I monti visti da est
Il monte San Marco con le sue rocce e i
suoi pendii scoscesi che terminano nello sperone di Castelluccia, che chiude la conca
e la controlla.
Si consideri la
funzione difensiva che questo complesso montuoso ebbe nell’alto medioevo
Con
la venuta dei Longobardi (VII secolo) il territorio di Solofra divenne una
zona di confine del grande Ducato di Benevento, dove Castelluccia costituiva una porta sulla pianura non ancora occupata.
Questa fu rinforzata una prima volta quando Arechi
I preparò l’occupazione di Salerno con la costruzione di una serie di
castelli e poi quando il Ducato di Benevento fu diviso in due parti (Principato di Salerno e Principato di
Benevento). Il
Pergola-S. Marco confermò la sua funzione di complesso difensivo sulla via di
Castelluccia, soprattutto perché il territorio di
Montoro-Serino era diventato un delicato distretto di confine tra i due
Principati. Di questo faceva parte il castello di Serino, sul versante
settentrionale, la fortificazione di Solofra, su quello meridionale, e il
vicino castello di Montoro. La conca fece parte del gastaldato
longobardo di Rota (rotense finibus) i
cui confini giungevano proprio al Pergola S. Marco, usque
Serrina de ripileia,
cioè fino alla ripa delle Serre. Il
versante di questi due monti fu occupato dal grande insediamento di S. Agata
che appartenne a Serino centro del feudo dei Tricarico. In seguito fu diviso
in due casali: S. Agata di Sotto o di
Serino e S. Agata di sopra o di
Solofra (molto più tardi detto S. Andrea). |
L’avvallamento tra il
San Marco e il Pergola è detto Varco di Finestra.
Il termine “finestra” esprime ciò che fu questo luogo sia per gli
abitanti di Canale e della Toppola di Serino,
sull’altro versante del monte, sia per il castello di Serino, cioè una finestra
sulla conca solofrana. Da considerare che il castello
di Solofra fu un rinforzo ed una emanazione di quello di Serino, per
cui i contatti tra i due punti fortificati furono necessari e frequenti.
Il monte Pergola e il
passo di Turci
In questa antica foto
il Pergola è ancora intatto.
Il suo lato verso
Turci non è stato ancora distrutto dalla cava.
Le sue pendici non
sono urbanizzate.
Il nome viene da “pergolato”, per la
diffusione del vigneto sulle sue pendici. È detto popolarmente montagna delle vene per le molte risorgive.
Le sue località avevano diversi nomi molti dei quali ancora vivi: sotto le vene, pescorotondo,
sotto finestra, mezzana, pestelli, fontanella, petrare o brecchiara, carcarella, vignoli e vigne.
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