Semplici elementi di riflessione sulle
“ipotesi sulla formazione del cognome
Ronchi” formulate da Giuseppe Ronca
di Marco
Ronchi
.
Il presente scritto perché si è
di diverso avviso rispetto alle “ipotesi” in titolo di Giuseppe Ronca,
pubblicate nel sito web “Solofra Storica”. Le premurose riflessioni
verteranno, su tre questioni: § Il cognome dei Ronchi di Solofra
si sarebbe formato solo nel 1760; § Il cognome dei Ronchi di Solofra
si sarebbe formato per un errore di trascrizione dovuto al “dativo latino”
del cognome Roncha accordato a più nomi; § L’“errore” rilevato nell’epigrafe
posta sulla lapide di Giovan Vittorio Ronchi e le critiche formulate sullo
stemma dei Ronchi con riferimento all’innesto dei leoni rampanti del ceppo
dei Guarino, sulla Ronca, arma originaria dei Roncha. Prima riflessione: Presso
l’Archivio di Stato di Napoli si custodiscono per il “Fondo Catasto Onciario”
ben cinque voluminosi fasci dal 4753 al 4747, riguardanti Solofra[1]. Negli atti citati, “rivele”
(denuncie dei beni posseduti), “registro pesi” (tasse) e”registri delle
anime”, compilati negli anni 1752, 1753, 1754, risultano tra gli altri
residenti o proprietari molti appartenenti alla famiglia Ronchi. Per di più,
presso la cappella della famiglia Ronchi, ubicata nella Collegiata di San
Michele Arcangelo di Solofra, dove fu posta una targa (D.O.M.) alla memoria a
forma di ancile si può scoprire l’anno di avanzamento dei lavori voluti nella
seconda metà dell’800 dai figli del Magistrato Borbonico Francesco (trisavolo
dello scrivente), risalenti all’anno 1561 […] A Maioribus Anno MDCI
Excitatam […]. Con riferimento all’abitazione di tale Famiglia solofrana,
ataviche testimonianze, riportate nell’articolo del compianto Preside Carlo
Ronchi pubblicato sul Campanile di Solofra n. 2 del febbraio - marzo 1987,
raccontano che: […] una delle tre ali del Palazzo al Sorbo di tale
famiglia su un architrave portava scolpita la data, certamente di
costruzione, del 1593 […]. Ancora sul Campanile, il n. 5 del maggio 1994,
in una sua lettera, Maria Califano Tentori (moglie di Elio Califano
Professore Universitario, figlio di Bianca Ronchi e nipote di Luigi Ronchi
fratello del Dott. Giuseppe Ronchi, bisnonno dello scrivente – Luigi è stato
Medico condotto; Capitano Medico; Primario dell’Ospedale Landolfi di
Solofra), narra le memorie del marito come segue: […] fin dall’infanzia
era venuto con la famiglia a trascorrervi il periodo estivo nell’antica casa
del nonno materno il Dott. Luigi Ronchi, in via Sorbo Sottano. Distrutta nel
bombardamento di Solofra […] L’androne, la grande arcata del portone, alcune
stanze del piano superiore, il balcone con la pietra di lavagna, che si può vedere
dalla strada, la stanza della loggia come la chiamano in famiglia, […]
l’antica pietra con la data di costruzione della casa secentesca (forse 1647)
che alcuni anni prima avevo vista ancora inserita nell’arco del portone della
casa pericolante […]. Il resto della casa che affacciava sul cortile
quadrato, con la grande sala adibita a galleria e ricca di antichi quadri,
tutti distrutti dal bombardamento e con la cappella privata, come si usava un
tempo nelle case di un certo livello, […].
Seconda riflessione: Sempre nella
succitata Collegiata, osservando l’epigrafe del sarcofago di Cosma Guarino
detto Roncha, non può sfuggire il particolare che già nel 1520, il nome
dell’illustre Prelato fu scritto con diversa terminazione: “Cosma Guarino
Dicti Ronche” e non Roncha. Gli “errori” (comunque voluti), pertanto,
risalgono al 1500. Restando nel merito degli “errori”, paradigmatico è il
fatto che anche nell’Italia del nord, i Ronchi - del Friuli - assumano il
proprio nome di famiglia da una variante della desinenza (analogamente a
quanto avvenuto in Solofra). In quei luoghi, a suo tempo, un grande
produttore di vino pregiato, tal Giacomo Ronco (vds pag. 787
dell’Enciclopedia storico - nobiliare italiana - Famiglie nobili e titolate
viventi riconosciute dal R.° Governo d’Italia, del 1929 di Vittorio Spreti),
mutando il proprio cognome in Ronchi, diede vita ad una nobile stirpe nel
XVII secolo: i Ronchi “del Friuli”. Questi, furono insigniti Conti nel 1689
(fu il nipote di Giacomo ad essere insignito dal Duca di Mantova) e i suoi
discendenti, Pietro e Quintino saranno Ufficiali del Regio Esercito insieme
con i nostri due Solofrani Francesco Ferdinando e Mario Ronchi (vds. Ruolini
del 1912 presso la Biblioteca dello Stato Maggiore dell’Esercito e la pagina
dedicata ai due eroi sul sito di Solofra Storica). E’ appena il caso di
soggiungere che nella prefata Enciclopedia Nobiliare, il cognome Ronchi
compare tra quelli censiti nei primi anni del secolo scorso. Restando
nell’Italia del nord, a titolo di curiosità, sembra che la toponomastica
possa aiutarci ai fini della dimostrazione che dire Ronchi non significa
dire: “errore di trascrizione”. Per esempio, la notissima località turistica
denominata Gardaland, sorge proprio su un lido denominato Ronchi. In
Lombardia, nel raggio di pochi chilometri esistono alcuni paesi che recano
questa denominazione - i Ronchi da quelle parti sono i campi coltivati. Terza
riflessione: Veniamo al canonico Giovan Vittorio Ronchi e non Roncha,
fondatore a sue spese della chiesa, con annesso Orfanotrofio, di Santa Teresa
al Sorbo (come ben illustrato dal
Prof. Francesco Guacci). Se da un lato possiamo evidenziare che il
cognome del fondatore è Ronchi, perché così è scritto, dall’altro ingenera
qualche perplessità il fatto che lo stemma montato sulla lapide sia quello
dei Roncha. In tale quadro, è difficile credere che le
zelanti Suore (se non i suoi eredi), tra le quali peraltro vi era anche una
Ronchi (coeva a Giovan Vittorio), si possano essere sbagliate nell’indicare
il cognome del defunto benefattore, visto che del fatto che il citato
Canonico fosse un Ronchi se ne ha certezza alla luce degli atti di nascita
consultati nell’archivio canonico dal Preside Carlo Ronchi. In tali
documenti, si rileva che a partire dall’anno 1717 fino al 1753, alcuni di
questi risultano autografati dal prefato canonico, che usava firmarsi:
Joannes Victorius Ronchi. Oltre a ciò, giova ricordare la figura di Giovan
Vittorio Ronchi, avo dell’Alto Prelato, nato nel 1609, fisico, architetto,
che inventò un particolare tipo di cronometro (vds. “personaggi cerca
strada”:Campanile del Dicembre 1995). Non a caso, ad imperitura memoria, il
nome di Giovan Vittorio nella citata famiglia è stato tramandato sino alla
seconda metà del 1900 (tal Giovan Vittorio Ronchi figlio del bisnonno del
sottoscritto, in famiglia detto Giovannino). A proposito invece dell’Arma dei
Ronchi, che raffigura due leoni rampanti con al centro una roncola astata,
ben lungi dalle considerazioni ermeneutiche del Ronca, si vuole solo
sottolineare che lo stemma della famiglia Ronchi di Solofra risulta di antico
possesso e rimane solennemente incastonato nell’omonima Cappella sita nella
Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra, dove insiste pacifico da
secoli (in famiglia, i primogeniti ancora si tramandano un anello in oro con
su inciso lo stemma araldico). Concludendo, come storicamente accertato dalla
stimata ricercatrice Prof.ssa Mimma De Maio, i Ronchi di Solofra risultano
sul piano documentale radicati nel territorio Irpino a partire dal XVII secolo,
e costituiscono un ramo, ben differenziato, della più antica famiglia Roncha.
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Si ringrazia
Marco Ronchi per il contributo fornito.
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