Famiglie
solofrane
Vigilante
Indicato inizialmente con la dizione
"Violante"
Era un ampio ceppo che si identificava
con il casale della Fratta che si era sviluppato intorno al suo crescere
e alla chiesa di S. Giuliano, dove possedeva una cappella di jus patronato. La sua primitiva sede era il Toro
sottano dove risiedeva un ramo in un’antica cortina e da dove i possedimenti si
estendevano anche nelle zone basse di S. Agata. Entrambi i rami furono due
pilastri della economia locale ed al centro di un
sodalizio economico che univa le famiglie del Toro e della Fratta, ma anche con
l’altro sodalizio esistente nei casali alti Caposolofra-Sorbo-Balsamo
per cui può dirsi che tramite questo ceppo si fosse creato un circolo
mercantile che dava linfa a tutta l’economia locale. Non mancavano unioni
matrimoniali con zone mercantili del salernitano come con i
Casato di Cava.
Intensa era l’attività artigianale intorno a tre concerie al Fiume
e a due botteghe a S. Agata che conciavano ogni tipo di prodotto, anche
proveniente da zone lontane come i montoni sardi, il tutto sostenuto da una
bottega di spezeria alla platea per la
produzione dei prodotti concianti. Altra bottega al Toro era
specializzata nell’arte di fare centimoli.
Molti suoi membri erano impegnati nel commercio di tutti i
prodotti locali, dominato dall'insediamento tra il Toro e
Importante fu la loro presenza nel credito pubblico, sia come
governatori della Universitas
di cui gestivano le gabelle e il debito pubblico, sia come intermediari in
tutte le contrattazioni pubbliche (Marco Antonio). Erano gestori dei beni delle chiese locali. Marco Antonio fu
sindaco nel 1528 ed in occasione della peste di quell'anno
intervenne sulla esazione delle gabelle. Molti furono
sindaci o eletti della Univesitas
in modo che mai mancò la presenza nella gestione finanziaria degli interessi
della comunità.
Entrambi i rami erano presenti nei settori civili della società
solofrana da Baldassarre, utriusque
juris doctor, a Brando e Bartolomeo dottori in medicina, al notaio
"honorabilis" Belardino, Vincenzo ujd
Ricca fu la presenza nel clero, tra cui un cappellano di S.
Andrea, un canonico di S. Angelo, Cosma che fu rettore di San Giuliano e primicerio della Collegiata dal
1548 al 1563, Ippolito e Donato impegnati nel credito, Graziano abate e frate
di S. Agostino, i frati di S. Agostino Caramano, Grasso, Grandonio, infine Silvestro, Pietro e
Francesco. Avevano il jus
sulla Cappella di Santo Stefano in S. Agostino.
Si citano alcuni che gestiscono le concerie del ceppo: Donato col
figlio Battista, Cortese e Cristofaro, Matteo col figlio Belardino (e poi col figlio Ansiotto) Pietro col figlio
Francesco, Giovanni Cola.
Si delinea l'importante famiglia della
Fratta che fa capo ad Altobello, col fratello Santolo e il nipote Sebastiano e
Geronimo.
***
Giovan Battista
Vigilante, intagliatore solofrano-napoletano tra cinque e seicento
*
Troiano Vigilante, battiloro solofrano con
bottega a Napoli,
fornì l’oro per gli
intarsi della Collegiata.
Apparteneva
alla famiglia di Giulia, madre di Francesco Guarini.
***
XVII
In questo secolo continua il dominio economico di questa famiglia
che ruota intorno alla gestione della finanza locale e alla mercatura mentre le
attività di concia diventano secondarie affidate a rami minori del ceppo. La
peste decimò alcune famiglie che scomparvero, ma dette la possibilità a quelle
rimaste di sistemarsi in modo ancora più dominate nella economia
locale e di organizzarla anche col trasferimento in altri casali occupando
posti lasciati vuoti dalla decimazione operata dalla peste, trasferimenti
sostenuti con una oculata politica matrimoniale. Ciò per esempio successe col
trasferimento al Sorbo della famiglia che faceva capo a Vito. La famiglia
incrementa i rapporti con
Tra le famiglie si individuano quelle di Flavio col figlio Andrea nel 1634; Aniello (con i figli Sabato e Antonio
e con i nipoti Leonardo Domenico, Nicola Tarquinio e Pantaleone); di Fabio (col figlio Giuliano e il
nipote Gennaro); di Stefano (col figlio Lorenzo e i nipoti Antonio, Giovan
Stefano, Soccorso, Francesco); di Donato (col figlio Marcantonio e i nipoti Pasquale e Salvatore e
Michelangelo e i pronipoti Nicola e Salvatore); di Salvatore (con il figlio Giovanni
Vincenzo e i nipoti Francesco Salvatore e Nicola Salvatore); di Carlo (con i figli Angelo Andrea,
Giovanni Antonio, Lorenzo, Giovan Benedetto, Filippo
Bartolomeo); Giovanni
Tommaso
(col figlio col figlio Grazio e il nipote Michele); Geronimo (col figlio Tommaso e il
nipote Orazio); Giustiniano (col figlio Giovanni Pietro e i nipoti Giustiniano, Giulio
Lucantonio e Ortensio; col figlio Domenico e i nipoti Francesco Nicola e
Basilio Filippo); Vincenzo (con il figlio Domenico e i nipoti Giovanni Vincenzo); Simone (col figlio Marco e il nipote
Francesco Nicola); Nicola Antonio (con il figlio Leonardo e i nipoti Arcangelo Antonio, Salvatore
Ascanio, Fortunato Leonardo); Arcangelo Antonio (con i figli Aniello Nicola,
Francesco Sabato, Leonardo Antonio); Battista (col figlio Giovan Basilio, dottore, ed
il nipote Giovan Basilio); Vito (con i figli Costantino,
Filippo e Salvatore); Basilio (col figlio e i nipoti Basilio, Giuseppe Antonio, Michelangelo e
Vito Felice); di Ingazio (col figlio Francesco il nipote Vito e i
pronipoti Angelo Domenico, Pasquale Carmine, Santolo Felice e Carmine Antonio);
Nunziante (con il figlio Angelo Antonio
e i nipoti Giovan Sabato, Nicola Massenzio e Pietro
Paolo; col figlio Ambrosio il nipote Carmine).
Tra i membri si citano: Giovanni Antonio sindaco, Covelluzzo sindaco,
Giovanni
Angelo
sindaco, Sebastiano, canonico nel 1690, Antonio notaio, Giovanni Vincenzo dottore fisico, Basilio (figlio di Giovanni Battista)
dottore fisico, Abbondanzio arrendatore della gabella della farina
e creditore dell'Universitas per 8000 ducati, Giovanni Battista sacerdote e cappellano della
Cappella di S. Sebastiano.
Giacinto Vigilante fu sacerdote e canonico della Collegiata, Vicario generale del
vescovo di Nusco
e di altre diocesi tra cui Bitonto dove morì nel 1720.
La conceria più importate in questo secolo è quella di
Tommaso Vigilante.
Notevole la famiglia di Ortensio (con i figli Giacinto,
Giuseppe e Pompilio ed i nipoti Ortensio, Michele Nicola e Michelangelo,
Girolamo, Francesco
Nicola medico).
Pompilio
fonda il Monte
dei Maritaggi per le donne della famiglia.
XVIII
Dal catasto onciario del 1754 si individuano
le seguenti famiglie:
Caposolofra
Matteo, negoziante di 62 anni, sposato con Lucia Garzillo
(41 anni), con i figli Felice (3 anni) e Mariangela. Abitazione propria di varie
stanze con giardino, selva a la palata, altra selva ivi.
Impegna nella mercatura 300 ducati. Pesi a favore della
Cappella di San Basilio nella Collegiata, della Mensa arcipetrale.
Soccorso con la moglie Angela Grimaldi e con i figli Felice e Carmine,
negoziante di 46 anni, che sposa Candida Grassi (39 anni) con i figli Felice,
Giuseppe (5 anni), Angelarosa e Anna. Abitazione propria con
giardino, altra casa al Toro, selva a la palata, altra
selva a li Monaci. Impiega nella industria di sale e coirame 400 ducati. Pesi alla Camera feudale al Monte dei
Giannattasio.
Lucantaonio,
lavoratore battergento di 60 anno con la moglie
Agnese Landolfi e il figlio Pietro Angelo, battargento
di 14 anni. Abitazione propria.
Carmine (fu Tarquinio), negoziante di pelli e suola, sposato con Vittoria
de Maio di Domenico, a Caposolofra, con i figli Tarquinio (15 anni) e con Rosa
de Maio, con i figli Salvatore (2 anni) e Domenico (nato nel 1757).
--------------
Giosafat (di Ercole de Petrillo),
sposato con Chiara Rubino con i figli Michele, Domenico, Nicola Filippo nel 1686, Ciriaco Pasquale.
Giosafat di Nicola (battargento di 31 anni) con
i figli Nicola Vito (da Teresa de Maio) e Pasquale (3 anni da Teresa de
Alessio)., Abitazione dotale.
Michele fu Giosafat, battargento, sposato con e
Rosa di Giovan Pietro Landolfi, nata nel 1704,
nascono Giuseppe Giovan Sabato nel 1732, i gemelli Anna Maria e Bonaventura nel 1733: casa propria 4
stanze e giardino. Vari crediti e pesi. Impegna nella sua attività 25 ducati.
Nicola fu Giosafat e Giuditta di Giovan Pietro
Landolfi nascono Giosafat nel 1719, Marco Aurelio nel
1721, Gennaro Pietro Paolo nel 1723, Clara nel 1725, Angelo Francesco nel 1727,
Gabriele Filippo nel 1729, Salvatore nel 1731 e Ippolita nel 1733.
Fratta
Soccorso, commerciante di pellame di 35 anni, con Serafina Guarino e i
figli Lucia, Cecilia, Nicola Vincenzo (1 anno), Giuseppe (2 anni). Abitazione propria con
giardino. Impegna nella sua attività 150 ducati. Possiede un mulo per uso
proprio.
Michele di Tommaso, commerciante di pelli e tessuti di 55 anni, con la
moglie Angela Forino (45 anni) e i figli Tommaso Antonio (5 anni, sposerà
grazia Grimaldi), Lucia, Grazia, Anna, Giovanna, Giustina, Giuseppe (4 anni), Francesco Nicola (1 anno,
sarà sacerdote mansionario nel 1791), Nicola, con il fratello Vito (negoziante
di 45 anni) e la sorella Angela (62 anni). Abitazione propria di più stanze,
giardino, orto, terreno seminatorio, al Cioppolo, un altro al Sambuco, un giardino vitato alla
Fratta, due selve a Iatamani,
vari cediti e pesi. Impegna nella sua attività 100 ducati. Possiede 2
giovenche, e un cavallo da sella.
Tommaso fu Angelo Antonio, maestro sartore di
46 anni, con la moglie Feliciana Garzillo, ed i figli
Antonio (4 anni), Teodoro, Geronimo (2 anni). Abitazione propria con giardino, una casa affittata a Nicola
Labella con bottega in piazza, giardino affittato a Michele Vigilante, altre case.
Ompegna nella sua attività 50 ducati.
--------------
Giovanni Battista sposa Lucreazia Ronca ha Giovan Carlo (sposa Diana Gagliardo con i figli Michele e Giuseppe
Carmine nel 1706 e Serafino).
Michele fu Giovan Carlo, battargento
di 52 anni, sposato con Rosa Landolfi (50 anni).
Abitazione propria, vari crediti e pesi. Impegna nella sua attività 200 ducati.
Serafino (fu Giovan Battista). battargento di 22 anni, sposato
con Rosa d’Arienzo (20 anni) con i figli Michele Arcangelo, Vincenzo, Luigi
Nicola e Luca Antonio, con il cognato Angelo e la suocera Dorotea Di Vito.
Abitazione in fitto.
--------------
Basilio fu Domenico, benestante di 54 anni, sposato con Cecilia Vigilante
con i figli Anna, Domenico Giuseppe, Andrea Carmine, Orsola, Angela. Abitazione
grande di proprietà con giardino, altra casa data in affitto a Serafino
Vigilante, terreno arbustato vitato
e alberi da frutta.
Gennaro fu Pietro Giacomo sposa Felicia Grasso ed ha
Pietro Giacomo (1699), Fabio (nato nel 1700 sacerdote), Giovanni Battista 1709 e Nicola
Domenico nel 1711. Nel patrimonio di Fabio ci sono quattro case di vari tipi
ivi.
Nicola (figlio di Domenico), scardalana di 65
anni, sposato con Isabella Ronca con i figli Gabriele (battargento
di 23 anni), Leonardo, Pasquale, Agostino (lavoratore battargento
di 24 anni) Giuseppe. Abitazione propria con più stanze e giardino.
Giuseppe, battargento di 49 anni, sposato con
Agnese de Maio con i figli Marianna (nata nel 1745 studiosa di fisica e astronomia, tradusse
"Elementi di geografia e astronomia" dello
scienziato inglese I. Watts, edito
a Napoli presso Raimondi nel 1789, con note e
aggiunte), Pasquale Vincenzo e Nicola (di 5 anni), Donato (4 anni), Mattia (3
anni) e Vincenza. Abitazione propria con soprani e sottani,
giardino e cortile. Impiega nel suo mestiere 100 ducati. Possiede 4
giovenche.
Marco, battargento di 25 anni con la moglie
Anna Vigilante, i figli Antonio e Lucia e il fratello Francesco (battargento di 23 anni). Abitazione propria.
Una donna che si afferma negli studi |
Giovan Battista (figlio di Camillo), sarto di 60 anni, sposato
con Delia Ronca con i figli Maddalena, Giovan Carlo (battargento di 25 anni), Giuliano (battargento
di 32 anni), la nuora Grazia Vigilante. Abitazione di
2 piani con giardino.
Toro
Giustiniano (fu Giovan Pietro) sposa Lucia
Ferrazzano con i figli Sigismondo (UID), Filippo (nato 1702), Francesco Antonio (sacerdote nato nel 1705) Angelo
Domenico (nato nel 1707).
Sigismondo UID di 60 anni, col fratello Francesco Antonio (sacerdote di 58 anni). Abitazione di proprietà con
giardino e pozzo, vigna a le Pastinelle,
introito professionale dalle Università di Solofra e Serino e pesi. Il
patrimonio del fratello è costituito da una casa di più vani ed un sottano a Pie' S.
Angelo, vari crediti . Possiede una dello cinque Cappellanie
erette nella Chiesa di S. Giuliano. Possiede di beni extra patrimoniali
una casa al Toro, una vigna a le Pastenelle,
ed una al Toro. La famiglia ha abitazione a Napoli.
Filippo ha Giustiniano (dottore fisico) col nipote Raffaele (nato
nel 1771).
Vito, possidente di 66 anni, sposato con Elena Petrone. Vive con le
sorelle Orsula e Teresa. Abitazione propria con
giardino, altra casa ivi, terreno seminatorio a S.
Agata di Solofra, bosco con casa in muratura e pozzo, esige una parcella quale
amministratore del Monte dei Giuliani. Vari pesi
Domenico Antonio (fu Tarquinio), commerciante di pellame di 59 anni, sposato con
Grazia Vigilante con i figli Marianna, Tarquinio, battargento
di 16 anni, Elisabetta, Consolato e Nicola Flaminio. Abitazione propria con
giardino.
Giuliano fu Michelangelo, (43 anni) con la moglie Maria Tura (26 anni) e i
figli Michelangelo (10 anni), Vincenzo e Donato (6
anni. Abitazione gratis da Giacomo Maffei (marito della sorella Teresa.
Soccorso (di Giovan Battista), battargento di 27 anni, sposato con Anna Lettieri, con i
figli Felicia, Lucia, Cecilia, Nicola, Francesco Saverio (1763), Michele (1767) e
Gaetano (1769). Abitazione propria.
Gennaro (fu Nicola de Petrillo), battargento di 30 anni, sposato con Anna Grasso (26 anni) con i figli Giuseppe (1752), Donato Antonio (1755), Nicola
(1756), con lo zio Ciriaco (sacerdote di 60 anni), con i fratelli Angelo (battargento di 25 anni), Gabriele (sartore
di 22 anni), sorella Ippolita e zia Teresa. Abitazione patrimoniale del
sacerdote Ciriaco e selva castagnale a S. Andrea.
Impegna per il suo mestiere 70 ducati. Di patrimonio di Ciriaco, una caso con giardino e un terreno in località Finestra.
Carmine Antonio, bracciale do 32 anni, sposato con Rosa
De Maio con i figli Maddalena, Salvatore (1 anno), Domenico, Giovanni (6 anni),
Pietro (1765). Abitazione propria, selva a le vene,
terreno vitato ivi, selva a lo Mantrone seu pistilli
Altobello (figlio di Domenico e Grazia de Federico) dottore fisico, sposato
con Giovanna D’Urso e Caterina Albano di Maiori con i figli Domenico (sacerdote), Andrea (1705), Benedetto Filippo. Beni patrimoniali
di Domenico, una casa al Toro una selva ivi. (Grazia Santa nel 1710, Apollonia nel 1718, Catarina nel
1721 e Angela Brigida nel 1725.
Giovanni Stefano (figlio di Rocco), speziale di medicina con bottega in piazza
(anni 60), sposato con Angela (del notaio Orazio Antonio Giaquinto) con i figli
Rocco (ujd,
sacerdote e parroco di San Giuliano), Adriano (dottore fisico) Orsola, Matteo (nato nel 1734 impara la
pittura), Giuseppe (studente di 15 anni sarà
prete), Sebastiano (chierico), Dorotea, Rachele,
con le sorelle Rosa e Chiara. Abitazione propria con cortile,
giardino e pozzo, vigna al Pozzillo e terreno al
Sambuco, bottega in piazza in affitto dal monastero di S. Chiara, vari
crediti e pesi. Impegna nella bottega di spezeria 100
ducati e nella compravendita di pelli 100 ducati. Nel patrimonio del figlio
Rocco c'è una casa al Toro, una selva a Camponici,
vari crediti e pesi. Di questa famiglia fa parte Maria che fa
fuoco a sé e che possiede abitazione propria, una vigna al cioppolo
di S. Vito, un censo sulla spezeria del fratello
Stefano. Nel patrimonio del sacerdote Giuseppe ci sono una casa ed un
orto al Toro.
Giuseppe di Giovan Stefano dottore sposa
Scolastica Coccaro con i figli Carmine Antonio 1769, Lodovico Mariano 1772.
Matteo Vigilante, pittore
prolifico, ha lasciato
diverse opere nelle chiese della provincia |
Giovan Battista, battargento
di 20 anni, con i fratelli Domenico (13 anni, Mariangiola e Maria e co la madre Teresa De Maio (38 anni). Abitazione propria.
Vincenzo, possidente di 45 anni, sposato con Agnese Petrone di 40 anni,
con i figli Luca (18 anni), Francesca (19 anni), Lucia, Grazia, Angela. Abitazione propria.
Filippo di Luca, battiloro di 46 anni, sposato con Teodora Ferraro di Montefusco, Arcangela,
Giuseppe (10 anni) e Anna. Abitazione propria.
Girolamo fu Giuseppe, proprietario di 51 anni, sposato con Elena (di
Tommaso Guarino), con i figli Lucia (23 anni), Giuseppe Gioacchino (studente di 21 anni sarà dottore fisico), Carmina, Giacinto (studente di 17 anni), Livio (studente di 15 anni sarà
dottore in legge, maestro in sacra Teologia sacerdote e canonico della
Collegiata fu maestro di Camera del Cardinale Filomarino
a Napoli), Dorotea, Marta, con i fratelli Ortensio (53 anni), Nicola (dottore in legge e sindaco
nel 1747), Diana (54 anni). Abitazione di 24 stanze con giardino, altre due
case di più stanze ivi, due giardini con viti, un oliveto ivi, un bosco a le Petrare, altri due boschi
alle vene, e alle coste dell'acqua, vari pesi e creditifra
nel 1742.
Giuseppe dottore fisico (fu Girolamo) sposa Maddalena del dott. fisico
Cesare Pisapia ed ha Orsula
e Girolamo (1790).
Livio Vigilante studiò a
Napoli dove fu dottore in utriusque juris e Maestro di Sacra Teologia. A Solofra fu canonico
della Collegiata, carica alla quale rinunziò per assumere la responsabilità
di Maestro di Camera del Cardinale Filomarino a Napoli. |
Volpi
Fiore Giacomo, conciatore di 51 anni, sposato con Maddalena Ziccardo
con i figli Nicola Carlo, Francesco Nicola, Grazia (sposa Pietrantonio
Giliberti) Felice (conciapelli di 36 anni) la nuora
Angela De Maio (35 anni) e i nipoti Maddalena e
Nicoletta. Abitazione propria con cortile e giardino,
oliveto, vigna al Cioppolo di S. Vito,
una bottega fittata. Impegna per la sua arte
200 ducati. Vari pesi.
Angelo, battargento di 43 anni con la moglie
Claudia Landolfi, i figli Isabella, Lucia, anna,
Teresa e la suocera Dorotea Guarino (60 anni). Abitazione di varie stanze con
cortile, una selva a le Ianeste,
una vigna a le Chiusolelle, un bosco lo Chiajo, vari crediti e pesi. Impegna nel suo
mestiere 50 ducati.
Sant'Angelo e strada vecchia
Rocco, battargento di 56 anni con la moglie
Angela e la serva Isabella Nuzzo (13 anni). Abitazione in fitto.
Sorbo
Filippo (di Vito) marito di Delia Caropreso, è
fratello di Costantino (sacerdote, vescovo di Caiazzo) e Salvatore (sacerdote, Vicario della curia di Caiazzo)
con i figli Bartolomeo (dottore in legge) e Felice Antonio. Nel patrimonio di Salvatore
c'è una vigna a S. Giuliano.
Il palazzo di Filippo, Costantino e Salvatore al Sorbo
La conceria di Filippo Vigilante e la sua
attività mercantile
.
Bartolomeo di Filippo (dottore in legge e possidente di 34 anni) sposato con
Rosa Barone con i figli Vito (3 anni, sarà dottore in legge, Filippo (3 mesi, sarà dottore in
legge, Delia, Orsola, col fratello Felice Antonio (possidente di 30 anni). Servitù: Michele di Vita (26 anni), Angelo Lemmo ( 15 anni),
Antonia Geronimo (40 anni), Lucia (nutrice di 25). Abitazione palazziata con varie stanze, cortile, pozzo, acqua
sorgente, giardino, comprensorio di case alla Strada nuova, selva al Chiamerano, selva al Campo del lontro, vigna
.
(Solofra
1685-Napoli 1774) Vescovo di Caiazzo |
------------
Giovan Luigi (di Gennaro), soldato della Milizia di 46
anni), sposa Teresa de Maio e poi Lucia Guariniello
con i figli Pietro Giacomo (soldato della Milizia di 18 anni), Gabriele (15 anni), Felice (14 anni), Filippo (10 anni), Bartolomeo (8
anni, sarà dottore fisico), Gennaro (4 anni). Abitazione in affitto di varie
stanze.
Nicola di Gennaro sposa Teresa de Maio ed ha Giovanni Battista battargento di 15 anni, Domenico (14 anni),
Michele Filippo (10 anni) e Giuseppa. Abitazione
propria.
Rocco (di Giovan Lorenzo e Laura
Petrone), sposa Orsola Vigilante (fu Tommaso) poi Porzia Pandolfelli con i
figli Carmine Antonio (sacerdote) e Giovan Stefano.
Carmine Antonio nato nel 1691, fu tra i primi parroci dotti, vinse
la parrocchia di Posillipo, poi resse la
parrocchia di S. Gennaro all'Elmo. Morì nel 1743.
Giuseppe attuario di Camera è preso ai Granili nel 1799.
In questo secolo il ceppo ha le
seguenti concerie
·
Conceria di dote di Giuditta Vigilante (moglie di
Pietro Antonio Grimaldi)
sita a Caposolofra.
·
Bottega del Monte della famiglia Vigilante
locata a Gabriele e
Felice Russo
sita al Fiume.
·
Conceria di Filippo Vigilante
al largo Santa
Caterina.
·
Conceria di Giuliano Vigilante
sita davanti alla
chiesa parrocchiale di S. Agata di Serino.
·
Conceria di Girolamo Vigilante e Daniele De Maio
sita in località Cortine
di S. Agata di Serino
L'economia del ceppo si poggia
sull'attività mercantile e finanziaria e sul battiloro
|
XIX
Tra le 30 concerie censite nel 1842
non c'è alcuna intestata ai Vigilante
Delle cinque botteghe di battiloro
esistenti a Solofra una è intitolata a Vito Vigilante
|
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2000
|