Giuseppe Didonato, Solofra nella
tradizione e nella storia, I, De Filippis,
Pagani, 1914
Giuseppe Didonato (1871-1946) fu un
avvocato solofrano, segretario comunale e Direttore del periodico locale “Le
rane”. La sua opera è frutto di un interesse appassionato, ma priva di
fondamenti storici. Le sue affermazioni non sono supportate dal alcun
documento, né sostenute da alcun ragionamento e si sono dimostrate in tutto o
in parte non veritiere. Esse sono valide solo quando sono testimonianza dei
tempi, di cui l’autore è portavoce.
Questa opera è ancora oggi citata
ed usata senza tener presenti i successivi studi o le nuove acquisizioni
documentarie
Sul periodico “Le rane”, il Didonato pubblicò dei Medaglioni solofrani, brevi biografie degli uomini illustri solofrani che furono poi raccolte in un volume (il terzo di una serie dedicata a Solofra) dal titolo Uomini illustri e benemeriti (Messina 1923). Nel 1914 lo stesso aveva pubblicato il secondo volume dal titolo Solofra nella tradizione e nella storia diviso in Cenni storici e Antichità e monumenti. Tutta questa sua opera è assolutamente ascientifica, senza alcun accenno alle fonti, che risultano non consultate. |
Il Didonato si rifà ad Antonio Giliberti di cui accetta le
affermazioni anche con un certo distacco.
Tra gli errori del Didonato quello di parlare di due Nicola Tura e di
attribuire al vescovo una data di nascita errata.
Le fesserie di Didonato
sulla concia
1625. dai fratelli Ettore e Giovanni Sabato
Troisi venne introdotta a Solofra l’arte delle pelli dorate ed inargentate,
detta oropelle, già esistente in Roma
Nel 1640 dalla Sicilia per opera di un tal Giovanni Matteo Troisi
venne introdotta l’arte della concia dei marocchini cioè delle pelli di capra
Nel 1685 un tal Tommaso Donato (de Donato) introdusse l’arte
delle pelli e dei marocchini colorati che già si praticava in Palermo (I, pp 43-45)
Lo stesso Didonato sulle Rane (19
aprile 1910, p. 3) dà altre versioni
Giovanni Matteo Troisi nel 1539, un secolo prima, avrebbe
portato da Messina la concia dei marocchini che si tinsero in rosso.
Tommaso Di Donato avrebbe rivelato ai napoletani il
segreto del colore in rosso dei marocchini nel 1585.
Un Luca conte Arpinate vi portò l’arte delle camorge
Ettore e Sabato Maffei furono i
primi operai che in Roma apprendessero ad indorare le pelli (Le Rane (19 aprile
1910, p. 3)
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