Migliore
La presenza di questa famiglia a Solofra è
documentata nel 1341.
Antonio infatti
è tra i solofrani che partecipano alle ribellioni di quegli anni e riceve
insieme agli altri l’indulto dagli
Angioini. Risiede alle Casate di Solofra (Cortina del Cerro).
Nel XV secolo ci sono Musuli
e Leone che hanno beni alla isca di S. Maria e c’è Pietro che è parroco di S. Andrea.
Nel secolo XVI
un ramo abita alla Forna con Angelo ed Andrea che hanno rapporti con
Napoli al seguito dei Giliberti a cui sono imparentati e di cui sono mercanti e
viaticali.
Un ramo abita al Fiume attraverso un’alleanza familiare con i Troisi,
ivi dominanti. Possiede una conceria tenuta da Leone e da Antonio che sono importanti mercanti di lana, prodotti
concianti. Impegnano anche degli operai nell’arte della viaticaria, oltre ad esplicare l’arte della contraria.
Questo ceppo si trasferisce a
Napoli dopo ha un possedimento fondiario a Ponticelli.
A
questo ceppo appartiene Martino Migliore, battiloro ed intagliatore napoletano.
Martino Migliore,
intagliatore e indoratore napoletano di origini solofrane. |
La
presenza nel ceto ecclesiale di diversi individui indica un alto livello
sociale di questa famiglia nel XVI secolo.
È
presente nel ceto ecclesiale con Martinello
che è canonico di S. Angelo succede a Nicola Antonio Petrone, gli succede Vittorio Coccaro, è cappellano dell’altare di
famiglia in S. Angelo. Poi è cappellano di S. Agata.
Giovanni è canonico S. Giacomo (53), gestisce
Altro
Martino
è canonico di San Angelo fin dalla fondazione, gli
succede Andrea Fasano.
Massenzio dota
La famiglia si estingue con la peste del 1656.
Prosegue solo il ramo napoletano.
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