Testamento di Giovanni Paolo
Maffei
Battiloro solofrano con un’importante bottega
I Maffei di Solofra: da Volterra, a Roma, a Napoli
Giovanni Paolo Maffei nomina eredi, per un terzo ciascuno, i nipoti
Domenico ed Alfonso, figli di Luca suo fratello, e, per un solo terzo,
Ieronimo, Giovanni Vincenzo e Giovanni Leonardo, figli del fu Giovanni Battista
altro figlio di Luca, dei quali gli ultimi due, perché minori, dovranno essere
sotto la potestà degli zii, Domenico e Alfonso. Nomina usufruttuaria la moglie
Francischella Vigilante e Lucrezia Vigilante (cognata perché sorella di Francesca),
moglie del nipote G. Battista. Dispone che per tali eredi, nella misura
stabilita, sia utilizzato il grano proveniente dai suoi beni di Montemarano,
che la moglie potrà stare ed utilizzare l’appartamento da loro abitato con
tutte le suppellettili. Lascia al nipote Alfonso e al pronipote Ieronimo le due
botteghe di argentario site nella platea pubblica e quella di Ariano, divise la
prima a metà tra Alfonso e Ieronimo, la seconda a metà tra Alfonso e ad
Ieronimo, Giovanni Vincenzo e Giovanni Leonardo, con l’impegno di esercitarvi
l’arte in società e che una parte del denaro sia impegnato per far studiare
Giovanni Vincenzo, fratello di Ieronimo e Giovanni Benedetto, figlio di
Alfonso. Lascia a Domenico la casa con taverna sita alla platea pubblica sulla
quale deve dare, all’atto della divisione della eredità 50 ducati da dividere
tra gli altri eredi. Dispone che i suoi beni vengano alienati solo agli eredi
indicati della famiglia Maffei o ai successori maschi del fu Antonio, suo altro
nipote poiché figlio del fratello Pasquale, oppure alla chiesa di San Giuliano.
Elenca quindi i beni sottoposti a tale divieto e cioè la citata casa della platea con taverna e due botteghe, due
parti della casa che abita al Toro,
due parti della corte arbustata dinanzi a questa casa, la corte di giù alias de Motta, una vigna detta campetello, un’altra detta di San
Nicola alle scanate, una selva detta la selvetella
con lo cerreto, altra casa al Toro
detta fuori le casi, una casa con forno, cortile murato e cinque pezzi di
terreno a Montemarano, di cui quattro indivisi col fu Antonio, e conferma che
tali beni sono stati divisi da quelli di suo fratello Pasquale (padre di
Antonio) e Luca (padre di Giambattista, Domenico e Alfonso). Dispone che sia
chiusa ogni apertura tra le case di sua proprietà e quelle dei figli del nipote
fu Antonio ed altre migliorie. Rinunzia ad ogni suo diritto sulla bottega
grande dei figli di Antonio, dispone che i suoi eredi, ciascuno per la loro parte,
devono contribuire agli studi di Fabrizio, figlio di Antonio, che nella sua
casa il portico e il cortile sia sempre in comune con gli eredi e che il
centimolo sia spostato nel cortile e la casa che lo accoglie sia di usufrutto
di Franceschella e Lucrezia, che i suoi eredi gestiscano le doti delle mogli
ciascuno per la loro parte, che Giulia, figlia di Alfonso, sia dotata di
Testamentum solemne et ultima
voluntate de me Joanne Paulo de Maffeis de la terra de Solofra
1533, marzo 29.
(f. 87v).
In primis lasso et recomando la anima mia alo omnipotente et glorioso
Dio nostro Signor Jesu Christo et ad sua sancta et gloriosa matre vergine
Maria. Et depo, perché il capo et principio de qualsivoglia testamento si è
la institutione de li eredi, pertanto io, predicto Joanne Paulo testatore instituisco,
fazo et legitimamente ordino mei heredi universali et particulari lo
magnifico messere Dominico de Maffeis, lo egregio Alfonzo de Maffeis, mei
neputi, et Hieronimo, Joanne Vicentio et Joanne Leonardo, figli del condam
egregio Joanne Baptista, altro mio nepote, videlicet lo dicto messere
Dominico per uno integro terzo, lo dicto Alfonzo per un altro terzo, et dicti
Ieronimo, Joanne Vicentio et Joanne Leonardo per un altro integro terzo supra
tucti li boni et robe mei mobili et stabili et altre aziuni recolligentie,
denari ori, argenti et altre raiuni ad ma quomodolibet spectanteno et
pertinentino presenti et future preter et exceptis infrascriptis legatis et
fidecommissis tali quidem conditione et qualitate che si Dio non voglia
alcuno de dicti Joanne Vicentio et Joanne Leonardo moresse in pupillari etate
vel ab intestato absque legitima prole ut supra quod succedant dicti Joannes
Vicentius et Joannes Leonardus seu quivis eorum reperietur vivere et eorum
heredes et successores et si, Dio non voglia, tucti morissero ut supra in
pupillari etate seu ab intestato senza figlioli ex legitimo matrimonio
procreatis, che allora succedano dicti messere Dominico et Alfonzo et loro
heredi et successori in stirpe et procreandi. (f. 87v). Item, voglio ordino et lasso che la
onoranda mea consorte madama Francischella di Violante sia domina patrona
usufructuaria sopra la masseria et de tucti qualsivogliano mei mobili et
stabili et altre raiuni et aptiuni durante tucto lo tempo de sua vita si
vorrà stare et servare mio lecto vidualmente cui autem li lasso sua dote et
antefato secondo lo tenore de lo instrumento suo dotale. Ita che lo dicto
legato importa tantum lo usufructo quoad integrum victum et vestimentum et ad
alia necessaria pro vita ipsius Francischella substentanda tam in sanitate
quam in infirmitatibus, quod absit, che non li habia da mancare cosa alcuna
conveniente ad persona sua. Et similiter lasso et ordino che sie donna
patrona et usufructuaria la vidua et honesta donna Lucretia de Violante, olim
dilecta consorte del dicto condam egregio Joanne Baptista Maffeo, sopra tucti
li boni mei ut supra durante tucto lo tempo de sua vita si vorrà stare et
servare lo lecto de suo marito ut supra vidualmente; ita quod lo legato
predicto non importe si non lo victo et vestito ut supra et si non vorrà
stare, li lasso lle dute et antefato suo secondo lo tenore delo instrumento
dotale che se lle repeterà supra la rata de sui figli. Et voglio ordino et
lasso expressamente che li dicti Hieronimo, Joanne Vicentio et Joanne Leonardo
habiano da stare sucto la obedientia de dicta domina Francischella et ad ipsa
prestareno reverentia et onorare como propria matre et durante la vita de
epsa Francischella stareno con epsa iuntamente ad uno pane et uno vino, ad
uno mangiare et uno bevere ad un calzare et un vestire et un volere et non
volere accossì como sono stati con me predicto Joanne Paulo testatore;
altrimente non ge pozano per modo alcuno contravenire socto quella pena che
lle vorrà tenere dicta donna Francischella et similmente siano tenuti dareno
obedientia ad dicta donna Lucretia, loro matre, et havarà obedireno a lo
dicto magnifico messere Dominico et egregio Alfonzo a li quali loro
restarando dicti filioli. (f. 87v). Item, per causa de dicto usufructo victo
et vestire lassato ad dicta donna Francischella et dicta Lucretia et ordino
che dicta Francischella et Lucretia habiano et se pozano pigliare anneptere
et havere tucta quella quantitate de grani che annuatim degi consequire et
havere de certi territori che aio ad Monte Marano et tanto manco siano tenuti
dicti messeri Dominico et Alfonzo per le due rate loro et alo resto che
besognerà a le dicte donna Francischella et donna Lucretia per lo dicto loro
victo et vistito durante loro vita che siano tenuti ci habiano da sopplire equalmente
lo dicto messere Dominico pro uno terzo, lo dicto egregio Alfonzo pro uno
altro terzo et li dicti Jeronimo et fratelli per lo altro terzo et cossì
continuareno per cadauno anno durante loro vita. Ita che habiano lo integro
loro victo et vestito ut supra a
iudicio de comuni et experti parenti et amici et si alcuno contravenesse sia
licito a le dicte domina Francischella et Lucretia posserenose pigliare dicto
victo et vestito seu loro usufructo autoritate propria et de facto dove
vorranno supra la parte de chi contravenerà per ciascauno anno tanto quanto
serrà dicto per dicti comuni parenti et amici experti iudicibus perché cossì
voglio et è mia ultima voluntate. Et dicti Alfonzo et Dominico et Hieronimo
atque siano tenuti pro tertia parte ut supra raccogliereno et conducerono
dicti grani da Monte Marano inde eorum substantiis et foragiis. (f. 87v). Item, lasso et ordino che si dicta mea
dilecta consorte Francischella vorrà stare et custodire dicto mio lecto ut
supra vidualiter dicta durante sua vita se poza stare a la camara mia et soa
dove stamo al presente et quella se tenere donec vixerit una cum tucti li
panamenti linei et lanei et altri mobili suppellectili et adornamenti quali
sono et se retroveraino in dicta camara. (f. 88r). Item, lasso ad Alfonso et Hieronimo la
poteca de argentario dove sto et lavoro io l’arte predecta, sita in piazza di
decta terra congiunta a l’altra mia poteca et iuxta la strada de la piazza
una cum tucto lo stiglio ferramenti forni et altri instrumenti spettantino et
pro intenteno l’arte predecta di argenteri [...] siti e posti [...] et loro
lasso quelli stigli et instrumenti quali sono ad Ariano quali omnino lo
habiano da recarpetare a la quale poteca una con decti stigli voglio et
ordino che decto Alfonzo et Hieronimo da stare et fareno l’arte et exercitino
la arte predecta ad cose et quale [...] in decta arte habiano da usare [...]
de la parte sua dela decta poteca e se appliche a la parte [...] cossì voglia
questa ultima volontà [...] et la altra poteca predecta congiunta con la
decta poteca argentaria iuxta la decta piazza iuxta li boni de lo vererabile
Monastero di Sancto Augustino sia lo prolego et lasso anche a li decti
Alfonzo per una mitate et a lo decto Hieronimo et Giovan Vicentio et Giovan
Leonardo per la altra mitate. (f. 88v). Item, lasso et ordino che durante
lo tempo de quindice anni computandi a die clausi presentis testamenti li
dicti Hieronimo, Joanne Vicentio et Joanne Leonardo, fratelli carnali,
habieno da stare insieme ad comune et equale comodo et incomodo et ad uno
magnare et uno bevere et ad uno calzare et uno vestire et tucto quello che se
guadagnarà fra dicto tempo de XV anni per dicto Hieronimo et fratelli sie
comune infra tucti tre et comunemente sello spartiranno et voglio maxime che
del dicto comune se habia da manutenere al studio lo dicto Joanne Vicentio et
per dicta causa de studio nisciuno de li altri fratelli poza dedurre nè
domandare cosa alcuna dal dicto Joanne Vicentio. (f. 88v). Item, voglio lasso et ordino che li
dicti messere mio care nepote Dominico et Alfonzo et ciascauno per la metate
nce siano tenuti et debiano, volendo studiare lo dicto Joanne Vicentio nec
non volendo studiare Joanne Benedicto, figlio del dicto Alfonzo, ipsi
manutenereno et subiuvareno in dicto studio donec staraino comune et studenti
ubicumque studere voluerint eorum propriis substantiis et expensis pro victo
et potu tantum et pro aliis occurrentiis suis pro libris, salario preceptoris
vestitu et aliis etc. Ad nihilum teneantur dicti dominus Dominicus et Alfonzus
nisi quod dictus Alfonzus teneatur pro dicto suo figlio pro reliquo quod
debent ut supra perchè voglio che siano tenuti per dece anni continui
computandi da lo anno 1534 prossimo futuro et si li dicti messeri Dominico et
Alfonzo quovis modo mancassero al predicto, che sia licito ad dicti Joanne
Vicentio et Joanne Benedicto et ad ciascauno de loro che vorrà studiare o ad
altro chi legitime li compete intervenire da parte loro et maxime a la dicta
Lucretia, matre de dicto Joanne Vicentio, posserenosi pigliare autoritate
propria et de facto solum per virtute del presente legato li fructi de le
robbe mie seu tanto de ipsi che se pozano nutrire dicti studenti et
costringerelli in corte per observantia predictorum summarie, simpliciter et
sine scriptis. (ff.
88v-89r). Item, ante partem prelego et
lasso al dicto magnifico messere Dominico mio caro nepote lo integro hospitio
mio cum taberna et habitazione quale tengo et possedo cum cortiglio gaifo et
altre raiuni et actiuni qualsivogliano in la piaza puplica de dicta terra,
iuxta li boni de mastro Potente Morena, de Baptista Caropriso, de Francisco
Ronca et del magnifico signore Joanne Zurolo et altri de la quale taberna et
altre soi habitatiuni sopto et supra astraco dicto messere Dominico tantum
nde sia signore et patrone et poza fare et disponere tamquam dominus et
patrone sehorsum da li altri heredi
predicti. Verum che in recompensam de dicto prelegato lasso et ordino
al dicto messere Dominico che al tempo dicti se divideraino dicta mia
heredità tra ipso et dicti Alfonzo et Hieronimo et fratelli, che dicto
messere Dominico habia da dare et consignare a li dicti Alfonzo per una
metate et a li dicti Hieronimo et fratri per l’altra tanto de la parte de li
beni sui stabili chi venga a la summa et valore de ducati cinquanta de
caroleni da si apprezare per comuni et experti parenti et amici, et che sia
ad elezione de ipso messere Dominico dove llo vorrà dare o a lo campetello
subto, che alle salerio, a la corte de Yuso seu ala corte de Motta
confinanti, ut infra ovvero quando ipso messere Dominico volesse dare li
dicti ducati cinquanta in contanti, videlicet XXV pro parte, che li sia
licito darelle in carlini de argento et non dare de stabili ut supra, et in
tali casu habie termine pagare li dicti ducati cinquanta pro rata ut supra
infra termine de dui anni dopo la divisione predicta, quale elezione sela
habia da fare per messere Dominico a lo tempo che sparterando ut supra. (f. 89r). Item, lasso
prohibisco et veto che li dicti mei heredi et successori per nello futuro
tempo in perpetuum pozano ne debiano modo aliquo vendere, donare, permutare
in solutum dare nec aliter quovis modo alienare et in alienum dominium
quomodolibet transferre cosa alcuna, nè in tutto nè in parte delle robe mei
stabile, ad ipsi ut supra et infra lassate sinon l’uno a lo altro et l’altro
a lo uno et ad loro heredi et successori masculini sexus tantum pro prezo
justo et conveniente arbitrio expertorum. Et hoc ad effectum quia volo in
perpetuum quod omnia et singula mea bona stabilia habeant permanere et esse
in familia mei predicti de Maffeis. Et quando tra de ipsi mei heredi et
successori non ge fosse chi volesse comprare per lo justo prezo ut supra, che
sia licito pozano vendere et alienare a li figli heredi et successori
masculini sexus tantum del magnifico quondam messere utriusque juris doctore
Antonio de Maffeis, mio nepote como è persuni de dicta linea et domo mee de
Maffeis et chi contravenesse seu aliter vendesse o alienasse quovis modo ut
supra che eo ipsi chi contravanerà seu aliter alinerà quovis modo predicto
che perde le cose et robe vendute seu aliter alienate, et se appliche jure
legati a li altri coheredi et successuri chi contravenerando quotiens
contraventum fuerit et quod intelligatur irrite et annullata quomodolibet
alienatio quae aliter quovis modo predicto per eos seu quemlibet ipsorum
fieret quam ex nunc prout ex tunc et contra in casu contrario declaro et volo
esse nullam et nullius roboris et efficacie et liceat partibus observantibus
autoritate propria vigore presentis legati rem aliter quovis modo predicto
alienatam capere et ad se vendicare quibuscumque derogationibus non
obstantibus. Et prohibisco et veto che in nullo dicti mei heredi et
successuri se pozano convenire et essereno de accordio de rumpere et
annullare in tucto nè in parte lo predicto legato. Ita che quando alcuno de
loro omni futuro tempore ge concorresse cordianze annullatione duratione seu
diminutione de dicto legato che quello tale chi taliter concorre perde la
parte sua de la heredità predicta et se appliche a li beredi et successuri de
dicto messere Antonio et si dicti heredi et successuri de dicto messere
Antonio ge assentissero seu concorressero ut supra che allora se appliche a
la venerabile ecclesia de Santo Juliano mia matre ecclesia. (f. 89 v). Item, ad cio che in perpetuo se
sappiano le dicte robe mei stabili et che non sende perde la memoria non se
possereno alienare ut supra dico et declaro che lle robe mei stabile que
voglio non se pozano alienare nisi ut supra sono, videlicet: le due botteghe
lassiate ad Alfonzo et Hieronimo, lo dicto hospicio de casi con la taberna,
lassato ad dicto messere Dominico, nec non lle due parte delle casi de
habitatione dove sto al precente iuxta vias puplicas et bona heredum condam
domini Antonii predicti et iuxta bona Caroli de Guarino. Item lle doe parte
de la corte arbustata et vitata chi è avante lle dicte casi de habitatione,
iuxta vallonem et iuxta li boni de dicto condam messere Antonio et iuxta li
boni de Vicenzo de Conte. Item una mesura de la dicta terra arbustata que
dicitur (f. 89v). Item, lasso prohibisco et veto dicti mei
heredi et loro heredi et successuri che per nullo futuro tempo pozano modo aliquo
domandare nè repetere cosa alcuna da li dicti figli et heredi de condam
messere Antonio et successuri de condam Paschale Maffei, mio fratello et
patre de dicto messere Antonio, nè supra lle robe loro per qualsivoglia causa
che ad me seu ad condam Luca, mio fratre et loro patre avesse competuto o
competesse tanto per causa de la divisione delle robbe tra mei fratri lli
tempi passati divisi, quanto per altra qualsivoglia raiune et causa, quale
divisione lla confermo et omologo tanto per me quanto per nome et parte de
dicto condam Luca, et non obstante che lo dicto condam Paschale havesse
havuta la parte dela parte mia de mei robbe stabili etiam che io fosse stato
agravato assai seu ultra o minus dimidiam o non agravato. (f. 90r). Item, voglio et ordino che dicti mei heredi
non ge pozano nè habiano da contravenire per modo alcuno ma quello che dicto
condam Paschale havesse havuto più che li spectava llo lasso ad dicti figli
et heredi de dicto condam messere Antonio jure legati seu institutionis et
omni alio meliori modo. Et de più
lasso et ordino che se habiano da serrare de fabrica tucte le finestre et
spiraculi donne se po reguardare dalle casi mei et de dicti mei heredi intro
lle casi de dicti figli de messere Antonio. Ita che dicti figli de messere Antonio
similiter siano tenuti serrare et fare murare lle finestre et spiraculi chi
sono alle casi loro donne se possesse resguardare intro lle dicte casi mei et
de dicti mei heredi secundo etiam appare per uno instrumento de divisione
facto per mano delo egregio notare Octaviano Caropriso quale confermo et
accepto. (f. 90v). Item, dicto jure legati seu
institutionis et omni alio meliori modo cedo et renuncio et relasso a li
dicti figli et heredi de dicto condam messere Antonio le integre raiuni che
tengo sopra le casi del furno che sta intruse in lle casi de habitatione de
dicto condam messere Antonio, et alo terreno chi è dereto dicta casa de
furno, iuxta lo cortiglio de dicte casi de messere Antonio et iuxta li altri
boni de dicti figli et heredi de messere Antonio; ita che dicte case de furno
da hogi avante cum suis juribus sia et specte integre de dicti figli de
messere Antonio et che da patruni pozano facere et disponere tamquam veri
domini et patruni non obstante quale si voglia cautela che nde apparisse in
favore de me testatore seu de condam Luca predicto meo fratre, dele quale
case non voglio che dicti mei heredi ge pozano modo aliquo pretendere raione
alcuna et como ad heredi et figli de dicto condam Luca. Et de più ordino et
lasso che quando li dicti figli et heredi de condam messere Antonio se
volissero ampliare lo capo de lo intrato chi sta socto dicte case de furno
donne traseno a lo dicto terreno et a la corte loro che lo pozano ampliare
per quacto altri palmi più che è al presente et rompere uno capo de muro chi
sta intro lo orto mio; ita che lo dicto intrato reste amplio et largo da octo
palmi et mezo et supra fabricare et farege porta ad loro arbitrio sanza
contraditione et molestia de dicti mei heredi et loro heredi et succensuri. (f. 91v). Item, jure legati ut
supra et omni meliori modo lasso, cedo et renuntio a li dicti figli et heredi
de condam messere Antonio nomine Frabritio, Joanne Ferrante et Joanne Camillo
de Maffeis, omne raiune porcione seu mesurate che ad me compete supra la potecha
grande noviter refacta sita in la piaza puplica de dicta terra iuxta li boni
de (f. 91r).
Item, per omne altra raione et causa che ad me potesse o dovesse
movere lasso et ordino che li dicti messere Dominico per uno terzo et lo
dicto egregio Alfonzo per un altro terzo et li dicti Hieronimo et fratri per
un altro terzo, siano tenuti et debiano donec dicto Frabitio uno de li dicti
figlioli de messere Antonio starrà a lo studio et vorrà studiare et serrà
provento sin a la laura soia de lege et altra quale se voglia che li habiano
da ministrare dare et pagare per cadauno anno che starrà ut supra studente
ducati sei de carlini videlicet tareni dece per cadauno de dicta parte
incipiendo a die mei obitus et chi contravenesse sia licito ad dicto Frabitio
posserle convenire in Corte Summarie et sine scriptis. (f. 91r). Item, ordino
prohibisco et lasso che al tempo che se sparteranno li dicti mei heredi lle
dicte casi de habitatione che non pozano in modo alcuno spartireno nè lo
sopportico nè lo cortiglio de dicte casi ma dicto sopportico et cortiglio
tenereno pro comuni et indiviso et manutenereno necto et purgato pro comune
ornato et apparato de tucte lle parte, et ordino et voglio che se habie da
levare lo centimulo che sta intro lle casi et farenelo de fore de dicte casi
et fareci secondo sirrà lo camino de la casa de lo centimulo al presente
verso li boni de Carulo de Guarino et che sie vinti palmi in tucto et longo
quanto vene et chi contravenesse al predicto legato perde la parte sua del
cortiglio et se appliche a la parte observante et, dove è la casa del
centimulo, reste per casa focale a la quale lasso che habieno da stare le
dicte domina Franceschella et domina Lucretia con soi figlioli fino che sende
vive la dicta Franceschella. (f. 91v). Item, lasso et ordino che né lo dicto
messere Dominico nè lo dicto Alfonzo nec etiam li dicti figli de condam
Joanne Baptista pozano, nè loro compete in modo alcuno repetere, nè fareno
repetere, nè domandare da loro mogliere et matre de dicti figlioli de Joanne
Baptista lle dute et raiuni dotale l’uno da lo altro et contra, ma che
ciaschauno de dicte parte sia tenuta restituire et dare dicta dote quando,
quod absit, accascasse lo caso de li boni et parte sue proprie et non de
altro non obstante che li instrumenti dotali aliter dictassero. (f. 91v).
Item, lasso che si ad Dio piacerà che venga ad marito Julia de
Maffeis, figlia del dicto Alfonzo, che la dicta donna Francischella, mia
consorte, habia da dare in dote et per lle dote de ipsa Julia tucti li panni
de lino che have reposturi quali se trovarà tunc temporis nubati et levati
siano quilli che li somministraranno per ipsa Francischella, nec non li debia
dare in dote li dui cinti de argento che tene ipsa Francischella al presente
in suo potere, et si qualcuno non venesse ad marito che dicti panni et cinti,
post mortem dicte Francischella, sieno comuni fra tucti dicti mei heredi
universali pro proventibus ut supra è dicto in stirpe et non in capite. (f. 91v). Item, lasso et ordino che lo dicto
messere Dominico sia tenuto et debia de suis propriis contribuere et pagare
in lle dute de dicta Iulia, si venerit ad maritum, onze quacto de carolenis
et si nde accascasse restitutione se habia da fare ad dicto messer Dominico
et sui heredi. (f. 91v). Item, lasso ante partem ad dicto messere
Dominico uno cinto piccolo guarnito de argento inaiellato che se lo porte de
mia parte et per mio amore. (f. 92r). Item, lasso ante partem a lo dicto Alfonzo
tucto llo argento che é in poteca e a lo cassone et cossì quello che è in
casa a la camara mia, che fosse proprio atto ad lavorare dico li argenti
lavorati da fusi como de altri [...] a lo quale argento dicto Hieronimo et
fratri non ge habino parte né con lo decto messere Dominico et Alfonso, et
voglio di più che decto Hieronimo habia da essere obediente a lo decto
Alfonzo e stare in l’arte et compagnia et esso como è stato decto per allo
tempo durante loro vita socto la parte de prendere la parte sue de la poteca
come sopra in lo legato de la compagnia se convenire e sia [...] decto
Alfonzo se habia da comportare bene verso Hieronimo et tenerlo come figlio. (f. 92r).
Item, dico et declaro ho in mano una quantità di argenti da consegnare
alla chiesa di Sancta Maria de Carvonara di Giffuni et altri di S. Angelo de (f. 92r).
Item, lasso onze quacto, tre panni corredali et denari ad Mita de
Maio, serva de mia consorte et mia quale voglio li siano dati per dicti mei
heredi complito che verrà lo tempo de suo servimento secundo appare per
instrumento. (f. 92r).
Item, dico et declaro che degi consequire et havere da mastro
Alixandro Guarino ducati trenta de carolenis per virtute de uno puplico
instrumento per mano de me predicto ut supra Aurelio, li quali ducati trenta
riceveraino dicti figli et heredi de dicto condam messere Antonio et de
madama Laura loro matre a li quali lle lasso et ultra loro lasso tarì altri
XV che me sono de resto in mio potere a li ducati sei che hebi da dicta
madamma Laura, quali tarì XV lasso che lle habiano da dare et pagare dicti
mei heredi quale quantitate de dinari tucta specie ad dicti figli et heredi
de condam messere Antonio. (f. 92v). Item, dico et declaro che io Joanne Paolo,
testatore predicto, li tempi proximi passati hebi uno certo pezo de terra ubi
dicitur lo Acceptulo de (f. 92v). Item, voglio ordino lasso et comando a
li dicti mei heredi che si et ubi quandocumque durante tucto lo tempo de loro
vita accascasse o nascesse tra de ipsi damno alcuno per quale si voglia
causa, siano tenuti et habiano da reponere, de jure et de facto, in potere de
homeni da bene et communi amici et parenti et tuttu quello et quanto serrà
determinato per loro debiano havere rato grato et firmo et non contravenire a
la pena de quacto onze per chi contravene da si applicare a la parte
observante. (f. 93r). Item, indico lo corpo
mio deveresi sepellire a (f. 93r). Item, decto Hieronimo, mio nepote, sia
tenuto infra octo anni proximi sequente a la mia morte fare due ampolle seu
carafelle de argento dove se habia da ponere de dece once de argento, et
farelle a tucte sue spese et darelle in dote de decta cappella per remissione
dei miei peccati e antecessori et successuri. (f. 93r). Item, lasso che dicti mei heredi siano
tenuti et debiano, pro rata secondo sono heredi ut supra in stirpe, fareno
una cona a la venerabile ecclesia de Sancto Iuliano, mia matre ecclesia,
quale cona habia da essere larga da circa octo in nove palmi et alta palmi
XII in circa, la quale cona se habia da partire in dui quatri, secondo la
mesura sua, et farege uno cinto con li dudici apostoli in cena Domini, a lo
quatro suprano se habia da fare Cristo resuscitato secondo conste ad messere
Scipione chi have facto lo disegno, et questo ancora per lassito facto per
condam mio avo nomine Francisco de Maffeis et per lassito confirmato per
condam messere Fioravante de Maffeis mio patre et cossì mo voglio et confermo
io che se faza infra sei anni depo la mia morte, et si contravenissero che
sia licito a lo cappellano farele ipso et se pigliare tanto da li mei robe
che sia integro prezo et basti de dicta cona a la quale voglio che se habie
da spendere da circha tre onze de carlini, et de più ge lasso che dicti mei
heredi habiano da fare in dicta ecclesia de Sancto Iuliano uno avante altare
de taffatà fino et renforzato puro partuto con franza secondo convene, et che
sie de lo altare majore de dicta ecclesia a lo quale se habia da reponere
dicta cona. (f. 93r). Item, lasso ala majore Ecclesia salernitana
tarì uno. Item, lasso ad dicta mia matre
ecclesia tarì uno. Item, lasso per pannanzia tarì
uno. Item, lasso pro omnibus iuribus
tarì tre. Item, lasso pro malo oblato
incerto in uno grane dodici. Item, lasso pro decime fraudate
tarì dui. Item, lasso pro penitentia non
facta grana dieci. (f. 93v). Item, lasso pro salterio legendo in die mei
obitus pro medietate per cappellanum Sancti Iuliani et pro alia medietate per
presbiteros et clericos Sancti Angeli et fratres Sancti Augustini tarì uno e
mezo. Item, lasso per uno trentale
dicendo ut supra tarì quacto. Item, in alia mano lasso che ne
dicano sexaginta misse per salute de mia anima in remissione de mei peccati
hoc modo videlicet: vinti per lo cappellano predicto de Sancto Iuliano; XX
per li preiti de Sancto Angelo et XX per li fratri de Sancto Augustino quibus
lego ad rationes granorum trium pro qualibet missa. Item, lasso che tucti preiti et
fratri che veneranno ad mei exequie videlicet chi dirà misse grana cinque et
chi non grana tre. Item, lego pro cera luminanda
libras XII in tonze et pro cera expendienda libras tres seu ultra ad
arbitrium heredum meorum predictorum. Item, lasso in beneficio dela
povera frabica de Santo Angelo tarì XV. (f. 94r).
Item, asseruit che ipso è confratello de (f. 94r).
Item, dico et declaro che aio pagato de mio proprio a la fattura de la
porta seu integlio de dicta porta in de Sancta Cruce de circa ducati quacto
però ordino che li heredi mei vedano lo cunto de lo pagato et trovandosi che
nge habie pagato alcune cose de più che se habie da scomputare a lo legato
che ge fè condam messere Antonio predicto. (f. 94r). Item, lasso perché in mio potere sono
tarì XI de una pianeta vechia che ne guastao de Sancto Iuliano et lo
venerabile dopno Cosimo Violante nde bave tarì III per tanto le lasso ad
dicta ecclesia che li procuratori de ipsa nde habiano da comparare dicta
pianeta. (f. 94r).
Item, lasso le gramaglie lugubre a li dicti messere Dominico, Alfonzo,
Hieronimo et Frabitio. (f. 94r).
Item, lasso li scappunzi ad tucti li neputi mei carnali quali ne
trovaranno in mei exequi. (f. 94r). Item, lasso et ordino che lo dicto
Alfonzo tantum sie tenuto suis sub ventionibus et expensis complire lo
tabernaculo de rame de Sancto Augustino de Solofra già incomenzato et non
completo et che li habie da inaurare tucto con lo pede e fatte lo habbia da
dare a la chiesa et non prendere niente per la manifattura delle dette
mazzite de oro. (f. 94r). Item, dico dovere conseguire da la
excellente signora Lisabetta Carrafa, utile baronessa de Sereni et Solofra ex
causa mutui ducatorum decem tanto manco quanto li dego rendere per certo
tempo de quello che li rendo io et le berede de condam messere Antonio et
dego conseguire dala excellente signora Belardina Bulcana tarì sette per llo
argento che aio posto de mio proprio ad certi candeleri. (f. 94v).
Item, have dato ad Altobello de Vigilante una tazza che deve pagare la
manifactura e sono da pagare per once tre de argento. (f. 94v). Item, lasso un altro mezo trentale da se
dire per lo cappellano de Sancta Cruce a la cappella de Sancto Sebastaiano in
dicta ecclesia a lo quale altare et cappella lasso uno avante altare da senge
fare de taffatà per rate ad arbitrio de dicti mei heredi per lo quale
trentale lasso tari due grana dece. (f. 94v).
Item, lasso che li dicti mei heredi habieno da dare et pagare ad
Ioanne Andrea Guarnerio, mio nepote, infra termine da sei mesi post obitum
tarì quindeci de caroleni ex resta che li era debitore. (f. 94v). Item, dico et declaro che li quacto
ducati quali ò dicti ut supra havere pagato a lo intaglio de la porta de
Sancta Cruce ge sono inclusi et pagati ducati dui lassati per condam messere
Antonio in dicta ecclesia de Sancta Cruce. (f. 94v). Item, voglio et ordino che la casa del
centimulo predicta se habia da reducere per casa focali dove habie da stare
dicta donna Francischella et donna Lucretia francha et vive ipsa
Francischella infra termine de quacto anni post obitum meum et farese dicto
cenimulo como in suo legato està per me ut supra disposto. (f. 95r). Item, declaro che ne li tempi passati
feci uno calece de prezzo de ducati dece et uno avanti altare de vellute nero
et ge le diedi una terra in dote dove è lo giardino sottano quale robe lle
conferme et lasse in la cappella sua predetta sub vocabulo de Sancto Antonio
de Padua. (f. 95r). Item, declaro avere in potere uno calece
de argento de lo arciprete Ronca da lo quale havo recevuto docati 7 pertanto
ge lo lasso ad fare boni tanto lo lasso dovere dare 6 carlini per lo rendito
de 2 annui carlini de la vigna e tarì (f. 95r). Item, dico et declaro che la venerabile
ecclesia de Sancto Andrea deve havere quello che lle compete per
intersignatione delo testamento de condam Joanne Baptista Maffeo. (f. 95r ). Item, lasso, instituisco, fazo et
legitimamente ordino tuturi, gubernaturi et pro tempore curaturi de le
predicte robe et boni de dicti Ioanne Vicenzo et Ioanne Leonardo mei neputi,
le dicte donna Francisca, donna Lucretia et messere Dominico et egregio
Alfonzo, nec non et Hieronimo, a li quali similiter et in solidum concedo et
dono ampla et libera potestà de manutenere et gubernare fare et exequire
quanto si fusse la persona mia propria, li quali donna Francisca, donna
Lucretia messere Dominico, egregio Alfonzo et provido Hieronimo io predicto
testatore le fazo, ordino et instituisco distributori executori et
fideicommissari del presente mio testamento et ultima voluntate et li dono
libera et ampla potestate che pozano
fare como fosse la persona mia propria et per essere cossì la verdace et
ultima mia voluntate me ho facto scrivere lo presente testamento et mia
ultima voluntate ut supra scripto per mano de me notare Aurelio Guarino dicto
Ronca presente predicto Iohanne Paulo asunto rogato et ordinato circa llo
predicto, quale mio testamento et ultima voluntate voglio che vaglia et se
habie da observare ipso et omni alio meliori modo et via che se po et deve de
iustitia et in fede io Ioanne Paulo mende sono subscripto mano propria. lo Iohanne Paulo predicto confirmo et registro ut
supra manu propria. (ASA. Notai Avellino, B6533/2. A. 1533,29 aprile,
ff. 87-95). |
N. B. Sono stati aggiunti solo alcuni essenziali segni di
interpunzione e gli accenti.
Dal documento:
Beni di Giovanni Paolo Maffei
Due botteghe di
battiloro site alla platea, confinante con i beni
del Monastero di S. Agostino.
Uno hospitio con taverna ed abitazione, sotto e
sopra astracata, con cortile, gaifo sito nella piazza pubblica, confinante i
beni di Potente Morena, di Battista Caropreso, di Francisco Ronca e di Giovanni
Zurlo.
Due parti delle
case di abitazione al casale Toro, confinanti
con due vie pubbliche, con i beni degli eredi del fu Antonio Maffei e di Carlo
de Guarino.
Due parti della
corte arbustata et vitata davanti a queste case, confinanti col vallone, con i beni di Antonio Maffei e di
Vincenzo de Conte.
Una parte della
terra arbustata, detta
Una vigna con
un pezzo di terra arbustata e con alberi
di olive, detta lo campetello, confinante con i beni della curia di Solofra,
con la via pubblica.
Una vigna detta
la vigna di San Nicola, redditizia
alla chiesa di San Nicola alle scanate confinante con beni di de Donato, con la
via pubblica e un’altra sua vigna.
Una selva
arbustata con alberi di castagne, detta lle selvetelle, unita col
cerreto dalla parte di sopra e confinante
con beni della chiesa di S. Andrea, degli eredi del fu Simeone de Iasimone, di
Carlo Guarino.
Una casa al Toro,
detta fore lle casi, confinante
con la via pubblica, con i beni degli eredi del fu Bartolomeo Guarino.
Una casa sotto
et sopra astracata con forno, cortile murato ed orto avanti e con cinque pezzi
di terreni atti a seminare grano, siti nella città di
Monte Marano.
Osservazioni.
I figli del nipote di G. Paolo, Antonio, morto nel 1528 durante la
peste per l’episodio del Lautrec, non vengono compresi nella proprietà come
eredi universali poiché hanno goduto della eredità del fratello Pasquale.
Il fratello Luca ha fatto un testamento a Napoli, dove già da
allora un ramo della famiglia abitava.
C’è un testamento di Giovanni Battista figlio di Luca e fratello di
Domenico ed Antonio fatto a Napoli.
In virtù di questo legame con il ramo di Napoli (fratello Luca,
nipote Giovanni Battista) il Maffei impone ai nipoti Domenico, Alfonso, e a
Ieronimo, figlio di G. Battista, di esercitare l’arte di battiloro a Solofra.
La bottega lavora l’argento anche se nei prodotti è usato anche
l’oro.
La moglie di Giovanni Paolo, Francesca, e la moglie di Giovanni
Battista, Lucrezia, sono due sorelle e come tali vengono trattate nel
testamento.
Il Maffei ha dato parte del terreno (il giardino sottano) per
In quegli anni si fece per la chiesa di Santa Croce una porta ad
intaglio a cui la famiglia Maffei partecipò. La casa del Toro fu la sede focale
della famiglia.
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