Un giudizio superficiale
Solamente nei Comuni di Solofra e di Sant’agata di sotto è in larga misura esercitata
l’industria di preparare i cuoi; e le concerie di questi paesi provvedono ai bisogni
della calzoleria in buona parte della provincia. Le pelli
degli ovini e dei bovini son vendute dagli allevatori
e dai macellai al prezzo medio di lire 1,30 al chilogrammo.
Ad epoca remota sale l’arte della conceria nei
suddetti due Comuni, che prima ne formavano uno solo.
L’amor patrio fa ritenere a taluni che l’arte suddetta sia stata un’originaria
invenzione dei Solofrani; altri con maggior fondamento pensano che la vi
fu introdotta dai Genovesi verso il 1300, e
propriamente dal nobile Ascanio Grimaldi che profugo da Genova, venne a
stabilirsi nelle nostre contrade.
Troppo povera si è la presente industria delle
concerie, messa in relazione al suo splendido passato.
Essa venne commendata dal Genovesi nella Economia
civile, dall’economista inglese Adamo Smith nelle sue
osservazioni sulla natura e cause della ricchezza della Nazione, e dal geografo
Balbi il quale portò opinione che i prodotti dell’industria in esame potessero
gareggiare con quelli di Roma, Genova ed Ancona.
La mancanza di capitali e dell’istruzione
tecnica produsse la decadenza dell’industria solofrana, la quale non subì
quelle progressive trasformazioni che in altri paesi le furono apportate.
Da Raffaele Valagara,
Relazione sull’agricoltura la pastorizia
e l’economia rurale nel Principato Ulteriore,
Avellino, 1879.
In questo scritto l’autore mostra di non conoscere
che S. Agata di sotto era un casale di Serino e che non era mai stato unito a
Solofra. Semplicistico è il credere che la concia si stata portata
da un nobile genovese poiché questa attività è
naturalmente legata alla pastorizia, non viene importata. Alcuni Grimaldi liguri vennero da Genova nell’Italia meridionale
dietro gli Angioini, a cui aveva dato il denaro per la sua impresa di conquista. Le due motivazioni sulla
decadenza dell’arte solofrana sono esatte ma non
sono le sole. |
Visita
le pagine dedicate alla concia solofrana, che risale ai Sanniti
e che nel Cinquecento aveva un commercio che si estendeva
alle fiere e ai mercati di tutto il Meridione.
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