Economia ed industria solofrana
Concia e conciatori
XIX
Il lavoro nelle concerie si
svolgeva con un uso molto ampio del conto terzi cioè
della partecipazione di terze persone al processo di concia a cui veniva
affidato una parte dello stesso e in modo specifico delle varie operazioni
della corredatura o rifinizione.
Si erano create in loco delle
figure particolari quali il rasatore, le inchiodatrici,
le rifilatrici, gli spruzzatori. Per queste operazioni la pelle veniva spostata presso le botteghe che svolgevano questa
parte del lavoro e riportate alla conceria madre dopo l'operazione. In tal
modo si erano diffusi, presso le abitazioni, nelle cortine queste botteghe
che erano costituite anche da un solo ambiente che accoglieva gli attrezzi
adatti allo scopo. Questo sistema permetteva all'operaio o al piccolo maestro
di bottega di introdursi nell'attività industriale in modo autonomo e
facilmente e poi di poter fare il salto verso
l'acquisizione del processo di concia completo. C'erano botteghe che svolgevano
l'intero processo di rifinitura
chiamato apparecchiatura delle pelli, che
variava secondo il tipo di pelli. Questa modalità permetteva al piccolo
imprenditore di svolgere l'attività senza sopportare il peso del blocco del
capitale per tutto il tempo di concia e altre pericoli
economici e questo sistema permise alle industrie di ammortizzare i
momenti di crisi naturalmente a scapito della parte più debole. In una economia
debole come quella meridionale le industrie che avevano il processo
di concia completo potettero rispondere alla
richiesta altalenante del mercato proprio perché si poggiavano su questa
forza lavoro suppletiva. Nello stesso tempo potevano far fronte ai momenti di
crisi senza subire danni troppo grossi. Era un sistema a fisarmonica che
naturalmente era a scapito dell'anello più debole. |
Nel 1874
alcuni maestri di bottega si unirono in una interessante
società
1874,
gennaio 25.
Dinanzi al notaio Luigi Grimaldi di Solofra si presentano:
Andrea Maffei fu Luigi,
Pasquale Montervino
fu Nicola e suo fratello Raffaele,
Felice Guarini fu Gaetano e i
figli Michele e Vincenzo,
Pietro D’Urso fu
Andrea e i figli Michele, Giuseppe e Angeoandrea;
Raffaele Giannattasio fu
Agostino e i suoi figli Agostino, Gerardo e Luigi;
Vincenzo Troisi di Michele e suo
fratello Pasquale;
Francesco Tramontano di Alfonso e suo fratello Michele;
Michele Montervino
fu Sabato,
Carmine Scarano e figlio
Giuseppe anche a nome del figlio Nicola;
Tommaso Pierri
fu Giangiacomo e suo figlio Giovannigiacomo
anche a nome del figlio Nicola (si
trova militare sotto le reali Bandiere),
Gaetano e Michele Scarano fu
Nicola;
Antonio Russo di Pasquale;
Luigi Mores
fu Francesco anche a nome dei figli Francesco e Matteo;
Vincenzo e Luigi Montervino fu
Angelo Santo,
Donato Scarano fu Filippo.
Sono Maestri
apparecchiatori di pelli dette sciagrè, marrocchini e montoni e tutti di Solofra;
e i
signori Michele Mongiello di Nicola (colono) che
interviene come garante di Giacomo Pirolo
altro maestro apparecchiatore di pelli,
inoltre
sono presenti: Carminantonio Savignano fu Luigi,
Pasquale Savignano fu Raffaele, Michele Ingenito fu Nicola Vincenzo, Nicola Del
Vacchio fu Vincenzo, Michele Mores fu Francesco,
Gaetano Guarino di Tommaso, tutti operai lavoratori a giornata di
Solofra.
Tutte queste parti dichiarano di
esercitare il mestiere di apparecchiatori di pelli
"col ridurre le pelli stesse dalla semplice concia grezza allo stato
delle diverse specie di perfezionamento conosciute in commercio sotto i nomi
di sciangrè, di pelli marrocchini
e di pelli di montoni a tinta nera semplice, mestiere che esercitano sia
nella qualità di Maestri bottegai sia quali lavorieri
a giornata". Essi volendo "elevare la loro arte unica in questo
Comune e perfezionarla" si riunisco in società "nel rendere comune
il lavoro fra loro e dividere il lucro e si assoggettano ad una comune legge
secondo le seguenti condizioni: 1.
La società ha la durata di 7 anni; 2.
Viene
eletto Capo e Direttore Andrea Maffei fu Luigi; 3.
Il Maffei regolerà il lavoro delle
pelli affidate alla Società che affiderà ai Maestri e agli operai che
dipendono da costoro; 4.
Il Maffei si obbliga di raccogliere
dai commercianti e fabbricanti di pelli o anche da altri particolari, tutte
le pelli che si vogliono apparecchiare, che dopo la raccolta saranno bollate con marca della società e distribuite ai
Maestri della società secondo il suo giudizio, secondo le condizioni di
famiglia e del numero di operai dipendenti e prenderà nota del numero delle
pelli consegnate in apposito registro con nome del proprietario che le avrà
date; 5.
Qualora le pelli vengano
consegnate ad uno dei Maestri costui dovrà darle al Maffei che dovrà
numerarle e marchiarle e annotarle nel registro e date a quei membri della
società che in quel momento sembrerà più opportuno; 6.
Le tariffe sono: per pelli sciangrè regolari centesimi 75
(0,75), per sciangrè
piccole dette mascolotti centesimi
0,50, per marrocchini
per ogni 10 pelli lire 2,50, per montoni neri per ogni 10 pelli lire 1,50,
mentre si fa divieto di ricevere clandestinamente anche una sola pelle per un
prezzo minore, pena il pagamento di un risarcimento; 7.
L'introito dovrà essere raccolto
dal Maffei e essere distribuito nel seguente modo:
a) dal prezzo delle pelli sciangrè saranno
prelevati 10 centesimi come compenso del Direttore e 15 depositate nella
cassa comune e il resto sarà consegnato al Maestro in proporzione delle pelli
lavorate; b) dal prezzo dei marocchini varranno depositati centesimi 0,50 e
il resto dato a chi ha lavorato le pelli; c) Dal prezzo del montoni verrà
depositato centesimi 0,25; 8.
Ci sarà una Cassa comune divisa in due parti in una ci saranno i centesimi delle
pelli sciangrè e nell'altra i centesimi dei
marocchini e montoni e sarà depositata presso quella persona scelta dai soci
e la chiave custodita da un'altra persona. Alla fine dei sei mesi la cassa
sarà aperta davanti a tutti i soci e il denaro sarà
distribuito dal Maffei così: le somme depositate nel primo scomparto
distribuite in parti eguali fra i soci maestri che avranno apparecchiato le
pelli sciangrè, il denaro dell'altro scomparto sarà
distribuito tra i soci maestri che avranno apparecchiate le relative pelli.
Il Maffei avrà una porzione su entrambi i depositi. In caso di urgenza di denaro per malattia o per altro bisogno si
potrà prendere il denaro occorrente dietro autorizzazione della maggioranza
dei soci. I lavorieri non hanno alcun diritto alla
cassa comune; 9.
Si
intendono per lavorieri chi non ha
bottega e vive con la giornata libera. Dalla loro paga giornaliera dovranno
lasciare nelle mani del maestro centesimi 20 per servirsene in caso di
bisogno o alla fine di ogni sei mesi, mentre la
quota dei primi sei mesi resterà nelle mani del maestro e sarà consegnata
alla fine della società; 10. I maestri
si impegnano di eseguire con diligenza e perfezione
il lavoro e sono responsabili di quello dei lavorieri
a giornata da loro dipendenti, il lavoro sarà eseguito sotto la sorveglianza
del Maffei che potrà far apparecchiare da altro maestro le pelli non trovare
buone più danni, spese e interessi; 11. Nessuno
potrà insegnare ad altri l'apparecchio delle pelli, come è
proibito andare a lavorare altrove o rifiutarsi di lavorare le pelli
assegnate tranne in caso di malattia, così è proibito sciogliere la società
prima dei sette anni, allontanarsi dal paese o prendere dimora in altro
comune; 12. Oltre
agli impegni già affidati il Maffei si obbliga di dare l'ultimo apparecchio
alle pelli sciangrè cioè
il lucido; 13. Coloro
che si sono impegnati per i minori sono di essi
responsabili; 14. Chi contravverrà a quanto convenuto pagherà una multa da porre
nella Cassa comune. Le tasse e le spese sono a carico
comune. Testimoni: sac. Luigi Giannattasio fu Michele, Soccorso Giliberti di
Gabriele. (ASA,
Notai, B1563 anno 1874, notaio Luigi Grimaldi, ff. 5r e sgg.). |
Da questo documento si nota che i
Maestri avevano vere e proprie botteghe con l'intero processo di corredatura o apparecchiatura delle pelli, che le
botteghe erano a conduzione familiare. Esse potevano trovarsi anche in altre
zone del paese e non solo nei pressi delle concerie con l'intero processo di
concia. Questo stesso sistema era usato anche nei secoli precedenti come emerge nei documenti del XVI secolo. C'era
l'interesse a salvaguardarsi dalle malattie e dai bisogni straordinari con |
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