Francesco Santoro

 

 

 

 

Francesco nacque da Gabriele e Agnese Maffei il 13 luglio 1862, nel casale Fratta, località Misericordia, fu battezzato nella parrocchia di S. Giuliano.

 

Studiò nei Seminari di Salerno e di Nola, la scuole che formavano la gioventù che si avviava alla vita ecclesiastica, dove fece seri studi di teologia.

 

Fu ordinato sacerdote nel 1885 dall’arcivescovo Valerio Laspro. A Solofra fu prima parroco di San Giuliano, la parrocchia dove era nato, fino al 1911, quando, alla morte di Gaetano Galdi, fu nominato primicerio (1911-1940).

 

Con la nuova carica potette svolgere con maggiore ampiezza la sua già intensa attività culturale e teologica in cui profuse la sua profonda cultura umanistica. Governò la chiesa, che aveva un Capitolo di canonici e Mansionari, portando nella sua attività un grande rigore. Sotto il suo auspicio furono organizzate a Solofra le feste per il settimo centenario della morte di San Francesco, che ebbero come centro il locale Convento accanto alla chiesa di Santa Maria delle selve. Dette un ampio sviluppo alla devozione mariana in tutte le chiese dedicate alla Vergine, ma curò particolarmente il culto della Madonna della Consolazione che affidò al frate Mansueto Liguori, dando un vigoroso impulso a quel centro religioso alle porte del paese.

 

Il periodo del suo primiceriato fu attraversato da eventi luttuosi dalla guerra in Africa, alla Prima Guerra mondiale, al flagello della febbre spagnola nel 1919-20 e della emigrazione, al terremoto del 1930. Fu vicino alle famiglie che soffrirono di queste calamità e che si svuotavano delle forze migliori.

 

Espressione delle difficoltà dei tempi fu una lite con i Mansionari, ma anche con parte della popolazione. Questi ultimi esplosero durante il Carnevale del 1922, quando furono rappresentate coreografie blasfeme, contro le quali egli reagì con un manifesto accorato ed esortativo affinché il Carnevale non divenisse un "attentato al decoro e al credito della nostra città".

 

Nel 1925 si rese necessaria un'opera di rifazione del tetto della Collegiata, per la quale furono raccolti dei fondi. Cinque anni dopo un terremoto danneggiò la chiesa madre ed altre chiese per cui il primicerio chiese un nuovo intervento all'Amministrazione che era diretta da un Commissario prefettizio, Pionati, che non mostrò la dovuta sensibilità per cui  - siamo nel 1937 -  il primicerio si rivolse alla Direzione generale per il culto del Ministero dell'Interno da cui ottenne un finanziamento solo per gli interventi più urgenti. Ci volle però altro tempo affinché intervenisse la Sopraintendenza all'Arte medioevale e moderna per approntare un progetto per i lavori che iniziarono nel 1938 mentre i quadri furono trasferiti a Napoli e restaurati con altri fondi, offerti da alcuni industriali e dal Banco di Napoli in occasione dell'apertura della filiale nel 1918. Le opere restaurate furono consegnate solo nel 1940.

 

Morì il 2 giugno del 1941 tra il cordoglio della popolazione che aveva beneficiato della sua presenza.  

 

Famiglia Santoro

 

 

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