Sogno d’estate

 

Carmniantonio è un personaggio da ricordare, perché, vissuto nell’indingenza, sempre filosofava, trascorrendo al sua esistenza in allegria. Sapeva forse nascondere molto bene l’amaro della sua esistenza e cercava di apparire (era orgoglioso?) ciò che non era.

Tra l’alto, poi, la natura lo aveva dotato di un volto alquanto strano: sembrava portare una maschera sul viso, che doveva essere bello, perché mai uno sgarbo, mai una scortesia proveniva dalla sua persona: egli stimava tutti e rispettava, come si suol dire, anche le “pietre della strada” ma senza cortigianeria. Amava beffeggiarsi e diceva all’amico: “Senti, noi belli non siamo, ma brutti nemmeno: noi siamo rificoli!”

E un uomo, capace di prendersi in giro apertamente, è senza dubbio dotato di intelligenza, di profondo senso di distacco dalla realtà quotidiana. Egli sapeva giudicarsi e giudicare.

Moderno Socrate, lo eguagliava in bontà e in serenità.

Uina sera d’estate, molto tardi, se ne scendeva bel bello lungo il viale dei tigli, quando incontrò un conoscente che stava rincasando.

“Buona sera!”

“Buonasera Carminantonio! Dove vai a quest’ora?

“Senti, mi sono seccato di stare in casa, perché mia moglie ha partoritp

“Oh, bene, auguri! E cosa ha dato alla luce, un maschio o una femmina?”

“Indovina!”

Un maschio.”

“No”.+

“Una femmina!”

“C…… e come hai indovinato?”

“Vai a farti f…….e cosa avrebbe potuto partorire, un gatto?”

Un’altra sera d’estate, sempre molto tardi, stanco per il lavoro, ebbe voglia di accendersi una sigaretta; ma, disdetta, non aveva come accnedere. Lasciò la sua bottega di sarto con la speranza di incontrare qualcuno che avesse un cerino. Incontrò l’amico barbiere che, fornito di sigaretta, anche lui non aveva fiammiferi.

Si misero allora a far quattro passi e mentre discorrevano del più e del meno …. Spuntò l’alba.

Questo era Carmonantonio: l’amico, l’uomo.

Altri tempi.

 

 

 

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