L’UNIVERSITAS DI SOLOFRA CONTRO BEATRICE FERRELLA ORSINI

1578-1583

I Capitoli di accusa presentati dalla Universitas

Articuli super quibus examinandi sunt testes ad instantia Universitatis terra Solofre in causa quam habet in Regia Camera Summaria et quoram Eccellente Domino Anibale Moles cun Illustrissima Beatrice Ferrella utili domina ditta terra super petitione Regii demani preditta terra et alias ut in actis est.

1. In primis l’Università et homini di Solofra ponunt ut ponno provare come essendo venduta l’anni passati la detta terra per la Regia Corte al magnifico Ludovico de la Tolfa, dopoi non exstando, inmediate essere di demanio, al quale fu admessa et pagare il predetto magnifico Ludovico, de stare in demanio d’anni vinti in circa, come consta per scritture, quem testibus non renunciando, quod fuit.

2. Item ponitur come stando ditta Università et homini in demanio, non obstante che havessero pagato sì grossa somma di dinari per ottener detto demanio et essere regia, esser dovuta dalla Regia Corte esser alleviata d’allogiamenti di soldati e gente d’arme, poichè haveano fatto tanto beneficio alla Regia Corte, tanto non obstante mal trattati d’allogiamenti d’ogni fiata che non posseano più resistere tanti erano l’allogiamenti ch’erano quasi andati a ruina, come è notorio, quod fuit

3. Item ponitur come per causa de detti allogiamenti l’Universitas et homini d’essa pensorno ottener grazia dall’Illustrissimo Sognor Vicerè di posserse retornar a vendere ad alcun barone accussì fusse stata tenuta per Camera reservata e fusse franca d’allogiamenti et con tal promissione et per tal effetto s’indusse a vendere per non pater tanto interesse et danni d’allogiamenti, et così fu il pensier di tutti, eo per suo effetto speradesi et altrimenti non haveriano consentito a tal vendita se non per la causa predetta, quod fuit.

4. Item ponitur come al tempo essa Universitas trattò de vendersi molti homini d’essa contradissero, et dissenterono in altra venditione, ma poiché intesero che detta Signora Dochessa la vorria far franca d’allogiamenti con promission di refarli ogne danno, spesa et interesse in caso che patessero allogiamenti, se induxero a vendersi, quod fuit.

5. Item ponitur come havendo detta Signora Beatrice inteso che detta Università trattava di vendersi, et sapendo che detta vendita se facea per detta Universitas principalmente per esser franca di allogiamenti subbito trattò il negotio et compera con li procuratori de ditta Università et l’offerse retenerela per Camera reservata et non farla allogiare di nesciuna sorte d’allogiamenti, et in casu contrario s’obligò refarli tutti danni, spesa et interesse, che detta Università et homini di essa patessero per detti allogiamenti, quod fuit.

6. Item ponitur come li procuratori et administratori de detta terra vedendo detta offerta fatta per detta Signora Duchessa così utile, et favorevole ad essa Università subito trattorno con l’Illustrissimo Signor Vicerè de possernosi vendere ad detta Illustrissima Signora Beatrice dando memoriale, nel quale figurorno che non posseano supportar il debito dovea essa Università et così ottenero decreto et assienzo di sua Eccellentia di possernosi vendere con cederli membri feudali havea ottenuto al vice del demanio a detta Illustrissima Beatrice sincome detta vendita vendita fu con effetto fatta con regio assenso et eodem die dopoi fatto e stipulato l’instrumento de l’intrata feudale con detta Signora Duchessa, essa si obligò farla Camera reservata et farla franca de tutte qualità d’allogiamenti con refarli ogne danno spesa et interesse come appare per instrumento, quem testibus non renuntiando, quod fuit.

7. Item ponitur come poiché detta terra vende in potere di detta Illustrissima Beatrice che fu l’anno 1555 in qua ogn’anno quasi sono allogiati videlicet homini d’arme e fanti a piedi quanto per stantia, et quando per transito, quali soldati hanno apportato danni, rovina et interesse ad essa Università et homini di quella almeno ducati duomila la volta, et con perdito tempo ha patuto d’interesse essa Università et homini di quella, dico grand’interesse, quod fuit.

8. Item ponitur come dal principio che detta terra vende in potere di detta Illustrissima Beatrice, in quell’incominciorno ad allogiare soldati, l’Università et homini d’essa subito hebero recorso a detta Illustrissima Beatrice pregandola e requedendola che dovesse observare quell’havea promesso di non farli allogiare et che havesse promisso con li superiori di non allogiare soldati né altre né altre gente in detta terra conforme alla promissione per essa fatta et detta Illustrissima Beatrice poco se ne curava, né pigliava expediente alcuno m’attendeva a far li negotij suoi et detta Università et homini se rovinavano per ditti allogiamenti, quod fuit.

9. Item ponitur come non solo dal principio che detta terra vende in potere de la detta Illustrissima Beatrice ma anco di poi sempre essa Università et homini di essa se sono lamentati si detta Signora Beatrice de detti allogiamenti che detta Università et homini patevano pregandola et requedendola ogni volta ch’allogiavano soldati, detta Illustrissima Beatrice tanto quanto era presente in Solofra, tanto quando se retrovava in altri luochi che li dovesse observare le promesse di non farli allogiare et di non farli patir tant’interesse et detta Illustrissima Beatrice vedendo et sapendo detti allogiamenti poco se ne faceva conto et non usò, né fe usar, nè fu vista usar diligenza alcuna, quod fuit.

10. Item ponitur come se detta Università non havesse havuto promessa et obligansa per istrumento da detta Illustrissima Signora Beatrice et di tener detta Università per Camera et di non farla allogiare, anzi extrahereno indenne et in lesa di tutti danni, spesa et interesse, che perciò ne patesse, non haveria patuto un’altra volta revenderse in mano di barone un’altra volta atteso poteano farne dimeno et patere il peso di pagare il demanio et per detta causa d’allogiamenti essa Università et homini d’essa s’induxero ad vendersi per non allogiare et non per altra causa et altrementi non se sariano venduti, quod fuit.

11. Item ponitur come all’ano 1555 che detta Università fe detta revendita, essa Università et homini d’essa stavano richi e facoltosi, et vi era citadino qual possedeva diecemilia docati et alcuno più, et generaliter stevano richi havendono continuata detta richezza inzin al presente tal che quando havessero voluto pagare il debito di essa Università a quel tempo lo possevano pagare. Per il che detta Università sarà remasta in demanio et regia se non le fosse stato promesso da detta Illustrissima Beatrice l’immunità d’allogiamenti come consta per detto instrumento quod fuit, testibus in nomine renuntiando.

12. Item ponitur come essa Università vedendo la poca cura e diligentia tenea detta Illustrissima Signora Duchessa di farli dislogiare li soldati et continuando il danno et rovina alli cittadini essa Università fu costretta mandare huomini soi ad posta in Napoli a Sua Eccellentia per esser dislogiati, et ogne volta ha speso da ducati seicento in circa a quelli ch’anno assestito in Napoli et a scritture et altre spese sono state necessarie et così poi per la diligentia usata per detta Università son stati slogiati detti soldati, quod fuit.

13. Item ponitur come vedendo detta Signora Duchessa et Illustrissimo Flaminio Ursino suo figlio non hanno havuto pensiero nè alcuna diligentia di aver favorito allogiamenti in detta terra, ma anco essi hanno procurato di fare venire allogiamenti in detta terra come si è visto un quest’ultimo allogiamento che fu del mese d’augusto prossimo passato de la Compagnia del Signor Bernardino de Mendoza qual Compagnia tanto al tempo venne ad allogiar in detta terra quanto di poi se disse publicamente tanto per bocca de li soldati de detta Compagnia quanto per bocca d’altri forastieri e cittadini che detti Signori haveano procurato far venire detta Compagnia ad allogiare in detta terra.

14. Item ponitur come detto Signor Berardino, vedendo che detta Compagnia l’haveano procurata detti Signori madre e figlio di farla venire ad allogiare in detta terra in quella venne con gran impetito et fe allogiare in detta terra non solo cento e trenta soldati quanto contenea sua Compagnia ma anco sexanta de più con haver fatto molti excessi la sera medesma ch’arrivorno in detta terra in presentia di detti Signori quali habitavano in detta terra, quod fuit.

15. Item ponitur come non solo detti Signori madre e figlio non voleano povedere contra detti soldati comettenti tanti excessi e delitti contra suoi vassalli, non far pigliar informatione et farli castigare al meno dal detto Signor Berardino al quale almeno deveano haver recorso m’anco essi li mandavano molti prisenti al detto Signor Berardino per il che se inducesse chiaramente che detta Compagnia era stata procurata da essi Signori de farla venire in detta terra ad allogiare, quod fuit.

16. Item ponitur come molti cittadini et vassalli de detta terra andavano a detti Signori lamentandosi de li soldati che loro usavano molti delitti et excessi contra l’honore e roba loro et detti Signori poco anzi niente se ne curavano, quod fuit.

17. Item poneno come vedendo essa Università la poco cura et diligentia che detti Signori madre e figlio in far provedere, né provedere a tanti excessi fu constretta mandare huomini a posta in Napoli a sua Eccelletia a farli intendere tanti excessi e delitti che facevano detti soldati contra li cittadini di Solofra et così Sua Eccellentia mandò un Commissario a processar detta Compagnia quale Commissario ne portò tre soldati carcerati in Napoli, quod fuit.

18. Item ponitur come detta Signora Duchessa non solo offerse per Camera reservata detta terra et di non farla allogiare di nisciuna senza li allogiamenti ma anco promese osservarli et concederli molti capitoli novi favorevoli e giovevoli a detta Università et homini d’essa et tra l’altri promese concederli trentacinque capituli dalli quali l’Università et homini di essa sariano stati molto relevati et dette promesse se fecit per detta Signora Duchessae tal che la detta Università et homini d’essa s’interessarno […] di posserose, ne novi a revendere, quod fuit.

19. Item ponitur come tra l’altre promissioni et capituli firmati detta Signora promese non dar fastidio all’acque di detta terra ma quelle fussero state in dominio et proprietà di detta terra, la quale Università ne possesse disponere a suo arbitrio et voluntà et che detti Signori non havessero havuto se non solamente l’uso come prima cittadina, come costa per capitulo et instrumento, quod fuit.

20. Item ponitur come detta promissione d’acqua era et molto utile a detta Università et homini di quella atteso la magior parte deli cittadini si exercitano nelle conciarie di pelle et in questo have consistuto et quasi consiste l’industria di tutti quasi li cittadini de ditta terra quale arte non si può exercitare senza abbundantia grande d’acqua come è notorio a tutti, quod fuit.

21. Item ponitur come poi fatta detta promissione detta Signora Duchessa di fatto si ha pigliato un gran curso d’acqua qual nasce nel territorio di Solofra dove se dice le buche et quello s’ha fatto conducere dentro il suo palazzo dove s’ha fatto molte fontane et se l’ha ranchiuse dentro detto palazzo contra la voluntà d’essa Università et homini di essa per il che ha diminuito grandemente l’exercitio delle conciarie delle conciarie delle pelle alli cittadini d’essa Università, quod fuit.

22. Item ponitur come de la detta acqua di detta Università se ne hanno fatto detti Signori tre fontane nel loro palazzo videlicet una nel giardino di la starza l’altra nella cocina et l’altra nel giardino che sta apparo con le finestre del detto palazzo, quod fuit.

23. Item ponitur come l’acqua qual va nelle fontane del giardino di starza et quella che va nella cocina moreno in detti luochi et d’essa se ne serveno detti Signori per adacquare detta starza et li cittadini non se ne ponno servire, quod fuit.

24. Item ponitur come l’altr’acqua, che va alla fontana del giardino che sta apparo delle finestre del palazzo, quel poco che dallà esce non serve alle poteche di conciaria di detti cittadini perché il palazzo sta a bascio et sotto alle poteche di conciarie et per haverse pigliata detta acqua sopra dette poteche et fatt’un corso che và a detto palazzo.

25. Item ponitur come per causa detta acqua che s’ha pegliato detta Illustrissima Duchessa molti cittadini di detta terra et spetie Thomase Troise, Alfonso Troise, l’heredi del quondam Antonio Troise, Abundantio Teroise, Cesare Pandolfello et altri cittadini non hanno possuto exercitar l’arte di conciarie et tenere loro poteche come prima anzi loro è stato necessario tenerle serrate perché non hanno havuto l’acqua abastante quale se l’ha pigliata detta Illustrissima Signora, quod fuit.

26. Item ponitur come ditti cittadini non havendo possuto exercitar loro arte di conciarie per causa di detta acqua pigliata da detti Signori et havendo tenute loro poteche serrate hanno patuti al meno ogn’anno d’interesse docati duimila quali essi haveriano guadagnato, quod fuit.

27. Item ponitur come detti Signori non solo s’hanno pigliata detta acqua, quale nasce nel territorio di Solofra, dove se dice Turci, quale detti Signori l’hanno venduta da ducati ducento in circa sin come appare per instrumento, quod fuit.

28. Item ponitur come il corso de detta acqua quale s’ha pigliata detta Duchessa non solo haveria bastato a dette poteche quali non hanno possuto exercitar per non aver havuto detta acqua ma a diece de più, quod fuit.

29. Item ponitur come hanno fatto guardar a detto corso d’acqua per timor non ce fusse andato nisciuno a storcere detta acqua, et quelli ci hanno trovato etiam che non costasse haversi impedito detto corso d’acqua, l’hanno carcerati et contrastoli indebitamente, quod fuit.

30. Item ponitur come detta Illustrissima Signora Beatrice ha promesso pagare la cabella del pane comprandolo in piazza et non esser franca né essa né sua fameglia de poi quando ha fatto comprar pane in piazza si ha fatto levare la gabella de li gablloti; ch’ogn’ano se ha fatte far buoni da ducati sexanta i circa fandosi trattar franca indebitamente et contro la forma del capitolo et promissione per essa fatta, quod fuit.

31. Item ponitur come detta Signora quasi sempre la magior parte dell’ano s’ha fatto comprar pane in piazza, il che have portato interesse assai all’Università attes’il gabelloto di detta terra l’haveria inposta et affittata ducati cento e più l’anno se detta Signora Duchessa havesse pagato la gabella conforme a sua promissione, quod fuit.

32. Item ponitur come tra l’altre promissioni et capituli fermati detta Illustrissima Duchessa promise che fandose querela in la Corte del Capitanio di detta terra tra di qual se voglia causa criminale o relegatione infra il querelante se possa pentire et fando remissione infra tre dì dopoi la querela, ch’in detta querela non si possa più procedere, il che non havendo voluto observare il Capitanio, più volte ha avuto ricorsi a detti Signori lamentandone ch’il Capitanio non volea observare detto capitolo et detti Signori non hanno voluto provvedere anzi hanno ordinato al Capitanio che proceda non obstante la remissione infra triduo et ne ha composti molti, quod fuit.

33. Item ponitur come per esser la magior parte de detta terra artisti et lavoratori volsero patto che possessero andare insin alle tre hore di notte tanto di sera come di mattina sensa foco et non possano esser molestati da la Corte, il che promese detta Signora per capitolo et poi detti Illustrissimi Signori hano fatti carcerare quelli trovati avanti le tre hore et composeli contro la forma de capitolo et sua promissione, quod fuit.

34. Item ponitur come detta Illustrissima capitulò che tutti li cittadini de detta terra potessero andare a caccia di qualsivoglia sorte d’animali et di aucelli sensa sua licentia et poi detti Signori hanno prohibito ditti cittadini di andare a pigliare aucelli nell’acqua de detta terra contro la forma di sua promissione, quod fuit.

35. Item ponitur come tra l’altre promissioni, capitoli e patti sono che li mastro d’atti di detta terra debiano esser notari publici li quali havessero d’observare l’exactione de l’atti secondo la tavola de detti Capitoli et detta Signora contravenendo a ditti Capitoli e patti have fatto exercitare mastrodattia de detta terra de persone etiam che non siano stati notari publici quali hanno exatti assai più de le tavole non observandole, anzi hanno ordinato detti Signori che non observando dette tavole per vendere assai più la mastrod’attia con gran rovina de detta Università et homini di quella, quod fuit.

36. Item ponitur come atteso lo essere Capitanio napolitano era danno alli homini de detta terra per esser persone di traffico vanno al spesso in Napoli dove trovando il Capitanio il quale fosse stato querelato nel sindacato, facilmente haveria offeso li querelanti per questo volsero di patto che detta Illustrissima Signora non havesse mandato Capitanio napolitano in detta terra et al presente e più volte ha mandato capitani napolitani in detta terra, quod fuit.

37. Item ponitur come detta Illustrissima Signora promese observare a detta Università tutti soliti et consuetudini et di poi ha comandato et pigliatosi li cavalli deli mercati indifferentemente et li soliti l’have pagati come l’altri particulari, sin come li predecessori padroni de detta terra hanno observato, il che ha observato inzin al presente essa ancora conforme conforme a sua promissione et consuetudine et al presente poi la lite incominciata intende pagarle alla pargmatica contro il solito et la consuetudine. quod fuit.

38. Item ponitur come fu convenuto tra l’altri capitoli che detti Signori non s’havessero havuto ad intromettere nel creare dell’officiali del regimento di detta terra, ma quello fisse spettato alli officiali de detta terra et de poi detti Signori hanno fatto fare officiali seu sindici eletti et altri del governo da detti officiali a voluntà loro quasi forciandole contro la forma del detto Capitolo, quod fuit.

39. Item ponitur come delle pene de controventioni come sonno de pisi e mesure et altri concernenti alle gabelle, portolania o catapania non se habia che fare detta Illustrissima Signora et suo officiale eccetto s’havessi invocato il braccio de la Corta et nunc et eo casu l’havesse spettato la quarta parte de detta pena il che non have observato atteso s’ha pigliata la terza parte, quod fuit.

40. Item ponitur come è stato convenuto che vendendose alcuna cosa redititia con patto de retrovendendo se paghi una volta il degradante seu laudemio dal primo venditore et detta Illustrissima Signora s’ha fatto pagare un degradate seu laudemio al tempo s’è venduta la cosa redititia et un altro quando s’è revenduta, contro la forma de detto Capitulo.  

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I testimoni e le loro risposte

1. 12 maggio 1578. Interrogato davanti ad Angelo Bernallo e al procuratore lo hn. Febo Troisi di anni 50, conciatore.

Il teste conferma la definizione di alcuni capitoli. Sul capitolo 3° dice che Solofra era troppo travagliata dagli alloggiamenti […] che si vendè alla Ferrella con patto de refarla Camera Reservata et se mai avesse allogiato lo haverà de defetto de essa, et con questa conditione se vendì a detta Dochessa come appare per lo Instrumento al quale esso se refere e che se avesse patuto come appare, essa Universita non haveria tornata ad essere dei baroni e per questo se indisse detta causa. Item de tutto ciò esso testimonio desidera che la detta Universitas sia admessa un’altra volta al Regio Demanio. Sul 37° dice che fatta questa lite detta Dochessa fa comandare tutti li cavalli delli homini de Solofra indifferentemente li quali le intende pagare contro lo solito, il quale solito lo have ottenuto essa S. Duchessa fino al dì della presente lite. Conferma ancora i capitoli 10°, 11° e 12°. Pone il segno di croce de propria mano per scribere nescienti.

2. 14 maggio 1578. Interrogato Gioe Troisio di anni 50, dice di essere mercante de coire et de altre cose de mercanti. Sul capitolo 2° dice che senza la promessa de farla Camera et non farla mai allogiare et de osservarsi li soi capituli essa Universitas non se haveria venduta et non haveria voluto havere altra possessione de sua maestà re Filippo e non de essere de barone, che Solofra stette in demanio circa 23 anni havendo speso grossa somma de denaro per ottenerlo che si vendette per essere franca de allogiamenti et gente d’arme havendo essa Universita fatta tanto de utile alla Regia Camera era male trattata da ogni sorta de allogiamenti de quali potenorno più resistere et erano andati a roina come è notorio per tutto quello contorno e convecino. Conferma i capitoli 3°, 4°, e 5° su cui dice come li Sindaci et Eletti de detta Università andavano a retrovare detta Signora Beatrice quando veneano detti allogiamenti in Solofra et la pregavano et requedevano che havesse provvisto che non fare allogiare […] et requedendola li havesse osservato detta promissione et che havesse trattato con li superiori de non farla allogiare […] pigliando espediente ad farli dislogiare, ma attendeva alle sue faccende e negoti. Sull’11° dice che in essa terra ge steano homini ricchi de più de vinticinco milia docati si come al presente ancora ge stanno che si haveno voluto pagare li debiti de essa Università li haveriano possuto pagare e restare nel demanio et essere regia ma la promessa de detta Beatrice de farla franca de allogiamenti come appare per istrumenti la indusse a revendersi. Sul 12° si lamenta della poca diligenza di farla Camera. Sul 18° dice che la Duchessa promesse osservarli et concederli molti capitoli, che l’Universitas fece 35 capitoli dei quali essa Università servia grandemente e questo li spinse a chiedere il permesso alla Regia Corte della rivendita. Sul cap. 20° dice come la promessa de acqua fatta per detta Sig. Duchessa è molto utile alla Universitas […] atteso la maggior parte de li citadini se esercitano nelle arte delle concerie delle pelli et in questo have consestuto e consiste la industria de detta Universitas e continua come è notorio io havea due concerie in Solofra e per la acqua levatele da detta Sig. le farne se venderse una ad uno suo parente […] a lo quale pesa la acqua comprata da la Universitas. Conferma i capitoli 23°, 26° e 32° su cui aggiunge che più volte egli si è rivolto al Capitano che non ha voluto osservare il pentimento e più volte se ne è lamentato con la Duchessa con dire che lo Capitano non volea osservare tale patto e promissione de lo triduo et essa non se ne ha fatto conto anzi have ordinato al detto capitano darcesse processo a detta querela nonostante lo triduo et remissione et ne ha scomposto li usi. Conferma il 33°, sul 35° aggiunge anzi essa Dochessa più volte have ordinato al mastro d’atti de detta terra che non le osservasse per vendere de più la detta mastrodattia non curandose de la roina de Solofra et homini. Sul 38° si lamenta degli ufficiali fatti contra la norma dei capitoli. Sul 40° denunzia il danno del laudemio. Firma di suo pugno.

3. Interrogato hn Fabio Giliberto che dice di essere calzolaro di 60 anni. Sul 2° dice il demanio ha fatto tanta utilità alla Regia Camera, ma erano male trattrati per li alloggiamenti che costavano 2000 ducati l’anno per cui sembrò essere cosa migliore vendersi. Conferma la forma dei capitoli 3°, 4°, 5°, 7° e 9° su quest’ultimo dice: Sape che sempre che allogiavano gli Eletti se requedevano alla detta Ill. le promesse de non farla allogiare et non se ne curava. Conferma i capitoli 10°, 11°, 12° per il quale lamenta danni in ducati e feriti, 17°, 20°, 23°, 25° per cui dice che in molti hando lassato de fare l’arte de conciaria et lassate le poteche loro, cioè le poteche come prima, non hando la aqua bastante […] et fare le poteche in altri lochi, 28°, 34°, 39°. Firma di suo pugno.

4. Hn. Battista de Vigilante dice di essere conciatore de pelle et mercante e di avere 70 anni. Sul 3° dice che c’erano homini come Febo Vigilante e Bernardino Vigilante et altri mercanti che poteano pagare tutti quelli denari et non vendersi ma per non allogiare in ea terra se convennero de vendersi et cossì fu. Conferma i capitoli 4°, 7°, 10°, 11°, 12° su cui si lamenta della spesa de far dislogiare e della duchessa che non ge la voluti dire una parola, 20° su cui dice che i cittadini non possono esercitar l’arte de consaria in le loro poteche come prima anzi li è stato necessario levar tutto, 25° su cui dice che esso testimonio non poteva guadagnare da 500 ducati per ogni concia, 28° su cui dice che l’aqua che s’è pigliata la detta Signora haveria bastato a le poteche de detti mastri non ad una ma a dece altre poteche, 37°. Firma di suo pugno.

28 maggio 1578.

5. Hn. Alfonso Savarisi di Serino dice di essere calzolaro ed avere 40 anni. Conferma il testo dei capitoli 2° e 3° dicendo che have saputo tanto in Solofra quanto in Serino che detta Un.. se vendea per li allogiamenti, che quando li cittadini de detta terra veneano in qua a comprare vino et fare altre cose have saputo che detta Universita allogiava e se ne dolea sempre con la Dochessa et che la requedeva che li havesse ottenuto de dislogiare et essa Signora ge faceva non conto e se ne sono lamentati. Sul 7° dice: como sanno che Serino dista da Solofra due miglia quasi ogni settimana è andato in detta terra et da che detta Universitas se vendì alla detta Dochessa et haverne da detto tempo molti soldati che ad agosto ge stettero soldati assai et che poi detti soldati venturi a Serino. Conferma i capitoli 10° e 11° dicendo che al tempo che detta Universitas se vendì a detta Signora Dochessa in essa ge stevano cittadini ricchissimi come era Antonello de Covelluccio, Zerbellone Garzillo, Marco Ronca et messer Iacono Ronca et altri li quali erano assai ricchi si come al presente ancora ge stanno assai ricchi li quali tutti insieme con altri ricchi de Solofra potevano pagare quello che detta Universitas doveva facilmente, questa è la verità.

19 giugno 1578.

6. Adonisio de Benedetto che dice di essere commerciante. Sul 1° capitolo dice che quando Solofra fu venduta a Ludovico della Tolfa costui volendose pigliare le acque de detta Universitas e volendo essere padrone de li pesi et mesure essa Univ. se recattò et de fare demanio nel quale stette de circa 20 anni. Sul 3° dice che lo peso grande degli allogiamenti non possendo sopportare spinse l’Universitas alla vendita. Sul 5° dice che Cesare Giaquinto allora sindaco trattò con la duchessa per la promessa. Conferma il 6° e il 7° su cui precisa che la condizione per essere in potere dei baroni era non avere allogiamenti de arme et soldati a piedi de ogni sorte che è stata la roina de detta Universitas per li aver fatto grandissimi interessi a tutti li suoi cittadini. Conferma ancora i capitoli 8°, 9° 10°, 11° su cui dice come al tempo che detta Universitas se vendì a la detta Dochessa che fu l’anno 1555 in Solofra steano ricchissimi de passa 12.000 ducati come era mag. Geronimo de Violante, messere Berardino de Violante et altri ricchissimi citatidini che posseano pagare il debito di detta Universitas et altro che debito, se come al presente ancora ge stanno homini et mercanti ricchi che facilmente haveriano possuto pagare lo debito de detta Universita se non fosse stata fatta detta promessa de franchigia delli allogiamentiÜ , 12°, 14° su cui precisa che questo agosto passato in essa Universitas ge venne una compagnia de spagnoli e nge sono dorati 3 giorni, che in quel tempo venì in detta terra lo domino Flaminio li quali soldati faceano molti eccessi in essa terra, che molti cittadini erano andati a lo detto don Flaminio et li diceano che li soldati commetteano errori contra loro honor et robe che sua Signoria ge provedeo, esso mai ge volse provvedere et non se ne curava, 13°, 14°, 19°, 20° su cui aggiunge che li cittadini volsero che detta Signora se pigliasse l’aqua solo con uso per la casa, 21° su cui precisa che la Dochessa have fatto molte fontane contro la volontà degli homini il che have assai apportato danni alle conciarie delli homini de Solofra in quando haveria voluto prendere lo corso primo et questa è cosa chiara ansi lo sape et non ignora et quam ge have trovato alcuno lo have fatto prendere e perseguire a Solofra contro la forma de li capitoli de detta terra. Sul capitolo 22° dice che have fatto fare non una ma tre fontane. Sul 25° dice che ha visto che Tommaso Troise have serrata la sua poteca con li figli e nepoti, che li cittadini hanno perso denaro in gran quantità e non è in grado di stabilire la somma. Conferma il 29°, il 30° su cui dice che la Dochessa have comprato pane in piazza franco de gabella, il 31° sottolineando che la detta gabella valeva più di 100 ducati l’anno, il 37° precisando che in Solofra detta Sig. ave pigliato molti cavalli e mandarli fore e non le volle pagare. Segno di croce.

7. Interrogato hn Augustino Pirolo de Solofra che dice Û essere stato conciatore de pelle et al presente non fa niente per esser vecchio di età 80 ut dicet ita et apparet ex eius aspettu camina con la maza in mano. E’ presente Cesare Scribano, capitano di Solofra. Conferma la forma dei capitoli: 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 7°, 9°, 11° su cui dice dice che c’erano in Solofra homini ricchi che posseano pagare facilmente lo debito come messere Gio Antonio Ronca, messere Giostiniano MorenaÜ , dei capitoli 19°, 27° su cui precisa che la Dochessa sono circa cinque anni have venduto la detta aqua che se dice de Turci a Salvatore Garzillo, Ferrante Garzillo et altri de detta casa, e del capitolo 32°. Firma col segno di croce.

8. Interrogato hn. Pompeo Iuliano di anni 60 dice che have fatte molte faccende e negozi. Sul 1° dice che sono circa 47 anni che l’Università se vendì a Ludovico de la Tolfa per poi vendersi al regio demanio nel quale stette circa 20 anni poi se vendì un’altra volta alla Dochessa di Gravina, sul 4° che delle quattro parte degli homini de Solofra tre non voleano mai comportare che la Univ. predetta se vendesse ma se venderono perché la Signora Dochessa le prometteva farla Camera e de farli bono tutto lo interesse per caso che havende allogiato, cossì senge indutto de la quale promessa detta Signora ge ne è venuta manco et questa è la verità. Conferma i capitoli 5°, 6° 8° su cui dice che detta Signora più e più volte è stata requesta dalli officiali de Solofra che havesse atteso quello che haveo promesso circa lo allogiamento et essa mai se pigliò pensiero e per quello che ha visto esso de li allogiamenti che sono venuti in Solofra, il 9° precisando che sempre che in Solofra veneano allogiamenti de quali sorte essa Signora ne era requesta et mai ge fea provvedimenti ma la Univ. ge pigliava espediente con spendere boni scudi in fare spese per dislogiare, il 10° aggiungendo che se avesse allogiato le haveria refatto ogni istrumento come de sopra ha detto non sanda in conto in Solofra gi erano cittadini ricchi, il 12° dicendo che ogni volta che Solofra have allogiato è stato necessario ad essa Univ. mandare a Napoli et have spenduto boni scudi per farla dislogiare per che la Sig. Dochessa mai se ne è curata se bene ne è stata requesta et pregata ogni volta che se allogiava da li officiali de Solofra, et sono spesi denari assai per quelli sono andati Napoli a trattarlo con sua Ecc. et altri Signori officiali de casa sua de non de loco. Conferma ancora il 13°, il 16°, il 17° dicendo che di andare a Napoli ge fu bisogno a la Univ. de Solofra per tanti delitti faceano li soldati e che ge ne era uno de detti soldati che era cappellano et mangnava pulli lo venerdì et lo sabato et de questo hebbe nova lo arcivescovo de Salerno et senza che fosse giunto lo detto ordine erano partuti li detti soldati et andati a Serino ad allogiare che furono mandati in Napoli a Sua Eccellenza ad farli intendere queste cose et sua Ecc. nge mandò uno Commissario et portò pregioni tre soldati, il 18°, il 19°, il 20°, il 21° aggiungendo che questa è cosa che se vede evidentemente da ogni persona che lo vole vedere, il 22°, il 23°, il 24° su cui precisa che le acque del palazzo steano sotto le concerie, il 25°, il 26°, il 27° dicendo che l’acqua che se dice de Turci fo venduta a Salvatore Garzillo come appare in molte cautele per docati 200 li quali Garzilli se ne servono ne le concerie di Caposolofra, che l’acqua che se have pigliata detta Sig. haveria bastata a dece poteche perché l’una haveria comportata l’altra secondo lo giuditio di esso territorio e secondo ha inteso ragionare più volte per Solofra oltre le dece poteche serrate de detti Troisi, il 29° precisando che madre e figlio hanno fatto carcerare molti de quelli che sono andate ad torcere de la acqua per portarla a loro poteche, il 33° sottolineando che ha visto molti homini che andavano ansi le tre andare carcerati, il 34° confermando che la Orsini have proibito homini che essi vadano a pigliare aucelli nel acqua, il 35° aggiungendo che detta Dochessa have promesso non ponere per mastrodatti de detta terra homo che non sia notare, che esso testimonio ge ne sape molti che non sono notari li quali hanno accetto le tavole et fanno de se pagare assai più del giusto et non si ne è possuto protestare per che subito se diceva che la Univ. et li homini de essa voleano diminuire le intrate, il 36° che lo capitano si fosse napolitano […] levare che poteano vendere a li homini de Solofra quali andano in Napoli che quello che ge oggi pure è napolitano ed un altro ge fu de casa Durante. Firma di suo pugno.

20 giugno 1578.

9. Interrogato hn Nicola Antonio Vigorita mercante di bestiame di anni 90 di Serino. Sul 1° capitolo il teste dichiara che da quando era servitore di Ludovico della Tolfa alla sua corte di Solofra sape che essa Univ. per la perdita dell’acqua e delle gabelle decise per il riscatto et se dette in demanio. Sul 5° dice che esso era prattico de Solofra e ge è andato spesso come homo de fatiche et sempre ha inteso dire […] che essa se vendì non per altro perché erano tanti li allogiamenti che non se poteano sopportare. Conferma i capitoli 6°, 8° 9°, 10°, 11° su quest’ultimo dicendo che l’Universitas have dislogiato et troppo ge la speso denari a quelli che sono annati in Napoli et fatto opera per li Signori, il capitolo 13° affermando che sape come vicino de Solofra de due miglia che questo agosto passato allogiò in detta Univ. una compagnia spagnola che poi venne qua [a Serino], e il capitolo 14°. Sul 15° dice che non lo sape perché non gera presente a Solofra ma steva a Serino et quanno venea alcuno de Solofra a Serino se ne lametava delli soldati et deciano che faceano cose che la est nuovo e ge ficero questioni et ne andarono certi pregioni a Napoli, sul 16° dice che al tempo che detta Università allogiò detta compagnia che fo questo agosto più uno intese in Serino da molti de Solofra che forno andare a lamentare alla Sig. Dochessa e al domino Flaminio Ursino suo figlio delle brutte qualità deli spagnoli et pregandoli che ge protessero et che loro non ge volsero mai, sul 17° che ge era venuto lo Commissario da Napoli a pressare li spagnoli et che ne avea portati pregioni molti, sul 18° conferma tutto, sul 19° dice che esso sape da passa 60 anni in qua che ha prattecato in Solofra et più et proprio de l’acqua la possedea quello de casa Zurli che fu avanti la perdita et dopo quando la possedì lo Sig. Ludovico de la Tolfa la detta aqua se possedea per detta Università et poteche de conciaria de alii convicini, sul 20° che è noto che la maggior parte de Solofra sono de conciaturi et questa è la industria loro et non se possa farlo senza abbundantia et grassa de aquaÜ , che quando era figliolo ge stette molti dì in Solofra per imparare detta arte et poi ne fuggì et non se la volse imparare, sul 27° dice che a la aqua che nasce a Turci molte volte ge la abeverate le bestie et sempre è stata dela Università et al presente la Sig. Dochessa la have venduta, sul 34° che da che se recorda che li homini de Solofra sono andati a caccia per tutto loro territorio per lo haver anche promesso detta Dochessa.

10. Interrogato Iacobo Visollo di Serino dice che è stato Û cosetore et al presente non fa nullaÜ perché ha 70 anni. Conferma i capitoli 1°, 8° su cui dice che li cittadini allogiavano contro la forza delle promesse fatte per detta Dochessa tanto in Solofra quanto in Serino et altri lochi convicini, 9°, 13° su ci precisa che ge fecero molte questioni e sciarre che li homini de Solofra feriti vennero fino a Serino a sanarsi che detta Signora havea fatta venire detta Compagnia a Solofra esso lo sape per detto delli homini de Solofra li quali diciano che la havea procurato lo domino Flaminio farli dispetto e darli interesse, 14°, 17° 21° su cui sottolinea che per l’aqua li homini de Solofra sarranno roinati e non poteano vivere perché li negoti loro tutti sono de concerie, 25°, 26, 34° su cui aggiunge che sape da che se recorda che era giovane ha viso li homini de Solofra andar a caccia per li lori territori e montagne senza nulla contraddittione, che esso era ancora stato cacciatore et sono andato alli confini de Solofra e de Serino. Firma di suo pugno.

11. Interrogato mag.co Leonardo Magnacervo di Serino negociatore ora pate de podagre. Sul 1° capitolo dice che esso era pagio del Sig Ludovico de la Tolfa il quale et esso al presente se ricorda era come suo compagno ge amico a servirlo che i solofrani a Napoli fecero opera tale che se recattarono. Conferma il testo dei capitoli 8°, 9°, 11°, 13° su cui aggiunge che i danni della Compagnia se sentiano fino a Serino che i soldati ge haveano fatto e faceano molti eccessi, rotte teste, giocato de manipoli contro homini de Solofra e fatti altri giochi de mano, del 14° su cui sottolinea che il detto Bernardo de Mendoza era venuto con una compagnia e che ogni dì veneano più soldati in detta terra de reliquis contentis. Sul capitolo 17° precisa che nella terra de Solofra ce stanno molti homini de Serino con loro poteche et lo sabato a sera se ne revenino a Serino, sul 18° dice che la camera franca era utile anche per Serino. Conferma il testo dei capitolo 19° e 38°. Sul 39° dice che quando stea a pagio in Solofra con detto Ludovico nel tempo deposto gera le pene delli pesi e mesure et era della Universita e detto Signore non senge impicciava ma lo faceano li officiali della Universita. Segno di croce.

12. Interrogato hn Altobello Vitagliano di Serino casale S. Miele, ferraro de la ferriera di anni 30. Sul capitolo 1° aggiunge che Ludovico de la Tolfa mandò esso testatore a Solofra a governare li vini e termini suoi baronali et me ge fece stare ala decima […] et esso andava et veniva da Serino a Solofra et poi volendo la acqua de la terra con li pesi e mesure la detta Università mandò a Napoli e se recattò et litigarono et finalmente vense Solofra e stea in demanio. Conferma i capitoli 6°, 8°, 9°, 13°, 14°, 17°, 21°, 22°, 23°, 24° e 34° sul quale afferma sempre ha pratticato e sempre ha visto li cittadini di detta terra andare a caccia et mai li è stato replicato niente da nessuna persona del mondo et ge lo sono andati liberamenti. Segno di croce.

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Eodem die et prope in lo palazzo dello Ill.mo domino Flaminio in Solofra . Interrogata Beatrice Ferrella jacens in letto. Essa ad ogni capitolo da 1° al 40° afferma non credit ut ponitur sed solutum refert se inscripturis quibos credit. Firma di suo pugno.

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8 giugno 1578.

13. Interrogato hn. Adorisio Peluso di Serino coriaro facente arte a Solofra di anni 36. Il teste conferma i capitoli 12°, 13°, 17°, 27° su cui aggiunge so che gli homini de Solofra hanno comprato l’acqua, e i capitoli 29°, 31°. Segno di croce.

14. Interrogato hn. Hettore de Giliberto di Serino dice essere conciatore di anni 40. Il teste conferma i capitoli 15°, 17°, 27°, 28°, 31°.

15. Carlo de Donato di Solofra dice essere conciatore de pelli ora sta a letto, ha 80 anni. Il teste conferma i capitoli 1°, 13°, 27°, 30, 31°. Firma di suo pugno.

16. Interrogato hn Petro de Grimalda di Solofra conciatore di pelle e coriario di anni 38. Conferma il testo dei capitoli 18°, 32° e 34°.

17. Interrogato hn Ferdinando Galasso de Serino dice essere Û coyraroÜ di età 50. Il teste conferma il 2° capitolo aggiungendo che al tempo che la Un. se vendette alla Dochessa de Gravina nce erano particolari che si voleano vendere et particolari con dire che non se voleano essere sugetti per quello che allora esso testimonio intendeva dire […] cioè da quelli che se voleano vendere come e perché vendevano per non posserno sopportare tanti allogiamenti de soldati, homini de cavalli, bigie et che la detta Ill. Domina li teneva franchi di detti allogiamenti che se non li fosse stato fatto dette promissioni fu de franchitia di detti allogiamenti che loro non se fariano venduti. Conferma anche i capitoli 3°, 4°, 5°, 7°, 9°, 10° e 11° su cui dice che ge erano molti richi perché questo è notorio e manifesto per tutto lo convicino che si non era la promessa de detta franchitia de allogiamenti li solofrani non haveano de bisogno de revendersi. Conferma ancora i capitoli 12° e 13° su cui aggiunge do poi che la Compagnia dello Sig. de Mendoza dislogiò da Solofra se vende ad allogiare in Serino dove ge stette da due giorni allogiati et esso testimonio allogiò uno preite de detta compagnia insieme con un altro soldato spagnuolo et decevano ad esso testimonio et ad altre persone de Serino come la Compagnia de detta Belardino la haveria fatta venire in Serino lo Signore de Solofra per quello loro di interesse. Sono confermati altresì i capuitoli 17°,18°, 21°, 22°, 23°, 24°, 25° e 26°. Sul capitolo 48° dice che sape che la Univ. de Solofra have litigato con la Univ. de Serino sopra la differenza del territorio che si fece causa nel Sacro Regio Consiglio, sul 50° dice che al tempo de detta lite sape et è manifesto e notorio che la Univ. de Solofra ge havea speso e quelli che steano nelle case de S. Agata del territorio de Solofra e de Serino detti di Solofra ge haveano fatto venire lo Capitanio de Campagna a guardare lo territorio per farge venire scandolo et addidit spese testi et lo interesse che detti de Solofra haveano patuto per conto delli allogiamenti dello tempo esso testo sape sono stati assi ma no sape dire quanto.

18. Interrogato il magister Vincenzo de Robino di Solofra dice di essere calzolaio di anni 40. Conferma i capitoli 1°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 13°, 14°, 18°, 20°, 21°, 22°, 23°, 24.

19. Interrogato Vincenzo de Rubino dice di aver deposto il gennaio del 1578 nella curia del notaio Francesco Giliberto dice di essere mercante di pianelle et de pelle pelose et altre faciende. Conferma i capitoli 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 9° 10°, 11°, 12°, 15°, 16°, 19°, 20°, 24°, 27°, 28°, 29°, 30°, 31° su cui dice che i gabellotti gli avevano riferito che sia la Dochessa che Flaminio non pagavano la gabella, 34°, 35°, 36°, 40°, 43°,49° e 50°.

20. Interrogato Hieronimo de Luciano di Solofra dice di essere calzolaio. Conferma il testo dei capitoli 1°, 3°, 4°, 9°, 10°, 11°, 12°, 18°, 21°, 29°, 32°, 37°.

21. Interrogato hn. Adonisi Cosetore di Solofra mercante de pelli. Conferma il testo dei capitoli 1°, 2°, 3°, 4°, 9°, 10°, 11°, 15°, 18°, 20°, 25°, 29°, 32°, 37°.

20gennaio 1578

22. Interrogato hn. Gio Pietro de lo Romeo di S. Severino senza exercitatio di anni 50. Dice di haver pratticato e prattica Solofra che ge have lavorato lo exercitio de la sua arte e mo ancora pure ge lavoro e tene da fare. Conferma il testo dei capitoli 2°, 3°, 4°, 5°, 10°, 11°, 14°. Segno di croce.

23. Gilforte di S. Agata del territorio di Serino dice di essere coiraro e conciatore de summacchi in esercitio in detta terra di Serino e di aver esercitato la sua arte in Solofra. Dice che se ne è andato da Solofra perché là non tutte le congiarie hanno possuto exercitare in nullo modo. Conferma i capitoli 23°, 24°, 25°, 26°, 27. Sul 46° dice che Solofra e Serino sono circa 15 anni che haveno litigato sopra la differentia del territorio et esso testimonio lo sape perché refere alli atti de causa. Sul 50° dice che Solofra have litigato con Serino per lo spazio de sette anni continui et ge sono venuti consiglieri et ge haveno possuto spendere detti de Solofra de detta lite più presto più che manco de 6000 docati.

24. Interrogato hn Sebastiano de Arienzo di Serino, casale di S. Agata, conciatore di anni 35. Abita a S. Agata con la famiglia sua però le faccende sue le have fatte e le fa in Solofra in detta arte che ge è uno buono guadagno e ge è stato meno e più piccolo con padrone per imparare l’arte et de poi che gia imparato se possa ad fare faccende per essa arte et ge sta et pratica come ad patrone che fa faccende da per se. Conferma i capitoli 23° e 24° sul quale aggiunge che la acqua che serve alle poteche delli cittadini a causa dello palazzo che sta adbascio delle poteche […] quale poteche ne patano gran danno et interesse et da che detti Signori se hando pigliato l’acqua che haverrà da circa setto otto anni sono serrati come appare da vente poteche e sette poteche sono de quilli de casa Troisi et le altre anche de Petrone. Conferma i capitoli 25°, 26°, 27°, 48°.

25. Interrogato hn Camillo de Arienzo del casale di S. Agata di Serino, dice di essere conciatore di pelli di anni 40. Conferma i capitoli 1° e 9° sul quale aggiunge che allogiano più mo che mai haveano patuto e pateno danno, spesa et interesse. Sul capitolo 11° dice che anche oggi Solofra è delle riche terre si de denari come de altro, sul 16° che i Signori non si curavano delle lamentele. Conferma il testo dei capitoli 21°, 22° 25°, 26° e 27°. Sul 29° dice che nel mese de gennaro esso testimonio se andò in Solofra ad una potecha de Ortensio Fasano dove ge erano uno de nome Cerpellone et uno altro Gio Camillo Vigilante et forno pigliati pregiuni con dire che haveano extorto lo curso del acqua della Corte. Conferma il capitolo 32°. Sul 48° dice che Solofra have speso quello che ge have speso.

20 gennaio 1578

26. Interrogato hn. Cassidoro Garzillo trafficante da fore et have la congeria a Solofra, di anni 50. Sul capitolo 11° dice che ge erano cittadini facoltosi che posseano comprare Solofra et in specie la casata de esso testimonio le quale richezze in essa casata se è conservata et piena fino allo dì de oggi che detta terra et Università de Solofra, Iddio la benedica, è più richa hoggi che mai tanto de denari come de facultà et de gente et in detto tempo per la richezza che ge era, detta Univ. poteva pagare il debito restare in domanio et ge erano cittadini che recusavano de venderla ad causa che erano de re et non voleano essere de barone et in specie la casate de esso testimonio, et fatto parlamento essendo proposto che la Sig. Dochessa qual è hoggi Signora de Solofra prometteva et obligava de tenere camera reservata et farla franca de allogiamenti et esserli tenuti de ogni dapno specie in quem che detta Univ. pateva per conto de detti allogiamenti et per detta franchitia et promissione la Un. predetta se indusse ad fare vendere che altrimenti non se saria venduta et del tutto esso testimonio sende refece alle cautele de sopra de come appareno, et a detto parlamento de detta vendita ge intervenno lo interesse de la provincia et come lo soldon nandò a Mardones che era spagnolo e ge vende ancora lo fiscale regio Tomase Palumbo et lo auditore et tutti dicevano quelli della Università ciò è partita de cittadini che volevano li Signori et altri ge erano che volevano lo imperatore et cossi essendo proposto la franchigia de li allogiamenti che faceva la Signora Duchessa ognuno per tale franchigia se indusse a detta vendita che altrimenti detta terra de Solofra non se saria venduta per che non havea de bisogno stante sua richeza quale hoggi si la tene et meglio, Iddio gratia, de causa sua. Conferma i capitoli 16°,19°, 26°.

27. Interrogato hn. Matteo Scarano di Serino casale Toppola, coiraro di anni 70. Conferma i capitoli 1°, 9°, 11°, 14°, 15°, 20°, 21° su cui dice per la quale pigliata de lo curso de acqua have disminuito lo exercitio della congiaria delli pielli a li cittadini di essa Universita. Sono ancora confermati i capitoli 26°, 27° 28° su cui aggiunge è uno bello et grosso corso de acqua, e il capitolo 29°. Segno di croce.

25 gennaio 1578

28. Interrogato hn. Francesco de Rocho de Rivolto casale di Serino, mastrodatta, dice di aver abitato a Solofra per 10 anni, da cinque è ritornato al suo paese. Conferma i capitoli 8°, 11° su cui aggiunge ge era cittadono che possedea più di diecimila ducati e quindicimila ancora et anche al presente Solofra è hoggi delle riche terre che stiano nel regno, 12° 13°, 19°, 28°, 30°. Segno di croce.

29. Alberino de Nicola della Terra de Serino, giudice annuale della baglina di detta terra di anni 30, dice di essere stato alla Nunziatura di Napoli. Conferma i capitoli 16°, 31° su cui aggiunge quando esso testimonio fu grassiere e catapano in la terra de Serino et havera pensiero de fare l’assisa sopra lo pane et allore cose in grassa de detta terra contra altri soi compagni venero li gabellieri de Solofra a pigliare l’assisa de lo pane per che ge steva all’assisa de Serino, detti gabellotti de Solofra pagarono esso testimonio et alla compagnia che havessero seu volessero per ricomandati atteso erano roinati della gabella perché ge pirdevano in grosso et facevano pocho de rende et che la Signora faceva più de settanta docati de più ad causa che si pigliava lo pane franco et era bonissimo pane et che li levava quindici cadauni sopra lo corpo de pane pregandola che havesse mandati lo più almeno una onza perché li foria stato utilità cenquanta docati la settimana et esso testimonio et compagni non volsero fare, 17° , 33°.

30. Interrogato hn Tomas Mele de Santa Agata de Serino dice essere calzolaro di anni 60. Conferma i capitoli 5°, 6°, 40° su cui aggiunge al tempo che la Sig. Beatrice Ferrella comparo Solofra esso testimonio come prattico sapea che in detta terra ge era lo palazzo bello, comodo et bonissimo per dome barone dove ge erano appartamenti et habitationi assai et ad giuditio de esso testimonio detto palazzo valeva et senge posseva spendere da circa 4000 docati per essere così bono et comodo. Sul 41° dice che esso testimonio sape come pratticho che là ge erano delli renditi et de granda et che ge soleno alla derefra l’anno fra chi lita domi de detta terra de può haverne ogni anno de l’uno all’altro de docati 100. Sul 42° aggiunge che a giudizio de esso testimonio la starza soprana sopranominata in lo presente articulo al tempo che fo consignata a detta Signora più valeva da docati 2000 in circa per essendo starza grande et gionto con lo palazzo et favorevole et tanto ge saria venduto. Sul 44° dice che lo castello nominato in lo presente articulo consignato per detta Univ. ad essa Signora Beatrice al tempo de detta consignatione valeva da docati 1000 in circa atteso ge erano olive et altri alberi. Sul 45° dice che detta Signora desponeva ogni anno quando ne fa più de mille docati et quando meno, sul 46° che al tempo che fu consignata la mastrodattia a detta duchessa che haverà da 25 anni all’hora detta mastrodattia vendeva ogni anno ducati 150 per quello che esso testimonio intendeva dalli mastrodatti che la tenevano, sul 47° sottolinea che dopo detta Signora duchessa ad certo tempo fe sfabricare lo detto palazzo et ge se incominciò ad frabricare l’altro de rasende lasciò una partita et detto palazzo primiero era comodo ad habitarge ogni barone per quello che have visto esso testimonio. Segno di croce de sua mano.

31. Interrogato hn. Arcangelo Perrecha di S. Agata della terra de Serino dice essere calzolaro et al presente tene la gabella della carne del casale e della mortella, di anni 50. Conferma i capitoli 5°, 6°, 11°, 12°, 40° su cui aggiunge che il palazzo consegnato alla duchessa era comodo e nuovo perché era stato costruito 22 anni addietro e valeva 4000 ducati, il capitolo 41° su cui dice che i redditi delle terre feudali e il degradante che sono quando se permutano le terre rendevano ogni anno ducati 100 di entrata. Sul capitolo 42° aggiunge che la starza soprana nominata nell’articolo che sta giunta la palazzo da 22 anni valeva 1000 ducati. Sul capitolo 43° dice che la starza sottana valeva ducati 1000, sul capitolo 44° che il castello valeva docati 1000, sul 45° che i proventi civili e criminali nando ad mille docati lo anno, sul 46° che la mastrodattia de Solofra se vendeva a docati 150 et ora sende fino in 300. Sul capitolo 47° dice che lo palazzo come vide esso testimono lo sfabricò et gende fece uno altro quale cascò uno appartamento et così incomengiò ad fabricarlo più dentro et lo fè in quello modo che vedimo hoggi che è uno bellissimo palazzo, sul 48° dice che quindici anni fa Solofra litigò con Serino, sul 49° che questo Fabio Ginolfo fo remesso alo Signore don Flaminio Orsino per la verto della sentenzia data in Napoli della lite tra Solofra e Serino et sende refece alli detti, sul 50° dice che esso testimonio non può giudicare che denari detta Univ. de Solofra havesse speso de dette liti però denari assaissimi ge sono. Segno di croce.

32. Interrogato hn Giovanni Iacobo de Maio di S. Agata di Serino dice essere tentore de pelli rossi, di anni 60. Conferma i capitoli 5°, 6°, 30° su cui aggiunge questa estate prossima passata essendo andato in Solofra et alla piazza dovende alle carcere de detta terra ge stevano dui che non saperli loro nomi ma li conosce ad vista et sono Ercole figlio de Ascanio Grimaldo et l’altro lo figlio de Pellegrino de Giliberto et esso testimonio addimandò perché causa steano pregioni et lle sole resposte che eran alla notte col fuoco per andare alle loro poteche. Segno di croce.

33. Interrogato hn. Princivallo de Serino di S. Agata che è massaro di anni 60. Sul capitolo 48° dice che la lite tra Solofra e Serino fu in favore de Solofra de 20 fuochi li quali erano stati posseduti per li Signori conte de Serino mentre steano nella terra de Solofra. Firma di sua mano.

34. Interrogato Ferdinando de Maio di Serino del casale di S. Agata dice essere maestro congiatore, di anni 50. Conferma il capitolo 14°.

35. Interrogato Battista Ginolfo di S. Agata, vassallo del conte di Serino, dice essere calzolaro di 60 anni. Sul capitolo 30° dice essendo venuto in S. Agata Costantino Guarino il quale era guardiano del corso dell’acqua che va al palazzo della signora Dochessa diceva pubblicamente in mezzo alla piazza pubblica de S. Agata comme havea tanto ordine dalla Sig.ra de Solofra che trovandoge alcuno de extorgere lo curso della acqua non ge llo havesse andato per che è stato che lo haveano donato.

26 gennaio 1578

36. Interrogato hn Gio Pietro Pastore di Montoro de Vanzano dice di essere coyraro di anni 40. Conferma i capitoli 8°, 12° su cui dice la detta signora pretendia aveva sentito che la Signora ci spendeva circa 300 ducati, 14°, 16°, 17°, 26, 28°, 29°. Segno di croce.

37. Interrogato Alfonso de Stefanelli di Serino casale de Santososso di anni 60. Conferma i capitoli 4°, 9°, 10°, 19°, 40° su cui dice che il palazzo aveva il giardinetto dietro, era bono e lo fece derochare. Il teste dichiara che gli sono stati letti tutti gli articoli anche quelli non stati. Sul 47° dice che sfabricato il palazzo detta Sig ge fe fare uno altro et primo che fosse fenito a fabricare sende cascò per quello che esso testimonio have visto et de poi gende have fatto uno altro belledissimo che ge tali have ogne prencipe, sul 49° dice che in seguito alla causa con Serino in beneficio di Flaminio andarono 20 fuochi che prima erano di Serino et Flaminio se ne è servito addimandando la remissione delle cause di Fabio de Ginolfo quale era uno de detti fuochi perduti per Serino et have avuto remesso in Solofra che sa che prima che finisse la causa sui territori contestati tra Solofra e Serino il conte di Serino per lo spazio di sei o sette anni ogni anno mandava infinite gente armate per mantenere lo detto territorio et il mag.ci gobernatori di Solofra per evitarenoli scandali et di de Pasca ge facevano venire sempre lo Barricello de Campagna dalla Regia audienza a ciò absistendo nella ecclesia che steva nel casale de S. Agata et in detti dì ge era la perdonanza et crede che se intitola S. Andrea et perché in detto dì ge andavano molti ad rendere censi, fara et altre robbe, la corte de Serino volea zecchare essa li pisi et mantenere la possessione et la corte de Solofra sella volea mantenere essa et se non ge fosse venito lo detto Barricello con molte genti armate senza dubio ge forna venuto scandalo et detta Universita de Solofra tene per fermo esso territorio che a detto Barricello ge l’avria speso molte quantità de denari, et in la lite sende remesse all’interrogatorio che li è stato fatto per lo Ecc. Signore Ferrante de Bono Commissario della presente causa esso si riferisce alla sentenza del R. Consiglio e ai libri posseduti dalla Universitas.

Ultimo gennaio 1578

38. Interrogato Jacobo Antonio Cicharello di Serino casale di S. Lucia, di anni 60. Conferma i capitoli 10°, 14° su cui aggiunge che sentì dire degli eccessi della Compagnia di Mendoza da mastro Casare Pacifico che venne a Serino a farsi medicare e suo figlio lo medicò, 19°, 39°, 40°.

39. Interrogato Salvatore Pescatore di Serino dice essere ferraro e di abitare al casale della Dogana vecchia, di anni 40. Conferma i capitoli 7°, 10°, 19°. Firma di suo pugno.

40. Interrogato Sigismondo Vigorita di Serino casale Ponte dice di vivere del suo e di avere anni 50. Conferma il capitolo 6° su cui aggiunge che aveva ventidue anni quando andando in Solofra per molti suoi negoti come ge era solito andare che allora era regia vedea pubblicamente i cittadini che litigavano tra chi volea vendersi che non poteano sopportare tanti travagli et ge erano altri che era necessario figurare memoriale come la Universita non posseva sopportare il debito et per questo avevano accapato lo regio assenso, e i capitoli 17°, 18°, 20°. Firma di suo pugno.

41. Interrogato hn Giasio Fasano di Solofra del casale delli Balsami dice di vivere de sue robbe e di avere 50 anni. Sul capitolo 40° dice: Esso testimonio come cittadino de Solofra have visto lo palazzo baronale al tempo fu consegnato alla Signora duchessa de Gravina che haveva da 22 anni circa, quale palazzo giontamente con lo giardino ad judicio de esso testimonio posseva valera da 5000 docati de causa scientia dice che quando havesse tanto di denari tanto lo haveva comparato esso de loco e tempo, sul capitoli 42° dice che esso testimonio sape la starza soprana nominata nel presene articulo a quello tempo che fu consignata a detta Signora duchessa valeva da ducati 2500 et dice non sapende che capacità che sia, né tampocho sape quanto renda si bene sape che è uno locho amplo de causa scientia, sul capitoli 43° dice è vero che la starza sottana era al tempo che fo consegnata alla detta signora de prezzo de ducati 1500 ma non sape quanto rende ne de che grandezze sia de causa scientia. Firma di suo pugno.

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Gli Orsini a Solofra

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