Famiglie
solofrane
RUBINO
Questa famiglia si impiantò
nella società solofrana durante le lotte del XIV secolo molto probabilmente
venendo dalla zona del salernitano.
Nel XV secolo Cubello possiede una terra arborata insiene a
Troiquus, Antonio, Angelo e Cola che sono tutti fratelli impiantati in una
grande masseria a le celentane. Troiquus e Florissimo sono
rappresentanti della Universitas.
Nel XVI secolo i rogiti notarili ce la mostrano una famiglia di
mercanti, conciatori e finanziatori economicamente importante, impiantata al
Sorbo in una corte di loro proprietà. I Rubini posseggono una conceria nella
quale lavorano una gran varietà di pelli che costituiscono una parte essenziale
del loro commercio. Partecipano alla gestione della Universitas con Alfonso che
gestisce alcune gabelle. Il giudice Angelo invece fa parte della Commissione
incaricata di stendere gli articoli statutari. Altri membri di questa famiglia,
attivi nella vita della Universitas, sono Francesco, Andrea e un altro
Florissimo. Ancora in questo secolo abbiamo Lisi e Cola col figlio Paolo che
abitano alla Fontane sottane e svolgono un'intensa attività commerciale
in animali, carne salata, scarpe, pelli. Interessante è anche l'esperienza di
società con Ieso Ladi, Belardino De Maio e con i Parrella con le quali
l'attività mercantile diventa più ampia e costante.
In questo secolo si sviluppa a Solofra il battiloro essi entrano
in questa attività con Cola, ma l'attività dipende da Napoli per cui essi hanno
ancora un ruolo subordinato. Consistente è anche il commercio della lana che la
famiglia svolge con Giffoni dove c'è una diffusa lavorazione di questo
prodotto. Si individua anche un'iniziale attività creditizia con la quale
sostengono il commercio locale. La loro attività si amplia tanto che lavorano
nelle Potechelle dei Burrelli.
Nel XVII secolo si ha il trasferimento di un ramo della famiglia a
Napoli reso necessario per le caratteristiche dell'arte del battiloro. Le
necessità del commercio ne determinano il trasferimento in altri luoghi
mercantili. Con la peste del 1654 questa famiglia viene decimata.
XVIII
In questo secolo il catasto onciario (1754) mostra la famiglia
costituita da un unico nucleo, abitante al Sorbo.
Marino Rubino che è un negoziante sposato con Isabella Grimaldi, ha un fratello
sacerdote, Gabriele, un altro Filippo, possidente. Il figlio Agostino di 20
anni è un negoziante col padre, è sposato con Felicia Maffei ed ha Francesco,
alla scuola, e Serafina. Vive con Marino la madre Vittoria Morena. Tutti
abitano in un appartamento di più stanze, facente parte del patrimonio del
sacerdote Gabriele, posseggono inoltre un'altra casa, una selva castagnale a Li
monaci, un'altra a le Bocche soprane, due selve al Chiamerano.
Marino impiega col figli nella mercatura 1000 ducati.
Altri membri di questa famiglia abitano a Cava e a Salerno e
posseggono beni nel salernitano.
Il rappresentante più importante è Nicola, zio di Marino, che si è
trasferito a Napoli dove è impegnato nel battiloro e nell'arte dello speziale
infatti ha una quota al Monte degli speziali e dei droghieri di Napoli.
Di questa famiglia si individuano alcuni membri alla fine del
secolo:
Giuseppe figlio di Francesco che fu canonico della Collegiata.
Gio Santo, il cui figlio Flavio (1790-1867) emigrò in Brasile.
Dopo questo periodo non si hanno più notizie di questa famiglia
che a Solofra si è estinta nel secolo seguente.
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