Famiglie solofrane
Petrone
Ceppo di origine
senese, diffuso a Giffoni e nel salernitano, e derivato dall'impianto dei
toscani nel territorio salernitano nel XIII secolo. A Solofra è presente fin
dall'inizio del XIV secolo con dimora alla via vecchia . Il ceppo è
legato alla costruzione di S. Agostino con un Antonio notaio e un Andrea giudice. Lo si trova introdotto nel mercato napoletano col
commercio delle scarpe dove abita Ioannello "de Solofra", ma molti altri risiedono a Napoli
(Belardino e Alfonso) costituendo una buona base di appoggio per le attività
solofrane della famiglia. Si individua un legame con i Guarino di S. Agata di
Solofra con un tentativo di distinzione assorbito dalla famiglia Guarino. Il
ceppo è abbastanza ampio e allocato in vari casali al Toro soprano con i
magistri Rubino, Cola e Alessandro, alle Casate con Santillo,
imparentato con i Tura e i Caravita, a S. Agata di Serino con un ramo
facente capo a Vertenoro, imparentato con gli Albanese.
Il ramo più
sostanzioso è quello dei Burrelli con una famiglia divisa in varie
diramazioni che abita una cortina con pluriabitazioni a sud della via vecchia
(con rami facenti capo a Pellegrino, a Martino, a Verlingieri, a Scipione) che
continua con altre abitazioni al fiume (ramo facente capo a Palmisano).
Ha una conceria (gestita da Verlingieri) con una scarperia, che rende questa
famiglia molto presente nel mercato dei prodotti conciati e nella lavorazione
delle scarpe. Nel commercio, sostenuto da una diffusa esperienza societaria,
sono presenti tutti i prodotti solofrani. Da sottolineare le materie concianti
che alimentano una spezeria alla platea (con Tommaso) e l'oropelle (con
Alfonso). Riesce anche a gestire un fondaco per la raccolta dei numerosi
prodotti del commercio.
Il ceppo svolge
anche una viva attività finanziaria gestita dai tanti sacerdoti della famiglia
con una buona circolazione dei beni. Si ricordano i venerabili Carlo e Nardo Antonio (canonico
della Collegiata nominato nella Bolla di fondazione, gestore della Cappella dei
Santa Maria del quindici agosto in S. Angelo e rettore della chiesa di S. Agata
di Serino nel 1564), Iacobo (maestro di sacra teologia in S. Agostino) e poi Andrea, G. Bernardo, e Vincenzo
(arciprete).
Continua anche in
questo secolo la presenza di membri nel ceto legale con Rubino u.j.d. con molti
giudici che operano nel Tribunale locale e con Lorenzo, maestro razionale a Napoli, Loisio, economo dell'ospedale
e della chiesa di S. Croce.
Giovannello nel
21-22 abita a Napoli
Palmisano nel 32
abita a Napoli ed ha rapporti mercantili col mercante cagliaritano Nicola Sisto
ed Evangelista Giliberti.
Perreca Questa famiglia, ristretta
ma economicamente significativa, deriva dal ceppo dei Petrone. Si ha
notizia di Lorenzo, detto nobilis alias Petrone. È impiantata a
S. Agata dove possiede beni che si stendono fino a le celentane ed a
Serino dove gestisce con i venerabili Nardo e Vincenzo i beni della rettoria
di S. Agata. Altro membro è il "nobilis" e "honorabilis"
Giovanni Francesco "de Perreca alias Percone" che rappresenta la
famiglia nella stesura degli Statuti ed è presente nella finanza della
comunità con la gestione di alcune gabelle in società con altri arrendatori.
Anche Clemente, apprezzatore, è gestore di gabelle e con lui Alberiano. La
famiglia è impegnata in varie attività con Santoro nella produzione della
calce, con Marino nella lavorazione della pelle (scarpe e cordame). È imparentata con i Spatafora di Avellino. |
XVII
In questo secolo si
citano: Lorenzo (dottore), Antonio (notaio), Francesco (notaio), Giovan Tommaso
(speziale), Orazio (sacerdote), Geronimo (sacerdote ujd), Giuseppe (dottore,
svolge la sua attività nell'ospedale di Santa Croce), Giovan Benedetto (ha la
concessione delle acque lorde delle concerie), Antonio (canonico della Collegiata, morto di peste nel 1656).
Tra
le famiglie: Michelangelo (dottore) con i figli Saverio, Carlo,
Carmine e Biagio. Filippo e Fenizia Grasso col figlio Cesare Bartolomeo.
Nunziante e Dorotea Landolfi con i figli Giacinto, Blasio, Baldassarre e
Geremia. Fabio e Costanza Vigilante col figlio Giulio Cesare (dottore) e Antonio (sindaco nel 1605 e
assuntore della gabella della farina). Giacomo Antonio e Carissima Vigilante
col figlio Giovanni Francesco (ujd). Francesco e Midea Maffei col
figlio Carmine Soccorso. Giovan Grazio e Mida de Federico col figlio Agostino.
Soccorso e Pompilia Giannattasio col figlio Lorenzo. Bonifacio e Costanza
Vigilante col figlio Nicola. Ostilio e Antonia de Pierro col figlio Giovan
Battista. Nunziante e Giovanna de lo Cogliano con i figli Gaetano e Flavio (dottore in legge con i figli Michele Arcangelo e
Francesco Antonio). Giovanni e Laura Grimaldi col figlio Nicola Domenico. Francesco (dottore fisico) ed Elena Troisio con i
figli Prospero, Nicola Gregorio. Martino e Livia Pierro col figlio Filippo. Nicola (sindaco nel 1695 e nel 1699) e Giacoma Papa con i figli
Donato Antonio, Filippo Antonio e Cornelio.
XVIII
Dal
catasto onciario del 1754.
Sant'Angelo
e Strada vecchia.
Filippo, speziale di medicina di 59 anni, sposato con Caterina
Negri (53 anni), con i figli Niccolò (speziale di 19 anni) e Ottavio (sacerdote di 18 anni).
Abitazione proprio comprensorio dei case con vani soprani e sottani, cellaro
alla strada vecchia, altro comprensorio con magazzino, bottega uso
spezeria a la piazza, vigna a la cerzeta, terreno ivi. Impiega
nella sua attività ducati 75, pesi e crediti
Antonio, bracciale di 62 anni, sposato con Rosa Trombone (65 anni)
con i figli Vito Basilio (40 anni) e Fortunato Cristofaro (35 anni). Abitazione
con orto in fitto. Impegna in varie mercature 50 ducati.
Nicolino, benestante di 60 anni, sposato con Angela Troisi (46
anni), con i figli Giovanna (30 anni), Petronilla (24 anni), Gennara (20 anni),
Flavio
(sacerdote di 26 anni), col fratello Francesco Antonio (sacerdote di 50 anni).
Abitazione propria patrimoniale del figlio Flavio, bosco e selva cedua a lo Trecco,
vari pesi.
Domenico, sarto di 30 anni, con le sorelle Lucia, Agostina er
Orsola. Abitazione propria sedile di case a Piedi S. Angelo, terreno boscoso
Iatamari.
Giuseppe, possidente di 84 anni, coi i nipoti Saverio Landolfi (sacerdote
di 18 anni), Marianna Landolfi (30 anni). Abitazione propria ai piedi di S.
Angelo.
Liberato, possidente di 83 anni, con le figlie Angiola e Agata.
Abitazione propria di più vani ai Piedi di S. Angelo, mezza bottega di conceria
in località le Botteghelle, terreno con selva ai Volpi, vari
pesi.
Tommaso, sarto di 23 anni, con la moglie Grazia Trombone (21
anni), la figlia Marianna, la suocera Anna de Amato (45 anni). Abitazione
propria ai piedi di S. Angelo.
Ambrosio, calzolaio di 45 anni, sposato con Angela Mongiello con i
figli Francesco (12 anni), Pietro (8 anni), Giuseppe (soldato di milizia (25 anni) con i
nipoti Antonio (6 anni), Maria Rosa e Chiara. Abitazione propria ai piedi di
S. Angelo, altra casa uso bottega.
Rubino (figlio di Lucantonio), negoziante di 50 anni, sposato con
Rosa Buongiorno con i figli Lucantonio (negoziante di 20 anni), Maria, con la
nuora Lucia Vigilante (22 anni). Abitazione propria di più vani, selva a le Ianeste,
terreno seminativo ai piedi di S. Angelo, vari crediti e pesi. Impegna nella
sua industria 400 ducati, possiede giovenchi e un cavallo da sella. nel 1739.
Gabriele, negoziante di 43 anni, sposato con Laura Guarino col
figlio Benedetto, il fratello Michele (35 anni), le sorelle Feliciana, Ottavia,
Maria, la madre Grazia Petrone (51 anni). Abitazione propria con giardino ai Piedi
di S. Angelo, un terreno arborato vitato a l'Isca, altro terreno a l'Arco,
selva castagnale le Ianeste. Impegna nella sua attività 50 ducati.
Lorenzo, fuggiasco di 60 anni, sposato con Lucia Petrone (50 anni).
Abitazione di vari ambienti, bosco a le coste di S. Biagio, vari pesi.
Michele, sarto di 25 anni e poi soldato alla milizia, sposato con
Rosa Bettalico (25 anni) con i figli Nicola (5 anni), Maria Antonia (2 anni).
Abitazione in fitto alla Via vecchia.
Nicola Andrea, conciapelli di 45 anni, sposato con Feliciana de Arienzo
(40 anni), col fratello Sebastiano (conciapelli di 32 anni), Maria Felicia (35 anni), i
nipoti Ciriaco (8 anni), Francesco (5 anni). Abitazione di proprietà, bottega
uso conceria al Toppolo e selva castagnale al Soccorso. Impegna nella sua
industria 100 ducati.
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Aniello, benestante di 50 anni, sposato con Cecilia Petrone (43
anni), con i figli Felice (studente di 15 anni), Annibale (alla scuola di 13 anni), Michelangelo (6 anni), Pietrantonio (3 anni), Teresa e Orsaola, la
sorella Clarice (46 anni). Abitazione propria con giardino murato, selva a
Chiancarola, altra casa, terreno arboirato seminativo al Cioppolo, crediti
dall'Università, possiede una scorritura di acqua. Il padre, Felice,
mercante a Lucera, possedeva i fiscali di S. Marco in Lamis, aveva altri figli
Costantino, Annibale e Valentino. Il fratello Pietro
Antonio è sacerdote.
Annibale, (fratello di Aniello) sposato con Claudia Clarice Maffei
col figlio Aniello. Fu sindaco.
Pietro comprò la Cappella di S. Carlo Borromeo gentilizia della
sua casa (1790). Abitava a Salerno. Gestiva i fiscali di S. Marco in Lamis.
Michelangelo fu parroco.
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Forna
Vito, macellaio di 50 anni, sposato con Antonia Joja (40 anni)
con i figli Michelangelo (bracciale di 18 anni), Fortunato (bracciale di 14
anni), Nicola (11 anni), Angela e Giuseppe (4 anni). Abitazione dotale.
S.
Agata di Solofra
Domenico bracciale di 28 anni, sposato con Maria D'Urso (27 anni),
col figlio Desiderio (4 anni). Abitazione propria, selva macchiosa, vari
crediti e pesi.
Tommaso, bracciale di 53 anni, sposato con Agata Gaeta, con il
figlio Angelo (bracciale di 35 anni), la nuora Teresa di Pierro (27 anni), i
nipoti Fortunata, Andrea (4 anni), Eufrasia, Gennaro (1 anno). Abitazione
propria, vari pesi, due somari.
Fratta
Domenico, battargento di 26 anni con la madre vedova Geronima
Guarino (62 anni). Abitazione propria con 5 stanze, giardino, altra casa di 2
stanze uso bottega.
Costantino, pizzicarolo di 50 anni, sposato con Orsola de Vita (50
anni). Abitazione di proprietà con orto, un mulo per uso proprio, nel suo
mestiere impegna ducati 200.
Costantino, bracciale di 60 anni, sposato con Angela de Donato con il
figlio Pasquale (bracciale di 27 anni). Abitazione propria.
Volpi
Crescenzo, venditore di tabacco di 46 anni, sposato con Petronilla
Guarino (48 anni), con i figli Laura (24 anni), Michelangelo (sarto di 15
anni), Laura, Maria, Angela, col fratello Consolato (44 anni) la nuora Orsola
Andecina, la sorella Cecilia. Abitazione propria di più vani , casa sottana uso
magazzino con camere sopra per uso di scuola sita davanti al largo di S.
Agostino, selva a le Donnole, il terreno boscoso a lo Chiajo,
vari pesi. Il padre è Michelangelo (eletto nel governo nel 1706), i fratelli
sono Giovan Grazio, Consolato, Gennaro.
Michele, macellaio di 60 anni, sposato con Teresa Grasso, con i
figli Giovanni (custode di armenti di 18 anni) e Agostino (10 anni), Marianna.
Abitazione propria di varie stanze.
Marino (figlio di Matteo), sarto di 29 anni, sposato con Beatrice
Ginolfi (23 anni) con i figli Marta, il fratello Michele (si fa sarto di 14
anni), la madre Rosa Verità (56 anni). Abitazione propria con cortile e un
terreno boscoso a lo Chiaio, vari pesi.
Pasquale (figlio di Matteo), sarto di 21 anni, con la moglie Maria
Felicia Ardolino (22 anni). Abitazione propria.
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Giovan Benedetto (figlio di Gabriele dottore in legge e di Feliciana
Pirolo) con i figli Feliciana, Ottavia, Michele Arcangelo, Gabriele, Giuseppe (sacerdote di 50
anni), Angela, Michele Antonio, Gioacchino nel 1719. Fu sindaco nel 1715. Il
patrimonio di suo figlio è formato da una casa con varie stanze ai Piedi di S.
Angelo, un terreno a l'isca, una selva a le Ianeste.
Marcantonio (fratello di G. Benedetto) sposato con Fortunata Troisi
con i fili Claudio Giuseppe nel 1711, Nicola (abita a Napoli), Ursula, Gennaro
e Filippo Domenico nel 1725.
____________
Francesco Antonio (notaio) sposato con Carmosina Garzillo con i figli
Nicola, Andrea.
Nicola,
ujd, fu canonico della Collegiata (dal 1742) ed Arcidiacono nella Curia di
Salerno.
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·
Bottega di
Liberato Petrone con magazzini di Aniello Petrone
locata
a Michelangelo Santoro
sita
alle Botteghelle al Fiume.
·
Bottega dei
fratelli Nicolandrea e Sebastiano Petrone
sita
al Toppolo.
XIX
Di questo ceppo nel
1842 è censita la conceria di Gio Grazio Petrone sposato con Maria Giannattasio e del figlio Consolato.
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© solofrastorica 2000
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