Famiglie solofrane
Ronca/Ronchi
Una delle famiglie più rappresentative di Solofra. Può essersi
installata a Solofra da Salerno durante il Trecento quando a Solofra si formò un
gruppo dedito alla concia e alle attività connesse.
I Roncha a Salerno svolgevano due
attività precise e specifiche di quelle che poi svolgerà il ceppo solofrano, la
lavorazione della pelle e del cuoio e l’attività mercantile legata all’arte
della spezieria, che a Solofra fu una peculiarità tradizionale di questa
famiglia. Simone de Roncha possedeva in questo
periodo a Salerno una bottega nella ruga corbisariorun
e due nella Ruga speciarorum.
Il ceppo dei Ronca è citato tra le famiglie "civili" di Solofra dell’inizio del XIV secolo ed impegnato nell’artigianato della pelle, nella mercatura e soprattutto con una spezieria, definita di antico uso.
XV
Fu in questo secolo una famiglia presente nella vita economica e
sociale di Solofra, rappresentanti del cosiddetto ceto civile. Sono documentati
i notai Rainaldo (1478), giudice annuale della Universitas
nell’atto di conferimento della rettoria di S. Angelo ad un sacerdote di
Montoro e Gregorio (1494); i sacerdoti Vitale, rettore della Cappella di S.
Giovanni e Jacobo (1480), rettore della cappella
dei Fasano.
Nel campo economico sono citati Persiano (1469), un mercante
presente nelle fiere del meridione, Battista (1495) che ebbe rapporti economici
col feudatario Zurlo.
Sono ancora operanti: Aurelio, Cosma detto Ronca e Alessandro.
Nel 1442 sorse una lite tra la casa Ronca e la casa Guarino per i diritti sulla Cappella di S. Giovanni Battista che le due famiglie possedevano in S. Angelo ed in questo secolo si formò il cognome Guarino detto Ronca dalla unione di due rami di queste famiglie. Il ramo poi ritornò nell’alveo principale e già nel XVI secolo i Guarino detto Ronca si chiamavano prevalentemente Ronca.
XVI
I Ronca possedevano in questo secolo beni in tutte le zone più
antiche di Solofra alle Fontane sottane, al Sorbo e ai Balsami,
ma anche al Fiume, ai Burrelli, dove erano proprietari di per lo
meno tre concerie, al Sortito dove c’erano loro botteghe, tra cui una spezieria. Il casale dove dominavano
in modo assoluto era il Sorbo. Il ceppo conservava una sostanziale unità
anche se appare diviso in diversi rami. Il campo dominante era quello
finanziario, sia pubblico che privato, attraverso diversi soggetti, ma in
posizione preminente c’era Alessandro col figlio Arcangelo che era allora il
più grande finanziatore solofrano. Trattavano prodotti legati alla pelle,
specie la lana di cui avevano quasi il monopolio, e naturalmente i prodotti
concianti, di cui si faceva distributrice la spezieria. Legata all’attività
mercantile e finanziaria era la politica matrimoniale che li portava a
intessere rapporti con importanti famiglie di Atripalda (il notaio Polidoro de Rogerio), di S. Severino e della Puglia, tre luoghi
basilari per i loro commerci.
Il ceppo è sempre presente nella gestione della Universitas,
sia nelle assemblee che nel subirne il carico, e in quella dei patrimoni
ecclesiastici. Dei suoi membri, si individuano cinque "honorabilis",
e, tra gli appartenenti allo stato clericale, si citano Iacobo, cappellano di S.
Giuliano, che svolgeva un’importante funzione di coagulo dell’unità familiare e
Cosma, figura rappresentativa del clero solofrano come archiprespitero
del collegio di S. Angelo e primicerio del primo Collegio canonicale della Collegiata oltre ad essere cappellano
di S. Nicola alle scanate e di S. Andrea,
della
cui chiesa sostenne e finanziò anche la ricostruzione. I Ronca avevano una
cappellania in S. Agostino ed una in S. Angelo.
In questo secolo, nel periodo dell’autonomia, si crearono due
fazioni, una capeggiata dai Ronca, che furono in lotta per il governo della Universitas e che nel 1545 giunsero ad un accordo col
pagamento di una penale.
.
|
Il sarcofago del primo primicerio della Collegiata, Cosma Guarino
detto Ronca.
________________________________________________
I Ronca di Bagnoli
Vale citare i Ronca di Bagnoli per il significativo richiamo ai
Ronca di Solofra nella onomastica, soprattutto per quanto riguarda i nomi
Alessandro e Carlo che sono presenti a Solofra in modo tanto significativo che non
se ne è mai perduta la trasmissione. Sperando di trovare in futuro dei
collegamenti tra i due ceppi si citano qui il bagnolese Alessandro, nato nel
1527, celebre matematico, geografo e storico. Fu militare sotto le armi di
Carlo V e Filippo II, distinguendosi nella spedizione di Tunisi. Al tempo del
Duca d’Alba fu tra i migliori capitani del tempo. Morì nel
Anche il notaio Taddeo Ronca richiama nell’attività e nella
onomastica la famiglia solofrana.
Nel XVIII secolo si ha nota di Domenico (1700-1786) Ronchi figlio
di Luigi, un archeologo e numismatico di valore. In questo caso vale citare,
oltre alla onomastica, la trasformazione del cognome in Ronchi proprio come è
avvenuto a Solofra.
Infine si trovano tra i due centri della provincia irpina altri
cognomi comuni: Grassi, Petrone, Nigro.
____________________________
Altre notizie sulla famiglia nel XVI secolo
Gilberto col figlio Pasquale possedeva una bottega di conceria al Fiume,
godette l'uso dell'acqua da Ercole Zurlo; Catanio fu mercante di vari prodotti tra cui la carne salata. Domaschino fu mercante col figlio
Bartolomeo. Arcangelo e i figli Domenico, Vincenzo, Cesare, Giulio († nel 1546)
ebbero una bottega di conceria al Fiume. Pace la figlia di Alessandro sposò il
notaio Polidoro di Rogerio di Atripalda portando in
dote
Aurelio Guarino detto Ronca, fu il personaggio dominante nella società del
tempo, notaio dei primi documenti notarili solofrani, fu sindaco di Solofra; Claudio, figlio di Aurelio, fu
notaio ed erario della duchessa Orsini. Altri sindaci furono: Geronimo (1555), Aurelio (1556), Michelangelo (1576), Virgilio (1597). Nel campo delle
professioni si distinsero: Pietrangelo di Cosimo (UJD 1567); Sebastiano
(dottore nel 1590); Annibale.
Michelangelo si trasferì a Napoli dove svolse l'arte dello speziale.
___________________________
XVII
In questo secolo la famiglia si presenta anche con la dizione
Ronchi.
I Ronca fecero parte del governo della Universitas,
parteciparono alla gestione delle gabelle: farina, chianca,
vino. Furono del partito feudale. Alcuni entrarono a far parte dell'esercito: Andrea,
Matteo, Luca che furono Cavalleggeri; Pietro fu alfiere. Continuarono a gestire
la spezeria tenuta da Bartolomeo insieme a Marcello.
Molti parteciparono direttamente al governo della Universitas:
Michele (sindaco 1605), Scipione (1629), Claudio (1637); Francesco fu cassiere
della Universitas. Continuarono la tradizione
culturale: Claudio (notaio), Aniello (dottore e notaio 1653), Giuseppe (dottore 1668), Felice (dottore 1672), Mario (nato nel 1627 da
Salvatore fu dottore nel 1657), Luigi (ujd 1687). Tra le attività mercantili e
finanziari si individua: G. Antonio, esattore della gabella della salera che a Solofra valeva 3172 ducati (1616); Catanio,
esattore della gabella del vino; Giuliano, commerciante di grano con Ruvo; Miziano e Gio Pietro, esattori
della gabella della farina; Giovanni, mercante godette di esenzioni dei diritti
di passo in tutto il regno; Donatantonio, Onofrio, Marco e G. Camillo furono
negozianti; Leonardo fu mercante.
Monte dei Maritaggi della famiglia fondato da Aurelio.
Furono sacerdoti:
Giuseppe, Vittorio di Bartolomeo, Matteo, Flaminio
Giovanni Vittorio
Ronchi di Donato Antonio fu canonico dal 1698
al 1742 quando morì. Fondò il Conservatorio di Santa Teresa. Visse in una famiglia
facoltosa e importante. Anche suo fratello Felice fu ujd
e sacerdote. Altro fratello, Lorenzo, fu cappuccino con il nome di fra’
Bernardo da Solofra. |
______________________
XVIII
I Ronca dal catasto
conciario del 1754
Forna
Pasquale, speziale di medicina di 24 anni, con la madre Lucia Maurelli (60
anni), il fratello Francesco (sacerdote di 36 anni). Abitazione propria di più stanze con
giardino. Impegna nella sua attività 40 ducati.
Gregorio figlio di Giovanni Maria è conciapelli (anni 35) ha sposato
Angiola Grassi (di Filippo), ha i figli: Pasquale (anni 5), Giuseppe (4 anni),
Rosa (7 anni) Maddalena (1 anno, nel 1775 sposerà Nicolantonio di Melfi). Abita
in una dimora propria con varie stanze, cortile murato. Ha crediti con Filippo Grassi
(d. 200) per la dote della moglie. Altra figlia Maria Costanza ha sposato
Giuseppe Lavaro di Atripalda.
Nel 1795 è documentato Francesco Ronca (fu Gregorio), sacerdote nominato cappellano della chiesa di S. Maria di Loreto del
Sorbo i cui procuratori sono Filippo Ronca e Gaetano Brescia.
È questa la famiglia da cui verrà il navigatore e scienziato della
Marina italiana Gregorio Ronca infatti il figlio di
Gregorio Pasquale, avrà Gregorio, che a sua volta avrà Pasquale,
Alessandro, Errico, Luigi e Cesare. Figlio di Luigi sarà Gregorio
Ronca, Alessandro, ammiraglio dell'esercito e padre di Giulia Ronca, Michele, Virginia, Angiolina.
Il ramo di questa famiglia, che fa capo a Michele (altro figlio di Luigi),
si è trasferito in Canada con i figli Luigi e Francesco. Luigi ha avuto Michele
e Sergio che vivono in Canada.
Nello studio di questo casato si può andare anche dietro nel tempo
individuando il padre di Giovanni Maria Antonio nato nel 1637, il cui
padre fu Alessandro nato intorno al 1607, il cui padre fu Carlo
col fratello Aniello, il cui genitore fu Alessandro e figlio di Carlo,
figlio a sua volta di Sorgente attivo con i fratelli tra cui Giuliano,
il cui padre fu G. Carlo con i fratelli Vincenzo ed Ursino, provenienti
da G. Luca, figlio di Catanio a sua volta figlio di Stefano.
_____________
Gennaro
(anni 65) vive del suo col figlio Francesco Antonio (34 anni) e il fratello
sacerdote Giovanni Vittorio (53 anni). Fa parte dello stesso
fuoco la famiglia del fratello fu Carmine e cioè la moglie vedova Orsola Morena
(anni 52) i figli: Alessio (18 anni), Aniello (13 anni), Michele (10 anni)
Petronilla (24 anni), Annamaria (15 anni), Angiola (5 anni). Abitano una casa palazziata con stanze superiori e inferiori confinante con
i beni di Pasquale Ronca e altri beni patrimoniali orti e cortile. Fratello di
Gennaro è anche G. Vittorio sacerdote con casa alla Forna.
__________________
Cupa-Toppolo-Capopiazza
Arcangelo
sartore di 36 anni e marito di Maria Giannattasio di 28 anni (figlia di Leonardo
con dote di 42 ducati un sottano alla Cupa e un bosco ai Laurielli)
e i figli Giuseppe (11 anni), Grazia (9 anni), Lucia (6 anni), Pasquale (2
anni). Angiola (1 anno). Abita alla Cupa in una casa propria con varie stanze
superiori e inferiori (confinante con i beni di Arcangelo Pandolfelli e Vito
Garzilli); possiede un boschetto ai Serroni e impegna
in una merceria 100 ducati. Ha un peso al Monte dei Morti dove nel 1761 fu
sepolto Arcangelo nella cappella di S. Giuseppe. Dal testamento del 1761 si deduce
che il testatore è debitore di Pietro Gargiulo di
Napoli di d 44 deve avere da Domenico Criscillo d 50
per cose mercantili in comune da cui ha in fitto una bottega alla Piazza.
______________
Donato
(fu Felice, marito di Lucia Tura, testamento nel 1737), negoziante di 43 anni,
marito di Anna Petrone (43 anni), abitano in una casa propria con giardino
(confinante con i beni di Arcangelo Pandolfelli); possiede
due concerie al Fiume (eredità della moglie e confinante
con i beni di Liberato Petrone), una casa di tre stanze con giardino a Capopiazza, un magazzino alla Strada vecchia (confinante
con i beni di Soccorso Ziccardi), una vigna alla Cerzeta
(confinante con i beni di Domenico Grassi), una selva a Li Laurielli
(confinante con i beni di Domenico Landolfo), altra selva boscosa a Camponici (confinante con i beni di Francesco D'Auria).
Impegna nell'attività di mercante 500 ducati, ha crediti a carico di Barnaba
Ronca e Gaetano Guarino e vari legati.
Figlio di Felice è anche il
sacerdote Alessandro che ha una casa di 6
stanze al Sorbo (confinante con i beni di Francesco d'Auria) e gode di prebende
assegnate dalla curia di Salerno.
Altri figli di Felice sono Flavio,
Antonio, G. Battista, Giulio, Giuditta (sposa di Gaetano Garzilli), Orsola
(sposa di Clemente Garzilli), Rosa (sposa di Antonio Scarano).
________________________________________________
Sorbo
Angiolo (detto magnifico), mercante di 50 anni, marito di Teresa
Giliberti (42 anni) con i figli: Maria Antonia di 18 anni (sposa Andrea
Grassi), Dorotea (15 anni), Giuseppa (11 anni), Rosa (9 anni), Consolata (6
anni), Filippo (2 anni). Vivono con lui il fratello Francesco (conciatore di 50
anni), la sorella Angiola (68 anni), la nipote Feliciana (15 anni) e il nipote
Antonio (14 anni che va a scuola). Abita in una casa di 10 stanze con cortile
(confinante con i beni di A. Caraviello), possiede due metà concerie a
_________________
Tommaso, battargento di 38 anni con la moglie Anna Cerino di 30 anni
e il figlio Pietro di 2 anni. Abitano con lui il fratello Luca, sartore di 26
anni, la moglie di lui Maddalena De Maio di 26 anni, la nipote Caterina di 1
anno e lo zio, il sacerdote Pasquale di 52 anni (costui gode di rendite della
cappella di S. Matteo. di alcuni fiscali a Civitavecchia e di alcuni
arrendamenti a Napoli). Abita in casa propria di varie stanze in località detta
Il rubino con 2 giardini. Impegna in mercanzie 25 ducati.
___________________
--- Salvatore
Aniello (Ronchi), inabile di 65 anni vive con la
moglie Teresa Ferrazzano di 56 anni e la figlia Delia di 15 anni. Abita in una
casa propria di varie stanze e orto, possiede una selva a Li Tagli. Ha pesi a
favore del Monastero di S. Domenico. Nipote è Federico,
sacerdote che ha un patrimonio assegnatogli dallo zio su una selva castagnale a Vellizzano.
--- Taddeo
(Ronchi), senza impiego di 33 anni, vive con la madre Giovanna Federici (vedova
di 62 anni) e la serva Caterina Ciccarelli (45 anni) in una casa patrimoniale
del canonico Santo suo zio e parte anche del
fratello Felice,
sacerdote che fa fuoco a sé. Quest'ultimo ha il patrimonio del padre Alessandro
e dello zio Ferdinando, abita nella sua casa di otto stanze, cortile, giardino
e cistrena d'acqua (confinante con i beni di
Francesco d'Auria).
A questa stessa famiglia
appartengono Silvestro,
suddiacono che ha un patrimonio proprio su una selva castagnale
a Vellizzano (confinante con i beni di Federico
Ronchi); e Antonio sacerdote che gode di un patrimonio costituitogli dallo zio
Domenico Maurelli.
___________________
Aniello,
senza impiego di 60 anni, sposato con Grazia Caropreso (di 56 anni), ha i figli
gemelli Giuseppe e Vincenzo (16 anni), Vittoria (32 anni), Antonia (30 anni),
Marianna (26 anni), Pompilia (24 anni), Fortunata (20 anni), Lucia (14 anni),
abita in una casa di molte stanze con giardino (confinante con i beni degli
eredi di Gregorio Ronca e Raffaele Russo).
____________________
Flaminio
(detto magnifico perchè vive del suo) di 53 anni, sposato con Anna Grimaldi di
45 anni (figlia di Domenico e sorella di Fabio e Camillo), ha i figli Salvatore
(22 anni), Michele (novizio di 16 anni), Francesco (alla scuola di 14 anni).
Con lui vive il nipote canonico Giuseppe Giliberti.
Abita in una casa propria di varie stanze (confinante con i beni di Domenico
Ronca) con orto e cortile; possiede varie stanze alla Piazza (locate a Leonardo
Mosca, Taddeo Scarano e Antonio Fasulo), un terreno
arborato castagnale al Sorbo, una selva castagnale al Sasso, una a Ischimerola,
un terreno arbustato seminativo a
_____________________
Domenico,
lavoratore coiraro di 66 anni, sposato con Lilla Rosa
Caropreso di 33 anni, ha i figli Sigismondo (lavoratore coiraro
di 20 anni), Giuseppe (9 anni), F. Maria (8 anni), abita una casa con orto del
sacerdote Arcangelo Grimaldi suo
cognato.
_______________________________________
Balsami
Costantino
di 46 anni, negoziante sposato con Lucia Fasano (44 anni), ha i figli Rebecca
(7 anni), Abramo ( 5 anni), Laura (1 anno). Abitano
con lui i cognati: sacerdote Gabriele Fasano (anni 36) e Innocenza (45 anni).
Abita in una casa di varie stanze con giardinetto (confinante con i beni di
Basilio Fasano); possiede un magazzino alla Forna, una selva a Chiangarola e impegna in varie mercanzie 100 ducati.
____________________
Giuseppe
(fu Domenico), tessitore di panni di 50 anni; abita con il cognato Felice
Giannattasio, tessitore di 29 anni e la di lui moglie Anna, di 35 anni. Vive in
un’abitazione propria con orto (confinante con i beni di Gabriele Russo) metà
della quale è abitata dalle sorelle Agnese, Beatrice ed Anna, tutte maritate.
_______________________________________________________
Caposolofra
Giuseppe,
maestro sartore di 33 anni, sposato con Anna Caropreso di 24 anni, ha un
figlio, Carmine, di 2 anni. Abita in casa propria con cortile ed orto, dotale
della moglie e confinante con i beni di Fabrizio Caropreso.
Salvatore,
mercante di 60 anni, sposato con Teresa del Pozzo, col figlio Mario
(studente in Napoli di 25 anni, sarà ujd), Geronimo
(speziale manuale di 56 anni con sua industria in Napoli), serva Giovanna
Campagna (40 anni). Abitazione propria con giardino, selva castagnale
detta le fratte, terreno a selva con frutti al muro di Tonno, altra selva al
Pozzillo, vari crediti. Impegna nella sua attività con suo fratello 1000
ducati.
A questa famiglia apparterrà Salvatore Maria.
Botteghe di conceria di
questo ceppo
·
Bottega
di Donato Ronca fu Felice
sita
al Fiume.
·
Bottega
in dote di Anna Petrone (moglie di Donato Ronca)
sita
al Fiume.
|
Da Solofra a Bari.
Da Le strade di Bari di Vito Antonio Melchiorre, Periodici locali Newton, 1995, Roma, vol. III., p. 641.
Ronchi
(strada). Quartiere S. Nicola, dal largo S.
Sabino 12 alla strada Dottula. Toponimo dedicato a
una famiglia originaria di Solofra (Avellino), trasferitasi a Bari verso la
fine del XVI secolo. La più antica memoria che la riguarda si riferisce ad un
Giuseppe, uditore del portolano maggiore, il quale sposò Isabella Pandolfelli,
da cui venne il figlio Cataldo, padre a sua volta di un Giantommaso.
Esistono tracce negli arri notarili della discendenza della famiglia fino a
tutto il Settecento. Nel 1749 la famiglia venne ammessa nella persona di
Alessandro, a far parte della nobiltà locale solamente per gli affari di
amministrazione della università, ma senza godere delle prerogative del patriziato.
Questo Alessandro era figlio di Troiano e di Claudia Guarini di Solofra dalla
quale ebbe dieci figli: Gaetano, arciprete del Duomo, Marcantonio Gesuita,
Giuseppe Nicolò, canonico di S. Nicola, Claudia, Traiana Innocenza, Delia,
Giuseppe Savino, Gio Battista, arciprete del Duomo, Rosalia, Emanuella, monica in S.
Scolastica. Alessandro Ronchi morì il 10 aprile 1761. Nell’anno 1775, un Nicola
Ronchi, quale erede del padre Domenico e degli zii canonici Nicola e Giuseppe,
possedeva una casa palazziata con venti camere e
altre comodità nella strada dei Campanili, dirimpetto all’Arcivescovado, fra le
case dei signori Lamberta e il Conservatorio delle Pentite (di qui il nome
della strada di cui si sta parlando), oltre a diversi fondi in località Torre
di Specchia e Carnosa . L’usufrutto di un quarto del
predetto palazzo venne da lui destinato a formare il sacro patrimonio del
figlio Francesco, che desiderava ascendere alla tonsura: la rendita del quarto
ammontava a ducati 42, da cui dedotti ducati 10 e mezzo per lavori di
manutenzione, rimaneva una rendita netta di ducati 31 e mezzo (not. Vincenzo Miolla, 7 dicembre
1775). Lo zio Giuseppe, del quale è cenno nell’atto, era un canonico della
basilica di S. Nicola.
Nota. Da correggere la
data di trasferimento della famiglia Ronca a Bari che non fu alla fine del XVI
secolo, ma all’inizio del XVIII.
*****************************
Da Giulio Petroni,
Storia di Bari, vol. II, Forni editore, Bologna, pp. 207-209.
Una
discordia tra le due chiese [il Duomo e
*********************
Da Pasquale
Sorrenti, Le strade di Bari, Laterza litostampa,
Bari, 1970, p. 258.
Ronchi (strada). Quartiere S. Nicola. Da largo S. Sabino a strada Dottula. Dall’antica famiglia barese originaria di Solofra,
che venne ascritta alla Piazza Nobile nel 1749 con Alessandro. Un Domenico
cercò di arginare il 9 dicembre una sommossetta
popolare contro la famiglia De Angelis Effrem, la quale, essendo proprietaria
di case in vicinanza del Duomo ed essendo la torre del Duomo pericolante, per
salvare le proprie case credette il popolo che i De Angelis avrebbero fatto
abbattere la torre e si rivoltò contro di essi. La tempestività di Domenico
Ronchi salvò la città da grossi guai (lui stesso era stato malmenato e pestato
dal popolo inferocito), facendo sottoscrivere ai De Angelis una dichiarazione
di non abbattimento della torre, ed obbligandoli anzi ad associarsi col
Municipio per rafforzarla.
N. B. Si ringrazia
il dott. Giuseppe Ronca di Bari di aver fornito i documenti pubblicati.
|
XIX
Luigi Ronca è sindaco
di Solofra. Nel 1864 fa parte del Consiglio Comunale che in occasione
dell'abolizione del Collegio canonicale della Collegiata delibera per la
trasformazione della Collegiata in "Monumento di native glorie"
"non solo per il lustro e il decoro che reca alla cittadina
nazionale" ma perché deve considerarsi "fondazione municipale".
Si cita il parere della Consulta del Regno per la quale la chiesa deve
considerarsi uno dei Monumenti della provincia per "ampiezza e disegno e
magnificenza ornati tra i quali i famosi dipinti di Francesco Guarini celebre
gloria della Scuola napoletana". Si sottolinea che la popolazione è divisa
in 12 casali ed un sol parroco non basta per cui è necessario il collegio
canonicale "come tanti distinti parroci che esercitano ciascuno uffici
parrocchiali in un diverso casale. Il Consiglio autorizza il Sindaco a tutelare
il diritto di Patronato.
Luigi svolge attività
mercantile di compravendita di pelli che fa lavorare nelle concerie locali. Il
suo spazio mercantile va dalla piazza di Cava e di Napoli a quella di Ascoli
Piceno.
La famiglia di Luigi
fu la più rappresentativa di questo secolo.
Al
ramo Ronchi appartengono
Francesco nato
nel 1801; laureato in Legge: ha svolto la professione di Giudice presso
Giuseppe, nato
a Solofra il 3 ottobre 1869; laureato in Scienze Forestali esercitò le
funzioni di Sotto ispettore demaniale a Patti in Sicilia e poi in
Campania come funzionario. Giuseppe era il fratello del Dott. Luigi
(medico chirurgo) e del Col. cav. Francesco Ferdinando "MAVM e MBVM"
(Comandante del 30° reggimento fanteria).
XX
Francesco
Ferdinando e Mario Ronchi
Gregorio
Ronca, marinaio e scienziato
|
Approfondimenti
Considerazioni
sulle varianti “Guarino detto Ronca” e “Ronchi” del cognome Ronca di Giuseppe
Ronca.
Vai a
|