Il
formato in pdf con la risposta di Riccardo Lattuada e la contro risposta
Gli errori
di un’importante opera sul Guarini
R.
Lattuada in Francesco Guarino da Solofra nella pittura napoletana del
Seicento (1611-1651), Edizioni Paparo, Napoli,
2000
*
S. Andrea, frazione di
Solofra, è detta S. Andrea del Serino” (p. 139) (errore che si ripete in scritti successivi dello
studioso) [questa frazione dal XIII secolo è stata chiamata S. Agata di Solofra];
Questo
errore che ha provocato un grave danno
poiché la
patria di Francesco Guarini è detta nei cartigli dei musei (v. Capodimonte)
S. Andrea
del Serino
Il castello longobardo sarebbe stato trasformato nel palazzo ducale (“il loro [riferito agli Orsini] Castello, poi trasformato in
Palazzo”, p. 23);
Gli Orsini non
acquistarono il feudo nel 1537 (p. 36, n. 7), ma nel 1555. Nell’anno citato
invece Solofra ratificò l’autonomia.
La costruzione della Collegiata
verrebbe dopo quella del palazzo Orsini: “nel tessuto urbano di Solofra essa
rappresenta il simbolo di una classe consapevole del proprio ruolo, che non a caso decise di costruire il suo monumento nella stessa
piazza dove sorgeva già il Palazzo
degli Orsini (p. 23).
Non si considerano le
lotte tra la comunità solofrana e gli Orsini alla fine
del XVI secolo e a cavallo tra sei/settecento, né si sottolinea che i due
monumenti nella loro “frontalità” mettono in risalto questo importante elemento
storico.
Non si considerano i
veri motivi legati alla costruzione della Collegiata con la quale la comunità solofrana si creò un centro economico
per sostenere, con la finanza ecclesiastica, le proprie attività
artigiano-mercantili, né i veri motivi per cui gli Orsini costruirono sia il
Convento di Santa
Maria delle Grazie (poi S.
Chiara), sia il Convento
di S. Domenico.
Questi errori
solo per snobbare la storia di
Solofra
Fa così paura la storia
locale?
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