La Solofrana

 

 

Torrente della Campania, lungo 20 chilometri, affluente del Sarno. Nasce in territorio solofrano dal monte Garofano nei Picentini occidentali. Le sue sorgenti si chiamano Bocche soprane e Bocche sottane.

 

 

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Le sorgenti della Solofrana

 

 

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Il bacino del Sarno ha una estensione di 438,97 chilometri quadrati. In esso quello della Solofrana ha un’estensione di 260 chilometri quadrati.

 

 

 

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La Solofrana con i suoi affluenti fino a Nocera

 

Lungo il corso d’acqua si allineano numerosi centri abitati (Nocera Inferiore, S. Potito, Roccapiemonte, S. Angelo, Mercato S. Severino, Pandola, Accigliano, S. Bartolomeo, S. Pietro) che testimoniano un’economia legata al fiume.

 

Un fiume ha sostenuto la concia delle pelli fin da quando Solofra era un centro pastorale, alimentando la ricca industria armentizia del salernitano.

 

Sulle sue rive si formò il centro artigiano con ben due casali: Fiume e Burrelli. Altro casale conciario fu quello di Fontane soprane e sottane lungo il vallone Cantarelle (i cantari erano vasche per la concia).

 

Le acque del fiume non subivano alcun inquinamento poiché il tipo di concia che si praticava non era inquinante. Infatti si usavano prodotti vegetali contenenti tannino, che era l’unico prodotto che permetteva la concia del cuoio animale. Anzi le acque che uscivano dalle concerie, dette acque lorde (piene di scorza vegetale), erano altamente concimanti e venivano usate per innaffiare i campi.

 

 

Dice un testimone in un documento del XVIII secolo: “Le acque che escono dai tenaturi di concia vanno nei campi e non puzzano, ma odorano di mortella”.

 

 

Vedi la parabola della concia solofrana in cui il Cinquecento fu il suo secolo d’oro.

 

 

Si cominciò a parlare di inquinamento delle acque della Solofrana quando nell’industria conciaria furono introdotti i prodotti chimici. Il problema ha avuto alterne vicende ed è stato affrontato da diverse leggi.

 

Ora è permessa l’immissione delle acque nella Solofrana solo dopo la loro depurazione o direttamente, per le aziende che sono fornite di sistemi di depurazione in proprio o tramite il Codiso.

 

 

CO. DI. SO. Consorzio Disinquinamento Solofra

 

 

 

 

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Scarico industriale continuo di una conceria autorizzata perché fornita di sistema di depurazione

 

 

Nel secondo dopoguerra si ebbe lo sviluppo industriale di questa attività che aveva ancora molte forme artigianali. Allora si colsero le opportunità di sviluppo offerte dalla Cassa per il Mezzogiorno quando molti operai divennero industriali.

Con la ricostruzione del dopoterremoto si ebbe la definitiva dislocazione delle concerie nella zona industriale servita dal raccordo autostradale Avellino-Salerno.

 

 

 

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Il distretto industriale di Solofra lungo la Solofrana

 

 

Il fiume soffre di questo sviluppo poiché il suo corso ha accolto le acque degli scarichi delle concerie

 

Il sistema depurativo è costituito da un impianto di pretrattamento delle industrie conciarie posto nella zona industriale di Solofra (Co. Di. So) ed uno di depurazione centralizzato posto a Mercato S. Severino.

 

 

La Solofrana un corso d’acqua dal passato importante

 

 

 

 

 

Nel passato

 

Il nome che ora ha il torrente risale al XVII secolo. Anticamente il fiume veniva chiamato Fiume delle Bocche o semplicemente Fiume nella prima parte e cioè dalla sorgente al fondovalle solofrano. Da questo luogo si chiamò Flubio-rivus siccus fino a S. Severino dove prendeva il nome di Saltera fino all’immissione nel Sarno.

 

Il nome di Flubio-rivus siccus risale ai Sanniti. Vedi perchè.

 

 

 

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