Famiglie
solofrane
Troisi
Ceppo di chiara origine normanna
derivante da Troisio, il guerriero venuto al seguito di Roberto il Guiscardo ed
insediatosi a Rota. Il cognome è molto diffuso in tutta la zona del
salernitano.
Nel XIV secolo era tra le famiglie civili di Solofra. Si conosce
Giovanni frate di S. Agostino.
XVI
In questo secolo era un ceppo alquanto ampio e distribuito in
varie zone del territorio, ma il principale abitava le cortine di S. Angelo,
intorno alle quali si era sviluppato il casale dei Burrelli, elemento
questo che contribuisce a dare un’impronta di antico al ceppo. Altro elemento,
che rende questa famiglia particolare e che emerge, chiaramente, dai dati
notarili, è il fatto che essa aveva dalla chiesa in enfiteusi, rinnovata
proprio negli anni 21-24, le terre della chiesa dell’Angelo, attraverso le
quali passava una via vicinale che portava al fiume nei riguardi della quale i
membri di questa famiglia si accollavano la servitù del passaggio e in più
l’onere del rifacimento del ponte in legno quando il fiume lo distruggeva.
La vetustà del ceppo è attestata ancora dal fatto che era
insediato alle Casate, in tutta l’area di S. Agata con un ramo
alquanto consistente, aveva beni alle Fontane sottane e a le
celentane, elementi che lo confermano come facente parte del nucleo
iniziale della società solofrana.
Aveva un posto preminente nella economia locale, soprattutto il
ceppo dei Burrelli, con una conceria al Fiume e con la
lavorazione delle scarpe, con interessanti alleanze familiari che univano i
suoi rappresentanti alla consorteria economica della Fratta e a quella
delle Casate contribuendo a fare da trait d’union tra essi, erano
legati anche a famiglie dei Balsami e del Sorbo svolgendo un po’ la stessa
funzione unificante delle forze della economia locale. Altri legami familiari
crearono una serie di alleanze economiche e di società mercantili.
Diversi suoi membri erano impegnati nelle finanze locali come gestori
di gabelle e dei crediti della Universitas, tra cui spicca Antonio, detto honorabilis. Non erano
assenti nella vita comunitaria infatti parteciparono alla stesura degli Statuti
con tre membri (Carlo, Ettore e Giovanni Antonio).
Al ceto clericale appartenevano vari membri tra cui un cappellano
di S. Andrea, Bernardo, e uno di S. Agata, Bencivenga, poi Federico, canonico della Collegiata, poi Pacilio, Bartolomeo, Paolo, Cosma, Lorenzo.
Tra i notai ci sono Matteo, che procedette alla copia degli antichi Statuti quando si
formarono i nuovi, e Iannunzio; altri membri erano attivi nel Tribunale locale.
XVII
In questo secolo il
ceppo continuò le attività del secolo precedente. La peste del 1656 ne decimò
la consistenza e determinò il cambiamento di alcune sue attività e lo
spostamento di alcune famiglie in altri casali.
La conceria più
importante in questo periodo è quella di Ambrosio Troisi.
Tra i sacerdoti si citano: Ferdinando, Giovanni, rettore della Chiesa dello Spirito Santo,
Nobile, morto a 90 anni a piedi S. Angelo, Angelo Antonio. Erano questi sacerdoti molto dotti, maestri di scuola privata dove insegnavano i
rudimenti del sapere, tanto che nel
XVIII
In questo periodo si citano:
Angelo Antonio di Gaetano nato nel 1727, rettore della parrocchia di Preturo di
Montoro
Francesco Antonio di Arcangelo, fu mansionario della Collegiata subito dopo la
fondazione di questa istituzione, il fratello Alessandro, rettore della
parrocchia di S. Marco a Palazzo. Questa famiglia partecipò con la donazione di
un terreno all’ampliamento della Chiesa della Madonna del
Soccorso.
Loreto, sacerdote molto presente nella gestione di benefici e
confraternite tra cui quella dello Spirito Santo, e della chiesa di S. Nicola
alle scanate.
Nel catasto onciaro del 1754 sono censite le seguenti famiglie:
Balsami
Domenico, macellaio di 32 anni, sposato con Rosa Grassi (30 anni), con i
figli Francesco (10 anni), Sebastiano (3 anni), Angiola (12 anni), Anna (3
mesi). Abitazione in fitto. Impegna nella sua attività 50 ducati.
Caposolofra
Marino, conciatore di 63 anni, sposato con Maddalena Garzillo (50 anni),
con la cognata Rosa Ardolino (40 anni). Abitazione propria a S. Lucia,
vigna con viti latine in parte boscosa al Castello. Crediti a carico di
Michele Ardolino, pesi a favore della chiesa di S. Maria degli Afflitti.
Impegna nella sua industria 50 ducati.
Volpi
Libero, lavoratore battargento di 46 anni, sposato con Teresa
Giannattasio (45 anni). Abitazione propria di varie stanze e giardino, casa
alla Fratta.
Cupa-Toppolo-Capopiazza
Natale, possidente di 53 anni, vive con la figlia Annamaria (28 anni) e
col genero Niccolò Paulise, pizzicarolo di 45 anni, con i nipoti Antonia,
Angiola, Pasquale e col figlio di Niccolò di altri matrimonio Carlo (13 anni).
Abitazione del Monte delle Donne monache di S. Teresa. Usa tre case ai Balsami
di suo nipote Carlo. Impegna ella compravendita di animali 300 ducati.
Toro
Antonio, battargento di 19 anni, con i fratelli Angelom
battargento di 15 anni, Nicola, coiraro di 14 anni, Consolato di 8 anni, con la
madre Dianora de Maio (47 anni). Abitazione propria con cortile.
Sant'Angelo-Strada vecchia
Sabato, conciapelle di 49 anni, sposato con Beatrice Troisi (48 anni),
con i figli Pasquale (conciatore di 18 anni), Giustiniano (10 anni), Angiola
(10 anni), Anna (13 anni) Ippolita (7 anni). Abitazione di più stanze e
giardino a i piedi di S. Angelo.
Basilio, bracciale di 60 anni, con i nipoti Giuliano (22 anni), Niccolò
(fuggiasco di 19 anni), Lucia (13 anni). Abitazione propria alla Strada
vecchia.
Francesco, di 65 anni, col figlio Gio Antonio (cavallaro di 40 anni) e la
nuora Giovanna Petrone (38 anni). Abitazione propria di più vani, con cortile e
giardino, bottega uso conceria al Toppolo, giardino arbustato vitato a
Piedi di S. Angelo, terreno vitato con casa di fabbrica al Pastino,
selva castagnale a le Janeste.
Gabriele, maestro sartore di 48 anni, con la moglie Grazia Garzillo (40
anni) e i figli Gennaro (chierico di 20 anni), Paola, Maria e Orsola. Abitazione propria
ai Piedi di S. Angelo, terreno boscoso, in località la Madonna.
Pesi a favore della Camera feudale, della chiesa di S. Agata di Serino e della
Collegiata.
Gennaro fu canonico della Collegiata dal 1795 al 1800.
Carmine (di Vincenzo e di Isabella Garzilli), battargento di 41 anni, con
la moglie Anna Guarino (40 anni) e il fratello Loreto (sacerdote di 49 anni).
Abitazione patrimoniale del fratello, terreno arbustato al Galdo. Crediti
a favore di vari. Impegna nella sua industria 400 ducati. Possiede una giovenca
a soccida. Patrimonio di Loreto una casa di varie stanze e giardino a S.
Angelo, un terreno seminatorio a le Pastenelle, una selva castagnale
alle Janeste.
Carmine di Andrea, solapianelli di 70 anni, con la moglie Potenza Aurelia
di 54 anni, col figlio Domenico di 16 anni. Abitazione propria ai Piedi di
S. Angelo, selva castagnale a Le cortinelle.
Carmine, conciapelli di 55 anni con la moglie Lucia Guarino di 50 anni e
col figlio Domenico (conciapelli di 14 anni). Abitazione propria con cortile,
bottega di conceria, selva castagnale macchiosa. Impegna nella sua attività 100
ducati. Pesi a favore della chiesa di Costantinopoli, del Monastero di S.
Domenico.
Nicola, conciatore di 33 anni con la moglie Elena Giannattasio (32
anni), con i figli Michele (3 anni), Domenico (4 anni), Grazia, con la matrigna
Brigida Garzilli (68 anni). Abitazione propria, conceria al Toppolo, terreno
arborato seminativo a l'Arco, terreno boscoso ai Laurielli.
Filippo, conciatore di 60 anni con la moglie Caterina Guarini (36 anni),
e i figli Donato, conciatore di 24 anni, Nicola, conciatore di 22 anni,
Salvatore conciatore di 21 anni, la nuora Petronilla Garzilli (24 anni) e i
nipoti, Grazia e Giovanni Antonio. Abitazione propria comprensorio di case ai Piedi
di S. Angelo, magazzino, vari pesi e crediti.
Taddeo, soldato di 48 anni con la moglie Rosa Caracciolo di 45 anni e i
figli Costantino, soldato di 26 anni, la nuora Giulia Verità di 20 anni e i nipoti
Nicola e Fortunata. Abitazione in fitto.
S. Agata di Solofra
Pasquale, bracciale di 20 anni. Abitazione propria.
Felice, bracciale di 33 anni con la moglie Teresa De Maio di 30 anni e i
nipoti Francesco e Angelo Andrea. Abitazione propria con cortile, terreno
arborato seminativo a Mezzacapo.
Orazio di Andrea, bracciale di 30 anni, con la moglie Nicolina Masucci
di 34 anni e i figli Carmine e Rubinia. Abitazione propria a censo alla chiesa
di S. Andrea.
Giuseppe di Michele, bracciale di 32 anni con la moglie Vittoria Figliola
di 30 anni. Abitazione in fitto dalla Cappella dello Spirito Santo in S.
Andrea.
Antonio, lavoratore di conceria di 50 anni, con la moglie Lucia Troisi di
50 anni. Abitazione propria.
Ciriaco, maestro d'ascia di 42 anni, con la moglie Donata Iannella (34
anni) e i figli Tarquinio (13 anni), Giuseppe (17 anni), Eufemia, Anna, col
fratello Giuseppe (maestro d'ascia di 31 anni), la sorella Grazia (29 anni) e
Maria (20 anni) e la madre Agata Fusco (60 anni). Abitazione propria con orto.
Angelo Antonio, maestro battargento di 18 anni, col fratello Vincenzo (sartore
di 16 anni) e la madre Rubina De Maio (48 anni). Abitazione propria con orto su
cui c'è un peso a favore della Cappella di S. Giovanni nella parrocchiale di S.
Andrea, terreno macchioso a le vene, altro terreno macchioso sotto le
vene. Peso a favore della Camera feudale.
Savino, bracciale di 36 anni, sposato con Diana De Maio (36 anni), con
la figlia Carmina (5 anni). Abitazione propria con orto, due case, terreno
arborato e casa al Bosco di Mezzacapo. Peso a favore del Monte della
famiglia Giliberti.
Michele, maestro d'ascia di 65 anni, con la moglie Agnese (58 anni), e la
figlia Angela Maria. Abitazione in fitto, casa a pigione dal Conservatorio di
Maria Incoronata di Serino, boschetto uso legna sotto le vene.
Botteghe di conceria
locata a Costantino Ziccardi
sita al Fiume.
per l’attività di scarnatore di Stefano De Maio
sita a Pie’ S. Angelo.
per l’attività di concia di Carmine Troisi
sita al Toppolo.
Un artista di
questo secolo
Gaetano Troisi scultore
“Si annumera ancora tra gli
uomini illustri nel genere di meccanico il fu Gaetano Troisij dell’istesso
casal di Santagati, il quale con il suo ingegnoso artificio di sculdore have
illustrata la provincia di Basilicata con più et diverse decorose statue et
altri lavori del suo artificio. Basti per gloria della sua virtù per non
dilungarmi la prima statua che fra l’altre al quondam formò nella città di
Potenza del glorioso S. Antonio da Padua nel convento di S. Carlo al
Trurrione de RR. PP. Cappuccini cossì maestoso colorito ed abito di
Cappuccino con peli rasi dall’istesso Troisi, che mosse gran concorso con
devotione de popoli anche de vicino luoghi con li RR. PP. di S. Francesco
della scarpa, dell’istessa città questi pretesero doversi accomodare il
cappuccio e farsi rotondo al che fu data la ragione alli RR. PP. Cappuccini
per il segreto di Roma”. |
(Da V. Grassi, Genealogia e
ragguagli dell’antico e del moderno stato di Solofra,
Un sacerdote
Nicola Maria,
monaco agostiniano e teologo. Fu un fecondo e conosciuto oratore, autore di un
libro di Orazioni sacre intercalate da strofe cantabili sull’Immacolata
e su S. Giuseppe (Napoli, Gessari, 1752). Fu Segretario dell’Ordine agostiniano
(lapide sita in S. Agostino nel 1746 ora in S. Domenico)
Un sonetto a lui dedicato da Carmine Troisi, in Sonetti
volanti, p. 105.
Il Teologo Padre, o del ceppo
mio virgulto antico, illustre figlio di
S. Agostino, un tuo nipote che è
pur esso amico, (non so se per
disgrazia o per divino favor) del nume in
grazia al qual mendico Omero andonne e
Tasso e fier destino incolse a tanti,
amor di scienza, io dico, e d’arte amor, qual
ferve in uom latino, or vuol, né ti
dispiaccia, qual ei puote, in queste bravi rime
d’un sonetto, l’ombra vincendo
d’epoche remote. Io spento ridestar
tuo grave aspetto, da l’ampia fronte e
da le magre gote, e l’opra che Maria ebbe a soggetto. |
XIX
Sacerdote e poeta
Nel 1842 sono
censite le seguenti concerie intitolate a membri di questo ceppo:
.
Conceria di Michele Troisi Conceria di Nicola Troisi e figli |
XX
Nella prima metà di
questo secolo sono conciatori:
Troisi Giuseppe fu
Michele detto Baldassarre.
Troisi Giuseppe fu
Giosuè anche in società con Nicola Romano.
Troisi Carmine
Antonio.
Troisi Michele e C.
Troisi Nicola di
Michele.
Lo studio del fotografo Antonio
Troisi a New York
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Un recupero di storia solofrana
un cappuccino e canonico mansionario
vissuto e morto a Solofra
Apparteneva alla famiglia Troisi
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© solofrastorica
2000
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