Famiglie solofrane
Juliani
o Giuliani
È un ceppo di origine salernitana il cui impianto in loco avvenne
nel periodo della immigrazioni e già all’inizio del XIV secolo era annoverata
tra le famiglie civili della comunità.
Nel 1408 si trova un Iannunzio possessore di
beni a la via nova confinanti con il Monastero di S. Agostino. Da citare
il notaio Belardino, imparentato con una famiglia di S. Severino, de Scaulia,
e presente in tutte le attività più importanti della vita comunitaria e che
insieme a Matteo dette il suo contributo alla stesura degli Statuti.
È insediato al Toro soprano con i fratelli Salvatore,
Matteo e Cristofano, con beni tra S. Agata di Solofra e di Serino dove possiede
una conceria con una scarperia, che sostiene il commercio nel quale spicca la
produzione di calzarelli di oropelle che la famiglia svolge in virtù
della residenza a Napoli del notaio Belardino e di suo fratello Pompeo, anche lui
notaio e di Battista detto napoletano. Altra bottega che
concia coire è al Toro sottano.
Nel 1521 Belardino sposò Lucrezia Scambio di Giovannello di
Napoli (in rapporto col mercante napoletano Cesare e Gregorio de Ciarlo, 32)
Si citano ancora
Nicola (lavora vacche corredate), Pompeo (vende animali), Francesco (vende
sommacco), Silvestro e Cola (comprano lane caprine), Ercole e Marco (mastri
d’ascia con una bottega in piazza), Ungaro e Adamante (commercio di granaglie),
Battista (compra scarpe), Michele (vende vacche pelose), Annibale (compra da
Sixto, grezzista sardo di pelli sardo e residente a Napoli, montoni
‘sardeschi’).
XVII
In questo secolo si ha notizia di Giovan Sabato, sindaco nel 1606-1607,
e partecipe al governo per una buona metà del secolo.
Nel 1656 Lucrezia erige il Monte della famiglia per il
maritaggio delle donne della famiglia e per le attività economiche.
Tra i figli di Giovanni Sabato si ricordano Annibale e Beatrice.
Beatrice morì nel 1656 lasciando un importante
testamento di cui ecco uno stralcio:
La
testatrice lascia duemila ducati da investire in opere d'annue entrate, secondo
l'arbitrio del fratello Annibale e del Canonico Giuseppe Garzillo, dai cui
utili ogni anno si dovranno maritare due persone cittadine per ducati cinquanta
ciascuno e del rimanente fare spese di olio e cere per la cappella del
Santissimo in S. Michele Arcangelo. Dispone che siano scelte sei donne povere
(due a discrezione del Capitolo di S. Michele Arcangelo, due dal rev. Giuseppe
Garzilli, e due della Cappella del SS.mo e del Governo dell'Università), i cui
nominativi devono essere messi in sei cartelle che saranno sorteggiate durante
la festa di S. Michele Arcangelo del mese di Maggio, proprio durante le messa
solenne cantata, da un figliolo di meno di dieci anni d'età, scelto dal rev.
Giuseppe Garzilli. I nominativi delle prime due buste saranno quelli delle due
prescelte. In caso di difficoltà spetta a Giuseppe Garzilli di appianare ogni
equivoco e, nel caso in cui non si sia ben espliciti sulle modalità, per ogni
chiarimento sia interpellato il detto D. Giuseppe, se poi gli utili non
raggiungono i ducati cento, siano dati ducati quarantacinque a ciascuna
beneficiata e il resto alla Cappella del SS.mo. Se poi in quell'anno siano da
maritare le donne delle seguenti famiglie, sia data loro l'intera somma di
ducati cento: famiglia Annibale Iuliano e suoi eredi di linea maschile, le
figlie femmine di Beatrice e le eredi di tali figlie; una figlia dei coniugi
Francesco Ronca e Fenizia Garzillo, purché tale Francesco non pretenda gli
interessi delle doti di Fenizia dai suoi fratelli, e se li pretende, che siano
pagati tali denari d'interessi a don Giuseppe Garzilli in luogo di legato; una
figlia dei coniugi Orazio Maffei e Caterina Guarino; una figlia di Francesco
Guarino cioè Camilla e una figlia del defunto Nobile Guarino cioè Grazia, per
ducati cinquanta ciascuno. Siano procuratori del Monte l'erede Annibale Iuliano
e il Rev. don Giuseppe Garzilli, che riceveranno ogni anno per il loro fastidio
ducati cinque ciascuno.
(A.S.A., Notai, Luigi Grimaldi, ff.
135-138v., anno 1656).
Un importante personaggio è il figlio di Annibale e di Feliciana
Maffei.
Giovan Sabato Juliani (1651-1736) Primicerio della Collegiata in un momento cruciale per la vita
della comunità solofrana L'episodio più
importante della sua vita lo vide capeggiare gran parte della comunità
solofrana contro il feudatario Domenico Orsini sostenuto da quella parte del
patriziato mercantile solofrano che aveva benefici dall'essere col principe.
La causa occasionale della rivolta fu il tentativo dell'Orsini di controllare
ancora più direttamente le attività mercantili solofrane con lo spostamento
del mercato nella piazza antistante il suo palazzo. Subì l'esilio e la
prigionia, ma riuscì ad avere la meglio. Vedi la vita di questo protagonista. |
XVIII
In questo secolo il catasto conciario non censisce alcuna
famiglia Juliani. Il ceppo visse a Napoli pur continuando ad avere rapporti con
Solofra dove aveva i bene e la casa al Toro.
Sono censiti invece i seguenti istituti:
·
Beneficio della Speranza, di jus patronato della famiglia
Iuliano (Chiesa)
·
Monte della famiglia Iuliani
·
Bottega del Monte della famiglia Iuliani
per le attività di Agostino
Guarino
sita alla Cupa.
Monte della Famiglia Juliani al 1739 Governatori ed economi: canonico Giuseppe Garzilli, Vito
Vigilante, Filippo Garzilli. Il Monte possiede: una masseria al galdo,
una vigna a S. Agata di Solofra, una bottega di conceria (locata a Paolo
Garzilli) al casale Fiume, un
terreno arborato vitato al Sambuco, alcuni capitali. Pesi per
maritaggi di Teresa Cilizio, Teresa Mongiello, Teresa Grassi, Rosa Gallucci e
per altre spese. |
XX
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Prima metà del XX secolo Conceria di Luigi Juliani |
Conceria
Juliani sorta nel 1929 ad opera di Enrico Juliani, poi passò a Luigi quindi ad
Enrico e Giacomo Juliani. In origine era un’azienda a carattere artigianale
sorta per integrare l’attività del suo creatore il commercio delle pelli grezze che provenivano dalla Calabria,
dalla Sicilia, dalle Puglie . L’attività conciaria ha subito una radicale
trasformazione ad opera dsi Enrico e Giacomo Juliani con radicali
trasformazioni e consistenti ampliamenti
dal 50 al 63 l’azienda è devernuta un moderno complesso che produce
articoli per tomaie e calzatore fodere
per scarpe di qualità e scamosciati per abbigliamento femminile. La produzione
viene assorbita dai calzaturifici . Le pelli grezze ora provendono dal Medio
Oriente e in segito dalla Cina
’
necessario che le piccole aziende organizzano una forma più industriale si per
la parte tecnica che per quella commerciale. Questi problemi all’inizio non si
sono fatti sentire per la grande
richiesta del prodotto ma non sartà
così in seguito
Ostacolo
: mancanza di acqua e fognature
Lassociazione Industriale all’inizio fu bloccata dal’assenza degli operatori che data la dimensione delle loro industrie non sentivano molto il problema
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Una realtà
della Solofra conciaria del Duemila
.
Il Presidente della Repubblica Carlo
Azelio Ciampi visita la conceria Albatros
di Enrico Iuliani
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