Itinerario Centro storico
Piazza S. Giuliano - Piazza S.
Michele - Piazza Orsini
Partendo da piazza
S. Giuliano, sul cui lato meridionale sorge la chiesa omonima, attraverso
via Caduti 23 novembre 1980 (ex via
Fratta), si giunge in piazza S. Michele
e piazza Orsini, che formano un
unico complesso con i monumenti ivi esistenti, espressione del momento
storico più importante vissuto da Solofra. Piazza S. Michele è una bella piazza ampia con sul lato orientale
il palazzo ducale dei Principi Orsini
e sul lato meridionale |
Chiesa di San
Giuliano. Sorge sulla
omonima piazza, centro del casale Fratta,
sviluppatosi in seguito all’ampliamento, al di là del torrente Cantarelle, dell’antico abitato del Toro. La costruzione della
chiesa è da porre nel XIV secolo sostituendo una precedente chiesa, già
esistente nel XIII secolo ma diversamente dislocata (“San Giuliano vecchio al
Toro”). Fu voluta dalle famiglie intorno a cui si sviluppò il casale che vi
posero i loro altari patronali con diritto di sepoltura. Ebbe vari rifacimenti
tra cui quelli del XVI e del XVIII secolo. L’edificio, dalla facciata semplice
e lineare con bel portale d’ingresso, timpano e finestrone semicircolare, ha
l’interno a pianta basilicale con ampio presbiterio, fornice ad arco a tutto sesto, altare
maggiore (1785) e sei altari laterali in marmi policromi. Tra le opere una tela
di Felice Guarino (1603) incorniciata da un prezioso lavoro in legno dorato,
una tela di Francesco Guarini (1605) e altre due tele della bottega del
Guarini. Il campanile, sul lato orientale della chiesa lievemente staccato e
sfalsato, è a forma quadrata e bipartita, concluso superiormente da un corpo
più piccolo quadrato a spigoli tagliati.
Collegiata di S.
Michele Arcangelo. È l’edificio più
rappresentativo di Solofra, ora monumento nazionale, dedicato all’arcangelo
Michele il cui culto fu portato in loco dai Longobardi, che lo sovrapposero a
quello bizantino della Vergine del 15 agosto esistente nella pieve di S. Angelo
e S. Maria, denominata in seguito Chiesa di S. Angelo (per la caduta
dell’intestazione a S. Maria). La costruzione iniziò nel 1522 sull’aia e su
parte della suddetta Chiesa ad opera dell’Universitas
e con il sostegno del feudatario Ercole Zurlo. Costata oltre centomila ducati,
fu ultimata e consacrata nel XVII secolo ma ebbe vari rimaneggiamenti dei quali
notevoli quello del XVIII secolo. Il campanile, massiccio e staccato
dall’edificio, fu costruito nella seconda metà del XVI secolo con l’utilizzo
dei blocchi di pietra recuperati dalla demolizione della chiesa dell’Angelo.
L’interno, a croce latina a tre navate, ha l’organo, il pulpito, i cassettoni
del soffitto con intagli in legno ricoperti di fogli sottilissimi di oro
prodotti dall’artigianato locale del battiloro e tele della bottega di Tommaso
e Francesco Guarini (1611-1654). La pala dell’altare maggiore è opera del Lama.
Il tempio conserva il capolavoro del Guarini, la
“Sine macula” (1637).
Palazzo Ducale
Orsini. Dimora degli Orsini, costruita nella
seconda metà del XVI secolo per volere di Beatrice Ferrella
Orsini allorquando divenne feudataria di Solofra (1555), sorge di fronte alla
Collegiata allo sbocco delle due vie che venivano dal rione del commercio (
Chiesa di S. Rocco. Costruita nel XV secolo allo sbocco della via Vecchia (poi via della Fortuna) nell’area del casale delle concerie, fu voluta dagli
artigiani locali che la dedicarono al santo protettore dei conciatori contro il
terribile bacillo delle pelli («carbonchio») che un tempo provocava una pustola
maligna («tracena»). L’edificio a forma quadrata e
facciata semplice con due nicchioni, ha l’interno
illuminato da quattro vuoti all’altezza del soffitto piano in cassettonato ligneo riccamente dipinto da abili artigiani
della fine del XVII secolo ed in cui c’è una grossa tela circolare (Trinità in Apoteosi). Sull’unico altare,
in marmo barocco, vi è una tela raffigurante San Rocco in meditazione di Matteo Vigilante (XVII secolo). Tra le
opere un antico crocifisso ligneo di proporzioni reali, una decina di tele fra
le quali due di stile bizantino, alcune attribuibili al Vigilante, una Annunciazione di ignoto pittore del ’600
e una tela del Guarini,
Chiesa di S. Chiara. Era la chiesa dell’antico rione dei Burrelli (poi piè
S. Angelo) costruita in seguito all’evoluzione urbanistica che Solofra ebbe
nel XIV secolo e dedicata a Santa Maria delle Grazie, accolse cappelle ed
altari sepolcrali delle famiglie locali, poi vi fu annesso l’omonimo monastero.
L’edificio dall’elegante facciata barocca è stato arricchito successivamente
del pronao generando un ampio spazio vestibolare a cui si accede attraverso due
ingressi, dei quali il principale, sulla via Regina Margherita, è servito da
un’imponente scala in pietra locale poligonale, che le conferisce un effetto di
elevazione rispetto a chi viene dalla parte bassa. Il pronao protegge
l’ingresso della vecchia chiesa che si apre sul suo lato meridionale
leggermente rialzato con portone in legno intarsiato suddiviso in riquadri ed
incorniciato dal portale in blocchi squadrati in pietra. L’interno, a pianta
rettangolare, è ad unica navata con soffitto cassettonato
in legno decorato con tele di Giovan Tommaso Guarini e illuminata da finestre rettangolari.
Un arco trionfale a tutto sesto divide la zona presbiteriale, con copertura a
botte e quattro unghie tutte affrescate e decorate, dall’aula di culto. Tra le
opere tre preziose statue (due del XV ed una del XVI secolo), una tela di Santa
Maria delle Grazie del Landolfi (1741), un maestoso crocifisso tardomanierista
ed una tavola di stile della bottega guariniana.
Monastero di S. Chiara. Inizialmente intitolato a Santa Maria delle Grazie e voluto dalla feudataria Beatrice Ferrella Orsini (seconda metà del XVI secolo), è stato un elemento importante a sostegno della economia locale. Accolse le monache dell’Ordine di S. Chiara e gran parte delle giovani della famiglia Orsini ma anche di famiglie solofrane e della zona.
Fontana dei leoni. Originariamente la fontana sorgeva nel casale Capopiazza (già Sortito o Platea) lungo l’antica via
della mercatura (all’incrocio di piazza Umberto, via Felice De Stefano, via
Lavinaio e via Agostino Landolfi), poi dislocata nell’attuale piazza ampliata
con l’abbattimento di parte dei tigli del viale Principe Amedeo (detto anche «Villa»).
L’opera è in travertino, capolavoro molto probabilmente degli scalpellini
locali che avevano nel XVIII secolo (l’epigrafe porta la data del 1733) la
maggiore espressione nel ceppo dei Savarese. La vasca a forma quadrata poggia
su tre gradini che ne iniziano lo slancio verso l’alto. Ai lati quattro leoni,
seduti su un basamento di pietra che divide l’invaso in quattro settori,
versano dalla bocca
l’acqua in una vaschetta circolare ai loro piedi poggiata sul bordo della vasca
ma molto aggettante. Al centro della vasca s’innalza una tozza stele quadrata
con ai lati lo stemma del sole raggiante e alla sommità quattro delfini,
anch’essi gettanti acqua e aventi la medesima direzione dei leoni. Le code
intrecciate e innalzate reggono una vasca a forma di conchiglia che raccoglie
altra acqua sgorgante da uno zampillo centrale.
Palazzo Zurlo. Massiccio palazzo detto degli Zurlo, i feudatari che
tennero Solofra dal 1418 al 1528 e che vissero nel momento in cui cominciava ad
inarcarsi la parabola economica di Solofra da essi stessi sostenuta con la
partecipazione in prima persona alle attività mercantili locali, che dette
l’impianto, prima della nuova ubicazione della Collegiata (la chiesa
dell'Angelo infatti si volgeva verso il fiume) e prima della costruzione del
Palazzo Orsini, alla piazza che ora si osserva. La costruzione è realizzata su
due ordini di cui il portale modanato in blocchi di pietra locale è l’elemento
più rappresentativo.
Torre campanaria
della Chiesa di S. Croce. Il tozzo campanile tripartito
di modeste dimensioni alla cui base si apre un arco d’ingresso come in molte
chiese meridionali del periodo romanico è elemento residuo della Chiesa di S.
Croce (XII secolo) costruita su uno slargo della via Vecchia (oggi via Abate Felice Giannattasio-via della Fortuna)
proveniente dal casale delle concerie, e non lontana dalla Platea (oggi Piazza Umberto I), intorno a cui si sviluppò il primo
nucleo commerciale locale. Vi fu annesso, all’inizio del XVI secolo, un
ospedale (in quel tempo accoglievano i pellegrini e i mercanti) ed ebbe accanto
il convento di S. Agostino (seconda metà del XIV secolo), distrutto dal
terremoto del 1980, con il quale formava un importante centro
economico-religioso collegato all’attività artigiano-mercantile solofrana.
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