Approfondimento
CONSIDERAZIONI SULLE VARIANTI “GUARINO DETTO RONCA”
E “RONCHI” DEL COGNOME “RONCA”
di Giuseppe Ronca
Tutti i dati e documenti storici di riferimento, tranne le nostre considerazioni interpretative, sono estrapolati da studi e pubblicazioni di Mimma De Maio di Solofra. 1 ‑
LA FORMAZIONE, STORICAMENTE ACCERTATA, DEI COGNOMI SOLOFRANI “RONCA” E
“GUARINO DETTO RONCA”, Dalla
indagine notarile del 1442 ‑ facente parte del materiale storico sui
"Ronca" di Solofra, reperibile sul sito web di Mimma De Maio
“solofrastorica.it” ‑ concernente la lite sorta tra “Don Ottaviano e
Pietro della Casata Guarino, eredi del fu Marcullo de Guarino e Aurelio Ronca
e altri della casata Guarino detto Ronca”, per la Cappella intitolata a S.
Giovanni Battista, sita in S. Angelo, e per lo jusso di nomina del
cappellano, risulta: (omissis) che
alcuni di casa Ronca sono detti Guarino detto Ronca; che è fama che in
Solofra abitarono due casate, una detta de Guarino absolute ed una detta
Ronca o de Guarino detto Ronca; che Marcullo è della casata Guarino “absolute”;
che quelli che si dicono Guarino detto Ronca o Ronca hanno diversa
discendenza da Marcullo; (omissis); che Cosma e Aurelio anticamente si sono
nominati “absoluto" de Ronca e altri Guarino detto Ronca; Cosma e
Aurellio hanno per arma una ronca; (omissis); che la cappella edificata da
Marcullo ha per arma dipinta un leone; (omissis); che quelli di casa Ronca e
quelli di casa Guarino detto Ronca non furono sepolti nella sepoltura di
Marcullo”.. Alla
luce di questa circostanziata indagine si può affermare che: I. Aurelio si presenta innanzi al notaio, per le dichiarazioni di
parte concernenti l'oggetto della lite di che trattasi, come Aurelio Ronca,
Cosma invece come Cosma Guarino detto Ronca. 2. L’indagine del notaio ha comunque accertato che “Cosma e Aurelio anticamente si sono nominati
absoluto de Ronca e altri Guarino detto Ronca” e "che Cosma e Aurelio hanno per arma una ronca”. Tanto premesso, è indubbia la originaria appartenenza del ramo
di Aurelio e Cosma Guarino detto Ronca al ceppo Ronca. Alla luce di questa semplice ed imprescindibile analisi, non è
facile accogliere la tesi del prof. F. Guacci (autore di pregnanti
descrizioni delle opere d’arte di Solofra), esposta sul sito web
"solofrastorica.it" (cfr. “F. Guacci, La Chiesa di Santa Teresa al
Sorbo di Solofra, paragrafo, nota 2), nella quale si afferma che il ramo dei
“Guarino detto Ronca”, a cui appartennero i vari notai ed il primo primicerio
ed arciprete della Collegiata, Cosma, volle distinguersi dal ceppo antico (i
Guarino) aggiungendo al cognome originario l’epiteto ‘ronca’, alludente alla
roncola”. Con detta spiegazione, infatti, si prescinde completamente dagli
esiti della citata indagine notarile del 1442, fondamentale documento storico
sulla formazione del cognome “Ronca”, e non si tien conto delle conclusioni
storiche alle quali giunge Mimma De Maio, che nel cognome “Guarino detto
Ronca” legge un evidente collegamento con la famiglia Ronca già esistente nel
XIV secolo a Solofra, dove si era trasferita da Salerno. Non è
possibile, inoltre, condividere le altre deduzioni rappresentate dal prof. F.
Guacci nella nota in questione, laddove sostiene che “da questo ceppo (i Guarino
detto Ronca) si distinse un ulteriore
ramo nobiliare detto "Ronchi" che utilizzò un emblema araldico diverso,
come ben testimonia lo stemma dipinto sulla tela della Madonna della Purità
ai Cappuccini di Solofra: ‘Donatus Antonius Ronca ob sua devozione hoc opus
fieri fecit’. L’arma mostra due leoni contro rampanti al naturale su roncola
astata”. Alla luce, infatti, dei documenti storici sui Ronca, risulta
che: 1) la variante “Ronchi” si consolida nel 1760 con la nascita
dell’illustre medico e chimico Maria Salvatore Ronchi, ovvero dopo la
traslazione del 1750 nella nuova Chiesa di Santa Teresa, del corpo del
Protonotario Giovan Vittorio Ronca, che in documenti successivi è riportato
come “Ronchi”, probabilmente per le motivazioni dallo scrivente ipotizzate
nel paragrafo successivo. 2) L’emblema dei “Ronchi”, come mostra lo stemma del Protonotario
Ronca è proprio quello dei Ronca, la ronca immanicata sormontata dal cappello
di Protonotario e non lo stemma dipinto sulla tela della “Madonna della
Purità”: due leoni contro rampanti, al naturale, su roncola astata.
Quest’ultimo, peraltro, è l’emblema della famiglia di Donatus Antonius Ronca (e non del ramo “Ronchi”, come scrive il
prof. F. Guacci nella richiamata nota), vissuto nella prima metà del XVII
secolo, mentre il Protonotario “Ronchi” è vissuto nella seconda metà di detto
secolo. Se Donato Antonio Ronca fosse dello stesso ramo del Protonotario, non
si spiegherebbe la diversità dell’arma fra i due. Possibile deduzione dalla particolare simbologia dello stemma di
Donato Antonio Ronca, è che la ronca astata (arma della famiglia Ronca), al
centro dei due leoni rampanti, sta ad indicare il ceppo originario dei Ronca
con l’innesto del ceppo dei Guarino (rappresentato dal leone rampante, arma
dei Guarino). Quello di Donato Antonio, cioè, sarebbe il famoso ramo dei
“Guarino detto Ronca” rientrato ormai completamente nell’alveo originario dei
Ronca. 2 ‑ IPOTESI SULLA FORMAZIONE DEL COGNOME “RONCHI”. Per quanto riguarda la variante “Ronchi”, è nostra opinione che
essa si sia consolidata a Solofra nel XVIII secolo, dopo la realizzazione della
lapide in onore del Protonotario Giovan Vittorio Ronca nella nuova Chiesa di
Santa Teresa. L'incipit, infatti, della nota epigrafe in latino di questa
tomba, riporta nome e cognome e titoli dell’illustre sacerdote con il “caso
dativo”: JOHHANNI VICTORIO RONCHI,
DOCTOR PROTONOTARIJI È probabile che dal "Ronchi
" di questa epigrafe, dativo latino di "Roncha” accordato ai
nomi in dativo "Johhanni Victorio
", sia nata ‑ per errore di chi ha trascritto i successivi
documenti di carattere censuale‑anagrafico o di altro tipo, relativi ai
parenti del protonotario ‑ la variante Ronchi. Viene formulata detta ipotesi, perché lo scrivente ha diretta
conoscenza del fenomeno di diversificazione in "Ronga" di un ramo
(facente capo al fratello di suo nonno) della famiglia Ronca trapiantata a
Bari da Solofra nel XIX secolo, per un errore di trascrizione anagrafica non
più corretto dagli interessati. Si è,
pertanto, restii ad accettare l’ipotesi apparsa su un numero del notiziario
solofrano “Il Campanile", che un ramo dei Ronca cominciasse ad usare il
cognome con la i finale "per
distinguersi dagli altri Ronca del casato, come fece Francesco Guarino che
volle trasformare il cognome con la i finale per distinguersi dalla famiglia
originaria, lui che era diventato un innovatore della pittura del Seicento
napoletano", anche per i seguenti motivi: 1 . è difficile pensare che la notorietà già all’epoca, storicamente
accertata, delle opere e delle prestigiose funzioni politico‑sociali,
religiose e finanziarie dei membri della famiglia Ronca, contemporanei e/o
predecessori del Protonotario, avrebbe potuto determinare in quest’uffirno o
nei suoi congiunti il bisogno di “distinguersi"
dalla già “distintissima” famiglia originaria; 2.
una scelta di questo
genere, peraltro, contrastava con il carattere solidale e sostanzialmente
unitario della famiglia Ronca al suo interno: basti pensare a personaggi come
Jacobo Ronca (XV secolo), cappellano di San Giuliano che svolgeva una
funzione di coagulo di tutti i rami della famiglia Ronca, o come il notaio
Aurelio Ronca (XVIII secolo, contemporaneo del protonotario) ‑
probabile discendente dal notaio omonimo del XVI secolo ‑ che fonda il
“Monte dei maritagli” della famiglia. |
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