Castelluccia
Lo sperone roccioso di Castelluccia visto dalla località Tofola di S. Agata
.
Il vallone dei granci,
ad ovest di Castelluccia visto dal pianoro
Vi passava la strada
del passo
.
Al tempo dei Sanniti era un tratturo transumantico
attraverso il quale avveniva il trasferimento dalle zone pastorali
dell’interno a quelle pianeggianti del salernitano. La strada sfociava a S. Agata
dove diveniva tratturo transumantico fluviale, poiché percorreva la parte
asciutta del greto del fiume. Al tempo dei Romani
fu chiamata via antiqua que badit
ad Sancta Agathe. Lungo di essa furono
costruite le taverne fino all’imbocco con la via Popilia,
dove si pagava il rotarico, da cui prese il
nome il centro mercantile di Rota (San Severino). |
Il passo si chiamò Taverna-Castelluccia.
Questo luogo ha significativi toponimi che si riferiscono alla
strada: sferracavallo, taverna dei pioppi. Le tabernae romane erano luoghi di
ristoro per animali e uomini al servizio di chi attraversava il passo. Ancora
oggi esistono lungo il tragitto diverse case diroccate che testimoniano la
funzione del luogo. Con le distruzioni del primo periodo normanno la via
divenne incongrua
ad andandum e fu abbandonata. |
Il pianoro di Castelluccia
Vedi
la Chiesa di S. Maria Assunta sulla Castelluccia
.
Uno scorcio della conca solofrana visto da Castelluccia:
parte della zona industriale.
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