Famiglie solofrane

Vigilante

Indicato inizialmente con la dizione "Violante"

 

Era un ampio ceppo che si identificava con il casale della Fratta che si era sviluppato intorno al suo crescere e alla chiesa di S. Giuliano, dove possedeva una cappella di jus patronato. La sua primitiva sede era il Toro sottano dove risiedeva un ramo in un’antica cortina e da dove i possedimenti si estendevano anche nelle zone basse di S. Agata. Entrambi i rami furono due pilastri della economia locale ed al centro di un sodalizio economico che univa le famiglie del Toro e della Fratta, ma anche con l’altro sodalizio esistente nei casali alti Caposolofra-Sorbo-Balsamo per cui può dirsi che tramite questo ceppo si fosse creato un circolo mercantile che dava linfa a tutta l’economia locale. Non mancavano unioni matrimoniali con zone mercantili del salernitano come con i Casato di Cava.

Intensa era l’attività artigianale intorno a tre concerie al Fiume e a due botteghe a S. Agata che conciavano ogni tipo di prodotto, anche proveniente da zone lontane come i montoni sardi, il tutto sostenuto da una bottega di spezeria alla platea per la produzione dei prodotti concianti. Altra bottega al Toro era specializzata nell’arte di fare centimoli.

Molti suoi membri erano impegnati nel commercio di tutti i prodotti locali, dominato dall'insediamento tra il Toro e la Fratta, donde partivano i convogli mercantili (carrano). Tale attività era esplicata attraverso un'intelligente politica societaria con la partecipazione di diverse famiglie che ruotavano nel loro entourage e che per loro si recavano nelle varie zone mercantili del Meridione come la Fiera di Barletta e quella di Lanciano. Erano impegnati in questa attività anche i sacerdoti della famiglia con il credito, come Cosma che fu arrendatore di diverse gabelle. Vale citare le società in arte viaticaria con Alessandro e Clemente Buongiorno, quella con i Troisi per la vendita delle vacche e quella con i Ronca per la vendita dei prodotti della concia. Diverse erano anche le società che univano membri dello stesso ceppo.

Importante fu la loro presenza nel credito pubblico, sia come governatori della Universitas di cui gestivano le gabelle e il debito pubblico, sia come intermediari in tutte le contrattazioni pubbliche (Marco Antonio). Erano gestori dei beni delle chiese locali. Marco Antonio fu sindaco nel 1528 ed in occasione della peste di quell'anno intervenne sulla esazione delle gabelle. Molti furono sindaci o eletti della Univesitas in modo che mai mancò la presenza nella gestione finanziaria degli interessi della comunità.

Entrambi i rami erano presenti nei settori civili della società solofrana da Baldassarre, utriusque juris doctor, a Brando e Bartolomeo dottori in medicina, al notaio "honorabilis" Belardino, Vincenzo ujd

Ricca fu la presenza nel clero, tra cui un cappellano di S. Andrea, un canonico di S. Angelo, Cosma che fu rettore di San Giuliano e primicerio della Collegiata dal 1548 al 1563, Ippolito e Donato impegnati nel credito, Graziano abate e frate di S. Agostino, i frati di S. Agostino Caramano, Grasso, Grandonio, infine Silvestro, Pietro e Francesco. Avevano il jus sulla Cappella di Santo Stefano in S. Agostino.

 

Si citano alcuni che gestiscono le concerie del ceppo: Donato col figlio Battista, Cortese e Cristofaro, Matteo col figlio Belardino (e poi col figlio Ansiotto) Pietro col figlio Francesco, Giovanni Cola.

Si delinea l'importante famiglia della Fratta che fa capo ad Altobello, col fratello Santolo e il nipote Sebastiano e Geronimo.

 

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Giovan Battista Vigilante, intagliatore solofrano-napoletano tra cinque e seicento

 

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 Troiano Vigilante, battiloro solofrano con bottega a Napoli,

 fornì l’oro per gli intarsi della Collegiata.

Apparteneva alla famiglia di Giulia, madre di Francesco Guarini.

 

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XVII

 

In questo secolo continua il dominio economico di questa famiglia che ruota intorno alla gestione della finanza locale e alla mercatura mentre le attività di concia diventano secondarie affidate a rami minori del ceppo. La peste decimò alcune famiglie che scomparvero, ma dette la possibilità a quelle rimaste di sistemarsi in modo ancora più dominate nella economia locale e di organizzarla anche col trasferimento in altri casali occupando posti lasciati vuoti dalla decimazione operata dalla peste, trasferimenti sostenuti con una oculata politica matrimoniale. Ciò per esempio successe col trasferimento al Sorbo della famiglia che faceva capo a Vito. La famiglia incrementa i rapporti con la Puglia dove ad Andria apre una nuova bottega che raccoglie i prodotti dell'artigianato solofrano e dove Giovanni Vittorio è arrendatore dei sali di quella regione.

Tra le famiglie si individuano quelle di Flavio col figlio Andrea nel 1634; Aniello (con i figli Sabato e Antonio e con i nipoti Leonardo Domenico, Nicola Tarquinio e Pantaleone); di Fabio (col figlio Giuliano e il nipote Gennaro); di Stefano (col figlio Lorenzo e i nipoti Antonio, Giovan Stefano, Soccorso, Francesco); di Donato (col figlio Marcantonio e i nipoti Pasquale e Salvatore e Michelangelo e i pronipoti Nicola e Salvatore); di Salvatore (con il figlio Giovanni Vincenzo e i nipoti Francesco Salvatore e Nicola Salvatore); di Carlo (con i figli Angelo Andrea, Giovanni Antonio, Lorenzo, Giovan Benedetto, Filippo Bartolomeo); Giovanni Tommaso (col figlio col figlio Grazio e il nipote Michele); Geronimo (col figlio Tommaso e il nipote Orazio); Giustiniano (col figlio Giovanni Pietro e i nipoti Giustiniano, Giulio Lucantonio e Ortensio; col figlio Domenico e i nipoti Francesco Nicola e Basilio Filippo); Vincenzo (con il figlio Domenico e i nipoti Giovanni Vincenzo); Simone (col figlio Marco e il nipote Francesco Nicola); Nicola Antonio (con il figlio Leonardo e i nipoti Arcangelo Antonio, Salvatore Ascanio, Fortunato Leonardo); Arcangelo Antonio (con i figli Aniello Nicola, Francesco Sabato, Leonardo Antonio); Battista (col figlio Giovan Basilio, dottore, ed il nipote Giovan Basilio); Vito (con i figli Costantino, Filippo e Salvatore); Basilio (col figlio e i nipoti Basilio, Giuseppe Antonio, Michelangelo e Vito Felice); di Ingazio (col figlio Francesco il nipote Vito e i pronipoti Angelo Domenico, Pasquale Carmine, Santolo Felice e Carmine Antonio); Nunziante (con il figlio Angelo Antonio e i nipoti Giovan Sabato, Nicola Massenzio e Pietro Paolo; col figlio Ambrosio il nipote Carmine). 

Tra i membri si citano: Giovanni Antonio sindaco, Covelluzzo sindaco, Giovanni Angelo sindaco, Sebastiano, canonico nel 1690, Antonio notaio, Giovanni Vincenzo dottore fisico, Basilio (figlio di Giovanni Battista) dottore fisico, Abbondanzio arrendatore della gabella della farina e creditore dell'Universitas per 8000 ducati, Giovanni Battista sacerdote e cappellano della Cappella di S. Sebastiano.

 

Giacinto Vigilante fu sacerdote e canonico della Collegiata, Vicario generale del vescovo di Nusco

e di altre diocesi tra cui Bitonto dove morì nel 1720.

 

La conceria più importate in questo secolo è quella di Tommaso Vigilante.

Notevole la famiglia di Ortensio (con i figli Giacinto, Giuseppe e Pompilio ed i nipoti Ortensio, Michele Nicola e Michelangelo, Girolamo, Francesco Nicola medico). Pompilio fonda il Monte dei Maritaggi per le donne della famiglia.

 

XVIII

Dal catasto onciario del 1754 si individuano le seguenti famiglie:

 

Caposolofra

Matteo, negoziante di 62 anni, sposato con Lucia Garzillo (41 anni), con i figli Felice (3 anni) e Mariangela. Abitazione propria di varie stanze con giardino, selva a la palata, altra selva ivi. Impegna nella mercatura 300 ducati. Pesi a favore della Cappella di San Basilio nella Collegiata, della Mensa arcipetrale.

Soccorso con la moglie Angela Grimaldi e con i figli Felice e Carmine, negoziante di 46 anni, che sposa Candida Grassi (39 anni) con i figli Felice, Giuseppe (5 anni), Angelarosa e Anna. Abitazione propria con giardino, altra casa al Toro, selva a la palata, altra selva a li Monaci. Impiega nella industria di sale e coirame 400 ducati. Pesi alla Camera feudale al Monte dei Giannattasio.

Lucantaonio, lavoratore battergento di 60 anno con la moglie Agnese Landolfi e il figlio Pietro Angelo, battargento di 14 anni. Abitazione propria.

Carmine (fu Tarquinio), negoziante di pelli e suola, sposato con Vittoria de Maio di Domenico, a Caposolofra, con i figli Tarquinio (15 anni) e con Rosa de Maio, con i figli Salvatore (2 anni) e Domenico (nato nel 1757).

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Giosafat (di Ercole de Petrillo), sposato con Chiara Rubino con i figli Michele, Domenico, Nicola Filippo nel 1686, Ciriaco Pasquale.

Giosafat di Nicola (battargento di 31 anni) con i figli Nicola Vito (da Teresa de Maio) e Pasquale (3 anni da Teresa de Alessio)., Abitazione dotale.

Michele fu Giosafat, battargento, sposato con e Rosa di Giovan Pietro Landolfi, nata nel 1704, nascono Giuseppe Giovan Sabato nel 1732, i gemelli Anna Maria e Bonaventura nel 1733: casa propria 4 stanze e giardino. Vari crediti e pesi. Impegna nella sua attività 25 ducati.

Nicola fu Giosafat e Giuditta di Giovan Pietro Landolfi nascono Giosafat nel 1719, Marco Aurelio nel 1721, Gennaro Pietro Paolo nel 1723, Clara nel 1725, Angelo Francesco nel 1727, Gabriele Filippo nel 1729, Salvatore nel 1731 e Ippolita nel 1733.

 

 Fratta

Soccorso, commerciante di pellame di 35 anni, con Serafina Guarino e i figli Lucia, Cecilia, Nicola Vincenzo (1 anno), Giuseppe (2 anni). Abitazione propria con giardino. Impegna nella sua attività 150 ducati. Possiede un mulo per uso proprio.

Michele di Tommaso, commerciante di pelli e tessuti di 55 anni, con la moglie Angela Forino (45 anni) e i figli Tommaso Antonio (5 anni, sposerà grazia Grimaldi), Lucia, Grazia, Anna, Giovanna, Giustina, Giuseppe (4 anni), Francesco Nicola (1 anno, sarà sacerdote mansionario nel 1791), Nicola, con il fratello Vito (negoziante di 45 anni) e la sorella Angela (62 anni). Abitazione propria di più stanze, giardino, orto, terreno seminatorio, al Cioppolo, un altro al Sambuco, un giardino vitato alla Fratta, due selve a Iatamani, vari cediti e pesi. Impegna nella sua attività 100 ducati. Possiede 2 giovenche, e un cavallo da sella.

Tommaso fu Angelo Antonio, maestro sartore di 46 anni, con la moglie Feliciana Garzillo, ed i figli Antonio (4 anni), Teodoro, Geronimo (2 anni). Abitazione propria con giardino, una casa affittata a Nicola Labella con bottega in piazza, giardino affittato a Michele Vigilante, altre case. Ompegna nella sua attività 50 ducati.

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Giovanni Battista sposa Lucreazia Ronca ha Giovan Carlo (sposa Diana Gagliardo con i figli Michele e Giuseppe Carmine nel 1706 e Serafino).

Michele fu Giovan Carlo, battargento di 52 anni, sposato con Rosa Landolfi (50 anni). Abitazione propria, vari crediti e pesi. Impegna nella sua attività 200 ducati.

Serafino (fu Giovan Battista). battargento di 22 anni, sposato con Rosa d’Arienzo (20 anni) con i figli Michele Arcangelo, Vincenzo, Luigi Nicola e Luca Antonio, con il cognato Angelo e la suocera Dorotea Di Vito. Abitazione in fitto.

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Basilio fu Domenico, benestante di 54 anni, sposato con Cecilia Vigilante con i figli Anna, Domenico Giuseppe, Andrea Carmine, Orsola, Angela. Abitazione grande di proprietà con giardino, altra casa data in affitto a Serafino Vigilante, terreno arbustato vitato e alberi da frutta.

Gennaro fu Pietro Giacomo sposa Felicia Grasso ed ha Pietro Giacomo (1699), Fabio (nato nel 1700 sacerdote), Giovanni Battista 1709 e Nicola Domenico nel 1711. Nel patrimonio di Fabio ci sono quattro case di vari tipi ivi.

Nicola (figlio di Domenico), scardalana di 65 anni, sposato con Isabella Ronca con i figli Gabriele (battargento di 23 anni), Leonardo, Pasquale, Agostino (lavoratore battargento di 24 anni) Giuseppe. Abitazione propria con più stanze e giardino.

Giuseppe, battargento di 49 anni, sposato con Agnese de Maio con i figli Marianna (nata nel 1745 studiosa di fisica e astronomia, tradusse "Elementi di geografia e astronomia" dello scienziato inglese I. Watts, edito a Napoli presso Raimondi nel 1789, con note e aggiunte), Pasquale Vincenzo e Nicola (di 5 anni), Donato (4 anni), Mattia (3 anni) e Vincenza. Abitazione propria con soprani e sottani, giardino e cortile. Impiega nel suo mestiere 100 ducati. Possiede 4 giovenche.

Marco, battargento di 25 anni con la moglie Anna Vigilante, i figli Antonio e Lucia e il fratello Francesco (battargento di 23 anni). Abitazione propria.

 

 

Marianna Vigilante

Una donna che si afferma negli studi

 

 

 

Giovan Battista (figlio di Camillo), sarto di 60 anni, sposato con Delia Ronca con i figli Maddalena, Giovan Carlo (battargento di 25 anni), Giuliano (battargento di 32 anni), la nuora Grazia Vigilante. Abitazione di 2 piani con giardino.

 

Toro

Giustiniano (fu Giovan Pietro) sposa Lucia Ferrazzano con i figli Sigismondo (UID), Filippo (nato 1702), Francesco Antonio (sacerdote nato nel 1705) Angelo Domenico (nato nel 1707).

Sigismondo UID di 60 anni, col fratello Francesco Antonio (sacerdote di 58 anni). Abitazione di proprietà con giardino e pozzo, vigna a le Pastinelle, introito professionale dalle Università di Solofra e Serino e pesi. Il patrimonio del fratello è costituito da una casa di più vani ed un sottano a Pie' S. Angelo, vari crediti . Possiede una dello cinque Cappellanie erette nella Chiesa di S. Giuliano. Possiede di beni extra patrimoniali una casa al Toro, una vigna a le Pastenelle, ed una al Toro. La famiglia ha abitazione a Napoli.

Filippo ha Giustiniano (dottore fisico) col nipote Raffaele (nato nel 1771).

Vito, possidente di 66 anni, sposato con Elena Petrone. Vive con le sorelle Orsula e Teresa. Abitazione propria con giardino, altra casa ivi, terreno seminatorio a S. Agata di Solofra, bosco con casa in muratura e pozzo, esige una parcella quale amministratore del Monte dei Giuliani. Vari pesi

Domenico Antonio (fu Tarquinio), commerciante di pellame di 59 anni, sposato con Grazia Vigilante con i figli Marianna, Tarquinio, battargento di 16 anni, Elisabetta, Consolato e Nicola Flaminio. Abitazione propria con giardino.

Giuliano fu Michelangelo, (43 anni) con la moglie Maria Tura (26 anni) e i figli Michelangelo (10 anni), Vincenzo e Donato (6 anni. Abitazione gratis da Giacomo Maffei (marito della sorella Teresa.

Soccorso (di Giovan Battista), battargento di 27 anni, sposato con Anna Lettieri, con i figli Felicia, Lucia, Cecilia, Nicola, Francesco Saverio (1763), Michele (1767) e Gaetano (1769). Abitazione propria.

Gennaro (fu Nicola de Petrillo), battargento di 30 anni, sposato con Anna Grasso (26 anni) con i figli Giuseppe (1752), Donato Antonio (1755), Nicola (1756), con lo zio Ciriaco (sacerdote di 60 anni), con i fratelli Angelo (battargento di 25 anni), Gabriele (sartore di 22 anni), sorella Ippolita e zia Teresa. Abitazione patrimoniale del sacerdote Ciriaco e selva castagnale a S. Andrea. Impegna per il suo mestiere 70 ducati. Di patrimonio di Ciriaco, una caso con giardino e un terreno in località Finestra.

Carmine Antonio, bracciale do 32 anni, sposato con Rosa De Maio con i figli Maddalena, Salvatore (1 anno), Domenico, Giovanni (6 anni), Pietro (1765). Abitazione propria, selva a le vene, terreno vitato ivi, selva a lo Mantrone seu pistilli

Altobello (figlio di Domenico e Grazia de Federico) dottore fisico, sposato con Giovanna D’Urso e Caterina Albano di Maiori con i figli Domenico (sacerdote), Andrea (1705), Benedetto Filippo. Beni patrimoniali di Domenico, una casa al Toro una selva ivi. (Grazia Santa nel 1710, Apollonia nel 1718, Catarina nel 1721 e Angela Brigida nel 1725.

Giovanni Stefano (figlio di Rocco), speziale di medicina con bottega in piazza (anni 60), sposato con Angela (del notaio Orazio Antonio Giaquinto) con i figli Rocco (ujd, sacerdote e parroco di San Giuliano), Adriano (dottore fisico) Orsola, Matteo (nato nel 1734 impara la pittura), Giuseppe (studente di 15 anni sarà prete), Sebastiano (chierico), Dorotea, Rachele, con le sorelle Rosa e Chiara. Abitazione propria con cortile, giardino e pozzo, vigna al Pozzillo e terreno al Sambuco, bottega in piazza in affitto dal monastero di S. Chiara, vari crediti e pesi. Impegna nella bottega di spezeria 100 ducati e nella compravendita di pelli 100 ducati. Nel patrimonio del figlio Rocco c'è una casa al Toro, una selva a Camponici, vari crediti e pesi. Di questa famiglia fa parte Maria che fa fuoco a sé e che possiede abitazione propria, una vigna al cioppolo di S. Vito, un censo sulla spezeria del fratello Stefano. Nel patrimonio del sacerdote Giuseppe ci sono una casa ed un orto al Toro.

Giuseppe di Giovan Stefano dottore sposa Scolastica Coccaro con i figli Carmine Antonio 1769, Lodovico Mariano 1772.

 

 

 

Matteo Vigilante, pittore prolifico,

ha lasciato diverse opere nelle chiese

 della provincia

 

 

 

Giovan Battista, battargento di 20 anni, con i fratelli Domenico (13 anni, Mariangiola e Maria e co la madre Teresa De Maio (38 anni). Abitazione propria.

Vincenzo, possidente di 45 anni, sposato con Agnese Petrone di 40 anni, con i figli Luca (18 anni), Francesca (19 anni), Lucia, Grazia, Angela. Abitazione propria.

Filippo di Luca, battiloro di 46 anni, sposato con Teodora Ferraro di Montefusco, Arcangela, Giuseppe (10 anni) e Anna. Abitazione propria.

Girolamo fu Giuseppe, proprietario di 51 anni, sposato con Elena (di Tommaso Guarino), con i figli Lucia (23 anni), Giuseppe Gioacchino (studente di 21 anni sarà dottore fisico), Carmina, Giacinto (studente di 17 anni), Livio (studente di 15 anni sarà dottore in legge, maestro in sacra Teologia sacerdote e canonico della Collegiata fu maestro di Camera del Cardinale Filomarino a Napoli), Dorotea, Marta, con i fratelli Ortensio (53 anni), Nicola (dottore in legge e sindaco nel 1747), Diana (54 anni). Abitazione di 24 stanze con giardino, altre due case di più stanze ivi, due giardini con viti, un oliveto ivi, un bosco a le Petrare, altri due boschi alle vene, e alle coste dell'acqua, vari pesi e creditifra nel 1742.

Giuseppe dottore fisico (fu Girolamo) sposa Maddalena del dott. fisico Cesare Pisapia ed ha Orsula e Girolamo (1790).

 

Livio Vigilante studiò a Napoli dove fu dottore in utriusque juris e Maestro di Sacra Teologia. A Solofra fu canonico della Collegiata, carica alla quale rinunziò per assumere la responsabilità di Maestro di Camera del Cardinale Filomarino a Napoli.

 

Volpi

Fiore Giacomo, conciatore di 51 anni, sposato con Maddalena Ziccardo con i figli Nicola Carlo, Francesco Nicola, Grazia (sposa Pietrantonio Giliberti) Felice (conciapelli di 36 anni) la nuora Angela De Maio (35 anni) e i nipoti Maddalena e Nicoletta. Abitazione propria con cortile e giardino, oliveto, vigna al Cioppolo di S. Vito, una bottega fittata. Impegna per la sua arte 200 ducati. Vari pesi.

Angelo, battargento di 43 anni con la moglie Claudia Landolfi, i figli Isabella, Lucia, anna, Teresa e la suocera Dorotea Guarino (60 anni). Abitazione di varie stanze con cortile, una selva a le Ianeste, una vigna a le Chiusolelle, un bosco lo Chiajo, vari crediti e pesi. Impegna nel suo mestiere 50 ducati.

 

Sant'Angelo e strada vecchia

Rocco, battargento di 56 anni con la moglie Angela e la serva Isabella Nuzzo (13 anni). Abitazione in fitto.

 

Sorbo

Filippo (di Vito) marito di Delia Caropreso, è fratello di Costantino (sacerdote, vescovo di Caiazzo) e Salvatore (sacerdote, Vicario della curia di Caiazzo) con i figli Bartolomeo (dottore in legge) e Felice Antonio. Nel patrimonio di Salvatore c'è una vigna a S. Giuliano.

 

Il palazzo di Filippo, Costantino e Salvatore al Sorbo

La conceria di Filippo Vigilante e la sua attività mercantile

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Bartolomeo di Filippo (dottore in legge e possidente di 34 anni) sposato con Rosa Barone con i figli Vito (3 anni, sarà dottore in legge, Filippo (3 mesi, sarà dottore in legge, Delia, Orsola, col fratello Felice Antonio (possidente di 30 anni). Servitù: Michele di Vita (26 anni), Angelo Lemmo ( 15 anni), Antonia Geronimo (40 anni), Lucia (nutrice di 25). Abitazione palazziata con varie stanze, cortile, pozzo, acqua sorgente, giardino, comprensorio di case alla Strada nuova, selva al Chiamerano, selva al Campo del lontro, vigna la Torricella, casa uso magazzino la Cupa, vari crediti e pesi. Impegna nella mercatura 700 ducati.

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Costantino Vigilante

(Solofra 1685-Napoli 1774)

Vescovo di Caiazzo

 

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Giovan Luigi (di Gennaro), soldato della Milizia di 46 anni), sposa Teresa de Maio e poi Lucia Guariniello con i figli Pietro Giacomo (soldato della Milizia di 18 anni), Gabriele (15 anni), Felice (14 anni), Filippo (10 anni), Bartolomeo (8 anni, sarà dottore fisico), Gennaro (4 anni). Abitazione in affitto di varie stanze.

Nicola di Gennaro sposa Teresa de Maio ed ha Giovanni Battista battargento di 15 anni, Domenico (14 anni), Michele Filippo (10 anni) e Giuseppa. Abitazione propria.

Rocco (di Giovan Lorenzo e Laura Petrone), sposa Orsola Vigilante (fu Tommaso) poi Porzia Pandolfelli con i figli Carmine Antonio (sacerdote) e Giovan Stefano.

Carmine Antonio nato nel 1691, fu tra i primi parroci dotti, vinse la parrocchia di Posillipo, poi resse la parrocchia di S. Gennaro all'Elmo. Morì nel 1743.

 

Giuseppe attuario di Camera è preso ai Granili nel 1799.

 

In questo secolo il ceppo ha le seguenti concerie

 

 

·         Conceria di dote di Giuditta Vigilante (moglie di Pietro Antonio Grimaldi)

sita a Caposolofra.  

·         Bottega del Monte della famiglia Vigilante

locata a Gabriele e Felice Russo

sita al Fiume.

·         Conceria di Filippo Vigilante

al largo Santa Caterina.

·         Conceria di Giuliano Vigilante

sita davanti alla chiesa parrocchiale di S. Agata di Serino.

·         Conceria di Girolamo Vigilante e Daniele De Maio

sita in località Cortine di S. Agata di Serino

 

L'economia del ceppo si poggia sull'attività mercantile e finanziaria e sul battiloro

 

 

 

 

XIX

 

Tra le 30 concerie censite nel 1842 non c'è alcuna intestata ai Vigilante

Delle cinque botteghe di battiloro esistenti a Solofra una è intitolata a Vito Vigilante

 

 

 

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