridotta di molto anche a causa del fatto che molti
si erano allontanati per sottrarsi al contagio della peste del 1656.
XVIII
In questo secolo il catasto onciario di Napoli permette di avere
un quadro preciso dei vari rami di questo ceppo. Le famiglie sono distribuite
in quattro casali ma il maggior numero era a Caposolofra, il casale originario.
I dati si riferiscono all'anno 1754.
Cupa-Toppolo-Capopiazza
Filippo (di Tommaso e Cecilia Landolfi) di anni 54, sposato con Maria
Vigilante (di anni 54) ha Niccolò (di anni 30 lavoratore di conceria che vive
con la moglie Caterina Vigilante e la figlia Giaquinta), Pasquale battargento
di anni 20, Andrea fuggiasco di anni 13, Vincenzo di anni 12. Abitano in una
casa di varie stanze con pozzo e cortile a La cupa. Altri figli sono:
Nicola Luciano, Giovanni Battista e Domenico Antonio.
Di questa famiglia fanno parte i fratelli di Filippo: Scipione,
Gennaro, Giacomo Antonio Francesco Geronimo.
Fabrizio regio tavolario di anni 59 ha Giovanni Vittorio (nato nel 1730, fu canonico
della Collegiata dal 1774 al 1795), Agnello (va a scuola) di 12 anni, Francesco
Maria di 29 anni, Beatrice di 25 anni, Gioacchina di 21 anni, Nicoletta di 19
anni, Giacinta di 15 anni, Marianna di 9 anni. Vive in una casa palazziata di 8
stanze superiori e inferiori con giardino di delizie. Possiede una bottega con
sopra bottega sita in piazza dove c'è l'ufficio per il catasto, una casa ad uso
bottega fittata. Ha dei pesi a favore del Monastero di San Domenico e della
chiesa di S. Sebastiano.
Di questa famiglia Agnello sarà avvocato.
Forna
Niccolò, coiraro di 75 anni sposato con Vittoria Giannattasio (anni 65),
ha Taddeo (sacerdote di anni 34), Antonio, coiraro (49 anni sposato con Maria
di 33 anni figli Pietro anni 9 e Lorenzo anni 5). Abita in una casa di 9 stanze
patrimoniale del figlio Taddeo. Ha in fitto una conceria al Campo nella cui
attività impiega 100 ducati. Altri figli sono: Antonio Matteo, Angelo Lorenzo,
Benedetto.
Tommaso possidente di 33 anni, sposato con Rosa de Paulo (di 25 anni), ha
Nunziante di 11 anni, Gennaro di 6 anni, Michele di 2 anni, Giaquinta di 14
anni, Angiola di 8 anni, Antonio di 4 anni. Vive in una casa fittata dal
Monastero di S. Domenico. Altri figli sono: Geronimo e Filippo.
Balsami
Donato conciatore di 30 anni sposato con Agnese Ronca di 30 anni, ha
Lucrezia di 2 anni. Vive in un sedile di 7 stanze con orto . Ha una conceria
con orto in fitto.
Geronimo lavorante in conceria di 53 anni, sposato con Giuditta Tura di 50
anni, ha Giuseppe di 22 anni soldato. Abita una casa propria ivi.
Caposolofra
Giovanni, battargento di 30 anni, sposato con Teresa Savignano. Vive con
lui la madre Angiola De Maio, in un divisorio di casa di 9 stanze, possiede un
terreno a il Greco.
Gennaro (di Tommaso e Cecilia Landolfi) battargento di 64 anni sposato
con Rosa Garzillo, ha Pasquale battargento di 24 anni, Maria di 40 anni. Abita
un divisorio di case con gradiata, cortile e giardino. Altri figli sono: Angelo
e Gerardo.
Ha tra i fratelli Giuseppe (testamento nel 1719) e Matteo
Giovanni.
Tommaso mercante di 30 anni sposato con Felice Maria Garzillo (32 anni)
ha Maria di 10 anni, Giuseppe di 15 anni (va a scuola), Maria Vincenzo,
Francesco Nicola di 6 anni, Giovanni Antonio di 4 anni, Gaetano di 4 anni e
Ferdinando di un anno. Abita in un appartamento di sua proprietà. Possiede un
terreno arborato vitato e seminativo, sito in località le Crocevie, un
mulo da sella. Impiega nell'attività 1000 ducati. Ha i seguenti pesi a favore
del Monastero di S. Domenico, di Giuseppe Maffei e della chiesa dello Spirito
Santo.
Pietrantonio (di Alessandro) conciapelli di 43 anni, sposato con Giuditta
Vigilante, ha Teresa di 2 anni. Vivono con lui le sorelle Anna di 40 anni e
Vittoria di 35 anni. Abita una casa locata al Vicinanzo, usa una conceria dotale della moglie sita in
località Caposolofra.
Orazio (di Domenico e Grazia Grassi) mercante di 42 anni sposato con
Teresa Brescianella, ha Domenico di 10 anni, Giovan Camillo di 5 anni, Alessio
di 3 anni, Luigi di 4 anni. Vivono con lui la madre Grazia Grassi di 82 anni ed
una serva Sabata Pasquale di 31 anni. Abita in un appartamento di varie stanze
con cortile e stalla, sito al Vicinanzo, possiede un giardino arborato e
fruttifero con olivi, due case sottane ad uso bottega, una selva castagnale
alla nave dei Cappuccini, altra selva a le cantarelle. Impegna
nella sua industria 1000 ducati. Ha vari negozi ad Atella con scarpe, pelli e
grano. Ha un fratello sacerdote, Fabio, che possiede una casa di varie stanze,
un oliveto con querce e castagni detta selva di Nuzzo, un terreno a la
Palata, altra selva a Turci. Altro fratello è Giovanni Camillo.
Arcangelo negoziante di 25 anni, sposato con Maria Garzillo di 25 anni, ha
Angiola di 1 anno, Giovan Antonio, Pietro. Vive in un'abitazione propria di
varie stanze a Caposolofra. Possiede una casa per fondaco. Impiega nella sua
industria 200 ducati.
Carlo (fu Nicola) possidente di 61 anni, sposato con Grazia Papa di 52 anni,
ha Francesco, mercante di anni 30 (sposato con Angiola Murena di 25 anni ed ha
Nicolantonio di 3 anni, Francesco di 1 anno). Vivono con lui un fratello
sacerdote Arcangelo di 53 anni, altro fratello Benedetto mercante di 44 anni
(cavallaro alla dogana di Foggia), la madre Costanza Ronca di 90 anni, la serva
Marta Verrecchia di 40 anni. Abita una casa palazziata con giardino. Possiede
un terreno arbustato in località Santa Maria all'Arco, una selva
castagnale in località selva di Nuzzo. Impegna 800 nelle sue attività.
Ha altri fratelli: Agnello e Lorenzo.
Gregorio (fu Nicola) di 60 anni sposato con Lucia de Carlo, ha Felice,
Matteo di 6 anni e Maria Antonia di 16 anni.
Felice Antonio (di Bartolomeo) regio notaio e professore di Legge di 34 anni sposato
con Claudia Murena di 34 anni, ha Bartolomeo di 2 anni, Anna Irene di 3 anni,
Salvatore, Lucia, Michele Arcangelo. Vivono con lui il fratello parroco
Giuliano di 40 anni (possiede una casa di più stanze a Caposolofra, un terreno
seminatori ivi), altro fratello Carmine di 32 anni e la madre Chiara Landolfi.
Abita una casa palazziata di 9 stanze al Vicinanzo. Possiede una casa
sottana a S. Lucia, altra casa sottana ivi, una selva castagnale in
località Selva di Nuzzo. Ha un peso a favore della chiesa di S. Maria
delle Grazie.
.
|
Nomina del Magnifico notaio Felice Antonio Grimaldi di Solofra a
coadiutore della corte feudale da parte del Cardinale Domenico Orsini.
Roma, agosto 1746. |
Giuseppe (di Alessandro) di 51 anni speziale di medicina, sposato con
Feliciana de Vita, ha Lorenzo di 30 anni, medico fisico (sposato con Antonia Ronca), Laura di
26 anni, Giuliana di 22 anni, Pietro Antonio di 28 anni. Abitazione propria con
cortile, comprensorio di case con cortile, altre case a Capopiazza, terreno con
viti latine a le Selvetelle.
Vive in un fuoco a parte il sacerdote (figlio del medico Felice e
di Vittoria Ronca) Michele Arcangelo, che possiede una casa di 2
stanze a Caposolofra e un'altra con giardino al Sorbo.
Felice, sarto di 54 anni, sposato con Anna Rosa di 54 anni, ha Flavio sacerdote mansionario di 28
anni (possiede una casa di più stanze a Caposolofra, un terreno seminativo
arborato ivi), Michele (battargento di 24 anni), Maddalena di 20 anni. Vive con
lui il fratello sacerdote Emilio di 58 anni. Abita una casa di 5 stanze con giardino. Usa per la
sua attività una bottega in fitto.
--------------------------
Figura di rilievo è Carlo Maria, nato da Nicola e Grazia Garzilli nel 1776. Frequentò
l'Università di Napoli e si laureò in legge. Nominato canonico nel 1805 diventò
primicerio in un periodo positivo per la chiesa solofrana, quando venne
concessa dal Pontefice Gregorio XVI nel 1843 la Cappa Magna e la istituzione
nel capitolo della seconda dignità Teologale, riconoscimenti che sottolineavano
i meriti accumulati dalla istituzione. Morì nel 1845.
----------------------------
Le botteghe di conceria di questo ceppo
·
Bottega di
Niccolò Pandolfelli
in fitto a Niccolò
Grimaldi
sita al Campo.
·
Magazzini
di Oscar Grimaldi
per la conceria di
Giuseppe Garzilli
sita a Caposolofra.
·
Conceria di
dote di Giuditta Vigilante (moglie di Pietro Antonio Grimaldi)
sita a Caposolofra.
XIX
In questo secolo si
citano:
Bartolomeo di Felice Antonio fu notaio dal 1786 al 1835 (sposò Maria
Giuseppa Grimaldi), abitò al Vicinanzo ed ebbe Felice Antonio nel 1790,
Giuliano nel 1791, Carmine Filippo nel 1794, Fabio (sacerdote) nel 1804,
Michele nel 1805, Michelangelo nel 1809, Luigi nel 1818.
Luigi fu notaio regio per molti anni, sposò Caterina Maffei ed ebbe
Bartolomeo nel 1852 e Felice Antonio nel 1858.
Bartolomeo (di Luigi), nato nel 1852 fu notaio (sindaco nel 1825-1826) sposò
Francesca Jaccheo ed ebbe Luigi nel 1883 (emigrato in America), Pasquale nel
1887 (emigrato in America), Fabio (impiegato comunale) nel 1889, Felice
(commerciante) nel 1894.
---------
Giovan Battista, avvocato, sposò Amelia Lauro (sorella dell’armatore Achille
Lauro) da cui ebbe Luigi nel 1914, Mario Achille nel 1915, Guido Achille nel 1917,
Aldo e Ugo.
Fabio sacerdote e cappellano della chiesa di S. Maria della
Consolazione.
Marco, canonico della Collegiata dal 1707 al 1753.
Filippo fu medico fisico sposò Angela de Giovanni ed ebbe Gaspare (1781)
e Michele (1780). Possedeva beni al Galdo.
----------
Carlo Maria, nato nel 1776 da Nicola e Grazia Garzilli, studiò legge
all'Università di Napoli (1793), fu nominato canonico della Collegiata nel
1805, e poi primicerio il 12 ottobre del 1832. Sotto il suo governo ci fu il
colera nel 1836 che causò alcune centinaia di morti e la Visita arcivescovile
nello stesso anno nella quale fu disposto che potesse essere conservato presso
alcune chiese lontane dal centro l'olio per gli infermi, fu chiusa la chiesa di
S. Domenico e quella di San Giacomo perché dirute. Nello stesso tempo
cominciavano a farsi sentire la diminuzione dei sacerdoti. Nel 1845 ai canonici
della Collegiata fu concessa la Cappa Magna e fu istituita la dignità Teologale
(1843). Morì il 27 marzo del 1845 e fu sepolto in S. Domenico nonostante
fossero già in atto le norme della sepoltura nei Cimiteri fuori i luoghi
abitati.
Tra le concerie solofrane censite nel 1842:
.
Conceria di Tommaso Grimaldi |
All’inizio del XX secolo
|
Vai a
© solofrastorica 2000
|
©
2000 solofrastorica.it